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A volte può essere difficile capire se si è intrappolati in una relazione malsana, e molti si accorgono del danno subito solo quando il rapporto è terminato. Questi sono alcuni segni di avvertimento da non dimenticare.

 

le limitazioni

hai paura di esprimere il tuo pensiero o quello che provi, o di chiedere qualcosa di cui hai bisogno? Ti senti come una persona costretta a camminare sulle uova? Se il partner ha abitualmente reazioni forti, esplosive o negative ai pensieri che esprimi, se ti ritrovi a far ruotare la tua vita attorno alle sue potenziali ire, attenzione! La vera intimità si costruisce raccontando verità profonde a chi le sa ascoltare ed è capace di rispondere in modo adeguato

l’indipendenza

stai perdendo contatto con la persona che sei veramente? Stai lentamente diventando qualcun altro per compiacere il partner? Ti vesti in modo diverso o hai cambiato radicalmente le tue opinioni? Non sei più in contatto con gli amici e frequenti solo quelli del partner? Se ti devi seppellire per mandare avanti la relazione, qualcosa non va. Perdere se stessi è un prezzo troppo alto, non c’è relazione al mondo che ne valga la pena

rabbia e paura

per caso il partner ti tiene sotto pressione e ti fa sentire continuamente in colpa quando non fai esattamente quello che vuole? Ha per caso tentato di farti tagliare i ponti con la tua famiglia o con i tuoi amici?

comunicazione verbale

parolacce, insulti, sarcasmo e accuse non sono maniere accettabili di trattare una persona, e in più, se ti sembra di non arrivare mai da nessuna parte quando tenti di parlare, se ti senti eternamente incompreso, se passi troppo tempo a preoccuparti di quello che hai detto o di come sarà interpretato, dati retta a noi, taglia la corda!

che cosa puoi fare

dire “adesso basta”, e intenderlo davvero. Forse questo non cambierà la relazione, ma ti aiuterà a ritrovare forza e fiducia in te stesso, almeno quel tanto che basta per chiederti perché non fuggi da una relazione che ti rende, chiaramente, infelice

dar retta all’istinto, l’unico strumento che può veramente farti capire come ti senti. L’amore non dovrebbe far male, e una buona relazione di coppia aumenta l’autostima, di certo non la distrugge

evitare di pensare “prima o poi lo/a cambierò”. Tanto non funziona. Lavora su te stesso, non sul partner!

credere che la tua sofferenza cambierà le cose. Da che mondo è mondo, l’amore non si compra con il dolore

Anche chi si sposa con convinzione, il giorno prima ha i sudori freddi. Dopotutto, l’impegno a vita è una scelta monumentale. Quello che provi tu è solo normalissima ansia, o è l’istinto che ti dice che stai facendo un errore? Prima che il legame si stringa, ecco sei piccoli punti essenziali:

 

vuoi veramente legarti “per sempre”?

perché adesso?

quanto conosci il tuo partner?

credi nella coppia “a vita”? Mettiti in ascolto della tua verità più profonda. Magari preferivi che tutto rimanesse com’è adesso, magari la tua scelta è più il risultato della pressione sociale che di una vera e propria decisione. E’ facile credere di volersi impegnare quando:

il partner lo vuole davvero

siete stati insieme per tanto tempo, così tanto che la conclusione sembra inevitabile

famiglie e amici vi vogliono insieme per sempre

Queste tre condizioni sono tra le peggiori sulle quali basare una decisione seria. Per avere una vita di coppia felice e duratura, devi prima essere sicuro di essere proprio tu a volerlo

la tua risposta dovrebbe essere chiara e dettagliata. Fai una piccola indagine interiore e assicurati che non ti stai legando perché…

 ti fa sentire più adulto

metterà a posto tutti i problemi della relazione

non ti farà più pensare a quanto è infelice la tua vita

stai cedendo alla pressione sociale, tutti i tuoi amici sono accasati

 

siete stati insieme abbastanza a lungo da conoscervi abbastanza bene? Certo scoprire nuove cose dell’altro è un aspetto gioioso della coppia a lungo termine, ma più cose sai del partner prima di impegnarti, meno saranno le probabilità di scoprire qualità, comportamenti o valori con i quali non sei in grado di convivere

hai idea di cosa voglia dire impegnarsi in una relazione a lungo termine?

avete discusso di come dovrebbe essere la vostra coppia?

hai colto segnali negativi, c’è traccia di qualche problema?

il romanticismo del legame con il tempo tende a scomparire, e prima o poi, a meno di uno sforzo accanito, la patina della normalità finisce per impolverare tutto l’incanto. Stare insieme, sposarsi o convivere, non crea di per sé intimità, felicità e romanticismo; per quello ci vogliono due persone mature, con aspettative realistiche e una gran voglia di impegnarsi

siete sulla stessa lunghezza d’onda? Quali sono le differenze tra voi due, e quanto siete in grado di raggiungere un compromesso? Tutti tendiamo ad avere in mente un copione di come dovrebbe essere la vita di coppia, tuttavia alcune aspirazioni sono negoziabili, altre no. Accertati di poter convivere con quelle del tuo partner

sei d’accordo su come il partner amministra il denaro, le amicizie, i rapporti con la famiglia…?

 

All’inizio del rapporto non potevate stare lontani, ogni sguardo, ogni contatto era elettricità allo stato puro. Il sesso era sconvolgente, il romanticismo era dappertutto, dalle cene a lume di candela ai lunghi baci languidi. Sei ti stai chiedendo dove è finito tutto questo, se sesso e passione sono finiti in coda ai tuoi impegni e vengono dopo il lavoro, i bambini e le bollette, non disperare. Mini-idee per riaccendere la passione.

sappi ciò che vuoi

comunica

crea un tempo per il sesso

chiediti: che cos’è per me il romanticismo? Ne vorrei di più nella mia vita? Quali sono i gesti che preferisco? Com’è un incontro romantico? Che cosa significa il sesso per me, e quanto spesso vorrei farlo? Ho voglia di provare nuove cose? Definisci i tuoi desideri

esprimi ciò che senti, con tatto. La mancanza di comunicazione è uno dei più efficaci deterrenti del romanticismo. Se non sai che cosa vuole il tuo partner chiediglielo, se non sa cosa vuoi tu, diglielo. Non tenere i tuoi desideri per te come fossero un vergognoso segreto. Se nessuno sa che cosa vuoi, di certo non lo otterrai

forse non suona un granché spontaneo, ma purtroppo a volte bisogna proprio riservare uno spazio apposito per l’amore. Probabilmente, come tutti, sei una persona molto occupata, perciò senza un minimo di programmazione il tempo per il sesso non c’è più. Se hai già in mente una scadenza, anticipare mentalmente che cosa succederà può essere veramente eccitante

occupati di te

pratica

sì e no del romanticismo

prima del “noi” c’è sempre l’”io”. Entrambi hanno bisogno di tempo. Il tuo benessere e la tua salute sono le tue priorità, il che significa: dormire abbastanza, curare il proprio corpo, ritagliarsi del tempo per pensare

più si fa l’amore, più lo si farebbe. Almeno così si dice…

le candele. Un piccolo bagliore per creare l’atmosfera

un bagno. Insieme o da soli, per essere “dell’umore giusto”

una buona bottiglia, tanto per gradire

un bigliettino d’amore

una baby-sitter affidabile

no

la televisione. Accendi il partner, spegni la TV

le critiche. Incoraggiatevi a vicenda, coltivate il calore

lo stress. L’amore non vuole pensieri

il sonno. La mancanza del medesimo rende troppo stanchi per l’amore

il lavoro. Chi non lavora non lo fa, chi lavora troppo, pure


Gioie e dolori della coppia: le tre grandi minacce alla felicità
Lavoro, sesso, e figli, sono queste in genere le tre grandi aree problematiche della coppia. Si tratta di tre zone hot, argomenti complessi che possono portare nella coppia un conflitto inesauribile o un’insoddisfazione eterna. Per rimediare non serve molto, qualche piccola strategia può aiutare a ridimensionare i problemi con amore e comprensione. L’importante è rendersi conto dell’esistenza di un problema e di reagire a quella sensazione di blocco che si presenta in tanti legami, che provoca con il tempo risentimento o depressione, e impedisce alle coppie di godere della vicinanza e dell’intimità che invece rappresentano il cuore vitale delle relazioni amorose.

creatività

attività

priorità

pensa in un altro modo. Ferma il mondo che corre a una velocità che non è la tua, e prenditi un po’ di tempo per riflettere. Fai un passo indietro, osserva la tua coppia come se la vedessi da fuori, e chiediti dove e come vorresti vederla diversa. Forse dovreste uscire insieme un po’ di più, forse invece dovreste stare un po’ più soli. Da quanto tempo non vi parlate a cuore aperto, da quando tempo non condividete qualcosa che fa piacere a tutti e due?

non lasciare passivamente che il tuo rapporto si deteriori, non lasciare che vi allontaniate in risposta ai problemi che avete. Se la tua vita sessuale è appannata, trova il tempo, la voglia e l’energia per irrobustirla con nuovo carburante

troppo spesso la vita di coppia finisce in coda a tutte le priorità della vita, perché tendiamo a dimenticare la il legame di coppia è importantissimo per il nostro benessere. Essere amati e sostenuti è uno dei bisogni umani primari che ci consente di vivere, lavorare e gioire pienamente della vita. Non solo meritiamo di essere amati bene, ma amare ed essere amati ci è utile per essere sani e felici

Cuore: zoom su passioni, desideri, fantasmi, ossessioni, armonia, tenerezza…
I tempi cambiano ma l’amore resta in cima all’hit-parade della vita, ma nella tua, che posto occupa? Centrale, prioritario? O è solo uno degli elementi del tuo equilibrio? E in ogni caso, ti va bene così o vorresti vederlo evolvere? Se in questo momento non sei innamorato/a, che cosa hai intenzione di fare perché questa condizione cambi? Forse nulla perché stai bene così in questa fase della tua vita, ma probabilmente prima o poi andrai di nuovo in cerca di emozioni. Di cosa, esattamente? Di notti calde? Di amori a tempo o ancora e sempre, dell’anima gemella?


Zitellaggio: subito o voluto?
Sei un single solitario o sei circondato di amici? Se hai scelto di essere single, hai mai pensato alle ragioni o alle cause della tua scelta? Se invece ami, da quanto tempo, tre settimane o trent’anni? Per la millesima volta o la quinta o la sola e unica della tua vita? Con quale intensità della scala Richter dei sismi sentimentali? Forza 3, come al solito? Forza 6, da un sacco di anni e tutto procede a meraviglia? Forza 8, siete insieme più che mai, e alla sera non vedete l’ora di rivedervi?
 
Hai voglia che duri, e se sì, cosa fai perché sia così? Voi due, sapreste parlare della vostra relazione, dei suoi piaceri e dei suoi tormenti, o preferite rifiugiarvi nel non-detto (a proposito, quale?) a vostro rischio e pericolo? Avete già superato i periodi burrascosi e imparato almeno un po’ a evitare quelli futuri? Se litigate, è sempre per la stessa cosa e seguendo una specie di rituale? Tendete a rimproverarvi a vicenda sempre la stessa cosa? Hai mai cercato di capire perché, magari parlandone con qualcun altro?

Come ami? Un po’ (ho paura di restare da solo), appassionatamente (non posso vivere senza di te), alla follia (mi rovini ma ti amo)? Quanto pensi di conoscere il tuo partner? Hai fatto l’abitudine ai suoi difetti e ai suoi comportamenti, o sono ancora una fonte regolare di arrabbiature e frustrazione? Ti credi capace di amare più di una persona alla volta?
 
Sesso: la tua sessualità è sentimentale (non posso fare l’amore se non amo) o libertina (l’importante, è la fedeltà del cuore)? Nel primo caso, c’è armonia tra la tua relazione sentimentale e la sua dimensione erotica? Supponendo che ci siano aree che possono essere migliorate, sai quali sono, ci pensi spesso, potresti discuterne apertamente con il partner? Sei in fase ascendente (ogni volta è meglio di quella precedente), in dolce declino (due volte alla settimana non è malaccio, e poi c’è la tenerezza), è tutto un ricordo (meno male che resta l’affetto)? Conosci bene la tua sessualità, sai che cosa ti grafica, come chiederlo e come ottenerlo? Conosci i mezzi fisici del tuo desiderio o sei in attesa della compressina miracolosa? Quali sono i tuoi fantasmi erotici più frequenti e inappagati? Che cosa intendi fare, se intendi concretizzarli, per metterli alla prova? Pensi che questo dipenda da te, dal partner o dalla fortuna? In questa fase della tua esistenza, pensi di aver capito che cos’è la sessualità, e pensi di averne la parte che ti spetta? O ti resta ancora molta strada da fare per realizzarti in questo campo? In quest’ultimo caso, che cosa pensi di fare per progredire, con l’aiuto di chi? Ne parli mai, e con chi? Ti informi in merito, cerchi volontariamente nuove esperienze o ti affidi alle circostanze? La sessualità, reale o fantasmatica, è ancora associata a un più o meno vago senso di colpa? Hai identificato l’origine di questo meccanismo, desideri liberartene o in fondo trovi che sia normale? Se sei libertino, questa questione diventa particolarmente interessante. Vivi il tuo piacere pienamente o con un po’ di vergogna? Quali sono i tuoi compromessi con il/i partner/s che frequenti? Sei soddisfatto o vorresti farli/e evolvere?

Qualche piccolo consiglio

risposati

liti in vista? Scrivi

pregiudizi sull’altro sesso

festeggia

qualche anno dopo la prima cerimonia, tanto per ribadire l’impegno reciproco e festeggiare con gli amici e con i figli, hai mai pensato di risposarti? Magari in estate, in campagna. È un modo come un altro per ridare vigore alla coppia

esprimi tutti i tuoi sentimenti, collera, tristezza, ansia, dispiacere, ma non finire la lettera senza parole d’amore. Poi scriviti la risposta che vorresti che il partner ti scrivesse. Poi leggi tutte e due le lettere. È un buon modo per rimettere ordine nei sentimenti e ricominciare il dialogo senza essere accecati dal risentimento

comincia così: gli uomini (o le donne) sono… poi per ogni pregiudizio cerca l’esperienza precisa che lo ha fatto nascere. Serve a prendere un minimo di distanza dalle proprie credenze

regola del gioco: ciascuno porta una persona nuova, del sesso opposto. Tanto per uscire dal quadro convenzionale delle abitudini di relazioni (cerchia di amici, colleghi, vicini…) per allargare il campo delle relazioni. Chi lo sa, magari l’anima gemella è in agguato…

E’ possibile prevedere con ragionevole precisione se una coppia durerà oppure no?
Sì, secondo le ultime ricerche. Che spiegano che non sono né l’amore, né l’armonia sessuale gli elementi decisivi della felicità di coppia. Anzi. Perché il segreto sta …

Esistono fattori predittivi del successo o del fallimento di una relazione? Da qualche anno a questa parte, le ricerche che si sono poste questo interrogativo sono particolarmente rivelatrici.

I ricercatori hanno seguito da vicino numerose coppie per diversi anni, osservando e misurando alcune caratteristiche della loro relazione - per esempio le modalità di comunicazione, il livello di coinvolgimento, l’armonia sessuale, il grado di intimità raggiunto,
e così via.

Dopo alcuni anni le coppie analizzate si potevano dividere in due gruppi – quelle che si sono sciolte o che continuano la relazione con grande insoddisfazione, e quelle che continuano con con qualche problema ma con convinzione. I ricercatori hanno allora controllato se l’appartenenza a uno dei gruppi era in qualche modo collegata alle caratteristiche osservate e registrate all’inizio della ricerca. In altre parole: era possibile prevedere quali coppie avrebbero finito per separarsi?

Gottman e Silver, sulla scorta di una mole davvero impressionante di dati, hanno constatato che alcune caratteristiche consentono in effetti di predire – con notevole precisione – le probabilità di insoddisfazione e di separazione. Le conclusioni dell’indagine sono stupefacenti: gli aspetti positivi di una relazione non possono predirne il successo. Al contrario, il modo in cui le coppie gestiscono le inevitabili divergenze e reagiscono ai conflitti permettono di prevedere con buona accuratezza se una coppia durerà – oppure si avvierà alla separazione.

Divergenze e differenze si presentano presto o tardi in qualunque coppia perché le differenze nei gusti, nei bisogni, nelle priorità e nelle idee tra i partners possono condurre a conflitti di interesse spesso difficili da conciliare. Ciò che è predittivo dello scacco non è il fatto di “litigare” in sé -cioè la presenza di conflitti, né il loro numero, e neppure l’argomento scatenante. Aree di insoddisfazione, conflitti irrisolti e forse irrisolvibili e discussioni talvolta dolorose esistono anche in coppie felici da lunga data.

Nelle coppie infelici o sulla via della separazione, i ricercatori hanno potuto osservare con grande frequenza modi negativi di reagire ai conflitti, modalità di interazione insomma particolarmente nefaste per la sopravvivenza della coppia. Questi modi di litigare scatenano una escalation in cui tutto viene interpretato in modo sempre più negativo. I pensieri e i sentimenti negativi verso il partner diventano così invadenti che nel quotidiano gli aspetti positivi della relazione perdono terreno: non rimane tra i due molta amicizia, né rispetto,
né piacere di stare insieme.

Lo scacco delle relazioni sarebbe quindi dovuto all’erosione che i comportamenti negativi esercitano sugli aspetti positivi. Tanto più che basta un solo atto negativo a controbilanciare molti aspetti positivi.

In altre parole la sopravvivenza di una coppia consisterebbe nel fragile rapporto tra sentimenti negativi e sentimenti positivi, e nella capacità dei protagonisti di gestire gli inevitabili conflitti evitando l’instaurarsi di una escalation negativa perversa.

John Gottman sostiene che dopo aver seguito per anni l’andamento di centinaia di coppie gli è sufficiente osservare un litigio di cinque minuti per determinare con un margine di errore del 9% se una coppia durerà oppure no.

Quando una discussione comincia con toni aspri, con critiche o sarcasmo, molto probabilmente terminerà negli stessi toni lasciando irrisolto il problema che l’aveva causata e questo anche se nel frattempo si sono compiuti sforzi per essere gentili. Le statistiche hanno mostrato che nel 96% dei casi l‘esito di una conversazione di 15 minuti può essere predetto a partire dai primi tre.

Quello che conta non è solo il modo in cui vengono dette le cose, dato che si può essere spietati anche sorridendo, ma la dose di negatività di cui viene intriso il messaggio. Il problema non consiste tanto nella disputa o nell’eventuale espressione della collera: anche le coppie in cui “tutto va bene” hanno discussioni dagli accesi toni emotivi, ma i loro messaggi contengono  molto meno spesso critiche radicali o disprezzo dell’altro. Questo significa che considerazione e rispetto sono fondamentalmente presenti.

Le ricerche di Gottman hanno dimostrato che le coppie che “litigavano male” in laboratorio, cominciando le loro discussioni come abbiamo descritto rischiavano di trovarsi separate nel giro di pochi anni. Il punto è che questo modo di iniziare un litigio mette in moto un meccanismo maligno e progressivo che ha spesso esiti fatali per la coppia.

Gottman ha identificato quattro tipi di negatività che compaiono abitualmente in questo ordine nel corso di una relazione: critica, disprezzo, atteggiamenti difensivi, mutismo.

la critica
con il termine critica intendiamo in questo contesto la    critica della persona o delle sue caratteristiche, del suo carattere o di tratti della sua personalità. Critica è quindi un termine che ha significato diverso rispetto a lamentela o rimprovero, che di solito si riferiscono a un fatto o a un comportamento, più che a una persona. Criticarsi è molto comune nelle coppie, e finché rimane un fenomeno occasionale non è segno di una difficoltà seria. Ma quando criticare diventa un’abitudine frequente e invasiva, allora il danno è inevitabile e apre la via ad altre forme di negatività molto più distruttive per la relazione. E’ quasi impossibile che non si abbia mai nulla da rimproverare al partner – ma ancora una volta, i modi sono tutto

    - “ti avevo chiesto di fare il pieno, non l’hai fatto e ora
      farò tardi”

    è evidentemente diverso dal dire:

    - “non hai fatto il pieno. Non pensi mai a niente

    Nel primo esempio il messaggio esprime una lamentela
    rispetto a un comportamento che ha disatteso un
    impegno, ed è anche una critica. 
    Nel secondo esempio,la critica è centrata sulla persona
    dell’altro, e non sul suo comportamento specifico.

il disprezzo
il passo da critica a disprezzo è molto breve, e il disprezzo consente una certa fantasia espressiva - per esempio il sarcasmo, il cinismo, la collera aggressiva. Quasi inevitabilmente il disprezzo porterà a un'amplificazione dei conflitti, proprio perché invece che tendere alla loro soluzione, chi lo esprime si concentra sull'offendere il partner.

    - “certo che su di te si può sempre contare…”
    - “che cosa vorresti dire?!”
    - “quello che ho detto. Che sei un amore, maturo,
       responsabile e soprattutto affidabile”

Il disprezzo quindi “serve” a ferire l’altro, e a evitare con cura qualunque occasione di addolcire una discussione. Alimentato da pensieri negativi lungamente coltivati a proposito del partner, il disprezzo tende a diventare sempre più globale, a investire cioè progressivamente sempre più caratteristiche o comportamenti dell’altro fino a diventare l’unica chiave di lettura della sua persona. In queste condizioni non si è quasi più disposti a considerare i comportamenti dell’altro che consentirebbero di distinguere le sue caratteristiche in negative e positive - e quindi a sfumare il proprio giudizio - ma si tenderà al contrario a osservare quasi esclusivamente quelle caratteristiche che confermano la propria opinione negativa.

Il disprezzo ha spesso origine da differenze non capite o accettate – nell’esempio che abbiamo dato sopra la differenza sta nella valutazione dell’urgenza e dell’importanza del fare il pieno. Critica e disprezzo non conducono però a una soluzione del problema, e spesso non impediranno il futuro ripetersi di un comportamento sbagliato. Al contrario, entrambi innescheranno una serie più o meno grave di reazioni difensive che condurranno l’altro a giustificarsi, negare o contrattaccare.

Il messaggio dell’altro non viene considerato e anche quando non serve che a giustificarsi, l’atteggiamento difensivo raramente porterà i risultati voluti. Il partner che ha iniziato l’attacco non si ritrarrà e l’altro rincarerà la dose con un’espressione supplementare di disprezzo che avrà come unico risultato di aumentare ancora le reazioni difensive del primo. L’escalation è cominciata e il conflitto ha raggiunto un punto pericoloso dal quale si torna indietro solo dopo aver sparso molto sangue, per esempio perché la posizione difensiva contiene un rimprovero preciso: il problema non sono io, ma tu.

Il mutismo
Questo comportamento è tipicamente maschile e viene osservato nelle coppie alle prese con negatività di lunga data, e che sono imprigionate in un meccanismo negativo dal quale non riescono più a uscire. Quando le discussioni diventano davvero velenose la negatività oltrepassa la soglia di sicurezza e uno dei due può finire per chiudersi a qualunque discorso riguardi l’oggetto del contendere. Chi sceglie il mutismo avrà un atteggiamento che dimostra che non sta ascoltando e farà provare all’altro la sensazione
di inutilità e di impotenza che proverebbe se parlasse con un muro.

Il mutismo è una forma di resistenza passiva ed è espressione di una grandissima aggressività. Disprezzo, indifferenza, critica, disinteresse, mancanza di considerazione – il mutismo li riassume tutti in una forma di ostilità silenziosa ma efficacissima che spezza la discussione senza risolvere il problema, e che ha l’obiettivo più o meno consapevole di portare l’altro alla rabbia più folle.

Gli atteggiamenti difensivi
Alcune persone sono incapaci di reagire durante un conflitto perché quando si sentono attaccate vengono sommerse dalle sensazioni sgradevoli. Per questi soggetti la negatività sotto forma di critica, disprezzo o aggressività difensiva è inaffrontabile, soprattutto se li coglie di sorpresa. Chi è sopraffatto da questa specie di paralisi emotiva farebbe qualunque cosa per evitare che l’aggressione dell’altro si produca e di solito impara abbastanza rapidamente a cogliere i segnali della prossima esplosione del partner. Queste persone cercano soprattutto di difendersi e per farlo tentano di distaccarsi emotivamente dalla rabbia del compagno. Posti in un profondo stato di stress, questi soggetti non facilitano certo la risoluzione dei problemi, anche se in fondo costringono l’altro a non proseguire l’aggressione. In stati di alterazione come questi, le reazioni sono di solito due: la lotta o la fuga. E’ quasi impossibile in queste condizioni elaborare una risposta intellettualmente sofisticata.

Tutte le forme di negatività che abbiamo descritto sono occasionalmente presenti in molte coppie che hanno una relazione stabile – che cioè non sono in una situazione di escalation dei conflitti in direzione della rottura definitiva. Quando invece queste reazioni sono spesso presenti, quasi inevitabilmente i partners si allontaneranno e distaccheranno emotivamente l’uno dall’altro, finendo per sentirsi – ciascuno a suo modo – molto soli.

I conflitti di interesse
- “Con la cifra che abbiamo, ci conviene restare dove siamo. Io non me la sento di imbarcarci in un mutuo pesante, quando avremo accumulato … potremo lanciarci. Del resto, o  tre locali o niente, mi sembra…?”
- “
Sì, sono d’accordo, non mi va un mutuo troppo duro

Questo è un esempio banale di reciproco rinforzo. In questa coppia immaginaria entrambi i protagonisti hanno un’attitudine economicamente conservatrice, e quindi sono concordi nell’accantonare e attendere, piuttosto che rischiare. Può darsi che questa caratteristica – la cautela economica, il fare il passo lungo quanto la gamba – sia stata uno degli elementi che all’inizio li aveva avvicinati, facendo balenare, tra mille altre qualità, l’idea di un futuro economicamente stabile e privo di rischi.

Se però ipotizzassimo che il loro ragionamento si dimostrasse sbagliato nel futuro, per esempio perché hanno tardato troppo e il mercato immobiliare è diventato preda di una forte e duratura speculazione, allora probabilmente vedremmo i due protagonisti trovarsi nell’impossibilità oggettiva di acquistare una casa anche di un solo metro quadro più grande di quella che già abitano, e finire quindi per rinfacciarsi a vicenda l’errore di valutazione iniziale.

Secondo la visione comportamentista, le persone cercano partners con i quali possono sperimentare e anticipare gratificazioni (rinforzi). Tenderanno quindi a cercare compagni che hanno un background simile al loro, tentando così di rendere più probabile il rinforzo reciproco. Anche le differenze, però, possono aumentare questa probabilità, per esempio se un partner è professionalmente ambizioso e l’altro no, quello meno ambizioso potrà trovare in quello che lo è di più un incoraggiamento a prendere decisioni riguardo alla carriera, mentre quello più ambizioso potrà essere spronato a rallentare i tempi e a godersi un po’ di più la vita senza provare sensi di colpa.

Come abbiamo visto nell’esempio, le affinità – ma anche le differenze – che all’inizio hanno favorito l’unione e l’hanno rafforzata per un certo tempo possono condurre a incompatibilità gravide di conseguenze. I partners fittizi del nostro esempio, entrambi economicamente prudenti, sono stati alla fine danneggiati dal mutuo rinforzo che li ha condotti a una posizione estrema le cui conseguenze negative possono causare conflitti gravi.

In genere, secondo Gottman, le differenze, più che le affinità, sono un terreno favorevole allo sviluppo di incompatibilità, e quindi di conflitto. Ciò che aveva procurato attrazione all’inizio può trasformarsi in un difetto insopportabile con l’andare del tempo - per esempio la spinta al carrierismo può essere vissuta a lungo andare come una pressione intollerabile, mentre lo stile rilassato e godereccio può essere visto e giudicato come condannabile pigrizia.

E’ anche vero però che molte incompatibilità che si sviluppano nelle coppie non fanno parte del corredo dell’attrazione iniziale, ma sono conseguenza del fatto che due individui diversi possono non volere le stesse cose nello stesso momento e con uguale intensità. All’inizio delle relazioni queste incompatibilità tendono a venire sminuite dai partners, ma man mano che essi trascorrono sempre più tempo insieme e nelle circostanze più diverse, l’esposizione alle incompatibilità diventa sempre più probabile.

Differenze e incompatibilità possono manifestarsi anche come conseguenza del cambiamento soggettivo delle persone, del loro grado di maturazione individuale che può portare l’uno a essere talvolta profondamente diverso da come l’altro l’aveva conosciuto.

Probabilmente all’inizio di un rapporto i partners tendono a minimizzare le incompatibilità per non sottoporre a eccessiva tensione una relazione che apporta a entrambi una grande, stupefacente felicità. Ciò porta ad accettare di buon grado le perdite temporanee di gratificazione che l’adattamento all’altro inevitabilmente comporta. Ma man mano che l’abitudine al compagno cresce, e se le incompatibilità che i partners si trovano ad affrontare hanno implicazioni molto importanti, uno o entrambi possono cercare di costringere l’altro a comportarsi secondo desideri imposti, dando avvio all’escalation del conflitto.

La coercizione consiste nell’esercitare una pressione sull’altro per spingerlo a comportarsi secondo i propri desideri. Per esempio un partner può cercare di forzare l’altro a condividere la sua vita sociale, anche sapendo che i suoi amici non sono graditi al compagno. Se questo cede, allora chi ha esercitato la costrizione vedrà nel risultato positivo ottenuto un rinforzo che lo renderà ancora più accanito nel comportamento di critica e coercizione. Ma anche il comportamento del partner che ha ceduto viene rinforzato, in quanto cedendo critiche e coercizione sono cessate. Questo significa che per un certo periodo entrambi i comportamenti tenderanno a essere ripetuti.

Il meccanismo però è molto più complesso e perverso. Il partner che ha ceduto ha sperimentato forse un grande fastidio nel frequentare gli amici del compagno, e perciò potrebbe finire per rifiutarsi di partecipare a certi eventi, accettando di essere presente solo ad alcuni. Questo rinforzo intermittente generalmente conduce a una recrudescenza del comportamento rinforzato – in questo caso aumenteranno ancora le critiche e i tentativi di coercizione. Ma non è tutto.

Se all'inizio del processo è richiesta un'energia relativamente bassa per esercitare la coercizione, o per respingerla, la ripetizione dei due comportamenti contrapposti costringerà entrambi i partners a imporre o resistere con forza sempre maggiore: ci vorranno critiche sempre più violente per costringere il partner renitente a uscire, e questi potrebbe richiedere contropartite sempre più massicce per soddisfare le pretese dell'altro.

Con il passare del tempo e l’inasprirsi dell’escalation, entrambi i partners tenderanno a incolpare l’altro e a considerarlo responsabile dei problemi della coppia. Le differenze sono diventate difetti. Inoltre, se la situazione conflittuale non si risolve anzi si estende ad altre aree, i partners tenderanno a identificarsi totalmente con le proprie pretese, soprattutto perché i conflitti comportano privazioni, e queste ultime di solito intensificano i desideri frustrati. Nel nostro esempio, il partner che desidera una vita sociale coniugale lo desidererà sempre più intensamente, e quello che si percepisce come vittima della socialità del compagno elaborerà nuove accuse di insensibilità, egoismo, e così via.  Le differenze finiranno per amplificarsi, e così i comportamenti, le aspettative, le pretese diventeranno sempre più divergenti – in una parola – incompatibili.

I tentativi di riparazione
Quando durante un conflitto di coppia i tentativi di riparazione si dimostrano inutili, si è in presenza di un segno inequivocabile di un serio pericolo per la relazione. Il tentativo di riparazione è un gesto o una parola che hanno lo scopo di ridurre la tensione, stabilire una distanza, rompere il meccanismo emotivo che si è stabilito e in sostanza sdrammatizzare il litigio. Tentare di riparare significa esprimere non solo un’amicizia sempre presente nei confronti del partner, ma anche dimostrargli in maniera indiretta che si tiene a lui/lei.

Se però ci si sente sopraffatti dall’aggressività è difficile notare e rispondere a un segnale positivo offerto dal partner – e il gesto riparatore finirà quindi per cadere nel vuoto.
Anche nelle relazioni in difficoltà è possibile che uno dei partners tenti, o abbia tentato, più volte di offrire all’altro un segno di amicizia, ma accade anche che per uno dei due il rapporto si sia deteriorato a un punto tale che qualunque segnale non aggressivo non viene nemmeno percepito.

- “è incredibile come ti dimentichi sistematicamente degli
   impegni che ti sei assunta
- “
sarebbe a dire?
- “
e me lo chiedi? Che te ne freghi, ecco cosa vuol dire.
   Quattro cose all’anno
le si chiede di fare, e lei cosa fa? Si
   dimentica, ovviamente
- “
OK, ho sbagliato. Vuol dire che mi ammazzerò
- “
Chi, tu? No, guarda, saresti capace di incasinare perfino
   quello…”

Un tentativo di riparazione può assumere molte forme, per esempio una battuta. Ma qualunque sia la struttura del segnale positivo, le ricerche hanno dimostrato che questo non verrà colto se nella coppia manca una buona qualità dell’amicizia e insomma una predominanza dei sentimenti generalmente positivi rispetto a quelli negativi.

Secondo Gottman la presenza delle quattro forme di negatività descritte permette di prevedere la rottura con una precisione dell’82 – del 90% in presenza di fallimento dei tentativi di riparazione. Questo perché alcune coppie riescono a compensare la presenza di negatività proprio per mezzo dei gesti di riparazione: per esempio l’84% delle giovani coppie che presentavano tutte e quattro le forme di negatività descritte da Gottman ma erano capaci di cogliere i segnali di riparazione del partner erano ancora stabili sei anni dopo la fine delle ricerche.

I ricordi comuni
Gottman sostiene di poter prevedere le probabilità di separazione di una coppia semplicemente sentendola raccontare la storia della relazione, descrivere l’incontro, i primi anni insieme, e così via. Le coppie serene tendono a privilegiare il ricordo dei momenti felici, e quando parlano delle difficoltà della relazione lo fanno soprattutto per sottolineare la fierezza di averle superate.

Quando la relazione va male, la coppia tenderà a rivedere tutta la propria storia in senso negativo. La negatività può essere talmente preponderante nella coppia che perfino guardando indietro l’attenzione si fissa sui punti che si prestano a un’interpretazione negativa dell’altro e della relazione in sé. L’interpretazione pessimistica del passato indica a che punto i pensieri e i sentimenti negativi sono diventati onnipresenti: restano ormai pochi ricordi, si tende a dimenticare che cosa si era amato nell’altro, e cosa si amava fare insieme. A questo punto il lavoro del distacco è praticamente compiuto…

Secondo Gottman, sono quattro le tappe finali che indicano lo scacco definitivo della relazione:  

i partners sono convinti di avere dei seri problemi

parlarne sembra inutile, ognuno cerca una soluzione da solo

ciascuno conduce un’esistenza parallela

la solitudine si è radicata nella coppia

I partners hanno raggiunto un grande e reciproco distacco emotivo, e la relazione ha perso valore ai loro occhi. Uno dei due, o entrambi, pensa che ormai resti poco da salvare.
E’ spesso questo il momento in cui uno o entrambi i protagonisti iniziano una relazione extraconiugale, che contrariamente a quanto si pensa di solito spesso non è la causa dello scacco finale, ma piuttosto il segno che la relazione ha raggiunto uno stato avanzato di erosione. Salvare il rapporto è ora molto difficile.

“Non è finita finché non è finita”
Come molti specialisti, anche Gottman ritiene che molte coppie potrebbero ribaltare la situazione, anche in una fase veramente critica della relazione, imparando a orientare meglio gli sforzi.

In pratica, Gottman crede che non sia primario imparare a gestire al meglio i conflitti, quanto concentrare tutti gli sforzi nello sviluppo di un'attitudine complessivamente positiva verso l'altro e verso la relazione - cioè a favorire sentimenti positivi quali l'amicizia e il rispetto dell'altro e delle inevitabili differenze. Secondo Gottman, infatti, i comportamenti e gli atteggiamenti positivi sono il risultato naturale di una disposizione amichevole e affettuosa verso l'altro.

 

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