E' uscito..

Luglio - Agosto 1999

- Editoriale

Un'estate calda, ma in ombra

Kennedy, la maledizione continua

Momenti di svago e attrazioni culturali...

Accarezza le nubi svettando poderoso

Sorrisi sardonici scolpiti con arte

E' tempo di vacanze ma non per tutti

Il cotello dell'amore, abili maestri per un oggetto misterioso

Profumi e colori da sapienti scalpelli

La Villacidrese pronta a sbarcare in penisola

 

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Accarezza le nubi svettando poderoso

Heracles: dal mito italico la divinità agraria.

Monte Arcuentu crocevia di arcaiche culture

Un 'antica leggenda narra che Jolao, re di Tebe, partito dalla civilissima Grecia con un folto gruppo di colonizzatori, dopo essere stato detronizzato da Ercole, si rifugiò in Sardegna e vi fondò numerose città, tra cui Cagliari e Olbia.

Le leggende, si sa, sono il risultato di un lungo complesso di adattamento. Giunto a Roma dalla Magna Grecia, Hercules (nome latinizzato del greco Heraclés, forse attraverso una forma intermedia etrusca), frutto della fantasiosa creazione dei greci, che videro in Lui la realizzazione eroica di ideali aristocratici e la passione per l'avventura, acquistò caratteristiche congeniali al mito italico, associandosi così a divinità di tipo agrario. E, come una divinità, svetta poderoso accarezzando le nubi il Monte "Erculentu" (Arcuentu), senza bisogno di cartelli ad indicarne la presenza sta lì, unico punto di riferimento per tutti, turisti compresi che, talvolta, senza bussola, o per mancanza di senso di orientamento o di cartelli stradali per le coste, lo usano al pari della stella polare. E, forse, in passato lo era, visto che di leggende abbonda e, talvolta, ritrovamenti archeologici come il cosiddetto "Scuntrox' 'e Arculentu" (tesoro di Arcuentu) ci riportano ad un passato non certo ma quasi sicuro. Lo dimostra il tesoro di Arcuentu, il quale, conteneva monete rappresentanti un toro e una stella che ci riconducono al III° secolo a.C. cioè al periodo in cui i romani occuparono la Sardegna: si presume che queste monete siano state coniate proprio nella zona vicina a Cornus in cui i sardi ostili a Roma e fedeli a Cartagine trovarono rifugio, e si organizzarono battendo anche moneta. "Si Arcuentu no bolit, hoi no proit" dicono i vecchietti di Arbus scrutando all'orizzonte la sua poderosa vetta.

E Lui lì, con la sua grossa testa, mito di un'antica civiltà, forse Neolitica, sornione osserva. Sogghigna per averle attribuito tante somiglianze, non ultima il profilo di un grande della storia: Napoleone. Quante storie passate potrebbe raccontare se potesse parlare: forse ci direbbe di osservarlo meno e agire di più, perché Lui e lì, ad attendere l'arrivo dei turisti, che si chiedono chi è, ed ancora nessuno è riuscito a spiegarne il perché.

Giampiero Caddeo