restauro di un antico armadio da sagrestia |
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Relazione Fasi restauro 1
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appartenente agli arredi della Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Anzola dell'Emilia Il Restauro: Prima parte Restauri ed interventi precedenti Dal primo sopralluogo e dalle successive osservazioni sono evidenti i seguenti interventi di restauro o modifica:
I precedenti drastici interventi, volti evidentemente a ridurre le dimensioni di ingombro, potrebbero essere giustificati dalla necessità di posizionare forzatamente l’armadio in un luogo di dimensioni limitate.
Progetto di restauro Il tipo di restauro che verrà effettuato sarà prima di tutto conservativo, poi integrativo e funzionale. Ovvero sarà un restauro che dovrà prevedere quelle azioni atte alla conservazione, pulizia, disinfestazione e lucidatura delle superfici. Si dovrà prevedere inoltre l’integrazione delle parti mancanti per ridare al manufatto la sua originalità. Infine, verranno introdotte aggiunte funzionali (adeguamento dell’interno) che saranno comunque completamente rimovibili, al fine di rendere il manufatto funzionale alle esigenze attuali senza tuttavia snaturare la sua originalità. Si esclude la ricostruzione dei cassetti poiché si prevede così di utilizzare al meglio lo spazio interno. Nel progetto di restauro si terrà conto quindi che ogni intervento effettuato dovrà essere reversibile (vedi eccezione nella fase di consolidamento che segue) e dovrà mirare al recupero e salvaguardata dell’originalità dell’opera. Fasi del Restauro: Smontaggio Come previsto, dato le dimensioni considerevoli, lo smontaggio dell’armadio non è stato subito semplice. Si è iniziato con lo smontare la struttura interna. Si è così riscontrato che il legno usato per la costruzione di tale struttura è in olmo e pioppo. Il metodo di fissaggio usato è stato esclusivamente incastri a coda di rondine e chiodi forgiati a mano senza utilizzo di colla. Anche questo indizio, confermare l'ipotesi della originalità anche dell'interno databile quindi a fine Seicento. Una volta smontata la struttura interna ci siamo dedicati alle ante accorgendoci che non si potevano sfilarle dai cardini in quanto questi sono interni al profilo della spalla. Sembrerebbe che le cerniere siano state inchiodate all’anta e poi inchiodate sul montante dell’armadio durante la messa in opera. Abbiamo quindi proseguito con la rimozione della cuspide. Dopo aver liberato il tetto da un crocefisso in cartapesta (veramente ridotto male) e dal pannello zincato che, come si è detto era stato messo a protezione, ci si è resi conto del metodo di fissaggio che era stato utilizzato e che ritroveremo poi anche sul basamento. Ogni fianco ha alle estremità due tenoni che fuoriescono di circa 25 cm. I tenoni hanno i profili smussati che vanno ad incastrarsi in un apposito scasso posto sul fianco interno della cuspide ( o del basamento). Pertanto la cuspide si trova ad essere appoggiata sul profilo del perimetro fianchi – schiena - spalle e assicurata a queste attraverso questi quattro tenoni. Siamo passati poi ai fianchi e spalle. Liberate parti delle giunzioni da alcuni righetti di rinforzo inchiodati ci si è resi subito conto della complicazione di non aver potuto togliere le ante: infatti, avevamo fianco-spalla-anta come un pezzo unico, e pertanto la maneggevolezza era ridotta al minimo. Rimuovendo la carta di rivestimento interno, sono venuti alla luce due ganci che assicurano la spalla al proprio fianco. Mentre per il lato destro, una volta sganciata la spalla questa si è potuti rimuovere agevolmente, per il fianco sinistro, l’operazione è stata più complicata in quanto questo era stato inchiodato alla spalla. Si è passati a questo punto a smontare la schiena, formata da 9 assi scanalate sui fianchi in modo contrapposto e inchiodate alla cuspide e al basamento. Il fissaggio era poi meglio assicurato da un listello messo trasversalmente e inchiodato alle assi. Una volta smontato l’armadio in tutte le sue singole parti, abbiamo individuato uno spazio nel magazzino della Casa dell’Accoglienza dove verranno riposte. Da qui sarà poi portata in laboratorio la singola parte che verrà di volta in volta restaurata.
Rimozione della Carta di rivestimento Ho iniziato a rimuovere la carta di rivestimento. Il lavoro non mostra particolari difficoltà. E’ sufficiente bagnare la carta per poi rimuoverla agevolmente. Durante la rimozione della carta dall’asse della schiena, è stato interessante e curioso scoprire che sotto la carta sull’asse mediana (la quarta) ci sono due scritte contrapposte. Il contenuto sembra essere identico. E’ scritto in calligrafia settecentesca.
Sulla stessa tavola della schiena in senso opposto è stata rilevata la seguente scritta: “Questa è l’asa che va cavata a voler disfare l’armario”
Trattamento antitarlo: Il trattamento antitarlo ha avuto il solo scopo preventivo poiché non sono evidenti attacchi recenti di insetti xilofagi. E’ stato eseguito con prodotto idoneo applicato abbondantemente tramite pennello. Non è stato ritenuto necessario avvolgere in nylon i singoli pezzi poiché l’azione del tarlo non è recente. Separazione delle ante dai montanti: Si è deciso di separare i montanti dalle ante per permettere una migliore manipolazione delle parti durante il restauro, per questo è stato sufficiente rimuovere i chiodi di fissaggio. Tracciamento profili cornici: Per fornire all’artigiano le informazioni necessarie alla ricostruzione delle cornici mancanti, sono stati tracciati su compensato i profili. Sono state riscontrate mancanti le seguenti cornici: Cuspide: Mancano entrambe le cornici laterali e gli sguanci a 45° di quella frontale. Inoltre è mancante la cornice laterale inferiore sinistra della cuspide. Fianco sinistro: Manca completamente tutta la modanatura centrale che forma il riquadro. Inoltre è mancante la cornice posteriore del bordo. Basamento: Manca la cornice laterale inferiore sinistra del basamento e la cornice laterale superiore. Le cornici saranno eseguite da Gianni Brintazzoli |
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Ultimo Aggiornamento: 16/05/08.