A cura del
Gruppo di ricerca
storico-archeologica
del
Centro Culturale Anzolese
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CHIESA PARROCCHIALE DEI
SS. PIETRO E PAOLO
La Storia
Esterno chiesa: Le origini
La canonica adiacente alla Chiesa di
Anzola
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Le origini della
chiesa sono strettamente legate all'antico castello Medievale di
Unciola, di cui si hanno notizie fin dal IX secolo, e la sua
importanza era notevole perché costituiva l'ultimo baluardo difensivo
prima di arrivare davanti a Porta Stiera (oggi Porta S.Felice) e sotto
le mura della città di Bologna.
Questo castello era parte dei possedimenti del Vescovo di Bologna e
costituiva un continuo oggetto di contesa fra quest'ultimo e i
reggenti il Comune felsineo, subendo per questo motivo periodiche
devastazioni e successivi ripristini delle mura e dei baluardi
difensivi.
Le notizie del castello sono in parte documentate e in parte molto
legate alla fantasia popolare, quindi riesce difficile in poche parole
ricostruirne la struttura in modo credibile, anche se inizialmente
pare che più che un vero |
castello fosse una
fortificazione in legno con torri poste a difendere le porte d'accesso
al primo nucleo del villaggio di Unciola (il Calindri indica il
toponimo come riferito alla maniera di dividere i fondi agricoli in
once, o parti di once - cioè Onciole - e l'oncia, intesa come unità di
misura lineare, nel XIX secolo costituiva ancora una frazione della
pertica bolognese) e già in un documento dell'anno 888 d.c. si parla
del "Castrum Unciolae".
La costruzione del castello
in muratura, nella tipologia classica dei manieri difensivi medioevali, pare
risalga al XIII secolo e comprendeva la prima chiesa, il palazzo del
castellano, le abitazioni dei soldati, l'edificio oggi rimasto e denominato
Ospitale o Palazzaccio, e quattro torri delle quali ne è rimasta una sola.
A testimoniare sia l'esistenza del castello, che la presenza della chiesa
ll'interno della cinta muraria, rimangono le tracce del fossato ancora oggi
visibile e in parte integro (parco Costa) e le testimonianze certe che si
possono reperire nell'archivio Arcivescovile, nell'archivio dell'abazia di
Nonantola e nell'archivio di Stato di Bologna.
Abbiamo citato l'abbazia di Nonantola perché è storicamente documentato che
nell'Alto Medioevo la Chiesa bolognese era una chiesa largamente monastica,
e i territori persicetano ed anzolese erano in quel periodo strettamente
legati e controllati da quest'ultima abbazia, oggi in territorio modenese. |
La Torre, ultima testimonianza dell'antico
castello |
La chiesa di S.Pietro d'Anzola
La Chiesa di Anzola |
Nell'VIII secolo
l'organizzazione diocesana uscì dal caos successivo alle invasioni
barbariche strutturandosi sul modello dell'antica circoscrizione municipale
romana, creando delle sottoscrizioni chiamate Pievi e, dopo un centinaio
d'anni, dando vita a quelle Parrocchie che ancora oggi costituiscono
l'organizzazione di base delll'azione pastorale e amministrativa della
Chiesa.
Quindi, sul territorio abbiamo la Chiesa bolognese che istituisce,
lentamente ma progressivamente, una vasta rete di settori esclusivamente
ecclesiastici per la pratica e la diffusione della Fede: con le varie
chiese, le pievi e le parrocchie, che costituiscono la Diocesi retta da un
Vescovo.
Nelle città c'era una sola chiesa, mentre dal IV secolo in poi fu necessario
organizzare e costruire dei luoghi di culto anche nelle campagne, e quest'ultimi,
oltre ai compiti strettamente pastorali, avevano anche compiti
amministrativi che porteranno poi alla costituzione delle Comuni rurali.
Questi luoghi di culto furono chiamati chiese matrici, o chiese madri, con i
rettori che venivano chiamati parroci, arcipreti o curati) ed ebbero il
titolo di Plebes, perché raccoglievano alle sacre funzioni tutto il popolo. |
Tra gli uffici sacri il principale era quello di conferire il Battesimo e
quindi furono chiamate anche Ecclesiae baptismales, e andarono a formarsi
nella zona cimiteriale cristiana delle primitive comunità, e intorno ad esse
si formarono anche i primi agglomerati di case che costituiranno poi i paesi
come il nostro.
Quindi, la chiesa di Anzola già nel secolo XII ha la dignità di Pieve e il
diritto di poter avere un proprio fonte battesimale, e nel secolo successivo
doveva essere già assai nota, perchè fu degna di appartenere all'elenco delle 44
Pievi allora esistenti nella Diocesi di Bologna. Non si conosce la data in cui
fu edificata la prima chiesa intitolata a S.Pietro, ma in un disegno dell'anno
1578 (Fondo Gozzadini, Biblioteca dell'Archiginnasio, Bologna) si vede
l'edificio con le tracce delle tre navate, e delle absidi, orientate dove fu
creata la nuova facciata, evidenziando così un precedente restauro che aveva
evidentemente voltato la struttura generale del fabbricato, e il campanile è
nella posizione dove oggi c'è l'Oratorio della Compagnia del SS. Sacramento.
La canonica stessa, forse per un'approssimazione
del disegno, è già esistente ma strutturata in modo diverso dall'attuale.
Evidentemente, il primo corpo di fabbrica era stato edificato seguendo la regola
per cui l'abside doveva essere sempre posizionata ad oriente (tipico delle
chiese edificate fra il X e il XIV secolo: vedi la chiesa di S.Maria in Strada,
quella di Le Budrie o quella di Confortino) perchè secondo la cultura simbolica
dell'epoca il sole che sorge ad oriente rappresenta il Cristo che porta la Luce
e scaccia le Tenebre. Quindi, siccome le absidi erano prevalentemente rifinite
con delle finestre vetrate (o con l'apertura centrale a forma circolare), posta
superiormente alla volta detta "catino absidale") e collocate
architettonicamente sopra al presbiterio e all'Altare Maggiore, i raggi del sole
che al mattino entravano dalle finestre illuminavano l'altare e creavano un
grande effetto scenografico e simbolico. |
Vescovo che si reca in visita
alle chiese della sua diocesi. Sec. XIII |
Fra il XVI e il XVII secolo questa tradizione
esisteva ancora ma non era più rigidamente imposta ed osservata, e nei casi in
cui la funzionalità della chiesa e l'accessibilità alla stessa rendeva
necessario seguire criteri diversi, si agiva anche in modo diverso.
Disegno del Cinquecento che rapresenta la Chiesa
dopo i primi lavori di restauro che collocarono l'ingresso dove si trova
oggi. Si nota il campanile nella originaria posizione, dove oggi si trova
l'Oratorio.
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Quindi, in occasione del primo intervento di
consolidamento e restauro attuato nell'anno 1567, allorchè furono rifatti il
coperto e i muri principali, l'ingresso fu spostato dove si trova attualmente e
l'abside, di conseguenza, dalla parte opposta all'entrata. E questo proprio per
facilitare l'accesso ai fedeli, perchè il castello aveva degli ingressi e un
transito che privilegiavano l'attuale via G.Goldoni e l'entrata della chiesa fu
quindi orientata come oggi si può vedere. Dopo neppure sei anni, il 24 agosto
1573, |
mons. Ascanio Marchesini in visita pastorale
riscontrò che la chiesa era ben tenuta ma aveva i muri laterali con larghe
fenditure e quindi necessitava di urgenti riparazioni.
Queste furono fatte, ma nell'anno 1630 l'ennesimo
scontro per il possesso di ciò che rimaneva del castello si risolse nella sua
definitiva distruzione, insieme alle case circostanti e a danni gravissimi alla
chiesa che la resero praticamente pericolante (e l'epidemiadi peste che colpì anche Anzola
nell'estate di quell'anno non facilitò certo le cose.) Quindi, al cardinale
Girolamo Colonna, in visita pastorale il 15 aprile 1638, non restava che
verificare di persona che la vetusta costruzione non reggeva più ed era
necessario abbatterla e ricostruirla, dando quattro anni di tempo al Massaro, e
agli uomini di Anzola, per eseguire i necessari lavori.
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