Header anno ii #4 - tracce Inviate gli articoli a questo individuo il lettore ideale... Home


  I DIAVOLI (F. Dostoevskij, 1872-73)
di P. Cacchio
RACCE AMNESTICHE
I Diavoli
Professione reporter


LINÀMI
Logica e inganno dell'opera di massa
L'Arte come scelta politica


IVACE INQUISIZIONE
11 09 01
Le città invisibili
Contro recensione


O EHIUOI
Area Filtro (CIR)
Vocabolario dell'inutile (A-F)
Pensieri e spensieri

 

É la storia di un gruppo di rivoluzionari della provincia russa. Fallimentare. "Pareva che alcune idee oltremodo disinvolte fossero state lanciate come se avessero avuto il vento favorevole". Le idee, non solo quelle rivoluzionarie, sono incarnate nei personaggi del romanzo (ne nomino solo alcuni), Stepàn Trofímovic, Nikolàj Stavrogin, Pëtr Stepànovic, Varvara Petrovna, Liputin, Šatov, Virginskij, Liza, Fed’ka, Tichon, Gaganov, Júlija, Lebjadkin, Darja, Agaf’ja, nella piccola Matrëša, sì, anche nella ragazzina sedotta da Stavrogin, e che idee!

Pagheranno tutti per le proprie idee, altro che opinioni!  Tutti finiranno male, ammazzati, suicidi, in convento, in esilio.

Non è un romanzo, è una tragedia. Non ci sono comparse, tutti sono protagonisti.

Uno di essi "già da tempo voleva prender moglie e già da tempo si guardava intorno cautamente", un altro "sapeva perfino fare un discorso, aveva perfino certi spezzoni e mozziconi di idee", per un altro "lo stare in pensiero gli era dannoso e gli era stato vietato dai medici", Júlija accoglieva nel suo salotto "tutta la la parte eletta società cittadina; ma si accoglievano anche i meno eletti, purché venissero con denaro", Stavrogin "aveva misteriose relazioni nel più misterioso dei mondi e si trovava lì con qualche incarico", un altro propone il suo "personale assetto del mondo" esposto "su un quaderno zeppo di minuta scrittura", per la cui lettura "gli serviranno almeno dieci serate", un altro "impartiva ordini che nessuno eseguiva", Liza, "trasformata tutta in domanda", aveva "un viso bello per un nuovo pensiero che aveva nello sguardo", un altro ancora, "in una parola, tutto gli andava bene, era di moda", Agaf’ja, infine, "ahimé, aveva tanta voglia di essere ancora ingannata".

Il cristianesimo? Lo spirito russo? Gli altri luoghi comuni della critica dostoevskiana?

La rivoluzione? Le idee universali? L’idea assoluta?

No, Nietzsche ha letto Dostoevskij, la sostanza del mondo è quando Matrëša "si mise a crollare con frequenza il capo verso Stavrogin, come fanno le persone ingenue e alla buona quando fanno dei grandi rimproveri, e a un tratto alzò contro di lui il suo piccolo pugno e cominciò a minacciarlo dal luogo dov’era".

Pasquale Cacchio

 


torna alla rivista