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LE FAVOLOSE MASCHERE DELLA COMMEDIA DELL'ARTE

Questa Mostra ha lo scopo di raccogliere in maniera organica la storia di ogni Maschera che ha popolato l'universo della Commedia dell'Arte, fino a trovare le linee di congiunzione e continuazione con il futuro.
Se è vero che esistono oltre quaranta Maschere, è anche vero che poche di esse hanno perpetuato la loro fama.
Molte sono scomparse dal panorama. Questo non significa che non siano state di grande valore creativo e di grande significato per quella che viene definita l'Epoca della Commedia dell'Arte.
Ricostruire la storia di ogni singolo personaggio, o meglio di ogni Macshera, è anche un modo per riconsegnare alla nostra memoria uno spaccato di grande valore artistico.

40 poster a colori plastificati (formato 50#70) inseriti in una apposita cartella già pronti per l'esposizione con scheda storica

Noleggio: Euro 300,00 a settimana

In vendita: Euro 930,00

Per ordinazioni: tel.39-02-653270 direzione@sipario.it

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FLAVIO
Il personaggio di Flavio appartiene alla fitta schiera degli Innamorati, da sempre presenti negli scenari e nei generici della Commedia dell'Arte, spesso legati al nome dei primi attori. Agli Innamorati erano richieste doti di fascino, una buona cultura letteraria e la capacità di trasformare in forbiti discorsi le profferte d'amore, le ansie di un sentimento non corrisposto, le dichiarazioni appassionate, sempre infarcite di metafore e giochi verbali. Il suo carattere non è mai molto precisato, né psicologicamente, né drammaticamente, poiché era completamente affidato alle doti inventive personali degli attori che ne vestivano i panni. Il costume di scena, sempre privo della maschera, era molto elegante e modellato secondo la foggia del tempo.

 

FLAVIO
Flavio is one of the large group of Innamorati (Lovers) who are a regular part of the Commedia dell’Arte tradition and usually performed by a leading player. The Innamorati had to be good looking, cultivated and capable of a high flown declarations of love and remorse in the game of courtship. Needless to say their bombast abounds in metaphor and punning. Flavio’s character was never very rounded since the actor playing the role was expected to invent suitable stage business. The costume, without a mask, is very elegant and fashionable.

GIANDUJA
Gianduja è la maschera regionale tipica del Piemonte. La sua origine va fatta risalire al primo decennio dell'Ottocento, all'opera del burattinaio Giovan Battista Sales. Questi creò Gianduja quando fu costretto a interrompere le storie del personaggio Gerolamo, per i guai che potevano procurargli le esplicite allusioni a Napoleone e a suo fratello Gerolamo di Westfalia. In Gianduja compaiono alcuni dei caratteri tipici della gente piemontese, l'arguzia, l'allegria, ma anche lo spirito libertario e patriottico. Gianduja rappresentava il contadino dotato di buon senso e di senso pratico, apparentemente ingenuo, amante degli scherzi e delle donne. Due sono le ipotesi sull'origine del suo nome: la prima lo vuole derivato da "Gioan d'la douja", che significa "Giovanni del boccale", mentre la seconda dal francese "Jean Andouille" ovvero "Giovanni salsiccia". Il suo costume è di classica foggia settecentesca, con la giacca di panno marrone, i calzoni verdi, il farsetto giallo e le calze rosse. In testa porta il cappello a tricorno e una parrucca col codino. Dopo Sales anche i fratelli Lupi proseguirono con enorme successo le rappresentazioni delle avventure di questo burattino, ma nel corso del secolo fu portato sulle scene anche da un attore Giovanni Toselli, con il quale la maschera guadagnò ulteriore notorietà.

GIANDUJA
This is the typical mask of the Piedmont region, recorded as early as the beginning of the 19th century and associated with puppeteer Giovan Battista Sales. He invented Gianduja when he was forced to stop performing stories about his character Gerolomo seeing the dangerous censorious allusions to Napoleon and to his brother Gerolamo di Westphalia. Gerolomo shares several well-known characteristics with people from Piedmont: wit, light-heartedness as well as a love of freedom and patriotism. Gianduja is a peasant figure, full of common sense, apparently naive, fond of women and practical jokes. There are two hypotheses concerning his name; the first suggests it derives from “Gioan d’la douja” meaning “John of the wine flacon” while the second has it that the name denotes “Jean Andouille” or “Giovanni sausage”. His costume is classically elegant, typical of the eighteenth century, with a brown cloth jacket, green breeches, a yellow doublet and red socks. He is often seen wearing a cocked hat and a wig with a pony tail. Following Sales, the Lupi brothers continued performing the adventures of Gianduja with great popular success. In the ensuing centuries he has been interpreted by many actors including Giovanni Toselli, who made him even more famous.

GIANGURGOLO


Maschera di origine calabrese, deve il suo nome, secondo alcuni, a Giovanni Golapiena, mentre secondo altri è una corruzione di Zan Gurgola, per via del suo insaziabile appetito. La sua origine risale al Settecento. Secondo Giuseppe Petrai, autore de "Lo spirito delle maschere", Giangurgolo era la caricatura del nobile siciliano, divenuta popolare in Calabria dopo il 1713, ossia dopo che, ceduta la Sicilia ai Savoia, molti blasonati che parteggiavano per la Spagna lasciarono l'Isola. Il carattere del personaggio si consolidò nella seconda metà del Settecento, come una delle infinite versioni del Capitano fanfarone e codardo, senza però mai acquisire un'identità forte: a volte è raffigurato come un vecchio, altre come un giovane, a volte con il ruolo di servo, altre con quello di oste. In ogni caso sempre enorme è il suo appetito, a stento placato da "un carretto di maccheroni, una cesta di pane e due botti di vino". Il suo costume era caratterizzato da un alto cappello a cono, da un corpetto stretto e da pantaloni a sbuffo a strisce gialle e rosse. Sul volto portava una maschera dal naso enorme e una spada altrettanto smisurata gli pendeva su un fianco.

GIANGURGOLO
The name of Giangurgolo, according to some derives from Giuseppe Golapieno, while according to others it is a version of Zan Gurgolo, given the man’s insatiable appetite. It originated in the 18th century in Calabria. According to Giuseppe Petral, author of the “spirit of masks”, Giangurgolo comprises a caricature of the noble Sicilian, who was popular in Calabria after 1713, or more precisely when Sicily had succumbed to the reign of Savoy.

GIOPPINO
Maschera di origine bergamasca nasce come burattino nei primi anni dell'Ottocento. Sulla sua origine precisa non si sa molto. La prima notizia certa della sua comparsa sulla scena risale al 1820, con il burattinaio Battaglia, di cui ci riferisce Luigi Volpi. Alcuni ne fanno risalire l'origine molto più indietro, riconoscendo in molti reperti iconografici i tre gozzi che caratterizzano anche Gioppino. Gran mangiatore e bevitore, Gioppino è un contadino pieno di buon senso e di senso pratico, capace di superare con successo molte situazioni avverse secondo il detto "contadino: scarpe grosse, cervello fino". Il suo costume è di foggia settecentesca, caratterizzato da una giubba rossa di panno grezzo coi risvolti verdi, da un camicione bianco, un cappello nero e un bastone, col quale spesso riduceva alla ragione chi lo contraddiceva.


GIOPPINO
The beginning of the 19th century saw the beginning of Gioppino in the area of Bergamo, even if very little is known about its precise origins. The mask was first officially recorded onstage in 1820 thanks to the puppeteer Battaglia, who Luigi Volpi mentions. Many scholars, instead, claim its origins are much earlier, substantiating their hypothesis with illustrations where its three humps can be clearly seen. Gioppino is a typical peasant figure full of common sense and a lover of good food and wine. He invariably manages to get himself out of tricky situations by adhering to the popular motto: “big feet but a clever mind”. His costume is typically eighteenth century, featuring a red jacket of coarse material with green trimmings, a white shirt, black hat and a stick he uses to make sure people come round quickly to his way of thinking.