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LE FAVOLOSE MASCHERE DELLA COMMEDIA DELL'ARTE

Questa Mostra ha lo scopo di raccogliere in maniera organica la storia di ogni Maschera che ha popolato l'universo della Commedia dell'Arte, fino a trovare le linee di congiunzione e continuazione con il futuro.
Se è vero che esistono oltre quaranta Maschere, è anche vero che poche di esse hanno perpetuato la loro fama.
Molte sono scomparse dal panorama. Questo non significa che non siano state di grande valore creativo e di grande significato per quella che viene definita l'Epoca della Commedia dell'Arte.
Ricostruire la storia di ogni singolo personaggio, o meglio di ogni Macshera, è anche un modo per riconsegnare alla nostra memoria uno spaccato di grande valore artistico.

40 poster a colori plastificati (formato 50#70) inseriti in una apposita cartella già pronti per l'esposizione con scheda storica

Noleggio: Euro 300,00 a settimana

In vendita: Euro 930,00

Per ordinazioni: tel.39-02-653270 direzione@sipario.it

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ISABELLA
Questo è il nome con cui più frequentemente appare in scena il personaggio dell'Innamorata. Il suo carattere è spesso legato alle attrici che lo impersonarono. Fra le più note furono senz'altro Isabella Canali Andreini (1562-1604), famosa per la sua bellezza e le sue doti non trascurabili di letterata, di colta e raffinata interprete, applaudita sulle scene d'Italia e Francia con la Compagnia dei Gelosi e Francesca Biancolelli, che diede ad Isabella una connotazione maliziosa e ardita.

 

ISABELLA
This is the name frequently ascribed to the “Innamorata”, a woman in love, whose specific characteristics often depended on the actress playing the part. Isabella Canale Andreini (1562.1604), a member of the Gelosi company, was famous for her good looks and literary penchant. She was an outstanding interpreter of this mask and highly popular with audiences in France and Italy.

LEANDRO
La maschera di Leandro appartiene alla schiera degli Innamorati, che annovera un discreto numero di personaggi diversi. Pur avendo caratteri molto simili e richiedendo agli attori che li impersonavano doti comuni di grazia, gioventù, buona cultura ed eloquenza, gli Innamorati si distinguono l'uno dall'altro soprattutto per l'interpretazione che ricevevano dagli attori. Gli scenari e i generici su cui le Commedie si basavano, consentivano infatti agli attori di arricchire il proprio personaggio in base alle proprie capacità. Fra gli interpreti più importanti che vestirono i panni dell'Innamorato col nome di Leandro troviamo Giovan Battista Andreini detto "Lelio" (1576-1654), della Compagnia dei Fedeli, attore talentoso e fine letterato.

LEANDRO
Leandro belongs to the large Innamorati group of Commedia characters. While the Innamorati share common traits like youthfulness, beauty, culture and elegance, each actor’s interpretation gave them a degree of individuality. The general scenarios of a play allowed actors considerable leeway in their interpretation of a particular role. Well-known interpreters of this mask include Giovan Battista Andreini nicknamed “Lelio” (1576-1654), a member of the Fedeli Company and a talented actor and a man of culture.


MACCO


Macco è una delle maschere tipiche della farsa atellana di origine latina. Il suo tipo è quello del contadino rozzo e grossolano, crapulone e goloso, che spesso finisce per essere bastonato e menato per il naso. Nelle raffigurazioni che possediamo egli ci appare calvo, con una maschera dotata di un enorme naso adunco, di un paio di orecchie spropositate e di una larga bocca con pochi denti radi, che gli conferiscono un'espressione fissa ed inebetita. Dotato di una duplice gobba, sulle spalle e sul petto, Macco indossa un abito ampio e bianco, da cui gli deriva il nome di "mimus albus". L'origine del nome è controversa: per alcuni significa semplicemente "sciocco, stupido", per altri allude invece al "maco", pietanza di fave maciullate, il cui colore livido somiglia a quello dovuto alle botte spesso ricevute dal personaggio.

MACCO
Macco is one of the typical masks of the atellan tradition of Latin origin. He is a rather vulgar peasant type, a greedy guzzler, who usually ends up whipped and led off by his nose. In various illustrations he is bald and with a hooked nose, large ears and only a few teeth left, which make him look a bit retarded and fuddled. He has a hump on his front and back and wears a white baggy costume, suggesting his name “albus mimus”. The name’s origins are uncertain; according to some it suggests a silly, rather stupid individual, while for others it comes from “maco” a pureed bean dish, whose bluish purple colour resembles the bruises the character invariably suffers.

MEO PATACCA
La maschera di origine romana, fa la sua comparsa verso la fine del Seicento in un poema di Giuseppe Berneri. Qui egli appare come un soldato, bravaccio sempre pronto a battersi e a raccontare spacconate. Il suo nome deriva dalla "patacca", il soldo che costituiva la paga del soldato. Il suo costume è costituito da calzoni stretti al ginocchio, una giacca di velluto strapazzata e per cintura una sciarpa colorata nella quale è nascosto un pugnale. I capelli sono raccolti in una retina dalla quale sporge un ciuffo caratteristico. Dopo un periodo di declino della sua popolarità, dovuto alla censura delle autorità nel corso del Settecento, Meo Patacca riacquistò la sua popolarità nell'Ottocento, grazie a due attori che ne vestirono i panni, Annibale Sansoni e Filippo Tacconi detto "il Gobbo", autore, oltre che attore, di nuove trame, cariche di una pungente ironia e di una satira mordace, che gli causò non pochi guai con il potere della Chiesa.


MEO PATACCA
This mask originated in Rome at the end of the 17th century in a poem by Giuseppe Berneri, where he appears as a braggart soldier ever ready to tell a pack of lies. His name derives from “patacca”, a solder’s wages. He wears tight knee-length trousers, a tattered velvet coat and a colourful scarf around his waist where he hides a sword. His hair is held tight in a net with a characteristic lock sticking out. Following a decline in popularity due to 18th century censorship, Meo Patacca was revived in the 19th century by Annibale Sansoni and Filippo Tacconi, nicknamed, “the hunchback”, an author-actor who invented new stories full of irony and satire which deeply angered church authorities.