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Sabato
23 marzo 2002
INTERVENTO
DI FABIO RAMPELLI AL CONGRESSO PER L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE
DELLA FEDERAZIONE ROMANA DI ALLEANZA NAZIONALE
Roma/Palafiera,
21-22-23-24 MARZO 2002
Intanto
vorrei ringraziare coloro i quali hanno animato questo
congresso, non solo per gli interventi fatti ma anche
per la pazienza dimostrata nel saperli ascoltare. E
penso che questo debba comunque essere il primo dato
su cui riflettere, non ci sono mai piaciuti gli unanimismi.
Penso che ciascuno dentro di sé più e
più volte si sarà interrogato in questi
giorni di congresso: da mercoledì a sabato, tre
giorni in cui ci sarebbe stata la possibilità
di fare un dibattito aperto, anche al di là delle
posizioni correntizie, che potesse coinvolgere non soltanto
i riferimenti delle correnti ma ciascuno iscritto, ciascun
dirigente periferico, ciascun militante.
Vogliamo dirlo a voce alta da questo palco, pur con
tutta la serenità possibile, che ha partecipato
a questo dibattito l'1 per cento degli iscritti? E parliamo
dei momenti topici in cui erano impegnati da questa
parte del palco i candidati alla guida della Federazione
romana di Alleanza nazionale, della più importante
federazione d'Italia
Vogliamo dirlo? O vogliamo far finta che questa realtà
non esista e continuare con questa sorta di auto-celebrazione
per certi aspetti anche fastidiosa, questa melassa che
ti si appiccica sulla pelle.
Vogliamo continuare a pensare che tutto vada bene? Certo,
bisogna avere la capacità, ci mancherebbe altro,
di sottolineare tutto ciò che di positivo esiste,
ma bisogna avere un'altra capacità più
rara, più importante, che è quella di
saper individuare i propri difetti con spirito costruttivo,
ma autocritico, prima che questi divengano fulminanti.
Non c'è bisogno di aspettare una stagione negativa
di Alleanza nazionale in termini di percentuali elettorali,
non c'è bisogno di aspettare l'irreparabile.
Bisogna saper osservare a volo d'uccello, dall'alto
quel che accade e inserirsi nel punto critico per invertire
la tendenza prima che possa capitare qualcosa che nessuno
di noi gradisce, che nessuno di noi si augura. Questo
congresso è stato un congresso che ha avuto una
partecipazione scarsa. E dunque l'esperimento di democrazia
diretta non può non farci venire alla mente,
non le calende greche, non la preistoria dei congressi
del Msi - io dentro An ci sto bene, e penso che questa
sintesi tra culture e percorsi diversi sia straordinariamente
importante e ciascuno di coloro i quali hanno scelto
di starci, lo hanno deciso a tutto tondo con grande
entusiasmo, passione e capacità di trascinamento
- ma due anni fa. Sempre qui al Palafiera, un congresso
per delegati e non per iscritti della federazione romana,
riempiva questa platea e la galleria. Era il congresso
che ricordiamo tutti, quello che incoronava, giustamente,
anche perché mi vanto di essere stato uno dei
protagonisti di quella fase, Francesco Storace alla
guida, per acclamazione, della federazione romana, della
più importante federazione d'Italia.
Era piena quella sala erano piene quelle gradinate lì
sopra. In questi giorni, al contrario ci sono stati
troppi posti vuoti e quel che è più grave
è che nessuno evidentemente nell'orgia auto-celebrativa
ha inteso interrogarsi solo per un attimo e con un po'
di obiettività rispetto alle cause di questo
crollo di attenzione.
Noi, il movimento della partecipazione
perché
ci sono delle parole e dei concetti che appartengono
a tutti, nessuno fa difetto a utilizzarle né
deve chiedere il permesso a qualche corrente per utilizzarle.
La partecipazione è concetto della destra italiana
tutta e viene smentita clamorosamente allorquando Alleanza
nazionale celebra il congresso degli iscritti chiamando
all'appello fino al trentatremillesimo iscritto a scegliere
il suo presidente, la sua guida romana e c'è
questo deserto.
Ma c'è qualche altra cosa ancora che va detta:
dispiace, io sono davvero mortificato, perché
in questa prima fase darò brutte notizie, ma
sono notizie e in quanto tali vanno date. Altrimenti
siamo degli ipocriti. Alleanza nazionale non ha mai
preso nelle elezioni comunali dello scorso anno il 25%.
Chi l'ha detto? No, perché io ho sentito persone
più che autorevoli, riportare questa percentuale
e non solo qui (è importante questa capacità
di suggestione e i giornali ormai neanche se li vanno
più a vedere questi dati, li riportano automaticamente,
non si preoccupano di verificare la fonte). Alleanza
nazionale ha preso il 21, 04 % dei consensi alle comunali
del 2001. Ma non ha preso il 25% neanche alle politiche
dello stesso anno, caso mai ci fosse un bisticcio di
date. Perché a stento ha raggiunto il 22,4%.
An ha perso 10 punti percentuali secchi in tre anni.
Non ne vogliamo parlare? Non ne parliamo. Non ci sono
problemi se questa non è la sede per farlo, se
vogliamo nascondere la verità, possiamo evitarci
questa tiritera. Io penso che sia più virile,
più serio semplicemente, cercare di capire quale
fenomeno sia intervenuto, cercare di spazzare il campo
da alcune giustificazioni che in modo superficiale,
troppo superficiale, vengono addotte da coloro i quali
rammentano questo dato clamoroso.
Meno 10-11 punti percentuali in tre anni.
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