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InnamoratiSpunti di riflessione dalla Psicologia dell’Evoluzione

L'evoluzione della specie umana ha comportato modificazioni anche a livello psicologico. La Psicologia dell'Evoluzione si occupa di studiare tali cambiamenti e le loro implicazioni.  In questo articolo si analizzano i rapporti di coppia dal punto di vista della Psicologia dell'Evoluzione e si propongono delle "regole" (o dei consigli) per migliorare tali rapporti e rendere la coppia duratura.

Cambia la famiglia, cambia la coppia
Forse una volta la parola noi aveva un senso diverso – e più spessore. Meno sentimentale e molto più pragmatico, il noi di quaranta, cinquant’anni fa, aveva un colore diverso, esprimeva “non la famiglia che in questo o quel momento della storia” abitava una casa, “ma la discendenza, il sesso. Una generazione dopo l’altra girava intorno a questo nucleo, a un proprietario dopo l’altro, appunto non tanto come individuo, ma in quanto portatore di un ruolo. Al centro vi era un’idea, un valore, non un ego¹.

Con l’epoca dell’affermazione dell’io, della me-society, e “con la nascita della famiglia borghese, si giunge al formarsi di quel privato e di quell’intimità che caratterizzano la nostra immagine moderna di famiglia¹.

Tramontati i ruoli tradizionali di uomo e donna, che non avrebbero più ragione di essere, oggi “ci si prende la libertà di godersi la vita ora e non solo in un futuro lontano, di sviluppare e coltivare consapevolmente una cultura del piacere, ma anche la libertà di trasformare le proprie esigenze in diritti¹.

Le conseguenze non sono poche, né irrilevanti, perché se nel passato “l’amore faceva esplodere i legami e le norme della comunità”, oggi non è più “il garante della libertà nei confronti degli obblighi sociali, e non incontra più alcuna resistenza. Questo lo porta a ripiegarsi su se stesso e a nutrirsi di se stesso”. Ma non è tutto, perché “ l’amore romantico non può più innescarsi nel contrasto contro gli obblighi e i divieti sociali e trovare qui il suo diritto, ma solo ormai in concorrenza e in opposizione di volta in volta con altri amori”.

Il risultato è “la confusione, l’incomprensione e l’accordo occasionale. L’amore non c’è più.
C’è solo il plurale amori
. O in altri termini e un po’ esagerando, “con la morte dell’amore, con il suo dissolvimento nell’amore parentale, nella passione, nel flirt, nell’erotismo, nell’amore di coppia, nel legame familiare, inizia una massiccia ricerca dell’amore grande, totale

Studi hanno dimostrato che il cervello degli esseri umani nel maschio e nella femmina funziona in maniera diversa, specialmente a livello di attitudini mentali. La donna ha sviluppato un tipo di comunicazione verbale e intuitiva dei sentimenti, per cui il cervello femminile è molto più portato all’intimità, all’interiorità, all’intuizione, all’espressione verbale. L’uomo ha sviluppato un’altra attitudine, per cui eccelle nell’orientamento spazio-temporale, nella logica.

Da questi studi si è capito che il nostro cervello è di una estrema plasticità, la nostra mente si è forgiata nel rapporto con l’ambiente nei secoli, durante l’evoluzione dei secoli. Per quanto riguarda i rapporti di coppia, dalla Psicologia dell’Evoluzione possiamo ricavare due notizie, una buona e una cattiva: la buona è che gli esseri umani sono geneticamente destinati ad innamorarsi, non c’è niente da fare (non tutte le specie di animali o di ominidi conoscono l’innamoramento). Ci si innamora anche con il naso, grazie ai ferormoni, messaggi chimici che la persona che ci fa innamorare emette.
La cattiva notizia è che le coppie non sono necessariamente destinate a restare unite, o a durare eternamente.
E’ naturale arrivare a perdere interesse per il partner, trovarlo poco attraente e accompagnarsi a un’altra persona.

Nel 1987 nel libro "La scimmia nuda", Desmond Morris affermava che la natura (l’evoluzione) porta naturalmente l’uomo verso la coppia. Sembrava un discorso molto fondato, suffragato anche da osservazioni sul comportamento animale: in alcuni pennuti (piccioni) si era scoperta la monogamia. ...poi si è osservato che anche le femmine ed i maschi di piccione tradiscono!

Le femmine tradiscono quando questo giova alla specie (quando avere più amanti serve a tirar su i piccoli). Questo è il concetto evolutivo: l’evoluzione va in ordine all’interesse della specie, l’individuo non conta nulla, conta la specie. Sono i geni del più forte che vanno trasmessi. L’individuo può anche morire, scomparire.

Nella civiltà umana l’evoluzione ha fatto sì che, oltre a trasmettere i geni, sia nata una forte componente genitoriale a servizio del piccolo dell’uomo. L’uomo ha inventato l’amore romantico, l’amore di coppia, che però non è destinato a durare in eterno, è un amore che può anche finire, può esaurirsi. L’idea della sacra famiglia, dal punto di vista scientifico dell’evoluzione, è un mito. 

Sternberg, professore di psicologia e pedagogia a Jale, ha teorizzato un concetto di amore completo, sulla base di tre componenti fondamentali: l’impegno come componente cognitiva, l’intimità come componente emotiva e la passione come componente motivazionale dell’amore. Si può visualizzare l’amore come un triangolo in cui quanto maggiori sono impegno-intimità-passione, tanto più grande è il triangolo e più intenso l’amore.

Amore completo

Nelle ricerche statistiche si è visto tuttavia che col tempo, tutto, all’interno della coppia, tende a diminuire.

Nelle coppie studiate calano: le capacità di comunicare, l’attrazione fisica, il piacere di stare insieme, gli interessi comuni, la capacità d’ascoltare, il rispetto reciproco, il trasporto romantico, tutti dati che Sternberg ha rilevato come naturalmente orientati ad esaurirsi, se non si fa qualcosa. E’ importante dunque sapere cosa aspettarsi col tempo, avere prospettive realistiche, circa quello che si potrà avere. Dunque, dal punto di vista della Psicologia dell'Evoluzione, la coppia serve per indurre il maschio umano a investire nella dimensione genitoriale, in modo che il cucciolo d’uomo abbia due genitori solidali a farlo crescere, questo ha condotto l’evoluzione della specie umana (oltre che il bisogno di trasmettere i geni).

Motivo centrale per cui uomini e donne s’innamorano pare sia il vantaggio genetico dell’avere due genitori dediti al benessere del cucciolo umano. Tuttavia il termine innamoramento, come la parola amore, fa pensare a qualcosa di stabile, di duraturo, di simmetrico, di statico, ma è un’idea fuorviante di amore: proprio per avere un alto investimento parentale maschile la femmina può essere indotta all’infedeltà, per amore della specie anche le donne tradiscono (stiamo parlando sempre dal punto di vista dell’evoluzione della specie).

Darwin era convinto che l’umana fosse l’unica specie animale morale, etica. E’ vero cioè che possiamo decidere, approvare, disapprovare un comportamento, abbiamo la capacità tecnica di condurre una vita ragionevole alla luce della consapevolezza, della memoria, del giudizio; questo per quanto riguarda la psicologia dell’evoluzione della specie. 

Per l’evoluzione nostra, dell’individuo, che spinta abbiamo a vivere in coppia?

Nella nostra evoluzione personale ci sono due momenti fondamentali: si passa dall’autocentrismo all’allocentrismo
L’autocentrismo è nelle primissime fasi della vita (narcisismo primario e narcisismo secondario) quando il bambino non vede altro che se stesso: io, io e basta! Quando l’investimento è tutto in se stessi. Poi c’è l’allocentrismo, quando si arriva all’altruismo: lo spirito naturale porta all’incontro del tu, alla scoperta dell’altro, alla creazione della coppia, con diverse attitudini e sfaccettature: l’attitudine omosessuale, l’attitudine bisessuale e l’attitudine eterosessuale.

In effetti, quando facciamo dei test di orientamento sessuale, lo spettro delle possibilità umane si estende a sette situazioni di soggetti:

esclusivamente eterosessuali 

prevalentemente eterosessuali, ma in alcune circostanze con tendenze omosessuali 

prevalentemente eterosessuali, ma con una forte componente omosessuale 

essenzialmente bisessuali 

omosessuali, ma con una forte componente eterosessuale 

omosessuali, ma in alcune circostanze con tendenze eterosessuali 

esclusivamente omosessuali 

In una recente ricerca fatta a Los Angeles su 11000 studenti universitari, tutti etero dichiarati, è risultato che un terzo (circa 3500) avevano avuto esperienze omosessuali soddisfacenti (in un clima come a Los Angeles e a San Francisco le persone possono riconoscere le proprie componenti omosessuali senza inibizioni).

Silvia Vegetti Finzi nel suo libro "A piccoli passi" fa vedere come si va verso l’eterosessualità, non è detto che tutti ci si debba arrivare: dai tre ai cinque anni il bambino costruisce la sua identità sessuale nel rapporto  passionale con il genitore dell’altro sesso. Quando il processo avviene naturalmente il bambino rinuncia a malincuore a una parte di sé, quella maschile o femminile, e costruisce la propria identità; questa parte di sé a cui rinuncia va nell’inconscio. Ecco perché avere fantasie bisessuali è normale. Però c’è una parte di bambini che, in una specie di delirio di onnipotenza, non cresce perché non rinuncia a niente, né alla parte maschile, né a quella femminile: bisessuali sarebbero gli eterni immaturi, colore che non si decidono ad essere né etero, né omosessuali.

Secondo Willy Pasini i bisessuali si dividono in due tipi: gli immaturi, che non hanno scelto e gli ipermaturi, che hanno deciso di non scegliere, non hanno bisogno di schierarsi. La maggiore o minore diffusione della bisessualità in una società dipende dall’alternante prevalere del modello greco o del modello romano. Per il modello greco possiamo riferirci al 1968, epoca della liberazione sessuale, la pulsione rivolta verso ogni oggetto (il simposio di Platone). Il modello romano è quello che si ferma sull’oggetto, e distingue di un oggetto secondo natura e di un oggetto contro natura (anni ’80). Negli anni ’90 c’è una situazione di conflitto: i due modelli sono in alternanza. Secondo gli studiosi pare che le donne negli anni ’90 siano più a loro agio nella flessibilità totale dei ruoli sessuali.

Gli immaturi, tra i bisessuali, sono inquieti, agitati, tesi, timidi. Gli ipermaturi sono coloro che, con disinvoltura, una volta amano un uomo e una volta una donna. Dagli studi risulta in realtà che le donne si muovono bene in questa dimensione, di solito hanno storie con più uomini. Gli uomini bisessuali hanno qualche donna, ma hanno più uomini, tendono più all’omosessualità. I veri bisessuali sono in realtà pochi. Potrebbe esserci una mancanza di autoriconoscimento, difficoltà a riconoscersi omosessuali.

Martin Valbe nel suo libro "Attrazione duale" ha studiato 800 bisessuali di San Francisco. Ha trovato tante risposte tranquille: una percentuali di questi bisessuali ha un bimenage: stanno contemporaneamente con un uomo e con una donna (circa un terzo). 

Per molti è confortante passare per bisessuali: il lato etero viene vissuto alla luce del sole, il lato omo nell’ombra. Quando Willy Pasini parla di ipermaturi, parla di questo atteggiamento di difesa, di colui che sta bene dov’è, ci si nasconde l’orientamento di fondo più significativo, più profondo, ma ci sono anche varie fasi della vita, verso la vecchiaia, per es. c’è un ritorno all’omosessualità.

La cosa importante sarebbe arrivare all’accettazione della propria sessualità così com’è, e viverla come la migliore per sé, nel proprio momento evolutivo.

 

 
Ma quand’è che la coppia dura? 

Come abbiamo visto, Sternberg descrive tre dimensioni dell'amore di coppia: quella dell’attrazione fisica, della passione (quando si dice "ti desidero"), quella dell’intimità, qui ci sono i sentimenti, l’innamoramento, l’intimità costruita col tempo (cioè il "ti amo") e quella dei fattori cognitivi (cioè del "ti scelgo"). 

Non c’è niente come l’attrazione fisica che generi infatuazione, amori fatui, che durano poco. 
L’attrazione fisica soggiace alla legge dell’assuefazione, dopo un po’ c’è bisogno di cambiare, anche se è già una buona base essere attratti da una persona.

Molta più durata dà la dimensione affettiva, i sentimenti, l’innamoramento. Ma quello che dà stabilità alla coppia è la scelta volontaria, basata su fattori come le affinità elettive, i valori, la storia condivisa (qui ci stanno anche i valori etici, i valori morali e religiosi). Qualcuno sviluppa una coscienza etica illuminata dalla fede, si scopre che si hanno gli stessi valori. L’amore completo e quello che dà stabilità, è questo lato del triangolo, la scelta di non andare sempre là dove ti porta il cuore o l’istinto: si sposa un destino, non solo una persona che piace, si sposa una storia.

Ed ecco alcuni pareri ...

Willy Pasini dice che l’amore che dura è regrediente e progrediente: ciò che unisce una coppia è l’aver fatto insieme un cammino, come due che hanno fatto la guerra, l’università, una vita matrimoniale insieme... Hanno costruito una storia di coppia. Ma non basta il motivo regrediente, ci deve essere anche quello progrediente: bisogna anche condividere i progetti del futuro.

Alberoni afferma che ci deve essere una continua possibilità: da una parte si ha bisogno della sicurezza di amare e di essere amati (amore come intimità), dall’altra c’è un declinarsi continuo tra la fedeltà e la possibilità all’infedeltà. La tranquillità non è un sedersi, un sentirsi arrivati: la realtà è una tensione dinamica.

Caffaro propone invece il desiderio antidivorzio, un sesso più soft, meno consumato, meno frettoloso, che non si brucia nel breve tempo, corroborato dalla dimensione dell’amicizia, con la quale si diventa complici. Non è in fondo importante sapere con chi stare, ma chiedersi " cosa posso diventare, come posso realizzarmi stando accanto a una persona " (fare una tabula presentia e una tabula absentia e valutare i pro e i contro, i vantaggi e gli svantaggi di stare con una persona, serve molto meno, la somma spesso è uguale a zero).

Non pensiamo di essere incanalati in un percorso prestabilito, predisposto. Cerchiamo di integrare i conflitti (il bisogno di avventura e il bisogno di tranquillità): Jung affermava che ognuno ha da realizzare in sé la sintesi complessa, razionale e specifica, delle proprie incompatibilità e contraddizioni.

Dieci regole (o consigli) per stare bene insieme

1. Non pretendete di dividere tutto con il partner. "Separarsi" ogni tanto fa bene: ricorda che oltre all’amore c’è il resto del mondo.

2. Fate sì che i vostri corpi diventino "amici": coltivate il piacere di dormire abbracciati, di toccarvi, di fare la doccia insieme...

3. Trovate un collega con il quale confidarvi e sfogare le eventuali insoddisfazioni professionali: il fidanzato non può assorbire sempre il vostro malcontento. Col tempo potrebbe diventare insofferente.

4. Festeggiate i vostri anniversari. I rituali creano uno stacco dalla routine quotidiana e sono il pretesto per "fare il punto" della situazione affettiva.

5. Non cercate di cambiare il partner. Si può chiedergli di modificare un atteggiamento che vi dà fastidio, ma se non vi accontenta forse è perché non può cambiare.

6. Non rinunciate a sperimentare. Anche se sul piano sessuale tutto funziona a meraviglia, cercate di scoprire le corde più nascoste del vostro erotismo e del suo.

7. Non esagerate in tattiche, strategie, bugie. Il mondo di Beautiful è solo in tv: nella quotidianità, sincerità e comunicazione diretta sono una grande atout per la durata.

8. Giocate con il partner. Soprattutto non vergognatevi di mostrare il vostro lato più infantile e spontaneo: questo dà la misura di quanto potete affidarvi l’una all’altro.

9. Non rovesciate sulla coppia i vostri problemi psicologici. E resistete alla tentazione di usare il partner come uno psicoterapeuta: lui non può aiutarvi realmente (è troppo coinvolto con voi) e prima o poi vi vedrebbe come un paziente da curare, non una persona da amare.

10. Ricordate di dire spesso vostro compagno quello provate per lui. Lo sa già? Non importa: sentirselo ripetere è diverso.  

L'arte di amare

Secondo Erich Fromm per tutti, uomini e donne, l’arte di amare era la più difficile in assoluto. Disciplina, pazienza, concentrazione… un’analisi sorprendente di come l’amore sia una conquista e non un dato di fatto, e un’arte che assomiglia un po’ a un lavoro…

“Per amare una donna è pronta a tutto, perfino a fare l’amore; per fare l’amore un uomo è pronto a tutto, perfino ad amare…”.

La più diffusa aspirazione collettiva – amare ed essere amati – può anche essere fonte di confusione, di disillusione e di sofferenza. In gioco c’è moltissimo: realizzare se stessi e permettere all’altro di realizzarsi, contrastare l’usura del tempo e dell’abitudine, crescere sessualmente…

Erich Fromm (1900-1980), psicoanalista, aveva dell’amore una visione esigente:l’amore non è un sentimento alla portata di tutti”. In completa rottura con la visione romantica  del secolo precedente, che pensava l’amore alla stregua di una possessione incontrollabile, Fromm lo considerava una vera e propria attività: l’amore è “prendere parte a ” e non “lasciarsi prendere”. Chi aspirasse a conoscerlo e sperimentarlo  dovrebbe allora ritenerlo una vera e propria arte: al bando il destino e la freccia di Cupido, ad amare si impara, con volontà e determinazione.

Nel 1956 Fromm consacra un’opera alla sua visione personale dell’amore, e diventa famosissimo in tutto il mondo. Il testo è in consonanza perfetta con lo spirito del tempo: critica al capitalismo e al conformismo sociale, invito alla conoscenza di sé, integrazione della saggezza orientale: al libro non manca alcun elemento, oltre a una visione innovativa, per diventare un successo strepitoso.

“L’arte di amare” non è un ricettario
Secoli dopo l’opera omonima di Ovidio, L’arte di amare di Fromm non si propone di illustrare stratagemmi sentimentali ed erotici a esperti e inesperti, ma piuttosto di cogliere e definire gli ostacoli che possono impedire al sentimento amoroso di trasformarsi in un rapporto pieno e soddisfacente.

Per diventare maestri: un’applicazione costante
“Bisogna procedere come si farebbe con qualunque altra arte, sia essa la musica, la pittura, o la medicina…”. In altre parole, è necessario acquisire un insieme di conoscenze teoriche e poi cercare assiduamente di metterle in pratica. In Fromm arte e artigianato (e arti marziali) sono quasi equivalenti: alla fantasia e all’improvvisazione, Fromm preferiva l’applicazione e la saggezza

L’importanza della disciplina
Prima di lanciarsi nell’arte vera e propria, bisogna “imparare molte altre cose, e spesso prive di legame apparente tra di loro”. Lo scopo è quello di diventare se stessi, cioè “uno strumento nell’esercizio dell’arte”. Alzarsi alla stessa ora, consacrare porzioni del proprio tempo ad attività come la meditazione, la lettura, l’ascolto della musica o le passeggiate, non mangiare o bere troppo – erano questi secondo Fromm princìpi di igiene di vita talmente evidenti da rendere superflua la spiegazione della loro inevitabile influenza sull’esperienza amorosa.

Saper stare da soli, sapersi concentrare
“Imparare a stare soli con se stessi, senza leggere, senza ascoltare la radio, senza fumare né bere”, praticare regolarmente esercizi di rilassamento e respirazione: queste sono le raccomandazioni di Fromm

Saper pazientare
“Cosa potrebbe realizzare la persona in crescita se avesse la pazienza di un bambino nel ricercare ciò che per lui è importante!”. Come il bambino che cade continuamente e malgrado tutto prosegue nei suoi tentativi fino a quando alla fine cammina, colui che si impegna nell’apprendimento di un’arte deve aspettarsi di fallire numerose volte prima di progredire: “se non si riconosce che ogni cosa ha il suo tempo, e se si vogliono forzare le cose, non si riuscirà mai”

Accettare l’altro per quello che è
Secondo Fromm amare vuol dire avere a cuore la vita e la crescita personale dell’altro, provare responsabilità nei suoi confronti e rispettarlo, cioè essere capaci di percepirlo come individuo unico e separato da sé, e adoperarsi perché si realizzi secondo un disegno proprio. L’amore in quanto tale consiste allora (anche) nel lottare contro la nostra percezione dell’altro filtrata dai nostri stessi desideri o dalle nostre paure. Ma come? Per conoscere davvero l’altro, si può “coltivare l’umiltà, l’obiettività e il raziocinio”

La fiducia in se stessi
Ma non basta: avere fiducia significa anche avere fiducia nell’altro, cioè essere certi della “inalterabilità delle sue attitudini fondamentali”, e credere nel suo “potenziale”. La fiducia, secondo Fromm, nasce dalla produttività, ossia bisogna “aver sperimentato la propria capacità di crescita per poter credere in quella dell’altro”. Come sempre, la fiducia richiede coraggio, perché in amore bisogna accettare il rischio di conoscere la sofferenza e la disillusione. E Fromm, lapidario: “se la nostra paura conscia è quella di non essere amati, la nostra vera paura, inconscia, è quella di amare”.

Al lavoro, su se stessi
“L’amore è possibile solo a due persone che comunicano tra di loro a partire dal centro della propria esistenza personale”. E’ solo in questo modo, a prezzo di un lungo lavoro su di sé e del dono integrale di se stessi nella relazione, che gli amanti “fanno tutt’uno l’uno con l’altro”. 45 anni dopo la prima edizione dell’opera, noi diremmo invece che è importante che nell’amore si sia in due anche quando ci si unisce. E potremmo anche dire che nell’arte come in amore il talento è nullo senza l’applicazione, ma è la spontaneità, e non il lavoro, a creare il talento… 

Le statistiche non finiscono più di dircelo: le persone impegnate in una relazione sentimentale sono più felici delle altre. Se però ci guardiamo intorno ci sembra invece che la paura dell’impegno, del fallimento e del divorzio abbiano finito per ridurre la coppia stabile a una pallida alternativa. Prima di trarre le vostre conclusioni, leggete qui….

La coppia tenace: le statistiche dicono che…
Aggregando i dati delle più recenti ricerche, emerge che le coppie felici (e durature) hanno alcune caratteristiche in comune. Ecco quali:

La capacità di gestire le crisi – ovvero come trasformare uno scontro distruttivo in un dialogo costruttivo.
Il che implica, di necessità, un profondo rispetto reciproco e la capacità di litigare per risolvere i conflitti,
e non per inasprirli…

La condivisione dei valori – se le convinzioni morali, spirituali e sociali dei partners coincidono, la relazione ne sarà rafforzata. Viceversa…

Il tempo in comune – le persone che si amano desiderano trascorrere il tempo insieme, e organizzano la propria vita perché questo accada con la maggiore frequenza possibile

La buona comunicazione – cioè la capacità di parlare e di ascoltare andando oltre le supposizioni, le allusioni e i pregiudizi. Insomma, parlare per farsi capire, ascoltare per capire, e lamentarsi quando è il caso

La stima reciproca – quando c’è, si nota. I partners tendono a sottolinearla nel loro rapporto con gli altri, innescando così un meccanismo virtuoso di rinforzo reciproco

L’impegno – insomma, quel desiderio profondo di costruire qualcosa insieme, la voglia di prendersi cura dell’altro e di promuoverne il benessere fisico e psicologico

Come comincia la coppia?
Gli studi hanno dimostrato che la maggior parte delle persone effettua la propria scelta iniziale sulla base di un’estetica comparabile. Insomma, salvo eccezioni: per esempio, è attendibile aspettarsi che a un uomo ricco
o potente si accompagni una donna molto bella, indipendentemente dall’avvenenza di lui. Altri dati crudeli mostrano che l’intelligenza e il senso dell’umorismo non possono compensare un deficit estetico: insomma, è meglio nascere ricco o bello piuttosto che divertente e geniale – sempre se il nostro scopo è catturare un bel partner.

I più recenti studi americani tendono a dimostrare che gli uomini, indipendentemente dall’età e dalla razza, considerano la giovinezza e la bellezza le qualità più importanti nella scelta di una compagna. Viceversa, le donne sognano un compagno ricco.

Uno studio svolto in Inghilterra indica che gli uomini dal carattere dominante sono generalmente accompagnati da donne più seducenti della media, e più belle di loro. Alcuni ricercatori hanno allora sostenuto che i cambiamenti sociali in atto, in particolar modo l’emancipazione femminile e l’indipendenza economica delle donne, influenzeranno in futuro questa tendenza. Un campione di studenti di medicina è stato allora impiegato per un nuovo studio che avrebbe dovuto suffragare questa tesi ma i dati raccolti hanno invece dimostrato il contrario: i medici maschi preferivano comunque una compagna bella, i medici donna, un compagno ricco.

Le aspirazioni tradite: come scegliamo veramente?
Quando scegliamo un partner con cui vogliamo serenamente invecchiare siamo più che pronti a sacrificare bellezza e ricchezza in favore di ben altre qualità. Ecco quali:


I contrari si attirano, oppure no?
Ai fini della riuscita di una coppia, è meglio essere simili o dissimili? Diciamo che è meglio essere complementari.

E’ vero che i contrari si attraggono, ma è anche vero che all’interno di coppie assortite in questo modo l’esaltazione delle differenze raggiunge il suo parossismo. La condivisione dei valori e degli obiettivi è invece più funzionale alla durata della coppia

Le relazioni più soddisfacenti sarebbero quindi fondate su questa comunanza di valori accoppiata a una complementarità delle personalità dei membri della coppia. Insomma, tutti e due daranno grande valore alla correttezza, ma (per esempio) uno dei due sarà tendenzialmente più schivo, l’altro più esuberante

Una certa ‘androginia’ sembra favorire la durata della coppia. Due persone che sanno riassumere in sé caratteristiche psichiche di entrambi i sessi avranno un adattamento psicologico - e sessuale – migliore di due partners più rigidi sotto questo aspetto. Insomma, due individui ‘androgini’ saranno in grado di comprendersi meglio e di instaurare un’empatia più solida

Da uno studio inglese risulta che la coppia è più felice se i due protagonisti condividono visioni egualitarie riguardo ai loro ruoli e ai loro rispettivi valori. Anche se le donne tendono a preferire partners che dominano (ma leggermente…) i processi decisionali

Un insonne e una dormigliona, o viceversa, faranno più fatica a far coincidere i loro ritmi. Uno studio ha mostrato che la disarmonia riguardo ai cicli sonno-veglia ha un impatto sulla felicità di coppia. Le coppie disassortite in questo senso risultano un po’ meno felici della loro vita a due, litigano più frequentemente, condividono meno attività, e fanno l’amore meno spesso

Cambiare l’altro è quasi impossibile. Gli studi effettuati in questa direzione hanno dimostrato che ogni membro della coppia ha conservato nel tempo i valori e le attitudini che possedeva all’inizio del legame. A riprova, se ancora ce ne fosse bisogno, che è meglio condividere gran parte dei valori di base.

Gelosia canaglia
Sentimento diffusissimo, come dimostrano le statistiche di molti paesi, la gelosia non risparmia nessuno. Con qualche sorpresa.

I partners di una coppia senza figli, o che abita in campagna, e gli uomini in genere, sono più gelosi dei loro rispettivi contrari. Che sono meno sensibili alle passioni personali del partner e ai suoi incontri periodici con gli amici (per lui) o le amiche (per lei). Tuttavia, la gelosia è insopprimibile quando il partner ha un’amicizia profonda e significativa con una persona del sesso opposto

I gelosi hanno una bassa stima di sé. Essere gelosi significa, in primo luogo, avere scarsa fiducia nelle proprie capacità di trattenere l’essere amato. Insomma, il rimedio alla gelosia consiste nel rafforzare la propria autostima piuttosto che nel pretendere di cambiare i comportamenti del compagno

La gelosia è più acuta quando la relazione amorosa non ha ancora dato prova della propria stabilità – in termini di durata, di livelli di intimità raggiunti o attraverso la ratificazione di un legame stabile

Come valutiamo i rivali? Quando ci sentiamo minacciati da un concorrente, tenderemo a svalutarne le caratteristiche che normalmente la nostra coppia considera importanti. Tuttavia, per darci l’illusione di essere equi, troveremo al rivale qualche qualità, perlopiù insignificante

Tutti gli studi dimostrano la stessa tesi: all’interno di una coppia stabile è impossibile non essere gelosi

Se mi tradisci… Una buona percentuale di persone lo ha già fatto, ma le ragioni che spingono uomini e donne al tradimento sono abbastanza diverse. A ogni azione corrisponde una reazione, e quindi…

Un recente studio ha dimostrato che la stabilità delle coppie esclusive è molto diversa da quella delle coppie aperte, almeno nei primi cinque anni della relazione. Dopo 10 anni l’82% delle coppie esclusive erano ancora unite, contro il 68% di quelle aperte

Per le coppie che basano la relazione amorosa sull’esclusività sessuale, l’unica ragione tollerabile per giustificare un’infedeltà passeggera è l’assenza di felicità emotiva di coppia

Mentre in precedenza gli uomini godevano di una maggiore permissività in materia di tradimento rispetto alle donne, questo comportamento ha raggiunto una soglia di condanna morale comparabile per entrambi i sessi

Contrariamente alle aspettative, dagli studi effettuati le donne risultano più inclini degli uomini all’uso della violenza e della vendetta pesante in caso di tradimento. La maggior parte delle donne ritiene che nel caso la reazione standard consisterebbe quanto meno in: lacrime, finta indifferenza, apparente distacco alternato a sforzi di seduzione. Insomma, le donne attraverserebbero una gamma più ampia di emozioni, mentre gli uomini tenderebbero a bere (molto) di più

Solo il 13% delle coppie americane di uno studio ha dichiarato di considerare l’infedeltà una causa sufficiente alla rottura del legame

 

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