Con pregiudizio italiano e salernitano siamo usi a
ritenere che le montagne si trovino
sempre a Nord e che a Nord si trovino sempre e solo montagne. Non è così per
le Alpi? Non è così per i Lattari rispetto alla costiera amalfitana e per i
Picentini rispetto a Salerno ?
Basta, invece, andare un po’ oltre per scoprire che
il nord del nord è fatto di colline e vallate e non più di montagna. E’ così
per la Germania che a nord delle catene alpine digrada in molli ondulazioni
e vaste pianure, è così per la nostra zona regionale che al di là dei
Picentini si stempera nelle
reiterate dorsali argillose dell’alta Irpinia e della Puglia e quindi nelle
piane marine adriatiche.
Di questo ci renderemo conto (se avremo occhi per
vedere e mente per applicarci alla lettura del territorio) nell’escursione di
domenica prossima.
Essa si svolge in una zona tutt’altro che irrilevante dei Monti Picentini, specie per le sue connotazioni ambientali: esposizione al versante adriatico ed ai venti dei Balcani, presenza della più alta cima del comprensorio (Cervialto m. 1809) e di tipici e ampi pianori, atti a raccogliere nevi ed acque (Piano Laceno e Piano Sazzano), prossimità di altre rilevanti cime (Rajamagra m. 1667, Montagnone di Nusco m. 1490, Calvello m.1579). Il tracciato interesserà proprio quest’ultima montagna, ma non la aggredirà brutalmente per consumare lei e noi in uno sbrigativo incontro, ma saprà prima circondarla con un ampio e rispettoso abbraccio.
Presa la strada che da Lago Laceno porta a Lioni,
dopo alcuni chilometri, lasceremo l’auto nei pressi della sorgente Gavitoni,
ai piedi del “Canalone”, tipico vallone picentino ricco di verde, a circa
1000 metri di quota. Di qui per comodo sentiero volgeremo verso est, sfiorando
la sorgente Cannito e salendo quindi, curvando verso nord, sempre tra i faggi al
Rifugio della Forestale (m.1277). Con abile manovra diversiva (per non svegliare
il Calvello che dorme) punteremo ancora verso est, fingendo di recarci sul
Pollaro ed affacciandoci sui terrazzi e sulle conche ne che delineano la tipica
morfologia. A un certo punto però dovremo pur rivelare le nostre intenzioni e,
con un’ampia curva destinata a dissimulare il dietro-front, dirigere
verso ovest. Siamo poco oltre i 1300 mt.
Possiamo dunque agevolmente calvalcare la dorsale scoperta del Calvello,
sino alla cima: m.1579. Lungo la cresta ed ancor più dalla vetta avremo modo di
mettere a confronto i due nord: quello montano che ben conosciamo (e che da lì
sarà a sud, si badi bene) articolato nelle verdi e possenti cime picentine
intervallate da armoniosi pianori; quello dell’alta Irpinia suggestivamente
ritmato da groppe molto più lunghe
che alte, spesso coronate da compatti abitati. Nel piano, tuttavia, la prole del
terremoto si presenta con una miriade di case sparse e con qualche conato
industriale. Con egoismo alpinistico e con pregiudizio italo-salernitano avremmo
voluto forse vedere al di là, anzi a nord, del nostro monte ancora montagne,
ancora più alte, almeno a livello della principale dorsale appenninica
abbruzzese la quale gravita sul versante adriatico. Accontentiamoci invece dei
nostri Picentini, comunque capaci di dissetare a nord e a sud, e sappiamo
cogliere il sottile e magari malinconico fascino di quelle altre dorsali
che, ora verdi ora bigie, si inseguono accidiose, replicandosi verso
l’infinito.
Scendendo poi dal versante ovest del Calvello
riguadagneremo la sorgente Gavitoni e chiuderemo il circuito.
La contemplazione e la scoperta del nord del nord
saranno approfondite con un incontro di studio (?) a Teora, Casa Restaino,
ivi proseguendo l’ufficio del nostro primo direttore di escursione.
DOMENICA 22 SETTEMBRE – CIRCUITO DEL MONTE CALVELLO * Percorso: Sorgente Gavitoni – Cannito - Rif. Forestale – Versante ovest del M. Pollaro – Vers. est Calvello – Cima –Sorg. Gavitoni * Dislivello m. 600 * Durata h. 5 * Diff. Media (E) * Dirett. di Gita: Francesco Restaino e Gennaro Pannella * Partenza h. 8,00