Situata sull'estremo ciglio del pianoro di Varano la villa, esplorata e rilevata nel i 762 dal Weber e nel 1775 dal La Vega, presenta una superficie scavata di circa 1000 mq. Essa è separata dalla villa di Arianna, attraverso la quale vi si accede, da uno stretto vicus (8) sul quale si aprono le finestre strombate del suo muro perimetrale. L'area riportata in luce, tra il 1967 ed il 1972, è molto limitata: il lato settentrionale del peristilio, con un portico su tre lati ed una serie di ambienti, tra cui un ampio oecus panoramico. Parte degli ambienti, che erano situati sul bordo della collina, sono franati a valle per lo smottamento e l'erosione del margine del pianoro (10, 12, 16).

     Dalla pianta generale della villa, redatta dal La Vega in epoca borbonica, si evidenzia che il lato meridionale del peristilio era chiuso e presentava un finto porticato creato con una serie di semicolonne
addossate alla parete. Alle spalle di questo muro si sviluppava il quartiere termale, comprendente il
calidarium (15) con il lato
settentrionale absidato sporgente nel peristilio ed una piccola vasca rettangolare, incassata sul lato meridionale, il
tepidarium con vasca e gradini ed un ambiente a pianta circolare, coperto a cupola, con pochissima areazione, forse un laconicum; accanto al settore termale era ubicata la cucina. Il peristilio racchiudeva un ampio viridario nel cui lato occidentale era situata una peschiera a vasca quadrata circondata da una canna di piombo con zampilli. La villa si compone di un corpo più antico che si articola intorno al peristilio (2-1 1) ed una parte successiva a NO (16-19) con diverso orientamento, che può essere considerato come un ampliamento di età imperiale o, forse più probabilmente, come la fusione con un diverso edificio preesistente.

     La decorazione del nucleo più antico della villa è quasi del tutto scomparsa; nell'area nord occidentale, invece, le pareti sono ben conservate e presentano una decorazione a fondo nero, attribuibile ad una fase tarda del III stile. I pavimenti del complesso sono stati in gran parte asportati nel corso degli scavi borbonici ed inseriti nei pavimenti di alcune sale del Real Museo Borbonico, oggi Museo Nazionale di Napoli. In situ restano tracce dell'originaria decorazione musiva costituita da tassellato bianco-nero.

Il 2° complesso


E-mail:    giuseppe.cesino@tiscali.it

Stabiae  | La villa rustica del Petraro | Le ville interrate | L' Antiquarium | Villa di San Marco | Villa di S. Antonio Abate | Cenni storici | Storia degli scavi | L'Ager  stabianus | La storia in sintesi

POST FATA RESURGO

Liceo Classico "Plinio Seniore" di Castellammare di Stabia

Secondo complesso.
L'incontro di

Paride e Venere.

Il Museo