A cura del
Gruppo di ricerca
storico-archeologica
del
Centro Culturale Anzolese
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CHIESA PARROCCHIALE DEI
SS. PIETRO E PAOLO
Cantorie ed organo
Originalmente i transetti che sono accanto al presbiterio avevano uno spazio più
ristretto e solo nell'anno 1908, su iniziativa di don Giovanni Vaccari, furono
abbattuti due muri laterali con l'intenzione di dare più spazio alle cantorie e
ricavarne una per gli uomini e una per le donne. Contemporaneamente furono
spostati più indietro di alcuni metri i due coretti a balconcino, in uno dei
quali fu sistemato l'antico organo della chiesa.
L'organo fu acquistato per iniziativa di don
Michele Serra e registrato
nell'archivio parrocchiale in data 2 aprile 1697. Seguendo le annotazioni del
cronista si apprende che:"....si comperò un organo buonissimo et bellissimo dai
sign.ri Collina e suoi eredi, grande ed è astile e si pagò scudi 565..".
La sua collocazione fu ulteriormente sistemata nel 1700 e lo stesso cronista
annota che:"...si fece la cantoria per l'organo, scudi 50. Si fece la finestra
per collocare l'organo, scudi 48. Il signor Giacobazzi fece il flauto (registro
d'organo costituito da canne aperte o tappate) di 25 canne d'organo. scudi 53."
Questo organo aveva 10 registri e circa un secolo dopo, sul finire del
Settecento, il Varetti, utilizzando il primitivo materiale, rifece l'organo
ingrandendolo e portandolo (pressappoco) allo stato attuale.
Lo strumento fu periodicamente riparato ed accordato fino alla scomparsa
dell'ultimo maestro di cappella, il signor Cici, l'organista degli anni
precedenti la seconda guerra mondiale, e date le sue precarie condizioni lo
strumento rimase successivamente inattivo.
La necessità di ripristinarlo fu raccolta dalla parrocchia e dalla
provvidenziale generosità del Lion's club di S.Giovanni Persiceto, e si riuscì a
restituirlo alle primitive funzioni liturgiche agli anizi degli anni 80'. |
Il coretto a balconcino di
destra |
Sul coretto di destra, dalla parte opposta all'organo, vi è un quadro
raffigurante il crocifisso con il Cristo moriens, assomigliante nelle componenti
pittoriche al quasi identico quadro del pittore G.Serrazanetti che si trova nell
3^ cappella sul lato destro della chiesa (cappella del Crocifisso). Il quadro,
proveniente dalla chiesa di S.Francesco di Confortino, è all'interno di
un'ancona lignea, elegante ed essenziale nelle sue linee, ed è stato
recentemente restaurato. |
Qualche curiosità
Il legato Orsi
All'interno della chiesa, sopra l'uscita laterale sul lato sinistro, vi è
una lapide
posta a perenne ricordo del sacerdote don Giuseppe Orsi, appartenente alla noblie
famiglia dei conti Orsi (che dal XIII secolo in poi erano stati feudatari del
castello d'Anzola e nel XVII secolo avevano ancora ampi possedimenti in paese),
che nel testamento depositato il 30 luglio 1696 lasciò eredi fiduciari dei suoi
beni i Priori della Compagnia del SS.Sacramento e dispose un legato che
favorisse le giovani ragazze da maritare.
Il legato prevedeva che ogni anno fossero distribuite, tramite sorteggio, una
parte delle rendite provenienti da un podere posto in Comune di Panzano,
lasciato in eredità alla compagnia, da destinarsi a quattro zitelle ( o, meglio,
signorine da marito) nate ad Anzola ed ivi residenti, di età fra i 15 e i 25
anni, per un totale di lire 20 ciascuna. Alle zitelle discendenti dalla famiglia
Orsi la dote era elevata ad una somma superiore e veniva elargita senza
sorteggio.
Questa disposizione testamentaria è rimasta in essere, e regolarmente
verbalizzata, fino alla seconda metà dell'Ottocento.
I banchi della chiesa
All'interno della chiesa vi sono due tipi di banchi, la maggioranza sono di
fattura abbastanza recente e non hanno pregi particolari degni di nota, mentre i
mobili più antichi sono di legno di noce ed hanno una manifattura databile agli
inizi dell'Ottocento.
La curiosità più evidente è che una parte di questi inginocchiatoi fu donata
alla parrocchia dalle famiglie più altolocate del paese, probabilmente per un
atto di fede e in memoria dei loro cari, un pò come si fa oggi quando si colloca
una targhetta nei banchi in memoria dei parrocchiani defunti.
Questi banchi diventarono, però, una sorta di "posto" riservato alla famiglia di
cui era indicato il nome, e la scritta (tutt'oggi visibile) "Chiesa" indicava
quelli destinati a tutti gli altri fedeli. Ancora oggi sono indicati i nomi
Giuseppe Costa, padre di Alessandro (Priore del Comune di Anzola nell'anno 1855)
e nonno dello studioso e ricercatore Torquato, di Giuseppe Vignoli noto
possidente locale dell'epoca, di Rinaldo Pedrazzi, zio del già citato Vincenzo e
più volte Priore del Comune d'Anzola, e della famiglia Orsi, che sono i conti di
cui accennavamo in precedenza. La consuetudine fu poi progressivamente
abbandonata con l'estinguersi delle famiglie interessate.
Grande armadio da Sagrestia
Nella Sagrestia è stato collocato un grande
armadio lastronato in noce risalente alla fine del Seicento. Di recente è stato
restaurato e si è potuto riscontrare, nelle "vacchette" della parrocchia al suo
probabile acquisto:
“1698: don
Francesco Serra fece costruire a proprie spese un armadio in noce in due parti
nel quale conservare le pianete. Spesi scudi 60. “
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Grande armadio da sagrestia recentemente
restaurato -
vai alla scheda di restauro |
Mobile da Sagrestia
vai alla scheda di restauro
Recentemente è stato restaurato un mobile da
sagrestia con una piccola alzata. Il mobile risale al XVIII sec. ha cassetti
interni, ripiani e schiena in pioppo e tutto il resto è in noce massello.
Dall'archivio parrocchiale si è ritrovata la
seguente descrizione:
"secolo XVIII - legno di
noce – base alt. m. 1,03 x largh. m. 2,55 x prof. m. 0,67 alzata alt. m.
0,38 x largh. m. 2,58 x prof. m. 0,20 Stato di conservazione: mediocre.
Descrizione: la base poggia su zoccoli lisci – ha 4 sportelli anteriori
con specchiature rilevate a contorno mistilineo e doppia cornice – ha 2
cassetti, piano aggettante il mobile ha 4 specchiature a cornice
mistilinea, sormontate da mensola aggettante"
L'Oratorio della B.V.del Rosario
Origine delle Compagnie
Queste confraternite ebbero origine dopo il concilio di Trento e si diffusero
nella Diocesi di Bologna per opera del cardinale Gabriele Paleotti, il grande
riformatore della vita ecclesiale bolognese, con lo scopo di diffondere nei
parrocchiani non solo l'amore di Dio ma anche quello verso il prossimo. Come già
accennato in precedenza, la Compagnia del SS. Sacramento ebbe origine ad Anzola
in tempi precedenti l'opera pastorale del Paleotti, e anche se originalmente non
disponeva di un suo oratorio era però attiva nel raccogliere elemosine da
destinare ogni anni all'acquisto di arredi o suppellettili da donare alla
Chiesa.
Nel 1714, l'arciprete don Serra concesse ai confratelli della Compagnia una
stanza, sistemata in modo che se ne potessero servire per recitarvi..l'Officio
della B.Vergine e le orationi...e tre anni dopo l'arciprete don Vanti autorizzò
i confratelli a trasformare la stanza in un vero e proprio oratorio, in modo che
vi si potessero celebrare le Sacre funzioni.
La costruzione dell'Oratorio
Questo locale divenne ben presto insufficiente a rispondere alle esigenze della
confraternita, visto il continuo crescere degli iscritti e l'espandersi delle
funzioni caritatevoli, per cui il 29 gennaio 1775 venne deciso di erigere un
oratorio sul lato nord-ovest della chiesa parrocchiale e due anni dopo fu
consacrato, iniziando così la sua pluricentenaria funzione.
L'oratorio venne dedicato alla S.Vergine e la confraternita del SS.Sacramento
venne aggregata alla consorella della chiesa del Suffragio di roma e godette
delle stesse particolari indulgenze di quest'ultima. Sotto l'edificio fu
ricavata una cripta che fungeva da ossario per i confratelli della Compagnia.
Gli arredi
Il nuovo edificio sacro fu provvisto di tre locali: il più grande costituì
l'Oratorio vero e proprio, e gli altri due i magazzini per la custodia degli
strumnenti necessari all'attività religiosa ed amministrativa della Compagnia.
L'arredamento è composto dall'altare con un quadro ottocentesco (olio su tela)
raffigurante la Beata Vergine Immacolata, ad opera del già citato Alessandro
Guardassoni, e da due Cori datati A.D 1794 (recentemente restaurati) in legno di
noce con cimase intagliate, di buona manifattura artigianale ed artistica, sui
quali si disponevano il Priore ei confratelli per le Sacre funzioni o per la
recita dell'Ufficio della B.Vergine.
Vi sono poi 2 panche e 5 banchi in legno e radica di noce, acquistati nell'anno
1777 come corredo dell'oratorio, ed un grande crocifisso collocato sulla parete
destra, recentemente restaurato dal prof. Mauro Mazzoli di Bologna, che a suo
parere è databile fra il XVII e il XVIII secolo e mostra una buona manifattura
artigianale ascrivibile più al nord-Italia che alla zona emiliana e bolognese.
E questa costituisce un'altra curiosità, perchè tutte le opere d'arte della
chiesa sono state intagliate, o dipinte, da artisti delle nostre terre, e quindi
questo crocifisso o è stato prelevato da qualche oratorio poi sconsacrato o è
stato portato ad Anzola da persone originarie del nord.
Infine, il Tabernacolo risale al XVIII secolo ed è di legno dipinto uso marmo.
Note: fonti documentarie
1) Numero speciale di "Bologna Missione", relativo alla Comunità parrocchiale di
Anzola dell'Emilia, n.5, novembre 1978, articoli a firma Gianna Negrelli-Cuppini
e Maria Cecchetti
2) "Le chiese parrocchiali della Diocesi di Bologna, ritratte e descritte" -
Bologna-1844/51 - vol.III,60,SS.Pietro e Paolo d' Anzola.
3)Soprintendenza per i Beni artistici e storici della provincia di Bologna -
schede relative ai beni artistici conservati nella chiesa dei SS.Pietro e Paolo
ad Anzola dell'Emilia e nell'Oratorio della B.V. Immacolata di Anzola
dell'Emilia.
4) Studio relativo alla storia del Comune e della Parrocchia di Anzola
dell'Emilia, redatto dal prof. Mario Facci - Bologna - "La chiesa e la
parrocchia dal secolo XII al secolo XIX"
5) Brevi cenni storici su Anzola dell'Emilia, della maestra Renata Costa, anno
1972
6) "Ville, castelli chiese bolognesi - da un libro di disegni del Cinquecento",
di Mario Fanti - Arnaldo Forni editore, Sala Bolognese (Bologna), 1996
7) "La parrocchia di Anzola dell'Emilia - note storiche" - dell'arciprete
Raffaele Della Casa - Bologna- tip.Arcivescovile - febbraio 1912.
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