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Pace in galleria tra Delogu e gli operai |
Iglesias.I lavoratori scrivono al sindaco di Cagliari per scusarsi, lui risponde e va a trovarli a Monteponi.E come regalo, domani sera, concerto dell’Ente Lirico in miniera |
Iglesias Una
breve telefonata dalla sala argano della
galleria Villamarina basta a Mariano Delogu
per convincere Mauro Meli ad
autorizzare una trasferta del tutto particolare all’Ente
Lirico. Alcuni orchestrali, domani pomeriggio,
scenderanno nel pozzo Sella per il concerto di
Capodanno. Poche parole via cavo, seguite in diretta
dai lavoratori socialmente utili e dal consigliere
Giampiero Pinna “barricato” in miniera dal 5
novembre, sono sufficienti al primo cittadino di
Cagliari per convincere il Soprintendente dell’Ente
e confezionare il suo regalo agli operai in
lotta. Facendoli così riappacificare dopo le
polemiche dei giorni scorsi. Anche se in realtà la
pace era scoppiata già qualche minuto prima:
quando verso mezzogiorno, all’arrivo in galleria
accompagnato dall’assessore regionale all’Ambiente
Emilio Pani, il sindaco del capoluogo
ha consegnato una lettera a Pinna e ai lavoratori.
Cinzia Simbula
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CRONACA REGIONALE29 dicembre 2000 |
Respinto l’ordine del giorno sul Parco geominerario dopo un tentativo di mediazione del presidente Mario Floris |
Boccata d’ossigeno per la Regione |
l Consiglio regionale ha approvato
ieri sera la legge che autorizza l’esercizio
provvisorio fino al 28 febbraio consentendo così alla
Regione, in attesa che venga approvata la Finanziaria,
di far fronte almeno alle spese obbligatorie. Ha
votato a favore la maggioranza, mentre l’opposizione
non ha partecipato al voto. Non è stata concessa l’urgenza
(mancava la maggioranza qualificata) e, quindi, la
legge entrerà in vigore - come avviene in genere - 15
giorni dopo la pubblicazione sul Buras, il Bollettino
ufficiale della Regione. Durissimo lo scontro tra
maggioranza e opposizione che si è trascinato per
tutta la giornata, incattivito dalla spaccatura su un
ordine del giorno dei capigruppo del centrosinistra a
sostegno del parco Geominerario e dei lavoratori
socialmente utili, che ieri hanno manifestato sotto il
palazzo del Consiglio regionale. Il documento è stato
bocciato dal Consiglio con i 25 sì dell’opposizione
e i 39 no della maggioranza. Una votazione accolta
dalle urla di protesta dei lavoratori socialmente
utili e dei sindacalisti («buffoni, dovreste trovarvi
nella nostra situazione»), trascinati fuori con la
forza dai commessi.
Fabrizio Meloni
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IGLESIAS29 dicembre 2000 |
«La Regione faccia la sua parte» |
La Cisl regionale ha chiesto l’accelerazione
del confronto con la Regione per definire il progetto
di stabilizzazione del Geoparco. Lo ha fatto nei
giorni scorsi dopo l’approvazione dell’emendamento
alla legge finanziaria, licenziato dalla Camera dei
Deputati, che consente dal 2001 di iniziare le
attività per la conservazione, anche per finalità
sociali e produttive, di importanti siti e beni
provenienti dall’attività mineraria.
Contemporaneamente all’avvio del progetto di
stabilizzazione, per la Cisl occorre verificare l’attuazione
del regolamento per rendere fruibile il parco ai
soggetti interessati. Le direttive sindacali sono
state delineate durante la riunione del coordinamento
regionale Cisl dei lavoratori sociali riunito nei
giorni scorsi col segretario regionale Mario Moro e le
strutture interessate di Cagliari, Sassari, Nuoro,
Carbonia e Oristano. L’assemblea ha espresso un
giudizio positivo «sulla proroga del progetto Lsu
Parco Geominerario».
A. M.
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IGLESIAS29 dicembre 2000 |
«Si è già dimesso altre volte, questa volta sia serio» |
Scoppia la polemica tra gli operai
del Geoparco (che come dimostra la foto, ieri mattina
hanno bloccato il traffico in via Roma a Cagliari) e
Daverio Giovannetti. «Probabilmente l’ex senatore
non conosce bene il nostro problema -esordisce
Emanuele Atzei- su 550 lavoratori solo 16 sono ex
calzaturieri, gli altri provengono da realtà
differenti». Nei cantieri del Geoparco, sono
impegnati ex cassaintegrati che lavoravano a
Portovesme, muratori e dipendenti di società che
hanno chiuso i battenti, mandando il personale a casa.
«Sicuramente Giovannetti non sa che l’ottanta per
cento dei dipendenti Igea è composto da impiegati,
funzionari e dirigenti». Le accuse dei lavoratori
contro l’ex parlamentare comunista non si fermano.
«Le sue parole non sono più autorevoli -aggiunge
Atzei- inoltre noi non siamo minatori. Ci consideriamo
i custodi della storia mineraria, promotori di un
nuovo modello di sviluppo». E dagli lsu un invito:
«È la terza volta che il senatore si autosospende
dal partito -polemizza Franco Cubeddu- è ora che lo
faccia veramente».
D. M.
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IGLESIAS28 dicembre 2000 |
L’intervista.Il j’accuse dell’ex senatore: troppi sindaci in cerca di un posto, no alla super-federazione |
«Mi autosospendo dal partito» |
Giovannetti: Giampiero Pinna fa il protagonista come Pili |
«Mi autosospendo dal partito».
Daverio Giovannetti, uno dei principali leader del
vecchio Pci di Iglesias e della Sardegna, senatore in
pensione, protagonista di mille battaglie sindacali,
nonostante l’età e gli acciacchi che gli hanno
minato la salute, è sempre sulla breccia. Partecipa
alle riunioni dei ds (di cui ha preso la tessera), non
è mancato nell’ultimo congresso cittadino che ha
sancito la nomina di Paola Fadda ai vertici della
segreteria, ma ora ha deciso di “urlare” la sua
rabbia per come il partito sta gestendo il delicato
momento della vita politica e sociale del territorio.
Chiude, insomma, il 2000 con un atto di protesta. Se
la prende con Giampiero Pinna - chiuso a Villamarina
dal 5 novembre -, ma punta l’indice anche contro i
vertici dei Ds regionali e quei sindaci che “sgomitano”
alla ricerca di spazio politico.
Antonio Martinelli
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IGLESIASgiovedì 28 dicembre 2000, SS. Innocenti |
IL
PARLAMENTARE DS SALVATORE CHERCHI «La Regione non si è mossa per Geoparco e lavoratori sociali» Fondi comunitari «Nel primo anno hanno raggiunto risultato zero» di Giampaolo Meloni |
IGLESIAS. «Solidarietà parolaia, nessun atto concreto. La Regione sarda è stata totalmente assente nella vicenda del Parco Geomineraio». Salvatore Cherchi, parlamentare diessino, autore della proposta di legge per l'istituzione del Geoparco varata ora con la Finanziaria del governo centrale, attacca duramente l'esecutivo di Mario Floris proprio nel giorno in cui (cioè oggi) il consiglio regionale si appresta a mettere in cantiere un ordine del giorno di impegno sulla questione. «Non hanno saputo impegnare una sola lira», ribadisce. Polemica e sollecitazione insieme. Così il deputato del centrosinistra Salvatore Cherchi spiega le sue parole. «Si sta verificando - osserva - che noi abbiamo approvato la Finanziaria, ormai legge dello Stato essendo stata firmata da Ciampi, e quindi il Parco Geominerario è legge per iniziativa dei parlamentari del centrosinistra, e segnatamente mia». -Il centrodestra come si è mosso? «C'è stato un intervento molto critico dell'onorevole Tassone del Ccd, che ha parlato contro il progetto. Hanno boicottato la legislativa e questo mi ha costretto a mettere la legge in Finanziaria». -Ma ormai è superato. «Lo voglio dire per chiarezza delle posizioni. La legge è arrivata al traguardo (vorrei dire che in parlamento vengono presentate tra le 15 e le ventimila proposte di legge), questa non è stata solo presentata ma è stata seguita nel percorso fino al punto della conclusione». -C'era un'altra strada? «Il Parco poteva essere costituito anche con legge regionale. Ma la Regione è assente nella istituzione del Parco, ne riconosce l'importanza ma di fatto delega al Parlamento un atto che poteva essere tranquillamente adottato dalla stessa Regione». -Si poteva fare? «Non c'è nulla sul piano legislativo, dei poteri che impedisse la legge regionale. Comunque la legge passa. Mancano ora l'Intesa e l'atto costitutivo. Anche in questo caso la Regione dovrebbe avere interesse primario alla costituzione e poi al rapido funzionamento del Parco e tutto ciò che questo rappresenta per le aree minerarie dismesse non solo nel Sulcis Iglesiente: ma anche in questo caso è totalmente assente». -Tempo perso, lei dice? «Il Governo e il ministro Bordon, e prima Ronchi avevano offerto piena disponibilità e piena collaborazione a procedere, in maniera che subito dopo l'approvazione della legge si potesse costituire il Parco, mentre questo è un lavoro ancora tutto da fare». -Vede qualche rischio? «Il rischio è che passino diversi mesi prima che gli atti istitutivi effettivi che sono l'Intesa, il conseguente decreto e l'approvazione dello statuto del Consorzio arrivino in porto. Tra l'altro non dimentichiamo che altri tre mesi e la legislatura è finita, quindi occorre fare in fretta». -In tutta questa vicenda c'è soprattutto il destino dei lavoratori socialmente utili. «La collocazione al lavoro dei lavoratori socialmente utili e, bisogna dire, anche dei giovani. Torniamo ancora una volta al punto. In Finanziaria ci sono le risorse per la stabilizzazione di trentamila lavoratori utili, cioè escono dalla condizione di precarietà e attraverso le convenzioni governo-regioni vengono collocati al lavoro, non precario ma su base contrattuale per almeno diciotto mesi. Di questi trentamila, diecimila sono riservati alle Regioni, per programmi regionali». -Il problema è risolto. «In Finanziaria ci sono risorse e condizioni normative per stabilizzare questi lavoratori. Tutte queste cose potevano essere definite, ma anche qui siamo totalmente per aria, non c'è nessun lavoro fatto dalla Regione». -Il consiglio regionale dovrebbe dichiarare oggi una volontà favorevole al Geoparco. «Oggi voteranno un ordine del giorno che dirà un impegno a fare, che è importante ma non siamo ancora alla realizzazione». - Forse nel confronto sui finanziamenti europei c'è anche questo scenario. «Non sarò qui a ricordare che si cono i soldi dal '94 non spesi. Ma insisto sul punto, decisivo non solo per i lavoratori dell'intera zona: i programmi comunitari. È finito il primo anno, sono oltre undicimila miliardi i fondi che riguardano i programmi comunitari, la Regione sarda, finito il primo anno consuntivizza zero. Cioè, non ha avviato un solo nuovo programma. Anche in questo caso, si dirà, bisogna investire, spendere risorse per il recupero delle aree minerarie dismesse, per il risanamento, d'accordo, tutto importante, ma tutte cose a futura memoria». -Intanto? «Intanto il primo anno è trascorso, questi lavoratori che sono accampati a Monteponi potevano essere già, e voglio dire anche a prescindere dalla legge, collocati in lavori stabili. C'è invece il paradosso che ci sono programmi, progetti, soldi fermi. Il primo anno dei Fondi è trascorso vanamente, non è stata impegnata una sola lira, e questa è la situazione». |
PRIMO PIANOmercoledì 27 dicembre 2000, Santa Famiglia |
Il
vescovo sottoterra con gli ex minatori Iglesias, messa di Natale nel pozzo occupato da Giampiero Pinna Monsignor Pillolla: «Questa galleria come la grotta di Betlemme» Erminio Ariu |
MONTEPONI. Natale 2000 in miniera, trasformata in grotta di Betlemme, per i lavoratori socialmente utili del parco geominerario della Sardegna che nel giorno della natività hanno ricevuto centinaia di visite e attestati di solidarietà da tutta l'isola. Non poteva mancare la santa messa officiata da monsignor Tarcisio Pillolla e dal diacono Nico Grillo della Comunità Emmaus di Iglesias. I minatori hanno sistemato l'altare davanti alla gabbia arrugginita di Pozzo Sella su cui è stato issato il Cristo in legno realizzato dall'artista Pinuccio Sciola. Ad assistere alla messa, oltre al consigliere regionale Giampiero Pinna, che sta occupando la galleria Villamarina da 50 giorni con altri quattro minatori, c'erano uomini politici e sindacalisti. Tra gli altri i sindaci di Iglesias, Paolo Collu, di Fluminimaggiore, di Laconi e i consiglieri regionali Emanuele Sanna, Paolo Fadda e il consulente del ministro dell'Industria, Enrico Letta, Francesco Sanna, oltre ai segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil. «Sono sacerdote da 46 anni - ha detto monsignor Pillolla, - e quindi nell'arco di questo lungo periodo ho celebrato 46 volte la festa della natività: di tutte queste celebrazioni ho un particolare ricordo che mi commuove. Ma sicuramente il Natale che sto vivendo in mezzo a voi avrà un posto privilegiato nella mia mente soprattutto per le analogie che intercorrono con il Natale di Gesù a Betlemme, 2001 anni fa. «Gesù - ha proseguito Pillolla - ha sperimentato i disagi che i poveri vivono sulla loro pelle e sono gli stessi di quanti non hanno lavoro. Uno dei drammi del nostro tempo è la disoccupazione, specialmente quella giovanile. Il non poter disporre di un lavoro è una prova drammatica. Perciò mi rivolgo a quanti, qui presenti, hanno cariche istituzionali perchè facciano il possibile e un po' anche l'impossibile perchè riducano il numero dei disoccupati». Nella miniera di Monteponi il giorno di Natale c'erano oltre 200 lavoratori socialmente utili con le loro famiglie che non accettano più una esistenza basata su un assegno sociale di 800mila lire al mese. «Mi auguro che questa vertenza si concluda in fretta - ha concluso monsignor Pillolla - per dare il giusto riconoscimento a questi lavoratori ma anche perchè Giampiero (Pinna, ndr) torni tra i suoi familiari». Dopo 50 giorni, nonostante il Parlamento abbia approvato definitivamente la finanziaria e quindi anche la legge istitutiva del parco geominerario, i Comuni interessati non hanno ancora approvato lo statuto che dovrà gestire i rapporti tra i vari enti. Giampiero Pinna e i 550 minatori sono decisi a continuare la lotta finchè non saranno certe le regole del parco e finchè gli ex minatori non saranno stabilizzati. La presenza del sindaco di Iglesias ha lasciato intendere che il Comune che dispone del più imponente patrimonio minerario ha abbracciato la lotta dei minatori sardi. Ma con il trascorrere dei giorni il consenso per il parco geominerario si fa più consistente e qualificato. |
27 Dicembre 2000 |
Dobbiamo ragionare su quello che è successo |
L.s.u. Parco Geominerario Storico e Ambientale (Sardegna):i lavoratori L.s.u. del Parco Geominerario Storico
e Ambientale della Sardegna e il consigliere regionale
Giampiero Pinna, che da 50 giorni occupano il Pozzo
Sella della miniera di Monteponi, esprimono la più
viva solidarietà per il vile attentato che ha colpito
la sede del vostro giornale.
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27 dicembre 2000IGLESIAS |
Il vescovo Pillolla: «Qui riviviamo lo stesso clima della nascita di Gesù» |
Monteponi Messa
di Natale nella galleria occupata per i 550 lavoratori
socialmente utili del Parco Geominerario. Il cancello
all’ingresso della galleria Villamarina si è così
aperto per la prima volta al pubblico. O meglio alle
150 persone che con tanto di elmetto bianco hanno
assistito alla messa celebrata da monsignor Tarcisio
Pillolla, vescovo di Iglesias. Pozzo Vittorio, un caso
unico nella storia delle miniere del Sulcis Iglesiente
e delle occupazioni, si è trasformato in chiesa. «In
quarantasei anni di sacerdozio è la prima volta che
celebro la messa in una galleria - ha detto il vescovo
di Iglesias nella sua omelia - qui riviviamo quasi lo
stesso clima della nascita di Gesù. Una grotta, un
ambiente povero e soprattutto tanta speranza». E
proprio ricordando l’attesa, monsignor Pillolla ha
aggiunto:« Gli operai dei lavori socialmente utili
aspettano il parco Geominerario che non risolverà la
disoccupazione, ma sarà almeno un tampone». Davanti
al crocifisso di Pinuccio Sciola, sistemato proprio
sull’ascensore che i minatori usavano raggiungere le
gallerie ai piani inferiori, gli amministratori dei
Comuni minerari e qualche consigliere regionale. Tutti
a portare solidarietà alle tute verdi e a Giampiero
Pinna, il consigliere regionale diessino che ha
iniziato l’occupazione del pozzo il 5 novembre. La
battaglia delle tute verdi comunque non è conclusa.
Per domani è previsto un incontro dei lavoratori a
Cagliari. «Verrà presentato un ordine del giorno
congiunto- ha detto Mario Baraglia- e vogliamo essere
presenti. Devono dimostrarci solidarietà sul campo,
non solo a parole». L’occupazione della galleria di
Monteponi, dovrebbe continuare comunque sino al nuovo
anno. Prima di risolvere la vertenza devono essere
approvati i piani di stabilizzazione, ovvero i
progetti per impegnare i lavoratori socialmente utili,
siglata l’intesa Stato Regione. Alla fine della
messa gli auguri ai lavoratori che all’interno della
galleria hanno allestito il presepe con vecchi
attrezzi usati dai minatori.
Davide Madeddu
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PRIMO PIANOdomenica 24 dicembre 2000, S. Delfino V |
Sciopero
della fame nel pozzo Il consigliere regionale ds Pinna prosegue nell'occupazione Monteponi: dopo cinquanta giorni di vertenza, resta ancora incerta la sorte del parco geominerario e degli Lsu mentre si continuano ad accumulare ritardi Gianfranco Bitti |
IGLESIAS.
Cinquanta giorni ad oggi chiuso in miniera, e la
volontà di continuare ancora a lungo, «almeno fino a
quando non vedremo risultati concreti». Giampiero
Pinna, consigliere regionale e comunale ds, è
scottato dall'esperienza di un anno fa: occupò con
clamore la palazzina liberty Bellavista di Monteponi
per toglierla dalla disponibilità del Comune di
Iglesias. L'aveva occupata precedentemente anche l'allora sindaco Mauro Pili con lo scopo di restituirla all'Igea,perchè avviasse i lavori di restauro già finanziati. Dietro la promessa di un immediato avvio del cantiere da parte della giunta regionale, Pinna restituì le chiavi e lasciò la villa mentre gli operai installavano le transenne ed il cartello di inizio lavori. Villa Bellavista è ancora così come l'aveva riconsegnata, un rudere senza le transenne finte, rubate nel frattempo. «C'è la legge istitutiva, è un successo importante per questa lotta, ma di concreto per l'avvio del parco e la stabilizzazione degli Lsu c'è molto da fare, e ci sono tanti inspiegabili ritardi», dice nella prima conferenza stampa dall'inizio dell'occupazione del Pozzo Vittorio. Pinna, già presidente dell'Ente Minerario Sardo (unico ente regionale disciolto) aveva ereditato l'idea del Parco Geominerario e Ambientale, trasformandola in realtà. «Ho deciso per un atto estremo quando ho saputo, per voce del vicepresidente della Camera, che il progetto di legge si era impantanato in commissione, e non sarebbe passato in questa legislatura - spiega -: una pessima figura nei confronti dell'Unesco, dei tanti che in questi anni si sono spesi gratuitamente per la sua realizzazione». Un'occupazione vecchio stile, con i sacchi a pelo dentro la miniera e il cancello di ferro da presidiare, che nell'ambiente politico è stata accolta da scetticismo e ironie anche pesanti: «Non si concepisce l'idea che un politico si debba spendere fino in fondo in una battaglia per la difesa di un interesse generale, per il mandato che ha ricevuto dagli elettori, senza secondi fini - denuncia - e infatti il parco di Molentargius è fermo, quello del Gennargentu è morto, e malgrado il sacrificio mio e degli Lsu in questa battaglia l'intesa stato-regione, fondamentale per l'avvio del Parco Geominerario e promessa dall'assessore all'ambiente e da altri esponenti politici per i giorni successivi all'approvazione della legge istitutiva, è ancora in alto mare». Nel frattempo la grotta è diventata più confortevole: bagnetto, telefono, fax, internet e televisione, ma l'umidità sfiora il cento per cento, il freddo è infame, alimentato dalla corrente d'aria che attraversa chilometri di cunicoli e caverne. Intanto comincia lo sciopero della fame: «Una risposta ai tanti che ipotizzano un mio interesse personale e particolare che non c'è - annuncia Giampiero Pinna - comincerò con i giorni di festa: Natale, Capodanno e Epifania, poi valuteremo se continuare». Ancora incerta è la costituzione entro breve tempo del Consorzio dei comuni, che gestirà il Parco: molti i sindaci che hanno afferrato al volo la possibilità di avere risorse per risanare il territorio, mentre continua a traccheggiare il sindaco della città che ne avrebbe il maggior vantaggio, Iglesias. |
23 dicembre 2000IGLESIAS |
Il centro sinistra va in miniera Dopo le polemiche arriva il sostegno a Pinna |
La coalizione regionale del Centro
sinistra va in miniera a sostenere la battaglia per il
Parco Geominerario. Dopo le polemiche dei giorni
scorsi e le accuse del consigliere del Ccd, Gianfranco
Tunis, ai compagni di coalizione di Giampiero Pinna, i
capigruppo dell’opposizione in Consiglio regionale,
hanno visitato ieri mattina la galleria Villamarina.
«Senza questa iniziativa di lotta -ha detto Emanuele
Sanna consigliere regionale dei Ds- ci sarebbe stata
la rassegnazione dei lavoratori e l’inerzia delle
istituzioni. Questo è un momento significativo che
trova l’adesione della direzione dei Ds e del centro
sinistra». Non solo. Sanna ha ribadito l’importanza
della bonifica dei siti minerari dismessi anche per
garantire lavoro. «Con l’occupazione ambientale non
si crea assistenza -ha aggiunto- ma le condizioni per
un nuovo sviluppo del territorio». I rappresentanti
regionali hanno poi parlato dell’ordine del giorno
presentato in Consiglio regionale dal centro sinistra
sul parco Geominerario e sulla legge di
stabilizzazione degli Lsu. «Proprio per risolvere
questo problema -ha detto Paolo Fadda, del Ppi-
vorremmo che l’ordine del giorno del 28 dicembre
fosse unitario e votato da tutto il consiglio
Regionale». Fuori dalla galleria invece i lavoratori
si sono riuniti in assemblea per studiare le
iniziative da intraprendere il 28 dicembre. «Una
delegazione -ha riferito un portavoce dei lavoratori-
andrà sicuramente a Cagliari».
D.M.
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23 dicembre 2000IGLESIAS |
Il centro sinistra va in miniera Dopo le polemiche arriva il sostegno a Pinna |
La coalizione regionale del Centro
sinistra va in miniera a sostenere la battaglia per il
Parco Geominerario. Dopo le polemiche dei giorni
scorsi e le accuse del consigliere del Ccd, Gianfranco
Tunis, ai compagni di coalizione di Giampiero Pinna, i
capigruppo dell’opposizione in Consiglio regionale,
hanno visitato ieri mattina la galleria Villamarina.
«Senza questa iniziativa di lotta -ha detto Emanuele
Sanna consigliere regionale dei Ds- ci sarebbe stata
la rassegnazione dei lavoratori e l’inerzia delle
istituzioni. Questo è un momento significativo che
trova l’adesione della direzione dei Ds e del centro
sinistra». Non solo. Sanna ha ribadito l’importanza
della bonifica dei siti minerari dismessi anche per
garantire lavoro. «Con l’occupazione ambientale non
si crea assistenza -ha aggiunto- ma le condizioni per
un nuovo sviluppo del territorio». I rappresentanti
regionali hanno poi parlato dell’ordine del giorno
presentato in Consiglio regionale dal centro sinistra
sul parco Geominerario e sulla legge di
stabilizzazione degli Lsu. «Proprio per risolvere
questo problema -ha detto Paolo Fadda, del Ppi-
vorremmo che l’ordine del giorno del 28 dicembre
fosse unitario e votato da tutto il consiglio
Regionale». Fuori dalla galleria invece i lavoratori
si sono riuniti in assemblea per studiare le
iniziative da intraprendere il 28 dicembre. «Una
delegazione -ha riferito un portavoce dei lavoratori-
andrà sicuramente a Cagliari».
D.M.
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22 dicembre 2000IGLESIAS |
Un incontro (virtuale) col Ministro |
Un faccia a faccia in videoconferenza tra ministro dell’Ambiente Willer Bordon, lavoratori e il consigliere dei Ds Giampiero Pinna. L’iniziativa a sostegno del Geoparco è in programma sabato mattina. Stasera, invece, incontro tra sindaci dei Comuni minerari per la costituzione del consorzio per il Geoparco. Non sono le uniche novità: i Ds di Iglesias hanno diffuso un documento in cui ribadiscono l’importanza del Parco ritenuto fondamentale per lo sviluppo del territorio. (d.m.) |
20 dicembre 2000IGLESIAS |
Un presepe di Sciola in galleria |
Monteponi In
miniera arriva il presepe d’autore e i lavoratori
socialmente utili scrivono ai rappresentanti della
Chiesa. A portare la statua di Gesù bambino, nella
galleria occupata dal 5 novembre da Giampiero Pinna,
consigliere regionale dei Ds, è stato lo scultore
Pinuccio Sciola. Un regalo inaspettato, cui è seguita
anche la visita del vescovo di Iglesias monsignor
Tarcisio Pillolla. Intanto i lavoratori socialmente
utili che occupano la miniera hanno scritto una
lettera all’arcivescovo di Cagliari monsignor
Ottorino Pietro Alberti e a monsignor Pillolla
ricordano il loro dramma. «Siamo purtroppo costretti
a trascorrere il santo Natale sotto terra, lontani
dalle nostre famiglie -scrivono i lavoratori- sino a
quando non avremo garanzie sull’effettiva
costituzione del Geoparco e l’occupazione di tutti i
lavoratori».
D.M.
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22 dicembre 2000IGLESIAS |
Un incontro (virtuale) col Ministro |
Un faccia a faccia in videoconferenza tra ministro dell’Ambiente Willer Bordon, lavoratori e il consigliere dei Ds Giampiero Pinna. L’iniziativa a sostegno del Geoparco è in programma sabato mattina. Stasera, invece, incontro tra sindaci dei Comuni minerari per la costituzione del consorzio per il Geoparco. Non sono le uniche novità: i Ds di Iglesias hanno diffuso un documento in cui ribadiscono l’importanza del Parco ritenuto fondamentale per lo sviluppo del territorio. (d.m.) |
23 dicembre 2000IGLESIAS |
Il centro sinistra va in miniera Dopo le polemiche arriva il sostegno a Pinna |
La coalizione regionale del Centro
sinistra va in miniera a sostenere la battaglia per il
Parco Geominerario. Dopo le polemiche dei giorni
scorsi e le accuse del consigliere del Ccd, Gianfranco
Tunis, ai compagni di coalizione di Giampiero Pinna, i
capigruppo dell’opposizione in Consiglio regionale,
hanno visitato ieri mattina la galleria Villamarina.
«Senza questa iniziativa di lotta -ha detto Emanuele
Sanna consigliere regionale dei Ds- ci sarebbe stata
la rassegnazione dei lavoratori e l’inerzia delle
istituzioni. Questo è un momento significativo che
trova l’adesione della direzione dei Ds e del centro
sinistra». Non solo. Sanna ha ribadito l’importanza
della bonifica dei siti minerari dismessi anche per
garantire lavoro. «Con l’occupazione ambientale non
si crea assistenza -ha aggiunto- ma le condizioni per
un nuovo sviluppo del territorio». I rappresentanti
regionali hanno poi parlato dell’ordine del giorno
presentato in Consiglio regionale dal centro sinistra
sul parco Geominerario e sulla legge di
stabilizzazione degli Lsu. «Proprio per risolvere
questo problema -ha detto Paolo Fadda, del Ppi-
vorremmo che l’ordine del giorno del 28 dicembre
fosse unitario e votato da tutto il consiglio
Regionale». Fuori dalla galleria invece i lavoratori
si sono riuniti in assemblea per studiare le
iniziative da intraprendere il 28 dicembre. «Una
delegazione -ha riferito un portavoce dei lavoratori-
andrà sicuramente a Cagliari».
D.M.
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PRIMO PIANOdomenica 24 dicembre 2000, S. Delfino V |
Sciopero
della fame nel pozzo Il consigliere regionale ds Pinna prosegue nell'occupazione Monteponi: dopo cinquanta giorni di vertenza, resta ancora incerta la sorte del parco geominerario e degli Lsu mentre si continuano ad accumulare ritardi Gianfranco Bitti |
IGLESIAS.
Cinquanta giorni ad oggi chiuso in miniera, e la
volontà di continuare ancora a lungo, «almeno fino a
quando non vedremo risultati concreti». Giampiero
Pinna, consigliere regionale e comunale ds, è
scottato dall'esperienza di un anno fa: occupò con
clamore la palazzina liberty Bellavista di Monteponi
per toglierla dalla disponibilità del Comune di
Iglesias. L'aveva occupata precedentemente anche l'allora sindaco Mauro Pili con lo scopo di restituirla all'Igea,perchè avviasse i lavori di restauro già finanziati. Dietro la promessa di un immediato avvio del cantiere da parte della giunta regionale, Pinna restituì le chiavi e lasciò la villa mentre gli operai installavano le transenne ed il cartello di inizio lavori. Villa Bellavista è ancora così come l'aveva riconsegnata, un rudere senza le transenne finte, rubate nel frattempo. «C'è la legge istitutiva, è un successo importante per questa lotta, ma di concreto per l'avvio del parco e la stabilizzazione degli Lsu c'è molto da fare, e ci sono tanti inspiegabili ritardi», dice nella prima conferenza stampa dall'inizio dell'occupazione del Pozzo Vittorio. Pinna, già presidente dell'Ente Minerario Sardo (unico ente regionale disciolto) aveva ereditato l'idea del Parco Geominerario e Ambientale, trasformandola in realtà. «Ho deciso per un atto estremo quando ho saputo, per voce del vicepresidente della Camera, che il progetto di legge si era impantanato in commissione, e non sarebbe passato in questa legislatura - spiega -: una pessima figura nei confronti dell'Unesco, dei tanti che in questi anni si sono spesi gratuitamente per la sua realizzazione». Un'occupazione vecchio stile, con i sacchi a pelo dentro la miniera e il cancello di ferro da presidiare, che nell'ambiente politico è stata accolta da scetticismo e ironie anche pesanti: «Non si concepisce l'idea che un politico si debba spendere fino in fondo in una battaglia per la difesa di un interesse generale, per il mandato che ha ricevuto dagli elettori, senza secondi fini - denuncia - e infatti il parco di Molentargius è fermo, quello del Gennargentu è morto, e malgrado il sacrificio mio e degli Lsu in questa battaglia l'intesa stato-regione, fondamentale per l'avvio del Parco Geominerario e promessa dall'assessore all'ambiente e da altri esponenti politici per i giorni successivi all'approvazione della legge istitutiva, è ancora in alto mare». Nel frattempo la grotta è diventata più confortevole: bagnetto, telefono, fax, internet e televisione, ma l'umidità sfiora il cento per cento, il freddo è infame, alimentato dalla corrente d'aria che attraversa chilometri di cunicoli e caverne. Intanto comincia lo sciopero della fame: «Una risposta ai tanti che ipotizzano un mio interesse personale e particolare che non c'è - annuncia Giampiero Pinna - comincerò con i giorni di festa: Natale, Capodanno e Epifania, poi valuteremo se continuare». Ancora incerta è la costituzione entro breve tempo del Consorzio dei comuni, che gestirà il Parco: molti i sindaci che hanno afferrato al volo la possibilità di avere risorse per risanare il territorio, mentre continua a traccheggiare il sindaco della città che ne avrebbe il maggior vantaggio, Iglesias. |
27 dicembre 2000IGLESIAS |
Il vescovo Pillolla: «Qui riviviamo lo stesso clima della nascita di Gesù» |
Monteponi Messa
di Natale nella galleria occupata per i 550 lavoratori
socialmente utili del Parco Geominerario. Il cancello
all’ingresso della galleria Villamarina si è così
aperto per la prima volta al pubblico. O meglio alle
150 persone che con tanto di elmetto bianco hanno
assistito alla messa celebrata da monsignor Tarcisio
Pillolla, vescovo di Iglesias. Pozzo Vittorio, un caso
unico nella storia delle miniere del Sulcis Iglesiente
e delle occupazioni, si è trasformato in chiesa. «In
quarantasei anni di sacerdozio è la prima volta che
celebro la messa in una galleria - ha detto il vescovo
di Iglesias nella sua omelia - qui riviviamo quasi lo
stesso clima della nascita di Gesù. Una grotta, un
ambiente povero e soprattutto tanta speranza». E
proprio ricordando l’attesa, monsignor Pillolla ha
aggiunto:« Gli operai dei lavori socialmente utili
aspettano il parco Geominerario che non risolverà la
disoccupazione, ma sarà almeno un tampone». Davanti
al crocifisso di Pinuccio Sciola, sistemato proprio
sull’ascensore che i minatori usavano raggiungere le
gallerie ai piani inferiori, gli amministratori dei
Comuni minerari e qualche consigliere regionale. Tutti
a portare solidarietà alle tute verdi e a Giampiero
Pinna, il consigliere regionale diessino che ha
iniziato l’occupazione del pozzo il 5 novembre. La
battaglia delle tute verdi comunque non è conclusa.
Per domani è previsto un incontro dei lavoratori a
Cagliari. «Verrà presentato un ordine del giorno
congiunto- ha detto Mario Baraglia- e vogliamo essere
presenti. Devono dimostrarci solidarietà sul campo,
non solo a parole». L’occupazione della galleria di
Monteponi, dovrebbe continuare comunque sino al nuovo
anno. Prima di risolvere la vertenza devono essere
approvati i piani di stabilizzazione, ovvero i
progetti per impegnare i lavoratori socialmente utili,
siglata l’intesa Stato Regione. Alla fine della
messa gli auguri ai lavoratori che all’interno della
galleria hanno allestito il presepe con vecchi
attrezzi usati dai minatori.
Davide Madeddu
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24 dicembre 2000IGLESIAS |
Monteponi. |
Continua la protesta nelle gallerie nonostante la definitiva approvazione con la Finanziaria |
«Non basta la legge, vogliamo il Parco» |
Natale e Capodanno nel Pozzo Sella per Pinna e gli ex minatori |
Dal nostro inviato
Stefano Lenza
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23 dicembre 2000IGLESIAS |
Il centro sinistra va in miniera Dopo le polemiche arriva il sostegno a Pinna |
La coalizione regionale del Centro
sinistra va in miniera a sostenere la battaglia per il
Parco Geominerario. Dopo le polemiche dei giorni
scorsi e le accuse del consigliere del Ccd, Gianfranco
Tunis, ai compagni di coalizione di Giampiero Pinna, i
capigruppo dell’opposizione in Consiglio regionale,
hanno visitato ieri mattina la galleria Villamarina.
«Senza questa iniziativa di lotta -ha detto Emanuele
Sanna consigliere regionale dei Ds- ci sarebbe stata
la rassegnazione dei lavoratori e l’inerzia delle
istituzioni. Questo è un momento significativo che
trova l’adesione della direzione dei Ds e del centro
sinistra». Non solo. Sanna ha ribadito l’importanza
della bonifica dei siti minerari dismessi anche per
garantire lavoro. «Con l’occupazione ambientale non
si crea assistenza -ha aggiunto- ma le condizioni per
un nuovo sviluppo del territorio». I rappresentanti
regionali hanno poi parlato dell’ordine del giorno
presentato in Consiglio regionale dal centro sinistra
sul parco Geominerario e sulla legge di
stabilizzazione degli Lsu. «Proprio per risolvere
questo problema -ha detto Paolo Fadda, del Ppi-
vorremmo che l’ordine del giorno del 28 dicembre
fosse unitario e votato da tutto il consiglio
Regionale». Fuori dalla galleria invece i lavoratori
si sono riuniti in assemblea per studiare le
iniziative da intraprendere il 28 dicembre. «Una
delegazione -ha riferito un portavoce dei lavoratori-
andrà sicuramente a Cagliari».
D.M.
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IGLESIAS |
domenica 3 dicembre 2000, S. Francesco Saverio |
CONTROCORRENTE «Non si possono coltivare illusioni su ceneri e sentimenti» Salvatorico Serra La manifestazione per l'anniversario della Monteponi ha un valore particolare nel 2000, anno del giro boa tra la chiusura di un'epoca industriale mineraria e l'avvio di una prospettiva tutta da costruire: c'è il turismo, c'è il Parco Geominerario, c'è la piccola impresa. Ma l'aspetto celebrativo offre anche l'occasione per una lettura controcorrente, provocatoria che qui viene proposta da un appassionato studioso. La società di Monteponi è morta. La Regia Miniera presso Iglesias, in Sardegna, nata nel 1850, successivamente denominata Società di Monteponi fino al 1962, non è più. Chiamata al capezzale della grande sorella e rivale Montevecchio, che già aveva salvato nel 1933 dal clamoroso fallimento con capitali misti Monteponi-Montecatini e da tempo boccheggiante, cambia il proprio assetto azionario e la propria ragione sociale, su idea del grande "gromo" della finanza Enrico Cuccia, in Monteponi & Montevecchio Spa, con capitale di 14 miliardi e 400 milioni, alla cui presidenza è chiamato Paolino Cantore. I grandi protagonisti della gloriosa società: Vesme, Galletti, Pellegrini, Ferraris, Cattaneo e altri sono scomparsi ma la vecchia anima dei grandi pionieri del passato esiste ancora. Sarà il 17 aprile del 1971, dopo 18 giorni di occupazione dei pozzi e degli impianti minerari da parte dei lavoratori e di una esaltante partecipazione delle popolazioni minerarie sarde e delle istituzioni regionali e locali, a porre fine alle tensioni esercitate dalla fredda regola del profitto. La società Monteponi & Montevecchio abbandona il campo dopo avere venduto gli impianti metallurgici all'Ammi e il 7 maggio dello stesso anno venne costituita una nuova società di gestione delle miniere sarde, a prevalente capitale pubblico e sotto il diretto controllo dell'Egam (Ente di gestione aziende minerarie): la Sogersa (società di gestione ristrutturazione miniere sarde), preludio dell'unificazione di tutto il settore minerario in Italia. Il 30 giugno 1971 la Monteponi & Montevecchio rinuncia alle concessioni minerarie e il 20 settembre dello stesso anno, la Sogersa Spa acquisisce tutte le miniere e la gestione diretta con tutto il personale senza soluzione di continuità. Con questa data può essere decretata la fine di quanto era ancora della prestigiosa Società di Monteponi. Fine di una dinastia bancaria di stampo risorgimentale. Quello che verrà dopo è sì frutto di altissima professionalità dei nostri minatori, eredi di una tradizione mineraria sofisticatissima e di altissimo valore scientifico, ma il prezzo del riscatto, delle sofferenze, dei ricatti, umiliazioni e patimenti è scritto nei loro occhi e nelle fredde e drammatiche statistiche minerarie: una lunga scia di sangue versato nei fronti di abbattimento e nella conquista delle più elementari libertà di vita e di lavoro. La grandissima opera del "-200" progettata in tempi "Monteponi" ha subìto, è vero, aggiornamenti ma lungaggini, ripetuti fallimenti non sempre chiari e un enorme spreco di risorse non ha impedito di essere definitivamente abbandonata dalla Mineraria Iglesiente. Quindi attenzione a non giocare sul sentimento di appartenenza dei minatori e grande attenzione, soprattutto a loro, a sconfiggere i provocatori e gli sciacalli ricordando che sono gli stessi che attraverso la protezione doganale sui minerali, la politica di repressione, lo sfruttamento della mano d'opera innescarono tre componenti micidiali che favorirono lo sfascio del settore minerario in Sardegna, messo in luce quando, nel luglio del 1960, venne firmato a Roma il Patto per il progressivo annullamento della protezione doganale. Con quell'atto venne messa a nudo tutta l'aleatorietà del settore e la crisi esplose in maniera drammatica coinvolgendo e portando al collasso intere popolazioni e territori che sino a quel momento vivevano, come fino a qualche anno fa, nella totale dipendenza economica dell'industria estrattiva. Non vogliamo che tornino quei momenti, non vogliamo che si illudano i lavoratori con il turismo minerario sulle ceneri di quello costruito da noi e dai nostri predecessori. Anche quello, se occorre, ma non illusioni. Ai nostri minatori va eretto un monumento all'intelligenza e alla caparbietà perchè hanno capito queste cose. Questa zona non è schierata pregiudizialmente contro nessuno, tutt'altro. È una zona che esprime bisogni di lavoro, di libertà, di solidarietà consapevoli che esistono persone che pur di non perdere privilegi sono capaci di mobilitare eserciti e che per fare questo non esitano neppure a mimetizzarsi tra i lavoratori come "salvatori". Coloro che dal settore minerario hanno guadagnato all'inverosimile fino alla sua chiusura sono gli stessi che vogliono guadagnarci oggi sulle ceneri. Mandiamoli a casa. |
Monteponi, festa e polemiche | ||||||
04 dicembre 2000 | ||||||
Il caso. | ||||||
Irruzione durante la celebrazione del 150º anniversario della società | ||||||
Protesta degli operai: calpestata la nostra dignità | ||||||
Negli anni più floridi occupava
anche diecimila minatori. Oggi i dipendenti sono
appena una pattuglia. La storia e la vita della
società Monteponi, della quale quest’anno ricorre
il centocinquantesimo anniversario della nascita, è
stata raccontata ieri mattina da esperti e
protagonisti. Tecnici di miniera e studiosi si sono
alternati nel descrivere le imprese pionieristiche
di uomini che sono nella storia della città:
Quintino Sella, il conte Carlo Baudi di Vesme,
Erminio Ferraris e Leon Gouin, che progettò la
galleria di scolo lunga 5.874 metri. Da quel
cunicolo defluirono le acque sotterranee per
consentire che i lavoratori raggiungessero i
giacimenti ricchi di blende, calamine e argento.
Antonio Martinellù
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IGLESIAS05 dicembre 2000 |
Una ricorrenza amara per i lavoratori |
in fondo al pozzo con i
lavoratori per festeggiare la patrona delle
miniere e dei minatori. Si è svolta anche a
Monteponi, davanti agli operai in lotta, la festa
per Santa Barbara. A officiare la funzione
religiosa Monsignor Giovanni Cogoni, cui si sono
uniti più tardi il vescovo di Iglesias monsignor
Tarcisio Pillolla, il parroco della frazione don
Armosini e il responsabile della pastorale del
lavoro don Salvatore Benizzi. Una festa amara e
carica di attesa per le 550 tute verdi
che dal 5 novembre occupano la galleria
Villamarina assieme al consigliere regionale dei
Ds Giampiero Pinna. In galleria è andata anche
“zia” Rosina Carta, la minatrice di 83 anni
che aveva già manifestato l’intenzione di
occupare il pozzo. Per il momento non è stata
ancora risolta la vertenza legata ai piani di
stabilizzazione, la cui data di presentazione
scade il 9 dicembre. Una prima soluzione al
problema potrebbe arrivare già domani. I
sindacati hanno chiesto di incontrare, assieme a
una delegazione di lavoratori, il ministro all’Ambiente
Willer Bordon. «Aspettiamo una conferma -spiega
Sergio Usai della Camera del Lavoro- questa
situazione deve essere risolta».
Davide Madedd
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07 dicembre 2000IGLESIAS | |||||
Vertice a Roma «Nessun operaio andrà a casa» | |||||
Una settimana di tempo per la
presentazione dei piani di stabilizzazione e una
certezza: i lavoratori socialmente utili del
Parco Geominerario non saranno rimandati a casa
senza lavoro. Sono i punti principali della
riunione fiume che si è svolta ieri sera a
Roma, dopo la convocazione del Ministero all’Ambiente
e al Lavoro. Un incontro molto importante per i
lavoratori in lotta, a cui hanno partecipato
anche gli assessori regionali all’Ambiente e
al Lavoro e i rappresentanti dei sindacati
confederali regionali. «Nessun operaio verrà
lasciato sulla strada - commenta dopo subito
dopo la riunione, iniziata alle 16, Giampaolo
Diana, della segreteria regionale Cgil - sino al
mese di aprile continueranno a lavorare nei
progetti del Geoparco». Successivamente
dovrebbero essere invece assunti dalle piccole
società imprenditoriali che nel frattempo
dovrebbero insediarsi. Durante l’incontro è
stato inoltre affrontato il tema spinoso dei
piani di stabilizzazione, che dovrebbero
consentire alle 550 tute verdi di poter trovare
un’occupazione sicura. «Per i piani di
stabilizzazione - aggiunge Giampaolo Diana-
dovrebbero intervenire anche l’Insar e Italia
Lavoro». Durante la seduta, cui non hanno
potuto partecipare i lavoratori impegnati nell’occupazione
dei pozzi di Monteponi, assieme al consigliere
regionale dei Ds Giampiero Pinna, c’è stato
anche un piccolo diverbio tra i rappresentanti
del Governo e gli amministratori regionali. «Il
ministero dell’Ambiente - continua Diana- ha
fatto presente che i piani di stabilizzazione
devono essere presentati dalla Regione, cosa che
sino a oggi non è stata fatta». I
rappresentanti del Governo regionale, assieme
alle forze sociali incontreranno la settimana
prossima il governo a Roma per la scelta dei
piani di stabilizzazione, mentre per il 9
prossimo è prevista la convocazione dei sindaci
del Geoparco a Piscinas, per la costituzione del
Consorzio.
Davide Madeddu
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09 dicembre 2000IGLESIAS |
Villamarina, lunedì video conferenza |
Video conferenza dal profondo della miniera Villamarina. È stata allestita per lunedì pomeriggio in occasione di un convegno organizzato dall’associazione per il parco geominerario. Si svolgerà a Monteponi. È molto probabile che venga rivolto un appello al consigliere regionale ds, Giampiero Pinna, affinché abbandoni l’occupazione che si protrae da 33 giorni. Al dibattito parteciperà Simon Frederik, consulente Unesco che ha partecipato alla stesura del progetto. Ci sarà l’assessore regionale Emilio Pani, Salvatore Cherchi, Gian Mario Selis, il coordinatore dei Comuni minerari, Tarcisio Agus, Carlo Muntoni, amministratore Forgea International, Celestina Sanna e Franco Todde vice presidenti dell’associazione. Coordinerà Ottavio Olita, giornalista Rai. (a.m.) |
10 dicembre2000 MEDIOCAMPIDANO | |||||||||||
Riunione a Piscinas per definire l’intesa con Regione e ministero | |||||||||||
I sindaci: la gestione affidata ai Comuni | |||||||||||
Parco geominerario subito | |||||||||||
Arbus La
legge c’è. I finanziamenti anche. La
sicurezza, la salvaguardia e lo sviluppo
economico delle aree minerarie sarde saranno
affidati al “Parco Geominerario storico e
ambientale della Sardegna”. Lo prevede la
finanziaria 2001, in via di approvazione al
Senato, che mette a disposizione sei miliardi
per la sua gestione. Finora l’istituzione
del Parco non ha avuto un cammino agevole e
libero da intralci. C’é da gestire un
patrimonio di altissimo valore non soltanto
sotto il profilo di quella che si usa definire
archeologia industriale, ma per il suo
significato ampiamente storico, tecnico,
scientifico, in qualche caso architettonico.
Di questo patrimonio l’Unesco, l’Organizzazione
delle Nazioni Unite per la cultura e la
scienza, ha riconosciuto l’importanza per l’umanità
intera, ponendolo al primo posto nella rete
mondiale delle aree che meritano speciale
tutela. Una tutela rinvendicata dalle stesse
amministrazioni comunali, ma che non deve
essere fondata su un progetto di territorio
chiuso. Il parco, hanno sempre sostenuto i
sindaci, non deve imporre vincoli che non
siano quelli previsti dalle leggi già
esistenti e nella cui gestione avranno un
ruolo determinante le comunità locali. Per
questo l’Associazione dei Comuni minerari
sardi ha stilato una prima bozza di “Statuto
del Consorzio per la realizzazione e la
gestione del Parco Geominerario”. Per
presentarlo e discuterlo ieri ha convocato a
Piscinas, nell’albergo “Le Dune”, i
sindaci dei cinquantuno comuni nel cui
territorio sono comprese le antiche aree
minerarie. Non a caso è stato scelto questo
hotel, lo ha ricordato il vicesindaco di Arbus
Franco Atzori. Molto tempo fa Le Dune erano i
magazzini a mare della miniera di Ingurtosu e
oggi sono l’unico luogo minerario che ha
ripreso a vivere; le sue arcate spugnate di
rosa e lambite dal mare appaiono testimonianza
eccellente di quel che potrebbe essere fatto
con il recupero delle strutture minerarie.
«Le amministrazioni comunali - ha affermato
Tarcisio Agus, sindaco di Guspini e
coordinatore dell’Associazione dei Comuni
minerari sardi - devono assumere il ruolo di
artefici del parco, che deve essere gestito
unitariamente attraverso il Consorzio. Il
parco deve essere realizzato a misura di
territorio, senza vincoli, e devono essere
fatti salvi gli usi civici ed i diritti reali
delle collettività sociali». «Bisogna fare
in fretta - ha sottolineato Sergio Usai,
segretario territoriale della Cgil del Sulcis
- Bisogna recuperare il tempo perduto. La
bozza deve essere inserita nella prevista
intesa per l’istituzione del parco tra i
ministeri dell’Ambiente, dell’Industria e
dei Beni culturali e la Regione». Il
parlamentare Salvatore Cherchi, promotore
della legge sull’istituzione del Parco, ha
rimarcato che ora tutto è nelle mani delle
amministrazioni comunali. «La legge è
approvata - ha aggiunto - ora non si deve
correre il rischio che il parco nasca fra
tanti anni. Comuni e Regione devono trovare l’intesa
con i ministeri interessati all’istituzione».
Non tutti i sindaci si sono dimostrati
ottimisti. Paolo Collu, sindaco di Iglesias,
non ha nascosto le sue perplessità. «Non ho
posizioni critiche contro i sindacati e gli
ambientalisti - ha rimarcato - ma quest’incontro
doveva essere riservato ai soli sindaci. Ho l’impressione
che sia già stato tutto stabilito. Iglesias
vuole gestire da solo il suo territorio senza
interferenze politiche». La riunione,
conclusasi nel pomeriggio, è stata aggiornata
all’8 gennaio prossimo per dare la
possibilità al “Comitato”, composto da
alcuni sindaci, da rappresentanti sindacali,
di Legambiente e dell’associazione del
parco, di discutere e limare la bozza dello
statuto, che dovrà essere approvata dall’Associazione
dei Comuni minerari.
Gian Paolo Pusceddu
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