Treno trekking 29-3-2003

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29 e 30 marzo 2003: CON IL “ MONA LISA EXPRESS “  DA  LAGONEGRO A  NEMOLI LUNGO LA TRATTA  LAGONEGRO/ CASTROVILLARI.

Assai stridente fu per Lisa Del Giocondo  il contrasto tra le dolci colline toscane e le tormentate balze dei monti di Lagonegro  nel suo viaggio di ritorno dalle Calabrie , o le fu invece fatale  la precarietà dei mezzi di comunicazione del tempo?  Anche questo è un mistero italiano ,  come è un enigma il suo sorriso. Un improbabile ritorno in treno di Mona Lisa avrebbe certamente riscritto i suoi ultimi giorni  ,  ma  reso meno famosa Lagonegro , ove morì nel 1506…. E’ quindi meglio lasciare le cose come stanno e mettere zaino in spalla per un nuovo trekking sulla linea abbandonata Lagonegro Castrovillari ! La tratta  fu concepita nelle intenzioni dei Borboni come asse di collegamento tra la Capitale e la Calabria riprendendo l’antico tracciato della romana Via Popilia , principale strada -  fino agli inizi dell’800 -  che congiungeva Napoli con Reggio. Casa Reale darà comunque la precedenza alla  più famosa Napoli – Portici per  più importanti ambizioni economiche ed industriali di re Ferdinando II. Dopo l’unità d’Italia la tratta rimase a lungo in lizza tra le ferrovie di completamento della rete meridionale , ma poi sconfitta ( 1879 ) dalla Sicignano – Castrocucco ( che però si arrestò proprio a Lagonegro ) , finalmente deliberata con Legge del 1906 , fu aperta in tutta la sua estensione solo nel 1931. Dopo appena un ventennio iniziarono i problemi di stabilità del ponte di Lagonegro a causa dei fenomeni di bradisismo ; ridotta ad un moncone interno ,  la linea fu definitivamente chiusa nel 1978 , con eliminazione dell’intero armamento nel periodo 1981/ 1983. Anche per questo tracciato,  come in altri del territorio dell’Italia centro meridionale ,  tecnici ed ingegneri ferroviari si trovarono di fronte ad una regione dall’orografia complessa ed articolata che mise a dura prova la scienza del tempo per superare dislivelli e forre con arditi ponti e lunghe gallerie. Il nostro itinerario comincia oltre la stazione , anzi oltre le stazioni , di Lagonegro : invero la città lucana era il punto di arrivo della tratta Sicignano - Lagonegro ( di gestione FS ) e di partenza della tratta Lagonegro - Castrovillari ( di competenza delle FCL ). L’edificio della stazione è , quindi , “  bifronte “ : da una parte vi è la facciata di competenza delle FFSS e dall’altra vi è la biglietteria ed una graziosa pensilina delle FCL , ora adibita a ricovero degli autobus del  servizio sostitutivo. Uno scambio posto immediatamente  prima della galleria che attraversa la rupe  medievale del paese  , rappresentava l’anello di congiunzione tra le due ferrovie. Si parte quindi dal centro storico della cittadina ( mt 580 )   , per scendere verso est nel vallone Vaieto ,  lungo il probabile tracciato della Via Popilia  ( il vallone è  tuttora interessato da fenomeni di smottamenti  e frane , ciononostante è  in piena  espansione  edilizia …. ) ; si  supera quindi ( senza attraversarlo) l’ardito ponte spezzato sul fiume Serra  ( detto “ dello studente “ ). Tra ortivi e filari la strada finisce con il congiungersi con il  sedime dei binari e  sale ripida fino a raggiungere le falde di Monticello di Lagonegro , da questo punto non si lascerà più l’antica massicciata della ferrovia.  In poco tempo , dopo l’iniziale salita , si arriva  in falsopiano alla Stazione di Rivello ( 750 mt) ora invasa da ginestre  , asfodeli e qualche rovo di troppo. L’edificio è composto da due piani , con un forno ed un pozzo con pompa. Un manufatto adibito a ricovero locomotiva , ancora  in buone condizioni, ed un capanno di servizio  completano la struttura. Era quindi garantita l’autosufficienza del personale , specie in caso di prolungato isolamento per intense nevicate. Assai bella è  la prospettiva ed il panorama che si gode sulla Valle del fiume Noce e sul Monte Coccovello ; da lontano si scorge la cittadina di Rivello ,  arroccata su un colle : da notare la ….. distanza  tra la città e la “ sua “ stazione : i vecchi del luogo ricordano che per raggiungere la ferrovia dovevano percorrere diversi chilometri a piedi e non vi erano altri mezzi di comunicazione….  .  Sul lato opposto , alle spalle del fabbricato , domina ed incombe il massiccio del Monte Sirino. Il sentiero forma una ampia ansa intorno al Monticello ,  per  correre  parallelo alla SS 19 delle Calabrie ,  entrando in un piacevole boschetto di cerri ed elci. L’autostrada Salerno / Reggio Calabria fa sentire la sua presenza con il rumore degli autocarri che sfrecciano veloci. Tra il verde del bosco si scorge il lago Sirino ( mt 790 ) : per chi ha tempo a disposizione ,  si consiglia una breve deviazione per visitare le sorgenti del Lago , in un ambiente umido di salici,  giunchi ed enormi farfaracci. Ripreso il percorso , e rasentando dei campi da tennis ,  si attraversa una galleria lunga circa 150 metri , rimanendo ad una quota costante di mt 750,  per raggiungere il casello di Nemoli ove termina l’escursione. Il manufatto ora è di proprietà privata ed è stato recentemente restaurato con amore e competenza,  lasciando intatta la struttura e l’ architettura originaria , con il  recupero di diverso materiale ferroviario ( sbarre , recinzioni , cancelli ,  pompe di sollevamento manuali , etc) : il sito è quindi senz’altro una testimonianza dell’antica bellezza dell’intera ferrovia ,  troppo in fretta dismessa e lasciata in balia dell’incuria del tempo. Una piccola rampa stradale chiusa da una sbarra( ovviamente  di PL ) consente di scendere sulla sottostante SS 19.

 SCHEDA TECNICA.

 TEMPO DI PERCORRENZA : ore 4,00;  DIFFICOLTA’: FACILE; DISLIVELLO : mt.300 in salita e mt.100 in discesa. Periodo consigliato : sempre. Direttori di gita : Paola CAPONE e Giuseppe CECCARELLI. L’itinerario è aperto anche ad amanti della mountanbike ,  livello di difficoltà :  media. Per informazioni : “ Ciclo Team Val Noce , Presidente Nicola Perciante : 333/6037615.

Parte delle notizie storiche, redatte da Antonello Sica , sono tratte dalla prima guida italiana alle greeenways , a cura di Albano Marcarini a pubblicarsi dalla casa Editrice De Agostini ( primavera 2003 ).

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