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Il Retablo

Le due tavole superstiti dell'originario retablo di Santa Maria di Sibiola risalgono alla fine del 1400 e sono oggi conservate presso la Pinacoteca Nazionale di Cagliari dove erano state portate alla fine degli anni venti, per il restauro. Originariamente si pensa fossero collocate dietro l'altare come era tradizione presso la scuola pittorica spagnola. L'opera, in seguito ad una vasta critica, è stata attribuita al Maestro di Olzai, anonimo pittore sardo, autore di un'altra opera conservata ad Olzai di cui ha preso l'appellativo. E’ ormai opinione comune che il maestro sia da identificare, come propone il professor Ainaud De La Sarte, in Lorenzo Cavaro della scuola cagliaritana di Stampace, dove i Cavaro lavorarono per diverse  generazioni e di cui furono i maggiori esponenti, raggiungendo un buon nome e un discreto seguito. Secondo un altro studioso, il professor Carlo Aru, vero iniziatore della storia dell’arte in Sardegna, il Maestro di Olzai  sarebbe identificabile con il capostipite Antonio Cavaro, padre di Lorenzo e lo vedrebbe  rappresentato proprio con le due tavole provenienti dalla chiesa di Santa Maria di Sibiola. L’opera dimostra che, a prescindere dalle identificazioni proposte, il nostro Maestro subì l’influenza della pittura catalana in particolare del pittore conosciuto con il nome di Maestro di Castelsardo che lavorò a lungo in Sardegna. L’ammirazione del Maestro di Olzai si deduce dalle tavole di Sibiola dove risaltano elementi che sono propri del Maestro di Castelsardo.

La tavola che si trovava alla sinistra rappresenta, dal basso, il “Giudizio Universale” impostato su tre livelli: L’Inferno con l’illustrazione delle pene ai dannati. Nel livello centrale, il Purgatorio, sono presenti San Michele Arcangelo e la Madonna in veste di mediatrice tra i peccatori e Cristo. In quello superiore, il Paradiso, un gruppo di anime con due angeli che suonano la tromba in preghiera ai piedi del Salvatore raffigurato tra Santi e inserito nel solito contorno a mandorla ad indicare la presenza di Gesù a coloro che arrivano in Paradiso. Nella parte alta del riquadro è rappresentata “L’Annunciazione” con l’Arcangelo Gabriele che annuncia a Maria la nascita di Gesù e in alto a sinistra il Signore che invia lo Spirito Santo. L’altra tavola, nel riquadro in basso, raffigura due santi il cui culto era molto diffuso all’epoca: San Matteo e Sant’Antonio Abate. Nel riquadro superiore è raffigurata, in modo abbastanza scarno, una “Adorazione dei Magi” con un piccolo edificio a tetti spioventi e uno scorcio di paesaggio. Il retablo di Santa Maria ha in definitiva la stessa funzione della pittura religiosa del Medioevo nata con lo scopo principale di divulgare le storie del Salvatore, della Madonna e dei Santi.

Benché, come prima accennato, l’originale del retablo non sia fruibile, è tuttavia possibile ammirare una copia a grandezza naturale presso la sala consiliare del nostro Comune.