“Si fa presto a dire Terminio. Terminio e tutti pensano alla strada che comodamente ti porta a Campolaspierto, a circa 1400 m di quota, sotto la cima, “dove stanno i cavalli” e tutto il bazar
della domenica. Il Terminio invece è tutt’altra cosa, almeno per noi del C.A.I. che di cavalli
e bazar non abbiamo bisogno. Il Terminio è un vero e proprio massiccio, articolato in diverse cime, creste, dorsali e pianori, csotellato di grotte e di acque.
Un microcosmo montano di tutto rispetto, che chiude a nord-ovest il
gruppo dei Picentini, laddove la catena principale va dai Mai al Cervialto e l’antemurale di
sud-est è costituito dal Polveracchio.”
Riproduco questa introduzione, già adoperata per una precedente scheda, poiché è quanto mai valida ed attuale per l’escursione del 27.7.03. che si svolge appunto in angoli “minori” delTerminio, ma non per tanto meno suggestivi ed interessanti.
La partenza è dal margine orientale del Piano delle Acque Nere, nei pressi del ponte che scavalca l’omonimo corso d’acqua, limpido in superficie ma nero per il suo scuro fondo sabbioso. Una comoda sterrata scende dolcemente lungo la riva sinistra, fino ad un guado reso ancora più agevole dalla siccità regalataci dalle insistenti calure estive. Il cammino prosegue sulla riva destra, in risalita, fino ad una piantagione di castagni che alligna oltre i mille metri favorita dall’esposizione meridionale. Prima però, con una piccola deviazione, scenderemo ancora nel fondo del vallone per goderne le suggestive cascatelle. Poco dopo, un ampio e luminoso pianoro ci apre la vista sull’ Accellica, la Serralonga, la Felascosa ed il Terminio. Un sentiero allo scoperto rende il panorama sempre più vasto, fino al sommo del modesto poggio della Tufara (m.1208), modesto per l’altitudine ma non per la sua valenza paesaggistica. Infatti ancor meglio abbracciamo le maggiori cime ora nominate, idealmente tuffandoci nelle loro verdi ed ininterrotte pareti che armonicamente risaltano contro l’azzurro del cielo. Ci sembra di sentire (ma forse è solo un’illusione) il mormorio dello Scorzella (rilevante affluente del Calore) che non possiamo vedere, perché a precipizio sotto di noi, 500 metri più in basso. Riprendono i faggi e l’ombra. Una sterrata (direz. Ovest) ci porterebbe a ridiscendere subito alle Acque Nere, ma sarebbe una delusione. Via, allora, lungo una opportuna dorsale boscata che il Monte Felascosa pietosamente ci lancia per farci evitare un ritorno troppo brusco e rapido al mondo dei pic-nic che affollano i prati del Terminio, ivi compresi quelli del sottostante Piano delle Acque Nere, che nemmeno vedremo, bypassandolo dall’alto e protetti dai faggi.
Non potremo dirci soddisfatti se non quando avremo raggiunto il valico naturale del Varco del Faggio (m.1152) (dove all’andata avremo lasciato qualche opportuna auto navetta) e quando avremo pienamente acquisito al nostro bagaglio di conoscenza ed affetti anche di queste piccole balze del grande Terminio.
DOMENICA 27 LUGLIO 2003 - Partenza h. 7,30 - Durata (al netto delle soste) - ore 5 - Difficoltà media - Direttori di gita: Francescopaolo Ferrara e Sabatino Landi