domenica 29 aprile 2001 |
SULCIS |
CGIL,
CISL E UIL AL MINISTRO «Bordon, accelera il Geominerario» Accusano ritardi nella nomina del comitato provvisorio di gestione Erminio Ariu IGLESIAS. I segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil non fanno sconti sulle questioni riguardanti il Parco Geominerario della Sardegna, neppure al ministro all'Ambiente Bordon (foto). Dopo aver atteso quasi due settimane perchè il ministro nominasse il comitato di gestione provvisoria dell'ente Parco, Sergio Usai (Cgil), Mario Crò (Uil) e Antonello Corda (Cisl) gli hanno inviato una nota. I sindacalisti invitano il ministro ad «adempiere con coerenza e tempestività ai suoi compiti e, nel rispetto degli affidamenti e le intese siglate, renda operative le procedure tecnico-organizzative dando priorità assoluta alla nomina e insediamento del comitato di gestione». In pratica i rappresentanti sindacali chiedono di completare l'organigramma del comitato di gestione provvisorio del geoparco al fine di consentire l'avvio dei primi interventi. «Nello stesso tempo si sollecita - hanno aggiunto Mario Crò, Sergio Usai e Antonello Corda - la Commissione industria regionale e lo stesso consiglio ad approvare rapidamente la proposta di modifica della legge 33/98 così come deliberata dalla giunta regionale. Tale atto assegnerà un ruolo centrale all'azienda regionale Igea, quale braccio operativo dell'Ente parco, anche con il coinvolgimento degli operatori privati locali nella costituzione di società miste». Tutto questo, nel rispetto degli interessi anche dei lavoratori Lsu, che attendono l'avvio di iniziative concrete nel settore delle bonifiche dei siti minerari, della messa in sicurezza dei cantieri minerari dismessi e nel ripristino ambientale. «Ciò consentirà finalmente - hanno concluso i segretari di Cgil, Cisl e Uil - di individuare soluzioni idonee per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori Lsu, rendere attuativi i programmi di risanamento e del conseguente rilancio economico-sociale delle comunità minerarie, realizzando quelle necessarie condizioni negoziali capaci di superare la fase di mobilitazione in atto». Il ministro, a parere dei sindacalisti, si era impegnato entro 10 giorni dall'emanazione del decreto istitutivo del parco a nominare i rappresentanti del comitato. «Siamo in attesa - hanno cocluso i sindacalisti - e questo ritardo appare davvero ingiustificato». |
domenica 29 aprile 2001 |
IGLESIAS |
Iniziativa
di Igea Porto Flavia Mercoledì si inaugura MASUA. Spetta all'Igea con ancora il marchio dell'Emsa di inaugurare Porto Flavia, primo esempio, così viene definito per l'occasione, di riabilitazione dei siti minerari e della loro valorizzazione. Esempio peraltro suggestivo sul piano ambientale e dell'effetto scenografico: tassello decisivo per l'attrazione degli interessi turistici ai quali molti occhi sono puntati. L'inaugurazione si farà mercoledì 2 maggio, al mattino. Ci saranno il presidente dell'Igea, il commissario dell'Emsa, il sindaco, l'assessore regionale dell'Industria, il vescovo. L'impianto venne realizzato in due anni, tra il 1922 e il '24, su progetto dell'ingegnere Cesare Vecelli per la società Vieille Montagne. L'impianto porta il nome della figlia del progettista. Una volta inaugurata l'opera potrà restare disponibile per il pubblico? e come funzionerà la gestione e l'utilizzo? Dovrebbero essere questi, adesso, gli elementi più importanti. |
venerdì 27 aprile 2001 |
IGLESIAS |
FLUMINIMAGGIORE «Chiediamo di lavorare nel Parco» La protesta degli operai dei cantieri di Su Zurfuru, Pubusinu e Arenas Hanno lavorato tre anni per risanare l'area ma adesso rischiano di esseree licenziati Francesco Carta FLUMINIMAGGIORE. Gli operai dei cantieri «Terre pubbliche» e «Azione bosco», impegnati a Pubusinu, Su Zurfuru e Arenas, chiedono di non essere messi alla porta. «Abbiamo aperto la strada al Parco Geominerario della Sardegna - dice Gianni Pili, portavoce degli operai di Terre Pubbliche - ma adesso, dopo circa sei anni, rischiamo di ritornare a casa disoccupati. Perché? L'area dove abbiamo lavorato può essere già visitata e allora chiediamo di poter aver un ruolo anche in questa seconda fase». I due cantieri occupano 38 lavoratori, la gestione e l'esecuzione è affidata alla Cooperativa Mediterranea, che ha utilizzato 5 miliardi, relativi a tre annualità, eseguendo opere di risanamento nella zona mineraria di Pubusinu e di Su Zurfuru, sistemazione di discariche, ha attrezzato punti di sosta per i turisti, ripristinato tutte le vecchie strade della miniera che dalla Statale 126 conducono sino ai cantieri di Arenas. «Dopo questa terza annualità che sta per concludersi - dice Mauro Cireddu - non vorremo restare senza lavoro, abbiamo risanato tutte le dighe della laveria di Arenas, le discariche di sterili sono state piantumate con oltre 10000 alberi, il nostro lavoro andrà valorizzato nel costituendo Parco Geo Minerario». I lavoratori si rivolgono direttamente ai quando candidati a sindaco: «Chiediamo a loro - dichiarano - d'interessarsi durante la campagna elettorale del nostro caso, perché la manodopera locale dev'essere impiegata in una delle aree più vaste e interessanti del Parco». I lavori eseguiti dai 30 operai che fanno capo alla Cooperativa La Valle delle Querce sono stati apprezzati da tutti, la Sorgente di Su Zurfuru e il parco di Pubusinu sono i simboli di questo lavoro che oltre ad aver valorizzato la zona è utilizzato da centinaia di turisti ogni settimana. «Pubusinu era uno dei punti forti della passata campagna elettorale - dichiarano - mentre oggi è una piazza che tutti possono ammirare». Se da un lato le opere sono visibili, il rischio latente è che se non verrà data continuità ai lavori tutto quanto cadrà nel degrado, così come sta succedendo agli alberelli che da mesi non vengono accuditi o ad alcune strade lasciate senza manutenzione. «Interverremo in tutti i dibattiti pubblici della politica locale - concludono - e non escludiamo il ricorso a qualche nostra manifestazione, anche per mettere in vista le opere realizzate, perché il Geo Parco è già visitabile e noi abbiamo tutto il diritto di starci dentro anche noi». I due cantieri occupavano lavoratori con una professionalità maturata precedentemente e che si è consolidata eseguendo con i lavori di di ripristino che hanno riportato fedelmente alla luce gli ambienti originari e in moltissimi casi hanno risanato i cantieri dai residui di ferro e di plastica lasciati dall'attività mineraria. Alla politica locale il sostegno di una giusta rivendicazione che non potrà essere, però, solamente slogan elettorale per trenta famiglie. |
venerdì 27 aprile 2001 |
IGLESIAS |
Vallermosa,
nel territorio non ci sono insediamenti minerari ma il
Comune è ricchissimo di beni archeologici Parco geominerario? Se ne può parlare Ma solo se produrrà sviluppo e occupazione nessuno avrà da obiettare Monica Tola VALLERMOSA. Il parco geominerario? Parliamone. In attesa che il dibattito sul ruolo del paese all'interno del parco approdi in consiglio comunale, dell'argomento si discute in via informale. Nessuna presa di posizione ufficiale ma, sebbene i toni siano decisamente pacati, una cosa è comunque certa: occorrerà valutare la questione con estrema cura. E se attraverso il parco, il comune di Vallermosa potrà produrre sviluppo e occupazione, nessuno avrà da obiettare. Ma da qui alla definizione del contributo che il paese darà in termini di territorio, c'è un grosso nodo da sciogliere: «Proporremo una modifica del principi base del geoparco. Vale a dire, che la valorizzazione dei siti minerari sia integrata con quella dei siti archeologici», ha spiegato il sindaco Sergio Catta. Come è noto, il territorio di Vallermosa non è interessato dalla presenza di insediamenti minerari, ma è ricchissimo di beni archeologici. E su questo dato sarà per buona parte fondata la posizione del paese nel discorso geominerario. «Un esame più approfondito lo faremo in consiglio comunale. Personalmente, credo che valutare la cosa con attenzione e serenità sia la soluzione più ragionevole», ha commentato il consigliere di minoranza dell'Ulivo, Emilio Montis. Che, entrando nello specifico, ha aggiunto: «Occorre vedere se l'adesione al parco geominerario comporterà prospettive concrete per lo sviluppo del paese, oppure se si tratterà di una pura cessione di territorio. Da non tralasciare poi il discorso dei vincoli e il rispetto del diritto alla fruibilità da parte degli abitanti nelle aree eventualmente interessate». Come dire: prima di assumere posizioni, su un versante o sull'altro, è necessario fare chiarezza su alcnui punti essenziali. Ma ben venga il parco se rappresenterà uno strumento efficace per lo sviluppo economico del paese. Considerazioni che trovano pienamente d'accordo anche il capogruppo di Rifondazione comunista in consiglio comunale, Susanna Tinti. «Il concetto di parco non deve limitarsi a una serie di restrizioni e, di conseguenza, non produrre alcun beneficio per le popolazioni coinvolte. Concordo invece quando si tratta di uno strumento che contribuisce alla valorizzazione e promozione turistica del territorio», ha detto la rappresentante del Prc. E in tutto questo, il patrimonio archeologico del paese potrebbe essere determinante. E il cammino verso la valorizzazione delle testimonianze storico-culturali è in un certo senso facilitato per due motivi: il paese dispone di un museo (dove verranno esposti i circa duemila reperti archeologici finora recuperati) e della foresteria montana di Is Pruiscedda. Questa struttura ricettiva è stata originariamente concepita per ospitare gli studiosi e gli appassionati di archeologia. Sviluppo e valorizzazione sono quindi punti fermi intorno ai quali si articolerà il confronto politico sul geoparco. Gli stessi temi che anni fa hanno acceso il dibattito sull'adesione al Linas-Marganai. |
mercoledì 25 aprile 2001 |
SULCIS |
Geoparco,
Igea partecipa alle bonifiche La decisione presa dalla giunta regionale Sì anche all'impiego dei lavoratori sociali Erminio Ariu IGLESIA. La giunta regionale evita alla società Igea un ruolo di marginalità negli interventi di bonifica, risanamento ambientale e messa in sicurezza delle aree minerarie dismesse destinate al Parco geominerario. Ieri mattina al termine di un incontro, i segretari territoriali del Sulcis Iglesiente Sergio Usai (Cgil), Mario Crò (Uil) e Antonello Corda (Cisl) sono rientrati a Monteponi, decisamente soddisfatti, dall'incontro con il presidente della giunta regionale, Mario Floris, e con gli assessori Andrea Pirastu (Industria), Giorgio Oppi (Sanità), Roberto Frongia (Turismo) e Emilio Pani (Ambiente). I rappresentanti sindacali, che nell'occasione erano accompagnati da una folta delegazione di lavoratori LSU, hanno avuto conferma che l'esecutivo regionale ha deliberato che la società Igea, previa scorporo dall'Emsa, potrà costituire con altre società pubbliche o private Associazione Temporanea di Imprese che potranno intervenire sui lavori di adeguamento della zone ex minerarie. «Tutto ciò - hanno detto Mario Cro, Antonello Corda e Sergio Usai - vuol dire che Igea non rimarrà esclusa dalle attività collegate al Geoparco ma potrà fornire il supporto professionale perchè l'iniziativa viaggia al meglio. In pratica Igea non potrà assumere i lavoratori Lsu ma poichè farà parte di ATI le aziende consociate potranno garantire occupazione a questi operai». Un risultato davvero insperato dopo le recenti polemiche che vedevano contrapposti l'esecutivo regionale e i vertici sindacali sul ruolo di Igea. «Siamo decisamente soddisfatti - hanno aggiunto i tre sindacalisti - perchè in questo modo si interviene positivamente per garantire occupazione stabile ai lavoratori Lsu. Non è determinante la sigla della società che assumerà gli operai, quello che è qualificante, in questa vertenza che si sta concludendo positivamente, è che i 480 operai potranno lavorare negli interventi necessari all'adeguamento ambientale dei siti minerari dismessi». La giunta regionale ha anche deciso di costituire una sala comando, gestita da tecnici, che dovrà disciplinare gli interventi per la realizzazione del Parco. L'intero pacchetto di provvedimento dovrà essere sottosposto al consiglio regionale per l'approvazione definitiva. E' insomma un primo passo verso la modifica della legge regionale 33 che vieta ad Igea l'assunzione diretta di personale. «Ora attendiamo il provvedimento definitivo - ha concluso Sergio Usai - ma ormai siamo sulla strada buona. Il sindacato ha apprezzato la disponibilità e la sensibilità della giunta regionale che ha varato una delibera determinante». Le modifiche che la giunta regionale intende apportare sono sintetizzate nell'articolo dilegge che conferma: «le aree di intervento della società Igea sono estese a tutto il territorio della Regione sarda, con particolare riferimento ai territori di delimitazione del Parco Geominerario, storico e ambientale della Sardegna; al fine di consentire la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impegnati dal 1 settembre '98 sotto la direzione Igea, la stessa società è autorizzata ad avvalersi anche dei medesimi lavoratori». Un risultato apprezzato anche dai lavoratori sociali che hanno lottato per lunghi mesi rinchiusi nella galleria Villamarina di Monteponi per poter avere un destino sicuro col piano di stabilizzazione. |
domenica 22 aprile 2001 |
SULCIS |
Geoparco,
Cgil contro giunta regionale «Paralisi per gli Lsu». Nasce l'associazione miniere della Sardegna IGLESIAS. Duro attacco del Comitato Direttivo della Cgil del Sulcis Iglesiente alla giunta regionale per il disimpegno sulla stabilizzazione dei lavoratori Lsu della Sardegna. «La Cgil - si legge in un comunicato diramato al termine della riunione del comitato direttivo per l'approvazione del bilancio consuntivo 2000 -, pur riconoscendo importante l'istituzione del Parco Geominerario, esprime forte disappunto per i persistenti contrasti presenti tra i vari livelli politico-istituzionali e avanza fondate riserve sugli strumenti tecnico-operativi individuati nel nascente Geoparco, soprattutto in relazione al mancato coinvolgimento, e alla pervicace esclusione dell'azienda Igea dalla realizzazione delle bonifiche ambientali dei siti minerari. Tali rigidità, frutto di malevoli pregiudizi, di oscuri vincoli e congiure del palazzo della politica sarda, costituiscono l'essenza di una paralisi che rinvia decisioni operative e indebolisce la stabilizzazione dei lavoratori Lsu, favorendo nei fatti, dubbie scelte estranee all'Isola». Si profila come avvenuto in questi anni a Portovesme una massiccia discesa di imprenditori della penisola che scenderebbe soltanto per trarre profitti senza concedere opportinità di lavoro agli LSU. «Al fine di promuovere un vasto processo di tutela salvaguardia e divulgazione dell'inestimabile patrimonio storico, tecnico, culturale e sociale delle esperienze minerarie - preannuncia il comitato direttivo della Cgil territoriale - come già deliberato, si attiverà per costituire l'associazione culturale "Le miniere della Sardegna" ed eleggerà il consiglio direttivo». In definitiva la Cgil del Sulcis Iglesiente boccia la giunta regionale e il ministro alla difesa dell'Ambiente, Willer Bordon, per non aver individuato le soluzioni per i 480 lavoratori LSU di Igea. «Questo è un fatto molto grave - insiste Sergio Usai segretario generale della Cgil del Sulcis Iglesiente - perchè l'assenza di decisioni in merito, oltre che vanificare la lotta degli operai, mortifica un territorio che sperava in un risarcimento adeguato per i danni subiti dalle attività minerarie e dalla mancata riconversione delle attività estrattive».(EA |
giovedì 19 aprile 2001 |
SULCIS |
LEGAMBIENTE «Accogliamo positivamente e intensifichiamo il lavoro» IGLESIAS. E' stata accolta positivamente da Legambiente Sardegna la firma del decreto che sancisce la nascita del Parco Geominerario. Il Decreto è stato firmato martedì dal ministro dell'Ambiente Willer Bordon, dal presidente della Regione Mario Floris e dall'assessore della Difesa dell'ambiente Emilio Pani, alla presenza dei soggetti interessati al Consorzio di gestione. «Avremmo auspicato - precisa una nota di Legambiente - un maggiore coinvolgimento degli enti locali, che hanno profuso un grande impegno per la nascita del Parco». Resta l'impegno di Legambiente per il consolidamento dell'iniziativa: «Da parte nostra - si precisa nella nota - continueremo ancora a portare avanti e a intensificare le iniziative per il Parco Geominerario che ci hanno visto impegnati negli ultimi tempi. Il Parco infatti ha un grande valore tanto per quanto riguarda il risanamento ambientale dei siti minerari, quanto per la valorizzazione e promozione del patrimonio architettonico, storico, culturale e ambentale che caratterizza l'area della riserva naturale». |
giovedì 19 aprile 2001 |
SULCIS |
Geoparco.
Reazioni dopo la firma Agus: «Siamo molto delusi Ai Comuni resta la debole possibilità di un parere» I lavoratori offesi hanno contestato davanti al palazzo della Regione: nessuna garanzia ea IGLESIAS. E' rimasta la delusione dei sindaci, l'amaro in bocca ai 480 lavoratori socialmente utili e la rabbia dei sindacalisti che non si aspettavano una conclusione part-time e infelice (così giudicata) dall'incontro tra il ministro dell'Ambiente, Willer Bordon e il presidente della giunta regionale Mario Floris sul Parco Geominerario della Sardegna. In definitiva ai sardi è stato consegnato un Geoparco che prende corpo sulla carta ma solo teorico nella capacità operativa. Per realizzare effettivamente il Geoparco manca il braccio operativo di una società in grado di effettuare la messa in sicurezza dei cantieri minerari effettuare la bonifica della zone devastate dalle attività estrattive e capace di effettuare il ripristino ambientale. Fuori dalle decisioni che contano e dagli interventi fattivi sono rimasti i sindaci dei comuni interessati e i 480 lavoratori LSU. «Siamo decisamente delusi per le decisioni assunte martedì pomeriggio dal ministro e dal presidente della giunta regionale - ha commentato il sindaco di Guspini Tarcisio Agus-. Ci eravamo illusi che gli enti locali avrebbero avuto un ruolo importante in questo progetto invece le ammnistrazioni comunali potranno esprimere pareri consultivi. Se questo si chiama decentramento ed automonia». In pratica i cervelli del geoparco saranno ancora a Roma nelle sedi dei vari ministeri e alla regione dove si potrà decidere in piena autonomia. Ora si attende la reazione delle amministrazioni comunali decisamente messe fuori gioco da decisioni che appaino in contrasto con le battaglie degli ammnistratori dei centri minerari. Ma i più offesi dal decreto del Geoparco sono i lavoratori LSU che rischiano di dover attendere ancora per molto prima di avere la certezza di poter rientrare con dignità nel ciclo produttivo. «In tutta questa vicenda - hanno riproposto Sergio Usai (Cgil), Mario Crò (Uil) e Antonello Corda (Cisl) - uno scontro politico che rischia di stritolare i lavoratori. Si vuolle in tutti i modi smantellare Igea per dar vita ad un altra società in grado di accorpare anche la Progemisa. Non ha senso perdere tempo quanto Igea è in grado, con una modifica della legge 33, di operare perchè dispone delle professionalità e dei mezzi. Il sindacato non accetterà conclusioni che non tengano conto degli interessi dei lavoratori e dell'imprenditoria locale». Ieri mattina una cinquantina di operaio si sono riuniti spontaneamente nel piazzale di Monteponi per commentare gli avvenimenti della sera prima dell'asse stato-regione. Nei prossimi giorni si decideranno le azioni proposte dal sindacato regionale e dei territorio coinvolti nel Parco Geominerario. |
mercoledì 18 aprile 2001 |
SULCIS |
LA
FIRMA DI BORDON C'è il decreto del Geoparco ma sindaci e lavoratori contestano Rimangono incertezze sul ruolo di Igea e dei lavoratori sociali Erminio Ariu CAGLIARI. È nato il Parco Geominerario della Sardegna. Il ministro Bordon ha firmato il decreto istitutivo a Villa Devoto. Ma non tutto è andato come avrebbero voluto i lavoratori, i sindacati e i sindaci. Le contestazioni sono chiare: non viene assicurata una rappresentanza efficace delle amministrazioni locali, non c'è un ruolo definito per Igea e manca il piano di stabilizzazione dei lavoraori socialmente utili che sono stati impegnati nei cantieri propedeutici alla nascita del Parco Geominerario. Il ministro dell'Ambiente, Willer Bordon, ha firmato ieri pomeriggio il decreto istitutivo del Parco Geominerario della Sardegna al termine di un vertice in Regione alla presenza del presidente della Giunta regionale Mario Floris e dell'intero esecutivo. Un atto quasi formale, sottoscritto alla presenza delle forze sociali regionali e dei territori interessati che si attendevano decisioni di più vasta portata. In pratica ieri pomeriggio il responsabile politico del dicastero all'ambiente ha dato il via ufficiale al Geoparco, sul piano legale, e nello stesso tempo ha ufficializzato la disponibilità di 68 miliardi per la gestione della fase preliminare. Tutto scontato, tutto risaputo quindi e questo modo di procedere ha decisamente reso scontenti i rappresentanti sindacali regionali e dei territori dell'isola che speravano di ottenere almeno la certezza dei termini per la stabilizzazione dei lavoratori Lsu e l'accordo Stato-Regione sull'avvio degli interventi di bonifica, messa in sicurezza e ripristino ambientale delle aree minerarie dismesse. «Ancora una volta - hanno commentato Sergio Usai della Cgil, Mario Crò della Uil e Antonello Corda della Cisl del Sulcis Iglesiente - si è avuta la conferma che le incertezze sul Geoparco nascono dagli scontri politici all'interno della Regione. Con un mese di ritardo è arrivato un provvedimento scontato mentre non si decide su come utilizzare i lavoratori Lsu e non si conosce ancora il ruolo che sarà assegnato a Igea negli interventi che riguardano il Parco Geominerario della Sardegna». Dell'argomento, forse, si riparlerà tra un mese ma intento per gli Lsu della Sardegna, oltre 400, non ci sono certezze. «Questo modo di procedere - insistono i tre segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil - oltre a provocare tensioni sociali tra i lavoratori rischia di favorire gli imprenditori della penisola che si preparano a scendere in massa per sfruttare le commesse collegate alla bonifica dei siti minerari. Se non si decide con tempestività le imprese sarde e la stessa Igea svolgeranno un ruolo secondario negli appalti e nelle commesse più importanti». Si sta insomma riproponendo quanto avvenuto in passato a Portovesme e nelle zone industriali dell'isola dove le lotte dei lavoratori e dei disoccupati e cassintegrati locali sono state a vantaggio delle imprese della penisola, che sono calate in massa con personale proprio. «Stiamo attendendo dalla Regione - precisano Usai, Crò e Corda - la definizione del ruolo di Igea. Avrà il compito di coordinare gli interventi o farà parte di un'Ati (assosciazione Temporanea di Imprese) anche con ditte private? Intanto cominciano a protestare i sindaci del Geoparco che lamentano l'esclusione degli enti locali nelle scelte e negli indirizzi di intervento. «Il sindacato però - avvertono i sindacalisti - non accetteranno decisioni che potrebbero penalizzare i lavoratori e l'economia dei centri interessati». |
sabato 14 aprile 2001 |
SULCIS |
«Non
potete escludere Igea» Le integrazioni inviate dai sindacati alla Regione LAVORO Il programma di stabilizzazione EA IGLESIAS. Sono state inviate, ieri mattina, dalle segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil, alla Regione le proposte di integrazione alla bozza di stabilizzazione occupazionale dei lavoratori Lsu del Parco Geominerario della Sardegna, facente parte della convenzione tra i ministeri del Lavoro-Ambiente-Beni culturali e Industria. I punti più qualificanti della proposta sindacale riguardano la conoscenza dei progetti e dei soggetti imprenditoriali che manifestano interesse all'affidamento delle attività finalizzate all'assunzione dei lavoratori Lsu. Per i rappresentanti sindacali è indispensabile precisare le reali dimensioni delle risorse finanziarie previste per la predisposizione del piano di stabilizzazione che vanno confermati. «Sono disponibili per la bonifica 63.6 miliardi del ministero dell'ambiente per la bonifica dei siti industriali - ricordano Sergio usai (Cgil, Mario Crò (Uil) e Antonello Corda (Cisl) - altri 10 miliardi previsti nel capitolo dell'assessorato regionale all'ambiente, oltre ai fondi del ministero dei beni culturali che prevedono già nell'annualità 2001 un concorso di cofinanziamento con l'assessorato regionale alla pubblica istruzione di 30 miliardi ripartiti equamente». Sul tema degli interventi i rappresentanti sindacali insistono nell'affermare che" non appare certo credibile, nè giustificabile escludere dagli interventi attivi di messa in sicurezza, ripristino ambientale e bonifiche la sociuetà regionale Igea-Emsa". «Pur comprendendo le regioni politico-legislative che finora hanno osteggiato pesantemente la naturale soluzione della presenza di Igea - puntualizzano ancora Usai, Crò e Corda - rileviamo che la proposta di costituzione di un'Associazione Temporanea di Imprese (ATI) possa, nei fatti, rendere il sistema regionale totalmente subalterno alle esigenze esterne all'isola. Per questo avanziamo la necessità che la Giunta regionale. nell'ambito dei processi di estrenalizzazione dei lavoi, autorizzi Igea alla costituzione di una società mista con l'apporto dei privati locali che, quale braccio operativo dell'ente parco diriga, coordini e realizzi gl interventi di risanamento». La preoccupazione del territorio, condivisa dal sindacato, è sicuramente incentrata sulla possibilità che gli operatori nazionali possano determinare situazioni di ingiusti condizionamenti negli interventi riguardanti la realizzazione del parco geominerario. |
venerdì 13 aprile 2001 |
SULCIS |
IL
PARCO GEOMINERARIO La scelta del sindacato: per Igea un ruolo di primo piano Erminio Ariu IGLESIAS. Vertice in Regione, ieri mattina, tra il presidente della Giunta, Mario Floris e i segretari di Cgil, Cisl e Uil del Sulcis Iglesiente sui problemi del parco geominerario della Sardegna. I rappresentanti sindacali hanno manifestato preoccupazione su quanto sta accadendo a Roma dove i funzionari dei ministeri interessati al Geoparco stanno programmando l'assegnazione di commesse a ditte della penisola sfruttando principalmente i ritardi della Regione sulle modifiche da apportare alla legge 33. «È indispensabile - hanno detto Sergio Usai (Cgil), Mario Crò (Uil) e Antonello Corda (Cisl)- che si eviti in Sardegna la calata delle imprese della penisola che, anche in passato, hanno dimostrato che hanno come unico scopo di fare affari a danno degli interessi del territorio e delle zone dove hanno operato. Ci sono ancora da rimuovere alcuni vincoli anche su altri problemi riguardanti gli aspetti burocratici sul Geoparco. In primo luogo vanno abbattuti gli steccati e i vincoli della politica che stanno rallentando la procedura. Insomma il sindacato ha già tracciato un piano per il ruolo che Igea dovrà svolgere nelle bonifiche delle aree minerarie dismesse. In definitiva non siamo d'accordo che Igea vada ad occupare spazi di subordine. Si può accettare che la società pubblica sia inserita in Associazione temporanea d'imprese ma non per raccogliere le bricciole». L'allarme suscitato dalla notizia che Roma sta già predisponendo il coinvolgimento di imprese continentali per il ripristino ambientale, la messa in sicurezza e la bonifica degli ex cantieri minerari ha già mobilitato i lavoratori Lsu di Igea che si preparano a rispondere adeguatamente all'invasione degli imprenditori di oltre Tirreno se questi non saranno coordinati dalla società pubblica. Perchè Igea sia in grado di coordinare 440 lavoratori occorre una modifica alla legge 33, legge di messa in liquidazione dell'Emsa, che vieta l'assunzione di dipendenti. «Fra qualche giorno il sindacato - ha precisato Sergio Usai - presenterà un piano con le proposte di modifica ma la decisione spetta alla giunta regionale prima e al consiglio dopo». Ieri intanto l'esecutivo regionale, presieduto dal Mario Floris, ha definito le modifiche da apportare alla bozza proposta dal ministero dell'Ambiente sull'istituzione del parco geomineraro. «Si tratta - ha precisato l'assessore al lavoro Matteo Luridiana, - di pochi punti che danno però maggiore elasticità all'accordo; precisano la consistenza dei fondi e offrono maggiori garanzie ai lavoratori e alle imprese sarde. Già dalla prossima settimana - ha assicurato il presidente Floris - si potrà fissare l'incontro conclusivo a Roma per l'approvazione definitiva del documento». In attesa di conoscere le determinazioni della giunta regionale la sesta commissione ha deciso di sospendere l'esame della proposta di legge 197 per l'istituzione dell'agenzia per le risorse geologiche e ambientali (Argea) che dovrebbe gestire la bonifica dei siti minerari interessati al Georparco, dopo aver acquisito i pacchetti azionari di progemisa e Igea. «Il sindacato - hanno aggiunto Crò, Usai e Corda - ha sollecitato nell'imminenza del decreto di attuazione del parco geominerario e della nomina del consiglio provvisorio di gestione, la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori Lsu. C'è da chiarire anche la funzione di Igea che grava per 30 miliardi sul bilancio regionale e, paradossalmente, non è posta in condizioni di poter utilizzare le professionalità nell'intervento di risanamento dei siti partecpiando ad essi solo attraverso subappalti. La chiusura dell'assessorato all'Industria non consente infatti a Igea di prendersi carico di questo intervento». |
giovedì 12 aprile 2001 |
SULCIS |
LE
PROSPETTIVE DEL GEOPARCO «Bonifiche scippate alle nostre professionalità» Erminio Ariu IGLESIAS. Mentre a Cagliari si litiga a Roma si decide contro la Sardegna. Sembra questa la conclusione della "querelle" tra sindacato e giunta regionale sull'avvio degli interventi di bonifica, messa in sicurezza e ripristino ambientale del Parco Geominerario della Sardegna che ha ottenuto finanziamnenti per centinaia di miliardi, pronta cassa, ma a godere di questa valanga di soldi pubblici ancora una volta sono le imprese della penisola che hanno già ottenuto commesse con il lasciapassare dei vari ministeri. Una scelta che taglia fuori energie e professionalità consolidate nel del territorio. Da Roma è rimbalzata, in questi giorni, la notizia che «per l'attuazione del piano di bonifiche delle aree del Geoparco della Sardegna vengono coinvolte esclusivamente imprese continentali, con affidamenti diretti attraverso convenzioni, compomettendo l'utilizzo tecnico-professionale presente nell'isola ed in particolare nella società Igea». Ad ufficializzare le scelte ministeriali è il presidente della sesta Commissione Permanente della Regione Sarda, Nicolò Rassu, che ha inviato una nota al presidente dell'esecutivo regionale, Mario Floris, su quanto si sta decidendo nella capitale. «Come primo provvedimento - precisa Nicolò Rassu invitando Mario Flois ad intervenire - la Commissione ha ritenuto di rinviare l'esame delle decisioni adottate ma si segnala anche l'opportunità e l'esigenza di prevedere e garantire che, nell'ambito dell'intesa Stato-Regione, vengano tutelati il patrimonio e le competenze presenti nella nostra regione». Per inserire Igea negli interventi destinati alla creazione del Geoparco, è noto da tempo, occorre modificare la legge 33. «Sta accadendo l'ennessima beffa a danno dei lavoratori sardi - ha aggiunto Sergio Usai della Cgil -, perchè si sta facendo di tutto per escludere i 440 lavoratori Lsu in Igea e gli altri in cassa integrazione dai lavori di ripristino ambientale. Questa volta poi si sta escludendo una società che dispone delle competenze e delle professionalità che le imprese della penisola non hanno. E' chiaro che se la Regione non interverrà in tempi ristretti sarà necessario far fare una visita ai lavoratori a Cagliari. Questa volta però non ci accontenteremo di promesse». Ieri mattina i segretari sindacali territoriali del Sulcis Iglesiente hanno incontrato il presidente della Sesta commissione permanente e al termine del vertice il sindacato ha lamentato l'indisponibilità della Regione ad intervenire per modificare la legge 33. «Quello che si paventava è accaduto - sostengono Mario Crò e Antonello Corda -, che a ricavare vantaggi della lotta di migliaia di lavoratori, degli amministratori comunali e di alcuni consiglieri regionali siano ditte che non sapevano neppure che quasi 500 lavoratori erano da tre mesi nelle gallerie di Monteponi per ottenere, prima il provvedimento di legge istitutivo del Geoparco, ed infine i finanziamenti che sono arrivati in un'unica soluzione con la finanziaria. Ora si sta cercando di dirottare l'affare in altre regioni e questo non è tollerabile». |
martedì 10 aprile 2001 |
IGLESIAS |
Oggi
in commissione Industria del consiglio regionale Si decide il destino di Igea gfb IGLESIAS. Domani sera la commissione Industria del consiglio regionale sarà chiamata a valutare le modifiche alla legge regionale 33 del 1998, modifiche che porteranno l'Igea fuori dalla galassia Ente Minerario Sardo (da tempo in liquidazione) permettendogli così di dedicarsi al risamamento ambientale delle aree minerarie dismesse. L'acquisizione dei nuovi compiti, favorita dalla presenza delle figure professionali e delle tecnologie, permetterà all'Igea di operare nelle diverse aree del Parco Geominerario e Ambientale, di fare da capogruppo ad eventuali società miste e infine di favorire la stabilizzazione di un congruo numero di lavoratori LSU attualmente impiegati presso la stessa Igea. Alla riunione guardano con apprensione i 480 lavoratori socialmente utili ancora installati nel ridotto del Pozzo Sella dal 5 novembre scorso, e che chiedono in un comunicato "di mantenere fede agli impegni presi con noi lavoratori, sia dai capogruppo consiliari, sia dalla giunta", motivo per il quale si appellano a tutti i partiti "affinchè i lavoratori possano esprimere, il prossimo 13 maggio, un voto libero". L'assemblea regionale che dovrebbe approvare le modifiche alla legge 33, è convocata per il 26 aprile, e il passaggio in commissione sarebbe il viatico per una Pasqua più serena. Altra preoccupazione per gli Lsu del Geoparco, è la posizione delle segreterie regionali confederali, per il rinvio sine die della assemblea congiunta che era stata concordata il 2 aprile. A dividere lavoratori e dirigenti regionali, il ruolo delle imprese chiamate ad occuparli. |