LETTURE
CRITICHE
Cento anni di solitudineGabriel
Garcia Marquez |
Gabriel Garcia
Marquez
Le pagine di
solitudine qui raccontate, sanno parlare dell’evoluzione del nostro mondo
captando le mille sfumature che fanno del “generale” un “unico particolare” e
viceversa.
La sua grandezza sta
nel racchiudere nella storia di un villaggio, dalla formazione sino alla sua
distruzione, la realtà d’ogni mondo, stato e persona; il destino di solitudine
ed estraneità, l’impossibilità di controllare gli eventi, rendono l’unica
grande famiglia responsabile di Macondo, l’epopea di ogni tempo.
La stessa
semplicità iniziale degli uomini, crea lo strano e nuovo desiderio di
conoscenza e supremazia; ogni vizio, malessere, stato d’animo e crudeltà,
sfociano nella maturazione di una razza destinata alla scomparsa, evocando un
ciclo immutabile ed eterno.
Nasce così il
dubbio sulla precarietà della nostra esistenza:esso perpetua con pessimismo in
un amaro finale.
Nonostante la
lunghezza e la difficile narrazione a tratti schematica e altamente
descrittiva, la lunga storia scorre leggera, insinuandosi nell’abitudine
quotidiana del nostro pensiero che è subito colpito dall’estraneità del
linguaggio, dello stile e della narrazione lontana ed antica che sembra aver
sempre conosciuto.
Il suo successo
scaturisce così da mille fattori fra loro concatenati ed intimamente stretti
che, svanendone no, si va a sgretolare la perfezione del sublime castello; la
sua grandezza sta nello stupire a fondo il lettore con la purezza del racconto
e l’ingenuità dei personaggi.
ora come un
tifone e che
tra tempo
ritroverete
intatta nella
vostra anima”
Jessica Capuano
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