LETTURE CRITICHE

Omaggio a Carmelo Bene

di Arturo Ferrara

 

 

Omaggio a Carmelo Bene

di Arturo Ferrara

 

Omaggio a Carmelo Bene

I "coccodrilli" sono la cosa più spiacevole ed ipocrita che si possa scrivere. Come anime disincarnate di scrittori falliti partono per elogiare le proprie vittime ed infine le sbranano .Vi sono tuttavia delle cose che si "debbono" fare, non per denaro o per convenzione ma per obbedire ai propri sentimenti che sono quella parte di noi che ci permette di superare incomprensioni ed amarezze e continuare ad esprimersi, vivere….Forse per superare i rimorsi delle menzogne dette a sé stessi e l 'incapacità di scrivere, creare, forse vivere. Credo di appartenere come Carmelo bene alla piccola-grande schiera di coloro che non esistono in quanto mai nati, con l'aggravante che la mia mascheratura sociale da Pulcinella è diventata più che una maschera una goduta e spacciata identità.Vera ed imprigionante, in quanto non avvalorata socialmente, perché l' identità che ci appicchiamo o ci viene assegnata è una "rappresentazione" un "carattere" limitante e limitato non solo dalla sua stessa denominazione ma dal tempo, dallo spazio, dalla società, ma radicato nella memoria e nella storia.

Carmelo ha compreso "Bene" (mi si perdoni il gioco di parole ) tutto ciò come immediatamente ha "sentito" che il prezzo da pagare "-per non distruggere gli altri, il proprio pubblico-" sarebbe stato la SUA distruzione.

Tutto il resto, le provocazioni, a volte al limite del buon gusto o inserite tristemente in circuiti commerciali di domanda-offerta, la sua degradazione stessa a provocatore-provocato dal "sistema", non hanno importanza. Lo ha invece l'aver compreso che spesso il teatro e le arti in genere nella nostra società hanno una funzione "purgativa" o "digestiva", serale o domenicale, una iniezione, sarebbe meglio dire una "supposta" di qualunquismo e perbenismo storico-statico-rappresentativo (a volte apologetico o consolatorio) dove non è richiesto allo spettatore altro che sdraiarsi passivo nella sua (costosa )poltrona ed all' attore di fare il pagliaccio, nel senso più brutto del termine, cioè divenire, senza essere, parodia della parodia, per avvalorare con la risata ed il pianto (ipocriti) quei falsi valori su cui sono costruiti gli strumenti di classificazione e divisione sociale.

L' intera sua vita è stata dedicata a smascherare questa follia che riduce l' arte ad un "cioccolatino da scartare" cercando all' interno, dopo "averlo avidamente divorato", la parola magica, la frase fatta e ad effetto, che risolve gli abominevoli conflitti con la nostra devastata coscienza, ed ogni manifestazione letteraria ad un pseudo-concorso (con la complicità statale) di quart'ordine per smaliziati burocrati-intellettuali o damine borghesi annoiate in perenne ricerca di giovanili (e giovani) novità e voluttà.

La sua VOCE nei momenti più sublimi della sua ARTE ( che è negazione stessa dell' artisticità) ed è limitante collocare solo nel teatro ma che è poesia in sé stessa, allo stato puro, fino alla redenzione, (che è anche agnizione) è divenuta, Entità disincarnata di "legioni" di Demoni , l' impossibile espressione del bello, dell' orrore, della gioia, dell' amore, del nulla….insomma quell'indicibile miscela allo stato puro che è lo spirito creativo.

Ecco caro Carmelo da uno a cui avresti sicuramente (a ragione) fatto la pipì in testa, (senza centrarmi per la mia invisibilità) dall' alto-basso delle tue sgangherate tavole di palcoscenico, su cui in precario equilibrio fingevi di vivere, e di esistere, senza il compiacimento che ci contraddistingue, un saluto, che non sarà mai l'ultimo, né il primo.

Arturo Ferrara Viotti fer 2002 Torino

 

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