Parigi è una della città più straordinarie che io abbia mai visitato: Parigi stupisce non solo
per la sua bellezza, ma soprattutto per la sua maestosità. A Parigi, infatti, tutto è grande, imponente,
stupefacente: i suoi palazzi, le sue strade, i suoi parchi, e le sue piazze ancora di più, danno
un senso di vastità che ricorda i grandi spazi della campagna francese; la "Grandeur" francese
qui dà il meglio di sè, rivelandosi in tutta la sua bellezza.
Parigi però è anche la città che si lascia scoprire a poco a poco, che conserva alcuni angoli
dedicati a chi li sa ricercare, a chi ha occhio e tempo per dedicarcisi. A volte, infatti, capita
di perdersi, girando tra viuzze apparentemente insignificanti, ma che racchiudono in sè un
passato importante e un'atmosfera molto intima. E' qui che si può assaporare l'aria magica
e romantica di Parigi, quell'aria che l'ha resa famosa in tutto il mondo e che richiama così tanti
turisti ogni mese dell'anno.
La mia visita risale al mese di gennaio 2004, un mese insolito per visitare una città, ma comunque
opportuno, perchè in periodi simili è possibile vedere i luoghi che si visitano con maggiore calma,
senza la grande ressa turistica dell'alta stagione, oltre ad assaporare maggiormente l'atmosfera
cittadina, il suo stile e quello dei suoi abitanti. E' in questo modo che è possibile osservare
l'ordinaria vivacità di Parigi, fatta di mostre d'arte pubblicizzate sui muri della città
per happening nelle decine di musei piccoli e medi, i musici che allietano i passanti con le
loro esibizioni, soprattutto nelle gallerie delle metropolitane, dove possono restare al riparo
dal clima invernale, che rimane, in ogni caso, sempre mite. E' proprio in metropolitana, alla
fermata di Chatelet, che ho potuto ascoltare un gruppo d'archi che si esibiva in brani famosi
di Mozart, Van Beethoven, Vivaldi, e altri compositori classici, con una grinta e una passione
che raramente si trovano nelle orchestre che suonano nei teatri: a vederli così, vestiti da
semplici passanti non gli si sarebbe dato un centesimo, ma una volta che l'archetto sfiorava le
corde degli strumenti, tutto cambiava. Questo è un modo come un altro per perdersi nella città,
sotto la superficie, oppure scovando la mostra di alcuni giovani artisti coreani che esponevano le loro
opere nella cappella della Sorbonne, dove spesso vengono ospitate mostre d'arte.
Il modo migliore per godersi Parigi è attraverso un buon carico di pazienza: non abbiate fretta
di voler vedere tutte le cose importanti, perchè in questo modo vi potreste perdere le piccole cose
che l'arricchiscono e che danno senso alla vostra visita. Personalmente studiavo, anche grazie
all'ausilio di una buona guida, dei mini-itinerari nella città, in modo da osservare tutto poco
alla volta. Forse alla fine della vacanza vi prenderà un vago sentore di insoddisfazione, non meglio
definito: a me è successo. Inizialmente pensavo fosse dovuto al fatto che le mie aspettative non
erano state soddisfatte, in realtà, ora che scrivo, credo sia dovuto al fatto di non essere riuscito
a viverla ancora di più, a darle tanto quanto Parigi ci può dare.
Classificare monumenti, chiese, parchi e musei di Parigi è molto complicato, perciò quello che
troverete è il tour che personalmente ho effettuato nei miei giorni di permanenza nella città.
Non posso indicarvi il tempo preciso per ogni itinerario, per rendervene conto potete utilizzare
una cartina della città, osservando le distanze tra i vari luoghi: devo comunque dirvi che
ognuno di questi mi ha impegnato per circa mezza giornata, ma ovviamente i tempi possono dilatarsi,
come accade quando vi sedete in un bar di Montmartre a gustarvi una tazza di thè, lasciando che
la giornata passi in un piacevole far niente.