Assai stridente fu per Lisa Del Giocondo il contrasto tra le dolci colline toscane e le tormentate balze dei monti di Lagonegro nel suo viaggio di ritorno dalle Calabrie , o le fu invece fatale la precarietà dei mezzi di comunicazione del tempo? Anche questo è un mistero italiano , come è un enigma il suo sorriso. Un improbabile ritorno in treno di Mona Lisa avrebbe certamente riscritto i suoi ultimi giorni , ma reso meno famosa Lagonegro , ove morì nel 1506…. E’ quindi meglio lasciare le cose come stanno e mettere zaino in spalla per un nuovo trekking sulla linea abbandonata Lagonegro Castrovillari ! La tratta fu concepita nelle intenzioni dei Borboni come asse di collegamento tra la Capitale e la Calabria riprendendo l’antico tracciato della romana Via Popilia , principale strada - fino agli inizi dell’800 - che congiungeva Napoli con Reggio. Casa Reale darà comunque la precedenza alla più famosa Napoli – Portici per più importanti ambizioni economiche ed industriali di re Ferdinando II. Dopo l’unità d’Italia la tratta rimase a lungo in lizza tra le ferrovie di completamento della rete meridionale , ma poi sconfitta ( 1879 ) dalla Sicignano – Castrocucco ( che però si arrestò proprio a Lagonegro ) , finalmente deliberata con Legge del 1906 , fu aperta in tutta la sua estensione solo nel 1931. Dopo appena un ventennio iniziarono i problemi di stabilità del ponte di Lagonegro a causa dei fenomeni di bradisismo ; ridotta ad un moncone interno , la linea fu definitivamente chiusa nel 1978 , con eliminazione dell’intero armamento nel periodo 1981/ 1983. Anche per questo tracciato, come in altri del territorio dell’Italia centro meridionale , tecnici ed ingegneri ferroviari si trovarono di fronte ad una regione dall’orografia complessa ed articolata che mise a dura prova la scienza del tempo per superare dislivelli e forre con arditi ponti e lunghe gallerie. Il nostro itinerario comincia oltre la stazione , anzi oltre le stazioni , di Lagonegro : invero la città lucana era il punto di arrivo della tratta Sicignano - Lagonegro ( di gestione FS ) e di partenza della tratta Lagonegro - Castrovillari ( di competenza delle FCL ). L’edificio della stazione è , quindi , “ bifronte “ : da una parte vi è la facciata di competenza delle FFSS e dall’altra vi è la biglietteria ed una graziosa pensilina delle FCL , ora adibita a ricovero degli autobus del servizio sostitutivo. Uno scambio posto immediatamente prima della galleria che attraversa la rupe medievale del paese , rappresentava l’anello di congiunzione tra le due ferrovie. Si parte quindi dal centro storico della cittadina ( mt 580 ) , per scendere verso est nel vallone Vaieto , lungo il probabile tracciato della Via Popilia ( il vallone è tuttora interessato da fenomeni di smottamenti e frane , ciononostante è in piena espansione edilizia …. ) ; si supera quindi ( senza attraversarlo) l’ardito ponte spezzato sul fiume Serra ( detto “ dello studente “ ). Tra ortivi e filari la strada finisce con il congiungersi con il sedime dei binari e sale ripida fino a raggiungere le falde di Monticello di Lagonegro , da questo punto non si lascerà più l’antica massicciata della ferrovia. In poco tempo , dopo l’iniziale salita , si arriva in falsopiano alla Stazione di Rivello ( 750 mt) ora invasa da ginestre , asfodeli e qualche rovo di troppo. L’edificio è composto da due piani , con un forno ed un pozzo con pompa. Un manufatto adibito a ricovero locomotiva , ancora in buone condizioni, ed un capanno di servizio completano la struttura. Era quindi garantita l’autosufficienza del personale , specie in caso di prolungato isolamento per intense nevicate. Assai bella è la prospettiva ed il panorama che si gode sulla Valle del fiume Noce e sul Monte Coccovello ; da lontano si scorge la cittadina di Rivello , arroccata su un colle : da notare la ….. distanza tra la città e la “ sua “ stazione : i vecchi del luogo ricordano che per raggiungere la ferrovia dovevano percorrere diversi chilometri a piedi e non vi erano altri mezzi di comunicazione…. . Sul lato opposto , alle spalle del fabbricato , domina ed incombe il massiccio del Monte Sirino. Il sentiero forma una ampia ansa intorno al Monticello , per correre parallelo alla SS 19 delle Calabrie , entrando in un piacevole boschetto di cerri ed elci. L’autostrada Salerno / Reggio Calabria fa sentire la sua presenza con il rumore degli autocarri che sfrecciano veloci. Tra il verde del bosco si scorge il lago Sirino ( mt 790 ) : per chi ha tempo a disposizione , si consiglia una breve deviazione per visitare le sorgenti del Lago , in un ambiente umido di salici, giunchi ed enormi farfaracci. Ripreso il percorso , e rasentando dei campi da tennis , si attraversa una galleria lunga circa 150 metri , rimanendo ad una quota costante di mt 750, per raggiungere il casello di Nemoli ove termina l’escursione. Il manufatto ora è di proprietà privata ed è stato recentemente restaurato con amore e competenza, lasciando intatta la struttura e l’ architettura originaria , con il recupero di diverso materiale ferroviario ( sbarre , recinzioni , cancelli , pompe di sollevamento manuali , etc) : il sito è quindi senz’altro una testimonianza dell’antica bellezza dell’intera ferrovia , troppo in fretta dismessa e lasciata in balia dell’incuria del tempo. Una piccola rampa stradale chiusa da una sbarra( ovviamente di PL ) consente di scendere sulla sottostante SS 19.
SCHEDA TECNICA.
TEMPO DI PERCORRENZA : ore 4,00; DIFFICOLTA’: FACILE; DISLIVELLO : mt.300 in salita e mt.100 in discesa. Periodo consigliato : sempre. Direttori di gita : Paola CAPONE e Giuseppe CECCARELLI. L’itinerario è aperto anche ad amanti della mountanbike , livello di difficoltà : media. Per informazioni : “ Ciclo Team Val Noce , Presidente Nicola Perciante : 333/6037615.
Parte delle notizie storiche, redatte da Antonello Sica , sono tratte dalla prima guida italiana alle greeenways , a cura di Albano Marcarini a pubblicarsi dalla casa Editrice De Agostini ( primavera 2003 ).