Nella ricorrenza del Giubileo del 2000 ho inteso effettuare delle ricerche sulle reliquie custodite in Barletta.Per trattare un tema attuale che richiede una particolare competenza in materia di storia del Cristianesimo, ho creduto necessario fare riferimento al Vecchio e al Nuovo Testamento, a testi storici ed a pubblicazioni di storici barlettani soprattutto di Mons. Salvatore Santeramo.
Il titolo scelto: "Barletta, custode di insigni Reliquie della passione di Cristo nel Giubileo del 2000 mi ha dato lopportunità di trattare appunto le insigni Reliquie che le chiese di questa città hanno il grande merito di custodire da secoli, allorchè i Patriarchi di Gerusalemme furono costretti ad abbandonare la Terrasanta. Per il suo porto, a quell'epoca Barletta era infatti luogo di transito dei Crociati.
La mia forte passione di ricercatore e di studioso di documenti conservati negli archivi di Stato, ecclesiastici, comunali e di altri enti, specialmente dell'archivio diocesano "Pio IX" di Barletta, mi ha consentito di scoprire documenti inediti e quindi di portare a termine un lavoro molto delicato e di cosi notevole impegno.
Ho cercato di non trascurare alcun particolare e di arricchire il testo con delle illustrazioni, anche inedite, specialmente delle Reliquie della Vera Croce incastonate in tre croci patriarcali e di una Spina della corona che cinse il capo del Salvatore custodita in apposito reliquiario.
Le illustrazioni relative alle tre Croci patriarcali, alla colomba Eucaristica, all'Ostensorio, al reliquiario della S. Spina, alle tre bolle di riconoscimento e alla tavola raffigurante gli emblemi della Confraternita del SS. Corpo di Cristo e del S. Legno della Croce nonchè l'arma della città di Barletta, sono state autorizzate dallUfficio Diocesano di Arte Sacra e Beni culturali dellArcidiocesi di Trani - Barletta Nazareth Risceglie, mentre quella concernente il voto solenne del 1656 dallarchivio di Stato sez. di Trani.
Ritengo cosi di aver fatto quanto mi è stato possibile sull'interessante tema e di aver fornito un contributo alla storia locale, nella speranza che altri possano continuare nel gravoso compito di ricerca e trovare altre testimonianze.
Giuseppe Doronzo
Interpreto un onore per me presentare il volume: Barletta custode di insigni Reliquie della Passione di Cristo nel Giubileo del 2000 e sono grato allautore e alla Regione Puglia CRSEC di Barletta per avermene data lopportunità.
E uno studio minuzioso che mette in luce limportanza di Barletta in tempi particolarmente significativi nella storia del cristianesimo.
Sono certo che i barlettani godranno di questa pubblicazione perché scopriranno una parte importante della loro storia, con alcune notizie inedite e interessanti.
Sentiranno anche la fierezza di aver vissuto da protagonisti in alcuni momenti del Medioevo che la storia di oggi, priva di valori nazionalistici, sta mettendo in luce e sta valorizzando. La generosità poi, di Barletta nellospitare il vescovo di Nazareth, ha in sé un valore grande che la storia ha saputo ben ripagare. Essa, infatti, ha lasciato, tra le sue mura, testimonianze uniche, quali la Basilica del Santo sepolcro, oggetti sacri preziosi e reliquie insigni del Santo legno della Croce.
Mentre esprimo a nome di tutti i barlettani il grazie sincero allAutore e alla Regione Puglia CRSEC di Barletta per il lavoro compiuto approfitto della circostanza per dire il mio grazie a Dio per essere stato Arcivescovo di Trani Barletta Bisceglie, Arcidiocesi ricca di religiosità e amore verso la Croce di Cristo. Essa ha ricevuto, conserva gelosamente e tramanda ai posteri la fede incrollabile in Gesù Cristo, Figlio di Dio, che per noi uomini e per la nostra salvezza si è fatto uomo.
Dovuto alle reliquie insigni che ci sono state affidate dai nostri Avi, possiamo testimoniare al mondo che veramente Gesù Cristo fu: crocifisso sotto Ponzio Pilato morì e fu sepolto. Ma poi è risuscitato dai morti ed ora vivc per sempre e ci permette di gridare, nel giubileo del 2000, che Egli è lo stesso: ieri, oggi e sempre.
Trani, 14 gennaio 2000
+ Carmelo Cassati
Arcivescovo
Questa pubblicazione esprime lattenzione amorosa alla storia di fede del popolo di Barletta che custodisce con santa gelosia le insigni reliquie della passione di Cristo.
Nel ringraziare lautore e il CRSEC di Barletta che hanno voluto subito coinvolgermi, prima di dare alle stampe la bozza già corretta, per dare un mio attestato, esprimo la lode per la preziosa ricerca e raccolta dei documenti storici ed auspico che la memoria di fede ravvivata aiuti soprattutto le nuove generazioni a crescere nella genuina fede degli avi ed antenati, divenendo missionari e testimoni di Gesù, il Crocifisso Risorto, nella prospettiva della Nuova Evangelizzazione e della cultura della Vita.
Con riconoscenza benedico i curatori dellopera e i lettori con il reliquiario della sacra Spina che si porta in processione nel venerdì Santo.
Trani, 14 Febbraio 2000
+ Giovan Battista Pichierri
Arcivescovo
Il GIUBILEO, presso gli Ebrei, era l'anno dedicato a Dio e al riposo e, secondo l'Antico Testamento, cadeva ogni cinquantanni. In tale occasione, gli schiavi Israeliti riacquistavano la libertà e il patrimonio fondiario venduto ritornava alla famiglia.
Per i cattolici il Giubileo è l'anno detto santo, in cui gode di indulgenze e di privilegi spirituali chiunque compie pratiche di pietà.
Il primo Giubileo fu indetto da Papa Bonifacio VIII (succeduto a Celestino V che fece per viltà gran rifiuto) nel 1300 in ricorrenza del quinto anno del Suo pontificato e l'ottavo della caduta di S.Giovanni d'Acri (1291).
Papa Clemente poi proclamandolo nel 1350, decretò che a partire da quellanno, il Giubileo si celebrasse ogni cinquantanni, periodo ridotto a venticinque anni da Papa Paolo II (1465 1471).
Il primo Giubileo venticinquennale fu celebrato, però, dal suo successore Papa Sisto IV (1472-1483), nell'anno 1475.
Successivamente, oltre ai Giubilei ordinari, furono proclamati per motivi contingenti, Giubilei straordinari.
Alle soglie del terzo millennio, Papa Giovanni Paolo II ha indetto il GIUBILEO del 2000, che si svolge nove secoli dopo l'inizio della prima crociata con la presa di Gerusalemme (1099), città in cui Gesù subì il martirio e si sacrificò per redimerci.
Aspetto qualificante della preparazione e della celebrazione del Giubileo del 2000 è limpegno assunto dal Santo Padre di peregrinare nei vari Paesi per esortare ulteriormente i Capi di Stato al rispetto dell'ordine internazionale e dialogare con i rappresentanti delle altre religioni, per giungere alla concordia, nella piena libertà di professione e per eliminare le intollerabili disuguaglianze sociali ed economiche affinché abbiano fine tante crudeltà, violenze, inutili guerre fratricide, conflitti ideologici, odio, sofferenze, sopraffazioni.
Perciò tutti dobbiamo rivolgerci al Signore allo scopo di illuminare i governanti a risolvere i problemi del lavoro, della giustizia, della libertà, basi fondamentali di benessere e serenità.
Ciò si faccia nel corso dell'anno giubilare del 2000.
E auspicabile che le insigni Reliquie della Vera Croce e della S. Spina custodite in preziosi reliquiari conservati nelle chiese del S. Sepolcro, di S. Maria Maggiore, di S. Ruggiero e di S. Gaetano di Barletta siano esposte alla venerazione dei fedeli e portate tutte insieme in processione solenne in un giorno da concordarsi tra le autorità ecclesiastiche e civili.
Guerra e pace1
Chi fu che per primo inventò le armi abominevoli ?
Oh quanto feroce e duro come il ferro ebbe il cuore !
Allora cominciarono le guerre e le stragi tra gli uomini;
allora fu aperta alla morte una strada più breve.
Eppure quellinfelice non ha colpa, poiché pensò solo
a procurarsi una difesa contro le belve.
Noi volgemmo a nostro danno le armi che ci aveva
dato a nostro vantaggio.
La colpa è delloro; non vi erano guerre, quando
la vita era modesta e gli uomini non avevano
sete di ricchezze
( Tibullo Elegiae, I,10 )1bis
Quis fuit, horrendos primus qui protulit enses ?
Quam ferus et vere ferreus ille fuit !
Tum caedes hominum generi, tum proelia nata,
Tum brevior dirae mortis aperta via est.
At nihil ille miser meruit: nos ad mala nostra
Vertimus, in saevas quod dedit ille feras.
Divitis hoc vitium est auri ; nec bella fuerunt,
Fagimus adstabat cum scyphus ante dapes