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 LIBRO DENUNCIA: LE FOIBE    

Prefazione
Le foibe
Sentenza emessa dal tribunale di Roma sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale
Prologo
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Prologo

di Giovanni Mealli

Confesso che prima di questa denuncia ignoravo la storia delle foibe, sepolto dalla cultura ufficiale del consociativismo.
Ignoravo i fatti atroci e ripugnanti in essa descritti e gridati.
Ora ne sono venuto a conoscenza e penso che la parola d'ordine è : non dimenticare. Dimenticare significherebbe abbandonarsi al lassismo che può lasiare nuovo spazio ad episodi tanto atroci. Dimenticare significherebbe ancor più tradire i martiri da morti dopo averli traditi da vivi.
Questo è un insulto all'umanità.
I grandi manipolatori di coscienze sono i primi responsabili di fronte ai popoli dellle mostruosità degli avvenimenti descritti e denunciati, essi sono i mostri orrendi di una cultura orrenda. I mandanti e gli esecutori sono figli di secondo e terzo livello di quella cultura.
Essi sono ammassi di carne per bene senza spirito.
Il materialismo produce mostri e non è retaggio storico, se oggi nei salotti dei sinistrorsi pseudocentristi il materialismo dismette i panni del comunismo ed indossa quelli del liberismo sfrenato. I burattinai sono sempre gli stessi e gli esecutori, vigliacchi e pecoroni, sono sempre gli stessi come ci dimostra la storia dei giorni nostri.
Nei salotti del perbenismo materialista sinistrorso pseudocentrista si inventano i giochi al massacro, si calpestano con l'ipocrisia più spregiudicata le nazioni e si violentano i popoli.
Nessuna attenuante quindi per i salottieri, i mandanti e gli esecutori. Tutti condannati in blocco.
Non dimenticare oggi per evitare il ripetersi domani.
I responsabili siano trascinati di fronte ai figli del popolo istriano martoriato, di fronte agli italiani che con il loro lavoro, con il loro orgoglio tricolore e la loro grande lezione di civiltà e di umanità gridano giustizia.

Giustizia sia!

La parola ora alla classe politica che crede nello spirito e nella libertà, la parola ai magistrati che onorano la giustizia.

Il resto è vergogna