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  L'altalena


 

Via Ruggiu, e Capello ci resta male

di Ugo Trani - Mar. 2000

Si riparte dalla sconfitta di Torino. Addio scudetto: lo pensano in molti dopo la notte del Delle Alpi. E lo pensano anche all'interno dello spogliatoio di Trigoria. Capello, va precisato, non molla. Per carattere e anche perché da qui alla fine ci saranno tanti scontri diretti. Probabilmente, però, gli obiettivi della Roma oggi sono due: la vittoria in Coppa Uefa e il posto in Champions League.

In campionato, da dicembre a oggi, il rendimento della squadra giallorossa è stato discontinuo. Non in casa, dove la Roma ha fatto in pieno il suo dovere. Male, anzi malissimo, in trasferta: tre punti su diciotto disponibili, cioè tre pareggi in sei partite. Pochissimo. In più la conferma che questa formazione non digerisce gli scontri diretti. In pochi mesi ha affrontato Parma, Milan, Inter e Juventus: tre sconfitte e un pareggio a San Siro contro i rossoneri di Zaccheroni.

Anche se dopo la sconfitta di Torino la vetta della classifica si è decisamente allontanata, la Roma resta vicinissima al secondo posto. Questo sta a significare che non è affatto un torneo da buttare e che ancora la classifica può migliorare. Due motivi per essere ottimisti: l'attacco resta il migliore della serie A, o giù di lì, per la terza stagione consecutiva; il calendario, da qui a fine stagione, è sicuramente favorevole, soprattutto nella parte conclusiva.
Pincolini, preparatore affermato, dovrà rivedere in parte la preparazione atletica. Se i risultati si sono visti per giocatori come Aldair e Candela, tra i più reattivi in questa stagione, ce ne sono altri che non rendono come in passato. Un nome per tutti: Totti. Sul capitano bisogna lavorare in modo diverso, anche a livello psicologico. Comunque non è soltanto un discorso che riguarda i singoli: spesso, da dicembre, la Roma non è riuscita a tenere un ritmo accettabile per novanta minuti. Quando si regge un tempo o poco più, specialmente fuori casa, è difficile non perdere punti, come è accaduto alla Roma.

Un alibi per la Roma: Capello, dalle feste di Natale, deve fare a meno di Assunçao, giocatore poco vistoso e molto utile. La Roma senza il brasiliano ha perso tranquillità ed equilibrio. In più si è bloccato Zanetti, altro elemento fondamentale. E da gennaio, nonostante i due rinforzi Nakata e Poggi, la Roma ha rallentato. Eliminata dalla Coppa Italia, ha perso punti importanti in campionato. Gli innesti dovevano servire per il salto di qualità, per lottare subito per lo scudetto. È avvenuto l'esatto contrario.

A proposito di infortuni, a Trigoria non è stato ancora rifondato lo staff medico della Roma. Solo minimi e inutili ritocchi, in attesa del ribaltone atteso da luglio e nuovamente rinviato. Si va avanti per ripicche interne, piccole bugie e qualche spiata fuori luogo. C'è chi è stato isolato, ma continua a muoversi da protagonista. E chi non ha avuto il tempo di farsi apprezzare: il terapista Ruggiu, uomo di fiducia di Capello. Se n'è andato perché la società giallorossa, consigliata male da qualcuno a Trigoria, non lo riteneva fondamentale (e costava tanto). L'allenatore c'è rimasto male.

 


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