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  L'altalena


 

di Ugo Trani - Feb. 2001

Campione d'inverno. È comunque un traguardo, con una giornata d'anticipo e grazie a una partenza lanciatissima. Il campionato, però, è come se dovesse ancora cominciare. La Roma ha più certezze rispetto all'estate scorsa (in questo senso le partite giocate e le vittorie ottenute sono una base solida che a luglio, agosto e settembre non esisteva), ma il torneo è ancora lungo anche se adesso comincia la discesa che porta allo sprint finale.

Che cosa dicono i numeri? Per la verità la Roma è stata leader in inverno soltanto tre volte prima di questa. Poche per stare tranquilli. Due volte su tre è andata bene alla squadra giallorossa. Nella stagione '41-'42 e in quella '82-'83 fu scudetto. Male invece nella prima stagione del gran ciclo degli anni Ottanta, '80-'81, con il sorpasso della Juventus, comunque rivale dei giallorossi, allora come oggi.

I numeri che piacciono di più sono relativi al tecnico. Capello in questo senso è una garanzia. Cinque volte ha conquistato il titolo d'inverno e cinque volte si è preso quello definitivo da cucire sul petto della squadra allenata. Quattro volte è accaduto quando guidava il Milan: quattro stagioni come una raffica, per il tricolore nel '92, nel '93, nel '94 e nel '96. L'anno dopo spostandosi in Spagna, andò a dama anche con il Real Madrid: titolo d'inverno nel gennaio '97 e campione della Liga a fine torneo.

Restando a Capello, bisogna ammettere che proprio lui sa come bisogna comportarsi in testa alla classifica. Mai amministrare, ad esempio. Perché ogni momento va sfruttato al massimo, bisogna sempre spingere sull'acceleratore. Fondamentali sono le serie positive, la continuità nei risultati. Da cancellare, ad esempio, il pareggio casalingo con il Bari: in certi casi è fondamentale il successo anche se si gioca male. La risposta si è avuta con il Napoli: niente di esaltatante, ma vittoria netta e senza storia. Così si costruiscono gli scudetti.

Il momento è delicato visto lo spessore delle inseguitrici. La Juventus ha la storia e l'esperienza che le permettono qualsiasi cosa. In più non ha impegni infrasettimanali, che le consentono di allenarsi tanto, di viaggiare poco e di riposare quando serve. La Lazio è campione d'Italia e ha un grande organico: con Zoff c'è stata la svolta e adesso vuole prendersi tante rivincite, specialmente sulla formazione rossogialla. L'aspetto psicologico, dunque, sarà determinante da qui alla fine. E la Roma è meno abituata delle due avversarie a gestire situazioni del genere, pur partendo da una posizione di leggero vantaggio (con i tre punti si fa presto ad andare in fuga, ma si fa presto anche ad essere ripresi).

Totti sta facendo il capitano e va ringraziato di partita in partita per concentrazione e voglia. Ora sarà importante la gestione di uomini come Antonioli, Tommasi, Emerson e Batistuta. Ricoprono ruoli-chiave. Decisivo nel girone di ritorno il rendimento di questi quattro giocatori, che per motivi diversi non sono al top. Si spera che tutte quattro lo torneranno ad essere presto.

 


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