La Roma chiude la stagione senza aver vinto niente, come ormai accade da anni. A marzo fuori da tutto, ripetendo un percorso fallimentare a cui purtroppo si sono abituati i tifosi rossogialli, delusi e stanchi per come stanno andando le cose. Capello doveva portare la mentalità giusta, quella che serviva per ottenere i successi più prestigiosi: anche lui non è riuscito a imporre personalità e idee. A questo punto, confermato l'allenatore, sarà necessaria l'ennesima rivoluzione. Riguarderà i giocatori e anche altri componenti della famiglia di Trigoria. L'altalena, rubrica utile a sottolineare le cose che funzionano e quelle che invece non vanno, si ferma dunque sul più bello. Ora il bilancio è solo negativo.
Il mercato diventa l'aspetto più importante, anche perchè con l'ingresso della società rossogialla in Borsa, sicuramente Sensi avrà più liquidità a disposizione per investire. Servono i campioni e basta. Anche se Falsini del Verona è un buon giocatore e Panucci dell'Inter con Capello in panchina potrebbe tornare a esprimersi al top (nessuno, nemmeno il tecnico, ha però la palla di vetro in proposito), la Roma deve presentarsi nella prossima stagione con giocatori di prima scelta. Fuoriclasse anche per la panchina, con tutto il rispetto per Gurenko e Poggi, fortissimamente voluti dall'allenatore.
La Roma ha due obiettivi principali, poi si dedicherà al resto. Subito il portiere e il centravanti, con Antonioli che andrà via e con Montella non piùsicuro del posto di titolare (si giocherà la maglia con Delvecchio, a meno che Vincenzino non chieda di essere ceduto, convincendo Sensi a farlo andare all'Inter). Il portiere individuato è Toldo, il centravanti sognato è Batistuta, dopo il grave infortunio con relativo intervento chirurgico che terrà a riposo per mesi Van Nistelrooy. Cecchi Gori non vuol cedere l'argentino, corteggiato dalla Lazio, dall'Inter e dalla Juventus oltre che dal Manchester United. L'olandese Hasselbaink dell'Atletico Madrid è l'alternativa a Batistuta. Ma potrebbero nascere nuove iniziative, specialmente in Spagna: Morientes del Real Madrid, esempio, è sul mercato.
Sensi pensava di poter fare solo ritocchi, un paio ma eccellenti da affiancare a Samuel ed Emerson, acquistati con largo anticipo. Invece dovrà prendere più elementi. Sono molti i giocatori, Montella a parte, che vogliono lasciare Trigoria. Zago e Di Francesco i primi della lista. E anche altri, tra i quali potrebbe esserci pure Aldair. Quindi servirà un altro difensore centrale. Capello ha in mente la difesa a quattro, più un centrocampo che da destra prevede tre brasiliani, Cafu, Emerson e Assuncao più Totti che rientra a sinistra e che a turno si alternerà in questa posizione con Delvecchio, scontato partner del nuovo centravanti. Tre brasiliani a centrocampo, rischio per la Roma visto che le qualificazioni per il mondiale del 2002 toglieranno a Capello diverse volte i tre titolari rossogialli. Serve almeno un grande centrocampista europeo: blindato con un contratto di otto anni Mendieta, l'allenatore ha indicato Farinos, un altro centrocampsita del Valencia rivelazione stagionale. In più può arrivare Cassano, subito: ma Montella e Nakata che fine fanno?
Va via Pincolini, la grande delusione dell'anno: il preparatore atletico non ha legato con il gruppo e i risultati si sono visti. Chiunque sarà il sostituto, dovrà rimettere in piedi giocatori arrivati a fine campionato senza benzina, altro che crollo psicologico. In più servirebbe la figura del direttore sportivo e lo stesso Lucchesi, conclusa l'operazione Borsa, dovrà vigilare a Trigoria, dove spesso manca un punto di riferimento (Capello non può esserlo, stando in campo). Il direttore generale deve stare lì, in continuo contatto con tecnici, preparatori e giocatori, e non nell'ufficio di Sensi a via Aurelia.
