Home Chi Siamo La Coppia Innamoramento Check-up Coppia 7 Regole d'Oro Desiderio Intimita' Partner Sessualita' Tradimento Distacco Quando e' Finita Comunicazione Contraddizioni Problemi 10 Killer dell'Amore Biografia Link Contatti | |
A
volte può essere difficile capire se si è intrappolati in una
relazione malsana, e molti si accorgono del danno subito solo quando il
rapporto è terminato. Questi sono alcuni
segni di avvertimento da non dimenticare.
le
limitazioni
hai
paura di esprimere il tuo pensiero o quello che provi, o di chiedere qualcosa di
cui hai bisogno? Ti senti come una persona costretta a camminare sulle uova? Se
il partner ha abitualmente reazioni forti, esplosive o negative ai pensieri che
esprimi, se ti ritrovi a far ruotare la tua vita attorno alle sue potenziali
ire, attenzione! La vera intimità si costruisce raccontando verità profonde a
chi le sa ascoltare ed è capace di rispondere in modo adeguato
l’indipendenza
stai
perdendo contatto con la persona che sei veramente? Stai lentamente diventando
qualcun altro per compiacere il partner? Ti vesti in modo diverso o hai cambiato
radicalmente le tue opinioni? Non sei più in contatto con gli amici e frequenti
solo quelli del partner? Se ti devi seppellire per mandare avanti la relazione,
qualcosa non va. Perdere se stessi è un
prezzo troppo alto, non c’è relazione al mondo che ne valga la pena
rabbia
e paura
per
caso il partner ti tiene sotto pressione e ti fa sentire continuamente in colpa
quando non fai esattamente quello che vuole? Ha per caso tentato di farti
tagliare i ponti con la tua famiglia o con i tuoi amici?
comunicazione
verbale
parolacce,
insulti, sarcasmo e accuse non sono maniere accettabili di trattare una persona,
e in più, se ti sembra di non arrivare mai da nessuna parte quando tenti di
parlare, se ti senti eternamente incompreso, se passi troppo tempo a
preoccuparti di quello che hai detto o di come sarà interpretato, dati retta a
noi, taglia la corda!
che
cosa puoi fare
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dire
“adesso basta”, e intenderlo davvero. Forse questo non cambierà la
relazione, ma ti aiuterà a ritrovare forza e fiducia in te stesso, almeno
quel tanto che basta per chiederti perché non fuggi da una relazione che ti
rende, chiaramente, infelice
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dar retta all’istinto, l’unico strumento che può
veramente farti capire come ti senti. L’amore non dovrebbe far male, e
una buona relazione di coppia aumenta l’autostima, di certo non la
distrugge
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evitare
di pensare “prima o poi lo/a cambierò”. Tanto non funziona. Lavora su
te stesso, non sul partner!
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credere che la tua sofferenza cambierà le cose. Da
che mondo è mondo, l’amore non si compra con il dolore
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Anche
chi si sposa con convinzione, il giorno prima ha i sudori freddi. Dopotutto, l’impegno
a vita è una scelta monumentale.
Quello che provi tu è solo normalissima ansia, o è l’istinto che ti dice che
stai facendo un errore? Prima che il legame si stringa, ecco sei
piccoli punti essenziali:
vuoi
veramente legarti “per sempre”?
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perché
adesso?
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quanto
conosci il tuo partner?
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credi
nella coppia “a vita”? Mettiti in ascolto della tua verità
più profonda. Magari preferivi che tutto rimanesse com’è
adesso, magari la tua scelta è più il risultato della
pressione sociale che di una vera e propria decisione. E’
facile credere di volersi impegnare quando:
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il
partner lo vuole davvero
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siete stati insieme
per tanto tempo, così tanto che la conclusione sembra
inevitabile
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famiglie e amici vi
vogliono insieme per sempre
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Queste
tre condizioni
sono tra le peggiori sulle quali basare una decisione seria.
Per avere una vita di coppia felice e duratura, devi prima
essere sicuro di essere proprio
tu a volerlo
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la
tua risposta dovrebbe essere chiara e dettagliata. Fai una
piccola indagine interiore e assicurati che non ti stai
legando perché…
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ti
fa sentire più adulto
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metterà a posto
tutti i problemi della relazione
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non ti farà più
pensare a quanto è infelice la tua vita
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stai
cedendo alla pressione sociale, tutti i tuoi amici sono
accasati
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siete
stati insieme abbastanza a lungo da conoscervi abbastanza
bene? Certo scoprire nuove cose dell’altro è un aspetto
gioioso della coppia a lungo termine, ma più cose sai del
partner prima di impegnarti, meno saranno le probabilità di
scoprire qualità, comportamenti o valori con i quali non sei
in grado di convivere
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hai
idea di cosa voglia
dire impegnarsi in una relazione a lungo termine?
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avete
discusso di come dovrebbe essere la vostra coppia?
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hai
colto segnali negativi, c’è traccia di qualche problema?
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il
romanticismo del legame con il tempo tende a scomparire, e
prima o poi, a meno di uno sforzo accanito, la patina della
normalità finisce per impolverare tutto l’incanto. Stare
insieme, sposarsi o convivere, non crea di per sé intimità,
felicità e romanticismo; per quello ci vogliono due persone
mature, con aspettative realistiche e una gran voglia di
impegnarsi
|
siete
sulla stessa lunghezza d’onda? Quali sono le differenze tra
voi due, e quanto siete in grado di raggiungere un
compromesso? Tutti tendiamo ad avere in mente un copione di
come dovrebbe essere la vita di coppia, tuttavia alcune
aspirazioni sono negoziabili, altre no. Accertati di poter
convivere con quelle del tuo partner
|
sei
d’accordo su come il partner amministra il denaro, le
amicizie, i rapporti con la famiglia…?
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All’inizio
del rapporto non potevate
stare lontani, ogni sguardo, ogni contatto era elettricità allo
stato puro. Il sesso era sconvolgente, il romanticismo era
dappertutto, dalle cene a lume di candela ai lunghi
baci languidi. Sei ti
stai chiedendo dove è finito tutto questo, se sesso e passione sono
finiti in coda ai tuoi impegni e vengono dopo il lavoro, i bambini e
le bollette, non disperare. Mini-idee per riaccendere la passione.
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sappi
ciò che vuoi
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comunica
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crea
un tempo per il sesso
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chiediti:
che cos’è per me il romanticismo? Ne vorrei di più nella
mia vita? Quali sono i gesti che preferisco? Com’è un
incontro romantico? Che cosa significa il sesso per me, e
quanto spesso vorrei farlo? Ho voglia di provare nuove cose?
Definisci i tuoi desideri
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esprimi
ciò che senti, con tatto. La mancanza di comunicazione è uno
dei più efficaci deterrenti del romanticismo. Se non sai che
cosa vuole il tuo partner chiediglielo, se non sa cosa vuoi
tu, diglielo. Non tenere i tuoi desideri per te come fossero
un vergognoso segreto. Se nessuno sa che cosa vuoi, di certo
non lo otterrai
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forse
non suona un granché spontaneo, ma purtroppo a volte bisogna
proprio riservare uno spazio apposito per l’amore.
Probabilmente, come tutti, sei una persona molto occupata,
perciò senza un minimo di programmazione il tempo per il
sesso non c’è più. Se hai già in mente una scadenza,
anticipare mentalmente che cosa succederà può essere
veramente eccitante
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occupati
di te
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pratica
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sì
e no del romanticismo
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prima
del “noi” c’è sempre l’”io”. Entrambi hanno
bisogno di tempo. Il tuo benessere e la tua salute sono le tue
priorità, il che significa: dormire abbastanza, curare il
proprio corpo, ritagliarsi del tempo per pensare
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più
si fa l’amore, più lo si farebbe. Almeno così si dice…
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sì
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le
candele. Un piccolo bagliore per creare l’atmosfera
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un bagno. Insieme o
da soli, per essere “dell’umore giusto”
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una buona
bottiglia, tanto per gradire
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un bigliettino
d’amore
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una baby-sitter
affidabile
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no
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la televisione.
Accendi il partner, spegni la TV
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le critiche.
Incoraggiatevi a vicenda, coltivate il calore
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lo stress.
L’amore non vuole pensieri
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il sonno. La
mancanza del medesimo rende troppo stanchi per l’amore
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il
lavoro. Chi non lavora non lo fa, chi lavora troppo,
pure
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Gioie
e dolori della coppia: le tre grandi minacce alla felicità
Lavoro,
sesso, e figli, sono queste in genere le tre grandi aree problematiche
della coppia. Si tratta di tre zone
hot, argomenti
complessi che possono portare nella coppia un conflitto inesauribile o
un’insoddisfazione eterna. Per rimediare non serve molto, qualche
piccola strategia può aiutare a ridimensionare i problemi con amore e
comprensione. L’importante è rendersi conto dell’esistenza di un
problema e di reagire a quella
sensazione di blocco che si presenta in tanti legami, che provoca
con il tempo risentimento o depressione, e impedisce alle coppie di
godere della vicinanza e dell’intimità che invece rappresentano il
cuore vitale delle relazioni amorose.
creatività
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attività
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priorità
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pensa
in un altro modo. Ferma il mondo che corre a una velocità
che non è la tua, e prenditi un po’ di tempo per
riflettere. Fai un passo indietro, osserva la tua coppia
come se la vedessi da fuori, e chiediti dove e come vorresti
vederla diversa. Forse dovreste uscire insieme un po’ di
più, forse invece dovreste stare un po’ più soli. Da
quanto tempo non vi parlate a cuore aperto, da quando tempo
non condividete qualcosa che fa piacere a tutti e due?
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non
lasciare passivamente che il tuo rapporto si deteriori, non
lasciare che vi allontaniate in risposta ai problemi che
avete. Se la tua vita sessuale è appannata, trova il tempo,
la voglia e l’energia per irrobustirla con nuovo
carburante
|
troppo
spesso la vita di coppia finisce in coda a tutte le priorità
della vita, perché tendiamo a dimenticare la il legame di
coppia è importantissimo per il nostro benessere. Essere
amati e sostenuti è uno dei bisogni umani primari che ci
consente di vivere, lavorare e gioire pienamente della vita.
Non solo meritiamo di essere amati bene, ma amare ed essere
amati ci è utile per essere sani e felici
|
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Cuore:
zoom su passioni, desideri, fantasmi, ossessioni, armonia,
tenerezza…
I tempi cambiano ma l’amore resta in cima all’hit-parade
della vita, ma nella tua, che posto occupa? Centrale,
prioritario? O è solo uno degli elementi del tuo equilibrio? E in
ogni caso, ti va bene così o vorresti vederlo evolvere? Se in questo
momento non sei innamorato/a, che cosa hai intenzione di fare perché
questa condizione cambi? Forse nulla perché stai bene così in questa
fase della tua vita, ma probabilmente prima o poi andrai di nuovo in
cerca di emozioni. Di cosa, esattamente? Di notti calde? Di amori a
tempo o ancora e sempre, dell’anima gemella?
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Zitellaggio: subito o voluto?
Sei un single solitario o sei circondato di amici? Se hai scelto di
essere single, hai mai pensato alle ragioni o alle cause della tua
scelta? Se invece ami, da quanto tempo, tre settimane o trent’anni?
Per la millesima volta o la quinta o la sola e unica della tua vita?
Con quale intensità della scala Richter dei sismi sentimentali? Forza
3, come al solito? Forza 6, da un sacco di anni e tutto procede a
meraviglia? Forza 8, siete insieme più che mai, e alla sera non
vedete l’ora di rivedervi?
Hai voglia che duri, e se sì,
cosa fai perché sia così? Voi due, sapreste parlare della vostra
relazione, dei suoi piaceri e dei suoi tormenti, o preferite
rifiugiarvi nel non-detto (a proposito, quale?) a vostro rischio e
pericolo? Avete già superato i periodi burrascosi e imparato almeno
un po’ a evitare quelli futuri? Se litigate, è sempre per la stessa
cosa e seguendo una specie di rituale? Tendete a rimproverarvi a
vicenda sempre la stessa cosa? Hai mai cercato di capire perché,
magari parlandone con qualcun altro?
Come ami? Un po’ (ho
paura di restare da solo), appassionatamente (non posso vivere senza
di te), alla follia (mi rovini ma ti amo)? Quanto pensi di conoscere
il tuo partner? Hai fatto l’abitudine ai suoi difetti e ai suoi
comportamenti, o sono ancora una fonte regolare di arrabbiature e
frustrazione? Ti credi capace di amare più di una persona alla volta?
Sesso: la tua sessualità
è sentimentale (non posso fare l’amore se non amo) o libertina
(l’importante, è la fedeltà del cuore)? Nel primo caso, c’è
armonia tra la tua relazione sentimentale e la sua dimensione erotica?
Supponendo che ci siano aree che possono essere migliorate, sai quali
sono, ci pensi spesso, potresti discuterne apertamente con il partner?
Sei in fase ascendente (ogni volta è meglio di quella precedente), in
dolce declino (due volte alla settimana non è malaccio, e poi c’è
la tenerezza), è tutto un ricordo (meno male che resta l’affetto)?
Conosci bene la tua sessualità, sai che cosa ti grafica, come
chiederlo e come ottenerlo? Conosci i mezzi fisici del tuo desiderio o
sei in attesa della compressina miracolosa? Quali sono i tuoi fantasmi
erotici più frequenti e inappagati? Che cosa intendi fare, se intendi
concretizzarli, per metterli alla prova? Pensi che questo dipenda da
te, dal partner o dalla fortuna? In questa fase della tua esistenza,
pensi di aver capito che cos’è la sessualità, e pensi di averne la
parte che ti spetta? O ti resta ancora molta strada da fare per
realizzarti in questo campo? In quest’ultimo caso, che cosa pensi di
fare per progredire, con l’aiuto di chi? Ne parli mai, e con chi? Ti
informi in merito, cerchi volontariamente nuove esperienze o ti affidi
alle circostanze? La sessualità, reale o fantasmatica, è ancora
associata a un più o meno vago senso di colpa? Hai identificato
l’origine di questo meccanismo, desideri liberartene o in fondo
trovi che sia normale? Se sei libertino, questa questione diventa
particolarmente interessante. Vivi il tuo piacere pienamente o con un
po’ di vergogna? Quali sono i tuoi compromessi con il/i partner/s
che frequenti? Sei soddisfatto o vorresti farli/e evolvere?
Qualche
piccolo consiglio
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risposati
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liti
in vista? Scrivi
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pregiudizi
sull’altro sesso
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festeggia
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qualche
anno dopo la prima cerimonia, tanto per ribadire l’impegno
reciproco e festeggiare con gli amici e con i figli, hai mai
pensato di risposarti? Magari in estate, in campagna. È un
modo come un altro per ridare vigore alla coppia
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esprimi
tutti i tuoi sentimenti, collera, tristezza, ansia,
dispiacere, ma non finire la lettera senza parole d’amore.
Poi scriviti la risposta che vorresti che il partner ti
scrivesse. Poi leggi tutte e due le lettere. È un buon modo
per rimettere ordine nei sentimenti e ricominciare il dialogo
senza essere accecati dal risentimento
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comincia
così: gli uomini (o le donne) sono… poi per ogni
pregiudizio cerca l’esperienza precisa che lo ha fatto
nascere. Serve a prendere un minimo di distanza dalle proprie
credenze
|
regola
del gioco: ciascuno porta una persona nuova, del sesso
opposto. Tanto per uscire dal quadro convenzionale delle
abitudini di relazioni (cerchia di amici, colleghi, vicini…)
per allargare il campo delle relazioni. Chi lo sa, magari
l’anima gemella è in agguato…
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E’ possibile prevedere con
ragionevole precisione se una coppia durerà oppure no?
Sì, secondo le ultime ricerche. Che spiegano che non sono né l’amore, né
l’armonia sessuale gli elementi decisivi della felicità di coppia. Anzi.
Perché il segreto sta …
Esistono
fattori predittivi del successo o del fallimento di una relazione? Da
qualche anno a questa parte, le ricerche
che si sono poste questo interrogativo sono particolarmente rivelatrici.
I ricercatori hanno seguito da vicino
numerose coppie per diversi anni, osservando e misurando alcune caratteristiche
della loro relazione - per esempio le modalità di comunicazione, il livello di
coinvolgimento, l’armonia sessuale, il grado di intimità raggiunto,
e così via.
Dopo alcuni anni le coppie analizzate si
potevano dividere in due gruppi – quelle che si sono sciolte o che continuano
la relazione con grande insoddisfazione, e quelle che continuano con con qualche
problema ma con convinzione. I ricercatori hanno allora controllato se
l’appartenenza a uno dei gruppi era in qualche modo collegata alle
caratteristiche osservate e registrate all’inizio della ricerca. In altre
parole: era possibile prevedere quali
coppie avrebbero finito per separarsi?
Gottman
e Silver, sulla scorta di una mole davvero impressionante di dati, hanno
constatato che alcune caratteristiche consentono in effetti di predire – con
notevole precisione – le probabilità di insoddisfazione e di separazione. Le
conclusioni dell’indagine sono stupefacenti: gli
aspetti positivi di una relazione non possono predirne il successo. Al
contrario, il modo in cui le coppie gestiscono le inevitabili divergenze e
reagiscono ai conflitti permettono di prevedere con buona accuratezza se una
coppia durerà – oppure si avvierà alla separazione.
Divergenze e differenze si
presentano presto o tardi in qualunque coppia perché le differenze nei gusti,
nei bisogni, nelle priorità e nelle idee tra i partners possono condurre a conflitti
di interesse spesso difficili da conciliare. Ciò che è predittivo dello
scacco non è il fatto di “litigare” in sé -cioè la presenza di conflitti,
né il loro numero, e neppure l’argomento scatenante. Aree di insoddisfazione,
conflitti irrisolti e forse irrisolvibili e discussioni talvolta dolorose
esistono anche in coppie felici da lunga data.
Nelle coppie
infelici o sulla via della separazione, i ricercatori hanno potuto osservare con
grande frequenza modi negativi di reagire ai conflitti, modalità di interazione
insomma particolarmente nefaste per la sopravvivenza della coppia. Questi modi
di litigare scatenano una escalation
in cui tutto viene interpretato in modo sempre più negativo. I pensieri e i
sentimenti negativi verso il partner diventano così invadenti che nel
quotidiano gli aspetti positivi della relazione perdono terreno: non rimane tra
i due molta amicizia, né rispetto,
né piacere di stare insieme.
Lo scacco
delle relazioni sarebbe quindi dovuto all’erosione che i comportamenti
negativi esercitano sugli aspetti positivi. Tanto più che basta un solo atto
negativo a controbilanciare molti aspetti positivi.
In altre
parole la sopravvivenza di una coppia consisterebbe nel fragile rapporto tra
sentimenti negativi e sentimenti positivi, e nella capacità dei protagonisti di
gestire gli inevitabili conflitti evitando l’instaurarsi di una escalation
negativa perversa.
John
Gottman sostiene che dopo aver seguito per anni l’andamento di
centinaia di coppie gli è sufficiente osservare un litigio di cinque minuti per
determinare con un margine di errore del 9% se una coppia durerà oppure no.
Quando una
discussione comincia con toni aspri,
con critiche o sarcasmo, molto
probabilmente terminerà negli stessi toni lasciando irrisolto il problema che
l’aveva causata e questo anche se nel frattempo si sono compiuti sforzi per
essere gentili. Le statistiche hanno mostrato che nel 96% dei casi l‘esito di
una conversazione di 15 minuti può essere predetto a partire dai primi tre.
Quello
che conta non è solo il modo in cui vengono
dette le cose, dato che si può essere spietati anche sorridendo, ma la dose di
negatività di cui viene intriso il messaggio. Il problema non consiste tanto
nella disputa o nell’eventuale espressione della collera: anche le coppie in
cui “tutto va bene” hanno discussioni dagli accesi toni emotivi, ma i loro
messaggi contengono molto meno
spesso critiche radicali o disprezzo dell’altro. Questo significa che
considerazione
e rispetto sono fondamentalmente presenti.
Le
ricerche di Gottman hanno dimostrato che le coppie che “litigavano male” in
laboratorio, cominciando le loro discussioni come abbiamo descritto rischiavano
di trovarsi separate nel giro di pochi anni. Il punto è che questo modo di
iniziare un litigio mette in moto un meccanismo
maligno e progressivo che ha
spesso esiti fatali per la coppia.
Gottman ha identificato quattro
tipi di negatività che compaiono abitualmente in questo ordine nel corso di
una relazione: critica, disprezzo,
atteggiamenti difensivi, mutismo.
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la critica
con il termine critica intendiamo in questo contesto la
critica della persona o delle sue caratteristiche, del suo carattere o di
tratti della sua personalità. Critica è quindi un termine che ha
significato diverso rispetto a lamentela o rimprovero, che di solito
si riferiscono a un fatto o a un comportamento, più che a una persona.
Criticarsi è molto comune nelle coppie, e finché rimane un fenomeno
occasionale non è segno di una difficoltà seria. Ma quando criticare
diventa un’abitudine frequente e invasiva, allora il danno è inevitabile
e apre la via ad altre forme di negatività molto più distruttive per la
relazione. E’ quasi impossibile che non si abbia mai nulla da rimproverare
al partner – ma ancora una volta, i
modi sono tutto…
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- “ti avevo
chiesto di fare il pieno, non l’hai fatto e ora
farò tardi”
è evidentemente
diverso dal dire:
- “non hai
fatto il pieno. Non pensi mai a niente”
Nel primo
esempio il messaggio esprime una lamentela
rispetto a un comportamento che ha disatteso un
impegno, ed è anche una critica.
Nel secondo esempio,la critica è centrata sulla persona
dell’altro, e non sul suo comportamento specifico.
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il disprezzo
il
passo da critica a disprezzo è molto breve, e il disprezzo consente una
certa fantasia espressiva - per esempio il sarcasmo, il cinismo, la collera
aggressiva. Quasi inevitabilmente il disprezzo porterà a un'amplificazione
dei conflitti, proprio perché invece che tendere alla loro soluzione, chi
lo esprime si concentra sull'offendere il partner.
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- “certo
che su di te si può sempre contare…”
- “che cosa vorresti dire?!”
- “quello che ho detto. Che sei
un amore, maturo,
responsabile e soprattutto affidabile”
Il disprezzo quindi “serve” a
ferire l’altro, e a evitare con cura qualunque occasione di addolcire
una discussione. Alimentato da pensieri
negativi lungamente coltivati a proposito del partner, il disprezzo tende a
diventare sempre più globale, a investire cioè progressivamente sempre più
caratteristiche o comportamenti dell’altro fino a diventare l’unica chiave
di lettura della sua persona. In queste condizioni non si è quasi più disposti
a considerare i comportamenti dell’altro che consentirebbero di distinguere le
sue caratteristiche in negative e
positive - e quindi a sfumare il proprio giudizio - ma si tenderà al contrario
a osservare quasi esclusivamente quelle caratteristiche che confermano la
propria opinione negativa.
Il disprezzo ha spesso origine da
differenze non capite o accettate – nell’esempio che abbiamo dato sopra la
differenza sta nella valutazione dell’urgenza e dell’importanza del fare
il pieno. Critica e disprezzo non conducono però a una soluzione del
problema, e spesso non impediranno il futuro ripetersi di un comportamento
sbagliato. Al contrario, entrambi innescheranno una serie più o meno grave di
reazioni difensive che condurranno l’altro a giustificarsi,
negare o contrattaccare.
Il messaggio dell’altro non viene
considerato e anche quando non serve che a giustificarsi, l’atteggiamento
difensivo raramente porterà i risultati voluti. Il partner che ha iniziato
l’attacco non si ritrarrà e l’altro rincarerà la dose con un’espressione
supplementare di disprezzo che avrà come unico risultato di aumentare ancora le
reazioni difensive del primo. L’escalation
è cominciata e il conflitto ha raggiunto un punto pericoloso dal quale si
torna indietro solo dopo aver sparso molto sangue, per esempio perché la
posizione difensiva contiene un rimprovero preciso: il
problema non sono io, ma tu.
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Il
mutismo
Questo comportamento è tipicamente
maschile e viene osservato nelle coppie alle prese con negatività
di lunga data, e che sono imprigionate in un meccanismo negativo dal
quale non riescono più a uscire. Quando le discussioni diventano davvero
velenose la negatività oltrepassa la soglia di sicurezza e uno dei due può
finire per chiudersi a qualunque discorso riguardi l’oggetto del
contendere. Chi sceglie il mutismo avrà un atteggiamento che dimostra che
non sta ascoltando e farà provare all’altro la sensazione
di inutilità e di impotenza che
proverebbe se parlasse con un muro.
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Il mutismo è una forma di resistenza
passiva ed è espressione di una grandissima aggressività. Disprezzo,
indifferenza, critica, disinteresse, mancanza di considerazione – il mutismo
li riassume tutti in una forma di ostilità silenziosa ma efficacissima che
spezza la discussione senza risolvere il problema, e che ha l’obiettivo più o
meno consapevole di portare l’altro alla rabbia più folle.
Gli atteggiamenti
difensivi
Alcune persone sono incapaci di reagire durante un conflitto perché quando
si sentono attaccate vengono sommerse
dalle sensazioni sgradevoli. Per questi soggetti la negatività sotto forma
di critica, disprezzo o aggressività difensiva è inaffrontabile, soprattutto
se
li coglie di sorpresa. Chi è sopraffatto da questa specie di paralisi emotiva
farebbe qualunque cosa per evitare che l’aggressione dell’altro si produca e
di solito impara abbastanza rapidamente a cogliere i segnali della prossima esplosione
del partner. Queste persone cercano soprattutto di difendersi e per farlo
tentano di distaccarsi emotivamente dalla rabbia del compagno. Posti in un
profondo stato di stress, questi soggetti non facilitano certo la risoluzione
dei problemi, anche se in fondo costringono l’altro a non proseguire
l’aggressione. In stati di alterazione come questi, le reazioni sono di solito
due: la lotta o la fuga. E’ quasi
impossibile in queste condizioni elaborare una risposta
intellettualmente sofisticata.
Tutte le forme di negatività che
abbiamo descritto sono occasionalmente
presenti in molte coppie che hanno una relazione stabile – che cioè non sono
in una situazione di escalation dei conflitti in direzione della rottura
definitiva. Quando invece queste reazioni sono spesso presenti, quasi
inevitabilmente i partners si allontaneranno e distaccheranno emotivamente
l’uno dall’altro, finendo per sentirsi – ciascuno a suo modo – molto
soli.
I
conflitti di interesse
-
“Con la cifra che abbiamo, ci conviene restare dove siamo. Io non me la
sento di imbarcarci
in un mutuo pesante, quando avremo accumulato … potremo lanciarci.
Del resto, o tre locali o niente,
mi sembra…?”
- “Sì, sono d’accordo, non mi va un mutuo troppo duro”
Questo
è un esempio banale di reciproco rinforzo.
In questa coppia immaginaria entrambi i protagonisti hanno un’attitudine
economicamente conservatrice, e quindi sono concordi nell’accantonare e
attendere, piuttosto che rischiare. Può darsi che questa caratteristica –
la cautela economica, il fare il passo lungo quanto la gamba – sia stata uno
degli elementi
che all’inizio li aveva avvicinati, facendo balenare, tra mille altre qualità,
l’idea di un futuro economicamente stabile e privo di rischi.
Se
però ipotizzassimo che il loro ragionamento si dimostrasse sbagliato nel
futuro, per esempio perché hanno tardato troppo e il mercato immobiliare è
diventato preda di una forte e duratura speculazione, allora probabilmente
vedremmo i due protagonisti trovarsi nell’impossibilità oggettiva di
acquistare una casa anche di un solo metro quadro più grande di quella che già
abitano, e finire quindi per rinfacciarsi a vicenda l’errore di valutazione
iniziale.
Secondo
la visione comportamentista, le persone cercano partners con i quali possono
sperimentare e anticipare gratificazioni (rinforzi).
Tenderanno quindi a cercare compagni che hanno un background
simile al loro, tentando così di rendere
più probabile il rinforzo reciproco. Anche le differenze, però, possono
aumentare questa probabilità, per esempio se un partner è professionalmente
ambizioso e l’altro no, quello meno ambizioso potrà trovare in quello che lo
è di più un incoraggiamento a prendere decisioni riguardo alla carriera,
mentre quello più ambizioso potrà essere spronato a rallentare i tempi e a
godersi un po’ di più la vita senza provare sensi di colpa.
Come
abbiamo visto nell’esempio, le affinità – ma anche le differenze – che
all’inizio hanno favorito l’unione e l’hanno rafforzata per un certo tempo
possono condurre a incompatibilità gravide di conseguenze. I partners fittizi
del nostro esempio, entrambi economicamente prudenti, sono stati alla fine
danneggiati dal mutuo rinforzo che li ha condotti a una posizione estrema le cui
conseguenze negative possono causare conflitti gravi.
In
genere, secondo Gottman,
le differenze, più che le affinità,
sono un terreno favorevole allo sviluppo di incompatibilità, e quindi di
conflitto. Ciò che aveva procurato attrazione all’inizio può trasformarsi in
un difetto insopportabile con l’andare del tempo - per esempio la spinta al
carrierismo può essere vissuta a lungo andare come una pressione intollerabile,
mentre lo stile rilassato e godereccio può essere visto e giudicato come
condannabile pigrizia.
E’
anche vero però che molte incompatibilità che si sviluppano nelle coppie non
fanno parte del corredo dell’attrazione iniziale, ma sono conseguenza del
fatto che due individui diversi possono non volere le stesse cose nello stesso
momento e con uguale intensità. All’inizio delle relazioni queste
incompatibilità tendono a venire sminuite dai partners, ma man mano che essi
trascorrono sempre più tempo insieme e nelle circostanze più diverse,
l’esposizione alle incompatibilità diventa sempre più probabile.
Differenze
e incompatibilità possono manifestarsi anche come conseguenza del
cambiamento soggettivo delle persone, del loro grado di maturazione
individuale che può portare l’uno a essere talvolta profondamente diverso
da come l’altro l’aveva conosciuto.
Probabilmente
all’inizio di un rapporto i partners
tendono a minimizzare le incompatibilità per non sottoporre a eccessiva
tensione una relazione che apporta a entrambi una grande, stupefacente felicità.
Ciò porta ad accettare di buon grado le
perdite temporanee di gratificazione che l’adattamento all’altro
inevitabilmente comporta. Ma man mano che l’abitudine al compagno cresce, e se
le incompatibilità che i partners si trovano ad affrontare hanno implicazioni
molto importanti, uno o entrambi possono cercare di costringere l’altro a
comportarsi secondo desideri imposti, dando avvio all’escalation
del conflitto.
La
coercizione consiste
nell’esercitare una pressione sull’altro per spingerlo a comportarsi secondo
i propri desideri. Per esempio un partner può cercare di forzare l’altro a
condividere
la sua vita sociale, anche sapendo che i suoi amici non sono graditi al
compagno. Se questo cede, allora chi ha esercitato la costrizione vedrà nel
risultato positivo ottenuto un rinforzo che lo renderà ancora più accanito nel
comportamento di critica e coercizione. Ma anche il comportamento del partner
che ha ceduto viene rinforzato, in quanto cedendo critiche e coercizione sono
cessate. Questo significa che per un certo periodo entrambi i comportamenti
tenderanno a essere ripetuti.
Il
meccanismo però è molto più complesso e perverso. Il partner che ha ceduto ha
sperimentato forse un grande fastidio nel frequentare gli amici del compagno, e
perciò potrebbe finire per rifiutarsi di partecipare a certi eventi, accettando
di essere presente solo ad alcuni. Questo rinforzo
intermittente generalmente conduce a una recrudescenza
del comportamento rinforzato – in questo caso aumenteranno ancora le critiche
e i tentativi di coercizione. Ma non è tutto.
Se
all'inizio del processo è richiesta un'energia relativamente bassa per
esercitare la coercizione, o per respingerla, la ripetizione dei due
comportamenti contrapposti costringerà entrambi i partners a imporre o
resistere con forza sempre maggiore: ci vorranno critiche sempre più
violente per costringere il partner renitente a uscire, e questi potrebbe
richiedere contropartite sempre più massicce per soddisfare le pretese
dell'altro.
Con
il passare del tempo e l’inasprirsi dell’escalation,
entrambi i partners tenderanno a incolpare l’altro e a considerarlo
responsabile dei problemi della coppia. Le
differenze sono diventate difetti. Inoltre, se la situazione conflittuale
non si risolve anzi si estende ad altre aree, i partners tenderanno a
identificarsi totalmente con le proprie pretese, soprattutto perché i
conflitti comportano privazioni, e queste ultime di solito intensificano i
desideri frustrati. Nel nostro esempio, il partner che desidera una vita
sociale coniugale lo desidererà sempre più intensamente, e quello che si
percepisce come vittima della socialità del compagno
elaborerà nuove accuse di insensibilità, egoismo, e così via.
Le differenze finiranno per amplificarsi, e così i comportamenti, le
aspettative, le pretese diventeranno sempre più divergenti – in una parola
– incompatibili.
I
tentativi di riparazione
Quando durante un conflitto di
coppia i tentativi di riparazione si dimostrano inutili, si è in presenza di un
segno inequivocabile di un serio pericolo per la relazione. Il tentativo di
riparazione è un gesto o una parola che hanno lo scopo di ridurre la tensione,
stabilire una distanza, rompere il meccanismo emotivo che si è stabilito e in
sostanza sdrammatizzare il litigio.
Tentare di riparare significa esprimere non solo un’amicizia sempre presente
nei confronti del partner, ma anche dimostrargli in maniera indiretta che si
tiene a lui/lei.
Se
però ci si sente sopraffatti dall’aggressività è difficile notare e
rispondere a un segnale positivo offerto dal partner – e il gesto riparatore
finirà quindi per cadere nel vuoto.
Anche nelle relazioni in difficoltà è possibile che uno dei partners tenti, o
abbia tentato, più volte di offrire
all’altro un segno di amicizia, ma accade anche che per uno dei due il
rapporto si sia deteriorato a un punto tale che qualunque segnale non aggressivo
non viene nemmeno percepito.
-
“è incredibile come ti dimentichi sistematicamente degli
impegni che ti sei assunta”
- “sarebbe a dire?”
- “e me lo chiedi? Che te ne freghi, ecco cosa vuol dire.
Quattro cose all’anno le
si chiede di fare, e lei cosa fa? Si
dimentica, ovviamente”
- “OK, ho sbagliato. Vuol dire che mi ammazzerò”
- “Chi, tu? No, guarda, saresti
capace di incasinare perfino
quello…”
Un
tentativo di riparazione può assumere molte forme, per esempio una battuta. Ma
qualunque sia la struttura del segnale positivo, le ricerche hanno dimostrato
che questo non verrà colto se nella coppia manca una buona qualità
dell’amicizia e insomma una predominanza dei sentimenti generalmente positivi
rispetto a quelli negativi.
Secondo
Gottman la presenza delle quattro forme di negatività descritte permette di
prevedere la rottura con una precisione dell’82 – del 90% in presenza di
fallimento dei tentativi di riparazione. Questo perché alcune
coppie riescono a compensare la presenza di negatività proprio per mezzo dei
gesti di riparazione: per esempio l’84% delle giovani coppie che
presentavano tutte e quattro le forme di negatività descritte da Gottman ma
erano capaci di cogliere i segnali di riparazione del partner erano ancora
stabili sei anni dopo la fine delle ricerche.
I
ricordi comuni
Gottman sostiene di poter prevedere
le probabilità di separazione di una coppia semplicemente sentendola raccontare
la storia della relazione, descrivere l’incontro, i primi anni insieme, e così
via. Le coppie serene tendono a privilegiare
il ricordo dei momenti felici, e quando parlano delle difficoltà della
relazione lo fanno soprattutto per sottolineare la fierezza di averle superate.
Quando
la relazione va male, la coppia tenderà a rivedere tutta la propria storia in
senso negativo. La negatività può essere talmente preponderante nella coppia
che perfino guardando indietro l’attenzione si fissa sui punti che si prestano
a un’interpretazione negativa dell’altro e della relazione in sé.
L’interpretazione pessimistica del passato indica a che punto i
pensieri e i sentimenti negativi sono diventati onnipresenti: restano ormai
pochi ricordi, si tende a dimenticare che cosa si era amato nell’altro, e cosa
si amava fare insieme. A questo punto il lavoro del distacco è praticamente
compiuto…
Secondo
Gottman, sono quattro le tappe finali che indicano lo scacco definitivo della
relazione:
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i
partners sono convinti di avere dei seri problemi
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parlarne
sembra inutile, ognuno cerca una soluzione da solo
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ciascuno
conduce un’esistenza parallela
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la
solitudine si è radicata nella coppia
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I
partners hanno raggiunto un grande e reciproco distacco emotivo, e la relazione
ha perso valore ai loro occhi. Uno dei due, o entrambi, pensa che ormai resti
poco da salvare.
E’ spesso questo il momento in cui uno o entrambi i protagonisti iniziano una
relazione extraconiugale, che contrariamente a quanto si pensa di solito spesso
non è la causa dello scacco finale, ma piuttosto il segno che la relazione ha
raggiunto uno stato avanzato di erosione. Salvare il rapporto è ora molto
difficile.
“Non
è finita finché non è finita”
Come molti specialisti, anche Gottman ritiene che molte coppie potrebbero
ribaltare la situazione, anche in una fase veramente critica della relazione,
imparando a orientare meglio gli sforzi.
In pratica, Gottman crede che non
sia primario imparare a gestire al meglio i conflitti, quanto concentrare tutti
gli sforzi nello sviluppo di un'attitudine complessivamente positiva verso
l'altro e verso la relazione - cioè a favorire sentimenti positivi quali
l'amicizia e il rispetto dell'altro e delle inevitabili differenze. Secondo
Gottman, infatti, i comportamenti e gli atteggiamenti positivi sono il risultato
naturale di una disposizione amichevole e affettuosa verso l'altro.
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