A cura del
Gruppo di ricerca
storico-archeologica
del
Centro Culturale Anzolese
Argomenti Correlati
Anzola Emilia
Chiesa di Anzola
Restauri artistici
Antico
Armadio
Croce dorata
Mobile da Sagrestia
Armadio con Alzata
Cristo in Cartapesta
|
CHIESA PARROCCHIALE DEI
SS. PIETRO E PAOLO
Titolazione della Chiesa
La Chiesa inizialmente era titolata solo a S.Pietro e, successivamente, ai SS.Pietro e Paolo
I documenti più antichi che si riferiscono alla chiesa d'Anzola accenano sempre
alla Ecclesia S.Petri e non menzionano mai il titolo dei SS.Pietro e Paolo,
quindi è probabile che in quel tempo fosse dedicata al solo S.Pietro (ma è solo
un'ipotesi.)
Il resoconto redatto nel 1638 in occasione della visita pastorale del cardinale
Giacomo Colonna, accenna per la prima volta alla parrocchia di S.Pietro e Paolo,
e quindi è probabile che la vecchia chiesa fosse dedicata solo a S. Pietro e la
nuova invece comprendesse nel titolo anche S.Paolo, ma anche questa è solo
un'ipotesi. Comunque, nei resoconti delle visite pastorali sarà quasi sempre
indicata con il titolo attuale ma, ed è una curiosità, nella tradizione popolare
e nei documenti sarà quasi sempre chiamata "chiesa di S. Pietro d'Anzola" fino
ai primi anni dell'Ottocento e all'arrivo in parrocchia di don Lorenzo Landi
(1826).
Statue di S.Pietro e S.Paolo
Ai lati della porta d'ingresso vi sono due grandi statue in terracotta ad
altezza d'uomo (cm.170) di S.Pietro e S.Paolo del 1701, raffigurati secondo
l'iconografia tradizionale.
Sulla destra vi è S.Pietro,collocato entro una nicchia centinata, a figura
intera posta frontalmente, recante nella mano destra appoggiata sul petto le
chiavi, e l'altra mano aperta è verso il basso.
Sulla sinistra vi è S.Paolo, collocato anche lui entro una nicchia centinata, a
figura intera, avanza il piede sinistro e reca nella mano destra la spada
appoggiata a terra. Con la mano sinistra indica il cielo.
|
Cappelle laterali (lato destro)
1^ Cappella
Dedicata a S.Antonio Abate,raffigurato in una grande tela ad olio del secolo XIX,
realizzata dal pittore Serrazanetti Gaetano che in quell'epoca viveva ad Anzola
(a titolo di curiosità riportiamo che le schede conservate alla Soprintendenza
dei Beni artistici e culturali lo indicano come "Serrazanetti Alessandro", ma è
certamente un errore perchè il suo nome era Gaetano, del quale si hanno però
poche notizie oltre a quelle riportate in una pubblicazione del 1853, edita in
occasione della donazione da parte di V.Pedrazzi dello splendido baldacchino
ancora oggi conservato, in cui si legge che in quel tempo il pittore era ancora
vivente e la sua famiglia dimorava ad Anzola da circa quarant'anni).
La cappella
ha la volta affrescata, non ha l'altare e sul lato sinistro è collocata in una
nicchia un'opera di terracotta policroma, raffigurante un busto di Cristo di
manifattura ottocentesca.
Nella cappella vi è un confessionale di legno di noce, acquistato dalla
parrocchia nell'anno 1740, avente il corpo centrale con apertura centinata e
sportello con specchiatura quadrata.
Di pianta trapezoidale, ha gli spigoli con volute spezzate ed un fastigio
aggettante, a semicerchio nella parte centrale, sormontato da una ricca
decorazione di volute, ricci e palmetta centrale intagliati a mano e di buona
fattura artigianale.
|
Dipinto raffigurante S.
Antonio Abate attribuito a G. Serrazanetti |
Accanto al confessionale vi è una croce processionale di legno dorato della
Compagnia del SS.Sacramento di Anzola, con manifattura risalente alla seconda
metà del Settecento e composta da una raggiera con decorazioni a volute.
Busto ottocentesco in terracotta
|
Croce Processionale settecentesca |
2^ Cappella (cappella del Rosario)
La seconda cappella ha la volta affrescata ed una bellissima balaustra d'ingresso
divisa in tre parti, con cancelletto centrale, di manifattura seicentesca e
composta di ferro ed ottone.
Le profilature in ottone hanno una croce alternata sulla quale è applicata una
testa di cherubino del medesimo metallo. E' dedicata alla Madonna del Rosario
raffigurata in una statua di cartapesta policroma di Angelo Piò.
Madonna del rosario in cartapesta
attribuita allo scultore Angelo Piò |
(Piò Angelo
Gabriello, 1690-1760, giovanissimo seguì Giuseppe Maria Mazza, noto scultore
bolognese del '700, poi, dopo un periodo a Roma presso la scuola di Camillo Rusconi, tornò a Bologna. Fu ammesso all'Accademia Clementina e divenne
l'indiscusso protagonista della scultura bolognese dell'epoca. Morì ottantenne
dopo un'esistenza scandita da un'operosità intensissima in città e provincia).
|
S. Anna |
Sotto la statua della B.Vergine del Rosario un piccolo quadro raffigura S.Anna
ed è un olio su tela, centinato, "del pittore Antonio Rossi (1700-1753), fu allievo
di Marcantonio Franceschini, il maggiore interprete e continuatore di Carlo
Cignani; il Rossi ha lasciato molte opere a Bologna nelle chiese di S.Domenico e
S.Procolo, e in provincia a Crevalcore e S.Martino di Bentivoglio)." Questo
quadro costituisce però solo un particolare, o per meglio dire ciò che resta, di
un quadro di più vaste dimensioni.
Merita fare notare che
il quadro, oggetto di recente restauro e stato ritelato e riportato da
un supporto originale in tavola su supporto a telaio. Nel retro della
tavola si legge "Giuseppe Marchesi detto il Sansone scolaro del
Franceschini". In una ricerca biografica del Marchesi (Bologna
1699-1771) si legge che questi fu effettivamente alla bottega del
Fanceschini. Nulla invce si trova nelle biografie di questo fantomatico
Antonio Rossi.
|
Retro della tavola in
pioppo dove si legge "Giuseppe Marchesi detto il Sansone scolaro del
Franceschini". |
Nelle pareti laterali vi sono due ovali di Alessandro
Guardassoni (1819-1888,
figurinista e decoratore) molto attivo in Bologna e provincia: il primo, sulla
sinistra, raffigura S.Giuseppe con il Bambino in braccio, e il secondo, sulla
destra, raffigura S.Vincenzo Ferreri .
S. Giuseppe di Alessandro Guardassoni |
Anche in questo caso, a titolo di
curiosità, riportiamo che la scheda conservata alla Soprintendenza ai Beni
artistici e culturale attribuisce quest'ultimo al Guardassoni, e per la verità
le caratteristiche tecniche e pittoriche giustificano l'indicazione, mentre in
un inventario del 1895 conservato nell'archivio parrocchiale lo si attribuisce a
Silvio Faccioli (pittore ed ornatista bolognese che visse nella seconda metà del
secolo XIX. Nel 1866 prestò la sua opera alla decorazione dell'atrio del Teatro
Comunale di Bologna insieme a Luigi Samoggia. |
S. Vincenzo di Alessandro Guardassoni |
3^ Cappella (cappella del Crocifisso)
La terza cappella ha una balaustra identica alla precedente, ha la volta
affrescata ed è dedicata al Crocifisso che è raffigurato in una grande tela di
Gaetano Serrazanetti. Alla famiglia di Vincenzo Pedrazzi era riconosciuto il
diritto di usarla come se fosse la cappella di famiglia. Il Cristo moriens ha
alla sua sinistra S.Francesco di Paola e alla destra l'Addolorata e S.Antonio da
Padova. Lo stesso S.Antonio è raffigurato nella scultura incastonata nel muro
sul lato sinistro |
3a Cappella a destra:
Il "Cristo moriens" di gaetano Serrazanetti |
|
|
|