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Il tradimento: lui, lei l'altra

"Non si finirà mai di tradire" 
Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, questa frase sembra proprio vera; il fenomeno del tradimento non è infatti relativo agli ultimi anni, pare infatti che già negli anni '40 Kinsey nel suo famoso "Rapporto sul comportamento sessuale degli americani" avesse evidenziato che almeno un marito su due aveva cominciato una relazione extraconiugale prima dei 40 anni e che il 26% delle donne facesse lo stesso.

In effetti, pur essendo allora, come lo è ancor oggi, un comportamento riprovevole, veniva e viene ugualmente condotto. A nulla sono servite le numerose rivoluzioni sessuali, rispetto all'esclusività dell'affetto nelle coppie stabili di qualsiasi tipologia esse siano, il tradimento si digerisce molto difficilmente.

Chi lo subisce viene investito da un tempesta di emozioni, dalla rabbia alla tristezza, passando per la vergogna e l'impotenza.
Anche se, come sostiene la psicologa Bettsy Stone non esistono "vittime innocenti" e "vili traditori", ma il tradimento avviene tra due persone che partecipano entrambe alla costruzione della situazione extraconiugale, l'esistenza della relazione adulterina è indice un equilibrio emozionale squilibrato nella coppia.

Uomini e donne

Sembrano esserci poi delle differenze tra uomini e donne nella conduzione della relazione extraconiugale, le donne, sembra quasi banale dirlo, ma è così, associano la relazione furtiva ad un coinvolgimento emotivo e amoroso, la collegano ad un'insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverla clandestinamente, gli uomini al contrario, l'associano più al piacere sessuale e non cominciano una relazione adulterina per motivi di insoddisfazione rispetto la coniuge, non hanno grandi difficoltà a viverla clandestinamente, anzi ciò aumenta il piacere della relazione.

Il tradimento segue un percorso di sviluppo, passa da una fase in cui ci sono nella coppia problemi non discussi o non risolti e i coniugi si sentono in rotta, a quella in cui si sviluppa il vero tradimento, la situazione in cui il coniuge insoddisfatto scivola nella relazione extraconiugale. In questo stadio l'infedele nega e l'altro cerca di ignorare i segni della relazione.
Altro passo importante è la rivelazione, questo è il punto più sconvolgente, perché il quadro della coppia e del matrimonio non è più lo stesso. 
La rivelazione porta alla crisi del matrimonio, il coniuge è ossessionato dal problema, a questo punto critico è presa la decisione della rottura o di fare la pace.

Di solito quando si costruisce un tradimento, i sentimenti dei protagonisti sono caratterizzati da eccitazione, compulsioni, emozione, …sono consapevoli che ci saranno conseguenze, ma per ora si divertono. Gli amanti chiaccherano appassionatamente, tentando di riempire anni in un breve tempo. Il tradimento è un rapporto protetto: non ha le preoccupazioni quotidiane del matrimonio né le pressioni di vivere sempre con un'altra persona, anche se l'infedele è pressato dalle richieste del coniuge e dell'amante nell'organizzare il suo tempo libero.

La maggior parte dei tradimenti durano da pochi mesi ad un anno o due. Oltre questo tempo o il matrimonio finisce o la relazione si pone in parallelo al matrimonio. A volte l'infedele confessa, talvolta gli amici lo dicono al coniuge, più spesso il coniuge trova un indizio, come una nota d'albergo o un incarico lontano.

Un tradimento può riparare o rompere un matrimonio dipende dal messaggio trasmesso.

I "messaggi" nei tradimenti

La Brown (1991) ha identificato alcuni dei messaggi più comuni nei tradimenti:

Relazione che evita il conflitto

Questa relazione si caratterizza per il fatto che il coniuge lamenta una mancanta attenzione da parte del partner. Le coppie di questo tipo che non riescono a comunicare si servono di una relazione extraconiugale per uscire da una cappa di controllata amabilità. L'infedele, marito o moglie che sia, è il più insoddisfatto e fa in modo di essere scoperto per far saltare il coperchio delle problematiche del matrimonio. Queste sono coppie che investono molto nel matrimonio, tentano di piacere, sacrificarsi e perfezionarsi. La comunicazione è limitata per evitare conflitti. Si tratta di persone educate sin da bambini a pensare che la collera è negativa, o punite se in disaccordo.  Queste coppie limitate nella comunicazione finiscono per lanciarsi in una relazione extraconiugale, che viene di solito subito scoperta, è di rado seria e ha lo scopo di ottenere l'attenzione del coniuge. Poiché il significato del tradimento per queste coppie è nel messaggio, il perdono immediato non serve a nulla. Il risultato, al contrario, è la costruzione di altri tradimenti. Anche la soluzione della fine del matrimonio dà pochi effetti, i coniugi non imparano comunque a negoziare i conflitti. Vi è una ottima prognosi per il matrimonio quando la relazione serve ad affrontare i problemi e imparare a risolvere le diversità.

Relazione che evita l'intimità

Problemi di intimità sono presenti in ogni relazione, ma nel caso specifico si cerca di proteggersi dalle ferite e dai disaccordi. I coniugi hanno paura di abbassare le barriere e diventare vulnerabili. La relazione che evita l'intimità avviene dopo diversi anni di matrimonio quando i partner si conoscono bene e il potenziale di sviluppo di intimità mostra paurose chiusure. Le coppie sembrano essere come quelle del tipo "evitare il conflitto" e si preoccupano a vicenda. E' come se i partner fossero cresciuti con una famiglia caotica, con alcolizzati o abusi, o dove vi era una facciata di apparente calma. Il maggior segnale di questo tipo di relazione è che entrambi i coniugi sono coinvolti. Ci sono più parti nel conflitto fissando interazioni triangolari note ai terapeuti. La coppia coinvolge l'altro nella lotta nel modo in cui questo può essere coinvolto. Chi evita l'intimità è molto capace di lottare. Le battaglie possono essere calde o fredde, ma solo così i partner si incontrano. La relazione sessuale extraconiugale è parte del conflitto e i loro discorsi sono pieni di sarcasmo, critica e offese. Non ci si incolpa. Sotto la facciata vi è grande pena e paura. Ognuno vorrebbe dire all'altro "Desidero stare con te", invece reagiscono e se la prendono con qualcuno o qualcosa. Questa spirale di collera è il centro della relazione che evita l'intimità. Il coniuge è dipinto come incurante, in contrasto all'amante, che prende il ruolo di cavaliere sul cavallo bianco, poiché non ha il peso della routine quotidiana. Queste relazioni extraconiugali sono paradossali: incamerano fantasie romantiche ed evitano l'intimità. Rivelare una tale relazione può portare a nuove guerre e spesso la lotta induce la coppia a cercare aiuto, entrambi i coniugi hanno molta energia per lottare e il terapeuta può utilizzarla dirigendola verso un cambiamento. La prospettiva per il matrimonio è favorevole, aiuta i partner a vedere i loro sentimenti. Solo così s'incontrano i loro reciproci bisogni. Se non vi sono conseguenze, la relazione porta ad una nuova vita.

Fissazione sessuale

Questo tipo di tradimento è condotto da chi lotta con i bisogni emotivi per vincere battaglie e per conquistare e ricevere amore. Privi di emozioni, schiacciati o abusati da bambini, non sono cresciuti. Cercano il riconoscimento in pubblico, nella politica, in privato, nelle conquiste sessuali. La persona può avere più relazioni nel tempo e non riempie mai il vuoto. Avviene ad ogni età e anno di matrimonio, capita più al marito che alla moglie, perché ha forse più potere. Vi è sfida e incuranza, quando la relazione finisce, l'infedele si arrabbia e se il terzo era conosciuto è notizia da prima pagina. Da una parte sono affascinati dal conquistare, dall'altra hanno paura del tradimento e nel qual caso invocano anche risarcimenti. Il coniuge dell'infedele ci passerà sopra, specie in un matrimonio di lunga data. Il classico caso è quello della moglie del politico con una relazione extraconiugale. Rapporti come questi possono indurre a coinvolgere il figlio come fosse un adulto. In questa tipologia l'infedele è un dipendente, entrambi i coniugi sono narcisisti. Non molti chiedono aiuto anche se ciò potrebbe stabilizzarli. Un maschio del genere si riconosce facilmente, va da solo in terapia, si vanta di molte relazioni, e usa termini sessuali. E' seduttivo, riluttante a finire la seduta e chiede favori. Le donne si identificano meno bene perché non accettano questa relazione, si vergognano e tendono a nasconderla. Questi matrimoni durano anni, il coniuge non tiene in conto la relazione e continua a soddisfare i bisogni dell'altro senza cambiamenti. Se l'infedele esce dal ruolo, il matrimonio precipita. Per cambiare, entrambi i coniugi devono esaminare le reciproche conseguenze e intraprendere la strada giusta per il cambiamento.

Relazione nido vuoto

In questo caso i partecipanti sono uomini di mezza età sposati da più di 20 anni considerati uomini di casa, con nessuna grossa emozione con le mogli e sposatisi per sicurezza. Ammettono di non aver amato il coniuge e dubitato più volte del matrimonio, ma sono comunque disposti a farlo funzionare. Spesso focalizzano le risorse sui figli. La famiglia di origine aveva un modello negativo ed essi vogliono essere l'opposto di quello. Un padre furioso produce una persona dolce, una madre invischiata una persona distanziata, ma la famiglia non è una formula e quando s'accorgono che la formula non funziona, questi uomini diventano frustrati. Non più attratti dalle mogli cercano altre soddisfazioni. Il tradimento offre loro quello che hanno perduto nel matrimonio. Non dividono più la camera da letto e la comunicazione si limita al quotidiano. Non ostentano la relazione come i sessuali, sono preoccupati dall'incapacità di agire bene sia nel matrimonio che nella relazione extraconiugale, che diventa una cosa seria che può durare 5 o 10 anni o più. Fino a oggi le donne sembrano non farne parte, ma stanno iniziando. Vi sono due varianti della relazione extraconiugale, quella in cui il significato è di una bravata ed è come la relazione chiamata ultima chance. E' la crisi dell'uomo di mezz'età sebbene la cosa sia più complessa. E si ha con una donna molto più giovane, il matrimonio non è morto, ma malato. Solo i figli li legano, ma se hanno lasciato casa non hanno più questa funzione. La relazione extraconiugale rinvigorisce, eccita, fa sentire giovani e fa fare cose che si pensava non si potessero più fare.L'altra tipologia è quella in cui i mariti, con un matrimonio durato anni, desiderano lasciare la moglie, ma sembra loro difficile e passano meno tempo possibile a casa e inventano scuse per assenze notturne. La relazione extra matrimoniale è lunga, la moglie brontola, ma convive con la situazione. L'uomo infedele in questa versione è sempre depresso anche se le sue energie sono tutte incanalate nella sua carriera lavorativa. Se va dal terapeuta chiede di separarsi. Sebbene i motivi della relazione extraconiugale siano gli stessi, i modelli per la donna infedele sono diversi in questo caso. È di solito più giovane del marito, e i bambini sono ancora a casa. Cerca un uomo della stessa età sposato o no. La relazione comincia come un'amicizia, forse sul lavoro. Una volta coinvolta, vuole tenere segreta la relazione. La società è dura con la donna che ha un amante ed essa ha paura di perdere i bambini, la sicurezza economica e gli amici, se viene scoperta. La donna crede che se vi è un problema nel matrimonio è dovuto a qualcosa che lei ha fatto. La situazione tipica è che lei vuole una famiglia come ha sempre desiderato e se il marito non condivide lo sforzo, essa cerca di trovare compensazione alla sua assenza. Dopo il matrimonio, il marito può aver avuto una relazione extraconiugale, ma anche se scoperta, lei la trascura per il bene della famiglia, sebbene gli faccia sapere che è molto ferita. Depressa alterna sentimenti di colpa, non rigetta il marito e si sente distrutta. In questi casi è possibile che si creino rapporti non soddisfacenti tra i coniugi, si resta insieme ma si continua a pensare all'altro. Le donne di solito scelgono di mantenere il matrimonio e la relazione extraconiugale può continuare fino alla morte.

Relazione con uscita di casa

 "Aiutami ad andarmene" è la relazione con uscita di casa. È come se si dicesse: Sono ancora desiderabile, posso fare quello che mi pare. La motivazione di fondo è duplice, da una parte, una ricerca di convalida di sé, dall'altra, evitare di parlare di responsabilità per la fine del matrimonio, cioè la relazione extraconiugale distrae dalle difficoltà e pene dell'ormai inevitabile fine del matrimonio. Il terzo, l'amico, è qualcuno con cui parlare delle insoddisfazioni dei sentimenti e delle speranze per il futuro. Poiché questi tradimenti accadono prima della separazione sembrano esserne la causa, ma non è così. Sebbene molti dicano che non vogliono essere scoperti, tuttavia lavorano in tal senso. La passione e la ricerca del coniuge di un motivo di separazione rendono il segreto impossibile. Sebbene si tenda ad evitare conflitti, le relazioni hanno sempre segni di curiosità, difficilmente l'infedele dice "non volevo ferirti", alla fine si concentra su chi è il "tipo cattivo". Per molti l'idea dell'amante come il cattivo è protettiva. La relazione è un penoso tradimento. L'infedele può legalizzare la situazione sposando l'amante per evitare altre conseguenze. Se accade vi è alta probabilità che il nuovo matrimonio finisca come è finito il primo. Spesso finisce subito dopo raggiunto lo scopo.

Nella vita di una coppia l’infedeltà è come un tornado che può demolire le idee che davamo per acquisite e rassicuranti: abbiamo una relazione esclusiva, ti conosco bene, con me sei leale, insieme abbiamo un futuro, ecc. Annientata dalle menzogne e dai segreti, la fiducia lascia il posto all’inquietudine. Anche l’autostima accusa il colpo, perché si teme che il rivale sia più bello, più intelligente, più sensuale di noi, e fatalmente ci rimettiamo in discussione. La rabbia si accompagna a rimpianti e sensi di colpa: se solo non fossi ingrassato/a, come ho potuto non accorgermene, quanto sono stato/a stupido/a a fidarmi, e io che gli/le avevo dato tutto… L’animo del tradito viene invaso da idee nere e da immagini ripetitive, e molti finiscono per torturarsi senza pietà: sarà tra le sue braccia, chissà cosa starà provando, chissà cosa starà facendo.

Uomini e donne infedeli, è proprio la stessa cosa? Pare di no. Un famoso sessuologo sostiene di ricevere due tipi di infedeli – i monogami infedeli, e si tratta soprattutto di donne, e gli infedeli sessuali, e parliamo soprattutto di uomini. I monogami infedeli si distinguono per la loro incapacità di investire in due relazioni nello stesso momento: si distaccano dal compagno ufficiale sia sul piano sentimentale, sia su quello sessuale, per potersi avvicinare all’amante. Alcuni confessano addirittura di sentirsi di tradirlo quando, per dovere o per calmare le acque, accettano un rapporto con il partner abituale o con il coniuge. Rosi dai sensi di colpa, alcuni sono profondamente tormentati dai dubbi e dall’indecisione: con chi stare, chi sacrificare? – e si tormentano perché in realtà non sono disposti a rinunciare a nulla.

Gli infedeli sessuali invece dissociano il sesso dai sentimenti. Il cinquanta per cento almeno degli uomini infedeli si dice soddisfatto della propria coppia e non ha intenzione di lasciare la partner qualunque siano le speranze della loro amante. Per molti l’infedeltà è l’unico modo per sopravvivere (e far sopravvivere) alla coppia stabile, e le scappatelle avrebbero come beneficio secondario quello di far apprezzare maggiormente la moglie. Anzi, per mettersi a posto con la coscienza, alcuni diventano molto più gentili e generosi proprio con la consorte.

perché siamo infedeli?

E’ colpa della routine, pare, tra lavoro, casa e figli – è lei ad aver ragione della fedeltà di molti. Stanchi e nervosi, i partner finiscono per litigare in continuazione o per non vedersi proprio più: addio cene romantiche, piccole attenzioni, tenerezze e sorprese. Il terreno è più che propizio per una caduta a corpo libero nelle tentazioni, alla ricerca di una persona che ci tratti con attenzione e valorizzi le nostre idee, le nostre opinioni e i nostri sogni. Per altri l’istinto di caccia si scatena in funzione dell’orologio biologico, e allo scoccare della maturità hanno improvvisamente bisogno di sapere che sono ancora seducenti. Gli avidi di passioni e di esaltazione e quelli che solo la continua novità può placare, sono molto predisposti all’infedeltà, così come gli assetati di adulazione e quelli dall’autostima fragile, che dipendono dallo sguardo degli altri. E non dimentichiamo quelli che sono in astinenza sessuale, ovviamente non per loro scelta. Anche l’ambiente, le amicizie e le tentazioni che la vita dissemina sul nostro cammino hanno un effetto potente sulla nostra virtù, tanto più se siamo attraenti e quindi più facilmente ricercati. Infine, alcuni infedeli sostengono che solo una doppia vita permette di rompere la monotonia del quotidiano o di liberarsi temporaneamente del fardello di avvenimenti impegnativi.

voglio sapere tutto!

In genere i traditi provano tutti lo stesso bisogno di base: parlare dell’infedeltà subita. La maggior parte di loro è convinta di “sapere tutta la verità”, sia per determinare la gravità della situazione e predire il futuro del rapporto, sia per assicurarsi che il partner può essere ancora degno di fiducia. La maggior parte dei traditi cerca di capire perché il partner si è spinto così in là, ma malgrado questo bisogno ossessivo, spesso ottengono pochissime risposte: difficilmente l’infedele si rivela. Alcuni pensano di proteggere il partner proprio nascondendogli l’infedeltà, altri temono di distruggere quello che hanno costruito, ma in linea di massima più si aspetta conseguenze pesanti e reazioni violente, meno l’infedele sarà sincero e trasparente.

salvare la coppia: il traditore

Attraversare la prova dell’infedeltà è una grande sfida, e molte coppie non ci riescono. Cosa dovrebbe fare l’infedele che vuole salvare la sua coppia? Prima di tutto, terminare il legame “colpevole”. Poi è necessario che riconquisti la fiducia del partner rispondendo con sincerità a tutte le due domande: meno sarà limpido, più susciterà sospetti. Dite a voi stessi che è meglio confessare che essere scoperti. E accettate che il partner possa dubitare di quello che gli dite. Talvolta dovrete fornire delle prove, o ripetere le stesse spiegazioni in più passaggi. C’è altro? No, ma aspettatevi che la verità faccia male, sia frustrante e tormentosa e umili profondamente il vostro partner. Sforzatevi di capire che cosa prova, e alla lunga questo gli darà sollievo. Convincetevi (e convincete la controparte) che non succederà più, o almeno che confesserete le tentazioni prima di caderci, dimostrando così che la vostra preferenza per la fedeltà è una scelta d’amore, e non di abitudine o di convenienza. Un ultimo, piccolo consiglio: non rendete il partner responsabile del vostro comportamento (se tu non  ti fossi lasciato/a andare…), non c’è (quasi) niente di più devastante

salvare la coppia: il tradito

Come comportarsi? In linea di massima più malmenate, insultate e perseguitate il partner, meno otterrete quello che desiderate – verità e comprensione. Se aspirate a ricostruire la vostra coppia, dominate la collera: evitate gli insulti, la freddezza e il melodramma, la ripetizione all’infinito delle stesse domande… se l’emotività impedisce il dialogo, scrivetegli, scrivetegli anche le vostre domande, e chiedete una risposta scritta. Esprimete i vostri sentimenti, le paure, i bisogni, e dite al partner di fare lo stesso. Siate aperti alla verità, anche quella peggiore: sono stato con lei mentre eri incinta, era ambizioso ma io credevo di amarlo… Confidatevi con qualcuno di cui vi fidate, che sia capace di capirvi senza giudicare le vostre scelte. In alcuni casi l’infedeltà può favorire l’apertura e lo scambio necessari a ridefinire la relazione e a migliorarla. L’infedeltà rivelata, sospettata o scoperta potrà sempre disturbare o rovinare una relazione: tra le più frequenti cause di divorzio, spesso si trascina dietro la depressione e talvolta perfino la violenza fisica

tipologie dei traditori

Cosa dicono le statistiche?

infedeli ma attaccati
Più della metà degli infedeli non è innamorata della nuova conquista. Ma se questa relazione non è necessariamente sessuale, lo è quasi sempre (92% dei casi). Solo il 6% di chi ama al di fuori della coppia regolare “non tocca nemmeno”. Ma se non si è innamorati dell’altro/a, perché proseguire la relazione? I motivi più ricorrenti sono tre: il bisogno di novità, un effetto secondario dell’abitudine; il desiderio di piacere, forse perché siamo tutti un po’ narcisisti o perché non si finisce mai di mettere alla prova il proprio fascino. Ma può trattarsi anche di carenze affettive serie, perché si viene trascurati dal partner. Oppure si è nella quarantina avanzata, e il desiderio di trattenere la giovinezza diventa più impellente. Infine, per insoddisfazione sessuale. Gli uomini possono lamentarsi della rarità dei rapporti, le donne della mancanza di competenza o di immaginazione degli uomini. Oppure la routine sta soffocando la coppia. Negli studi americani più del 50% degli uomini e il 30% delle donne infedeli si dicono però soddisfatti della propria coppia regolare. In altre parole: anche se ci si impegna a soddisfare il partner, non si può mai stare tranquilli. Vendicare un tradimento con un tradimento è affare di pochi: 7%

né colpevoli, né responsabili
la maggioranza (75%) degli infedeli non si sente affatto in colpa verso il partner, anzi la metà circa sostiene di sentirsi perfettamente a proprio agio nella situazione. Niente colpa, quindi niente peccato. Allora, se non c’è niente di reprensibile, perché non ricominciare? E’ proprio quello che fanno. Anche il senso di responsabilità è diventato debole: circa il 50% degli infedeli trascura di proteggersi durante i rapporti sessuali. Gioiosi gaudenti, irresponsabili o amorali. Insomma, essere infedeli non sembra grave… soprattutto fin quando non si viene scoperti

tanto non lo saprà mai
due terzi delle persone viene tradito a sua insaputa, e quindi è errato pretendere che la verità alla fine trionfa sempre. Nei fatti, solo il 13% dei traditi sa di esserlo, e quasi una volta su due perché il fedifrago non ha retto e ha confessato tutto, mentre il 60% non sa ed è roso dal dubbio. Come si reagisce, quando si è in dubbio? Ci si fanno molte domande, si diventa una sorta di detective alla ricerca di indizi e si finisce per presentare al partner tutte le prove raccolte. E quando invece si sa? Un terzo dei traditi confessa di essere stato ossessionato dall’infedeltà del partner, soprattutto perché quasi una persona su due conosce l’amante del partner, che è spesso un/una collega di lavoro o un/a amico/a della coppia. L’infedeltà crea un trauma: perdita di fiducia in se stessi, rovesciamento della visione dell’amore e della vita, dolore di essere stati ingannati e traditi, umiliazione, insicurezza. Pochi traditi però si sentono responsabili dell’infedeltà del partner: dolore e delusione sembrano occupare più spazio nel loro cuore che la collera e il desiderio di vendetta

la coppia è più forte
una volta ammessa l’infedeltà, che cosa succede? Nel 40% dei casi il/la fedifrago/a fa di tutto per rincollare i pezzi. Un classico, perché di solito non si tradisce il partner con lo scopo di sostituirlo, ma per l’eccitazione e la novità. Il 20% degli infedeli scoperti rimane in una situazione ambigua, e continua a vedere clandestinamente l’amante. Il 3% consulta un terapeuta. L’infedeltà non comporta necessariamente la rottura, anzi: la coppia resiste nel 76% dei casi. Si perdona e si va avanti, forse perché si pensa che la separazione avrebbe conseguenze più gravi dell’infedeltà

tradimento

Per capire cosa sia il tradimento occorre distinguerlo dal concetto di infedeltà: un conto infatti è avere un rapporto sessuale con un partner diverso da quello abituale, un conto è tradire la sua fiducia, la sua dignità, i suoi sentimenti

A volte infedeltà e tradimento si sovrappongono, nel senso che effettivamente l’infedeltà rappresenta un tradimento (della fiducia, dei patti); altre volte si mantengono distinte (perché magari si è stabilito di essere una coppia ‘aperta’, stile anni ’70, oppure perché il partner abituale è a conoscenza della cosa ed ha deciso di sopportarla per un po’, eccetera).

Prendendo il discorso al contrario possiamo osservare come tradire non significa essere necessariamente infedeli: si può dedicare un’intera vita sessuale a un unico partner, ma tradirlo in altro modo, ad esempio raccontando a tutti i suoi difetti, ridicolizzandolo, cercando di rovinargli la carriera, spendendo tutti i suoi soldi, facendolo litigare con gli amici e così via.

Nella nostra lingua tuttavia i due termini hanno un’accezione comune e, sotto l’aspetto pratico, significano: ‘avere una relazione con un’altra persona, oltre al partner abituale’. Il tradimento così inteso è cosa abbastanza frequente nella nostra società ed è equamente distribuita in tutte le classi sociali, cosicché ricchi e poveri, almeno in questo, possono sentirsi simili.

E’ opinione diffusa che gli uomini siano più infedeli delle donne. Infatti, è vero! Numerosi studi, basati su testimonianze più o meno sincere degli intervistati, sembrano confermare questa credenza popolare. La spiegazione scientifica di tale fenomeno è che l’uomo decodifica gli stimoli sessuali immediatamente come erotici, la donna li trasforma in sentimenti, emozioni, innamoramenti, tanto che ‘tradisce’ ugualmente, ma spesso lo fa solo col pensiero.

Restare o andarsene?
“Così come abbiamo sviluppato strategie sessuali per scegliere, attirare e conservare i buoni partner, ne abbiamo acquisite altrettante per sbarazzarci di quelli che non ci convengono. Si divorzia in tutte le culture. Le nostre strategie di separazione fanno intervenire diversi meccanismi psicologici. Noi mettiamo in conto i “costi” inflitti dal partner, e i “benefici” che ci apporta. Valutiamo altri partner potenziali e determiniamo se possono o meno offrirci di più di quello che abbiamo al momento. Stimiamo la probabilità di attirare altri partner adeguati. Calcoliamo i disagi che subiranno i nostri figli, la nostra famiglia e noi stessi se la relazione si scioglie. Tutte queste informazioni contribuiscono a una decisione: restare o andarsene. Coloro che conservano lo stesso compagno malgrado le sue difficoltà economiche, le sue infedeltà o la sua crudeltà sono di una lealtà che merita ammirazione, ma nessuno trasmette i propri geni con successo in queste condizioni. Noi discendiamo da coloro che hanno saputo separarsi.”
David BUSS, L'evoluzione del desiderio. Comportamenti sessuali e strategie di coppia – Laterza, 1995

In realtà la fedeltà è imposta più dalla cultura che dalla natura: uno studio di etnologia (la scienza che si interessa delle diverse culture presenti nel mondo) ha appurato con chiarezza che le società umane hanno in prevalenza un’organizzazione sociale poligamica, ovvero di uomini che hanno diverse mogli o che possono intraprendere relazioni sessuali stabili con più partners, senza incorrere in sanzioni di tipo sociale. Esiste anche la situazione opposta, di una donna che possa sposare più mariti, ma è davvero rarissima: la più conosciuta sembra si trovi in una valle terminale, a fondo cieco, della catena  dell’ Himalaya. Questa organizzazione di donne con tanti mariti è detta poliandria, ma più che nella specie umana è presente in alcune specie animali, in particolare quando la femmina è più grande del maschio.

Un altro modo per definire il tradimento è ‘adulterio’, che significa violazione all’obbligo della fedeltà coniugale. Il sistema giuridico italiano oggi vede la fedeltà non più come sinonimo di esclusività sessuale, ma lo intende in modo simile al concetto di lealtà, come un impegno globale di devozione, estensibile a tutti gli aspetti della vita familiare.

E’ una delle tante conquiste sociali datate 1968, quando si è finalmente superato il codice Rocco, del 1930,  per il quale gli adultéri erano puniti con una pena fino ad un anno di carcere e fino a due anni in caso di relazione abituale. Tutti ricordano, o hanno saputo dopo, con immancabile stupore, la vicenda del campione Fausto Coppi e della sua ‘Dama bianca’, che per questo tipo di vicenda privata hanno dovuto subire una serie di umiliazioni pubbliche, fra cui, appunto, il carcere. C’è da osservare che, comunque, queste misure così drastiche non impedivano, di fatto, la ricorrenza degli adultèri, che erano ugualmente frequentissimi.

Ma cosa spinge una persona a essere infedele, quale è la molla che allenta i suoi freni inibitori e le consente di tuffarsi fra le braccia di un nuovo partner ? In genere, più che la 

ricerca di un’evasione sessuale, si tratta di una risposta ad un generico senso di insoddisfazione nel rapporto di coppia, soprattutto coniugale. L’infedeltà può dare luogo a due tipi di sentimenti diversi: delusione e rimorso verso il partner abituale, oppure senso di soddisfazione, psicologico e sessuale, tanto è vero che in molti casi l’esperienza occasionale riesce perfino ad influenzare positivamente l’esperienza abituale…

Un’altra domanda che ci si pone spesso riguardo al tema del tradimento è:  ‘meglio raccontarsi tutto o tacere?’. La risposta è, senza dubbio: ‘tacere’! Infatti la sincerità in sé non deve essere considerato un valore assoluto: può ferire, deludere, schiacciare il partner. Una sincerità totale può essere anche una forma mascherata di aggressività ed il bisogno di raccontare ogni minimo particolare deve far nascere qualche sospetto di disinnamoramento. In questo campo vale forse la vecchia regola che è meglio non dire sempre tutto ciò che si pensa, ma pensare tutto ciò che si dice; in senso più generale, possiamo invece ispirarci ad Erich Fromm, il quale consigliava di essere fedeli a se stessi, per poterlo  essere anche con gli altri…

altri tradimenti

“Tradimento” è una parola che la nostra esperienza associa a sentimenti di colpa, di sofferenza e di infelicità, ma anche di rabbia e di rancore…

Il tradimento è nell’immaginario comune un evento che di solito accade all’improvviso, o comunque senza la consapevolezza di uno dei partner della coppia; che proprio per questo investe in tutto e per tutto la vita emotiva ed affettiva della persona che lo ha subito, provocando in lei una serie di emozioni iniziali che tuttavia ruotano attorno a un evento centrale, a un colpo inferto alla propria identità, alla propria persona. Nella realtà, il tradimento ha luogo in diversi contesti sociali, ovvero in diversi contesti relazionali e comunque in tutti quelli in cui intrecciamo rapporti interpersonali basati su sinceri sentimenti.

L’amore tra un uomo e una donna, l’amicizia, l’amore fraterno, piuttosto che quello tra genitore e figlio sono tutti dimensioni diverse della nostra affettività. La coppia è solo uno di questi mondi interpersonali che ciononostante si distingue dagli altri per un elemento importante. Ciò che caratterizza ogni relazione amorosa è l’intimità, definita dagli psicologi una sorta “di autorivelazione al partner di aspetti variegati e multiformi della propria personalità”. Questa, intesa sia sul piano dell’attrazione fisica, sia su quello della compatibilità e reciprocità di bisogni, aspettative e interessi, conduce a uno stato di condivisione che scandisce il tempo dello stare insieme.

Tradire in amore significa quindi rompere un equilibrio che è stato accordato, che è stato voluto, che è stato costruito dall’azione congiunta di due persone. I dati di alcune ricerche ci dicono che uno dei motivi di rottura/cambiamento all’interno di una coppia è rappresentato dai cosiddetti eventi precipitanti. Tra questi tipi di eventi i maggiori sono proprio costituiti dalle interazioni reciproche (per esempio i conflitti) e dall’interazione con un terzo vissuto da uno dei partner come competitivo a livello affettivo. Intensità affettiva e fiducia, in ogni caso, sia che si tratti di amore o no, sono gli elementi basilari di una relazione che permettono di parlare di tradimento.

Un padre che infrange le aspettative del figlio, che non mantiene le promesse fatte, che adotta un comportamento incongruo con i principi insegnati, che si mostra per quel che vuol sembrare, è un padre che in un certo senso tradisce il proprio figlio, poiché di fatto si esclude da quel rapporto di reciproca e tacita fiducia. La persona che inganna, che dà la sua fiducia e la sua disponibilità ma non la mantiene, che indossa una maschera a seconda di chi le sta accanto, tradisce le attese che ha contribuito a creare negli altri.

Le forme del tradimento possono essere varie: tenere nascoste informazioni che possono nuocere a una persona a noi cara ma che a noi procurano un vantaggio; mentire sui nostri sentimenti dando adito a false interpretazioni; voler intenzionalmente fare del male ad un’altra persona. Se le tipologie del tradimento e i contesti entro cui esso può verificarsi sono molteplici, c’è peraltro un comune denominatore che può essere identificato nell’inganno, ovvero nell’azione deliberata di non svelarsi, di non mostrarsi per soddisfare essenzialmente un bisogno egoistico, sia questo di tipo amoroso, sia di un tornaconto materiale per noi più soddisfacente. L’inganno va quindi inteso come un’azione volontaria, decisa, studiata, fatta con la consapevolezza di “fare in modo che la persona ingannata non lo venga mai a sapere”. Si potrebbe considerare l’inganno come una fase successiva al tradimento poiché esso comprende tutto quello che noi facciamo o non facciamo per di nascondere l’atto traditore specifico.

Il tradimento, di per sé, può essere stato progettato o può essere stato determinato dalla nostra frivolezza e superficialità, ma quel che ci etichetta come “traditori” è il fatto di non svelarsi all’altro poiché questo comporterebbe l’ammissione della nostra colpa, comporterebbe isolamento, svalutazione, e rottura dei rapporti. Come difendersi allora da ciò che ci può portare a una sofferenza che a volte raggiunge anche livelli molto intensi?

Le emozioni legate all’essere traditi riguardano l’altro (rabbia e desiderio di vendetta) e noi stessi (delusione e senso di colpa). La volontà di rivalsa pura e semplice dovrebbe essere trasformata nel desiderio concomitante di far rivalere la propria persona, di riporre all’attenzione dell’altro la propria presenza. Ciò preclude la comunicazione, il segnalare e il sottolineare gli aspetti negativi del tradimento che ci è stato inflitto. Subire semplicemente, riflettere in solitudine sul significato di ciò che è accaduto senza cercare un contatto con l’altra persona contribuirebbe a indebolire ulteriormente l’idea già provata della nostra identità.

Se scoprite di essere stati traditi, quindi, è inutile aspettare una confessione poiché chi lo ha fatto ha già preso precisa posizione nei vostri confronti, e poi sarebbe difficile stabilire un tempo massimo di attesa oltre il quale sarete voi a rivelare la vostra scoperta: meglio affrontare subito il problema e discuterne. Dall’altro lato, del senso di colpa, che può scaturire dal non essersi accorti o dall’essersi fidati ciecamente, bisognerebbe sbarazzarsi e valutare piuttosto non tanto le proprie colpe, ma quelle altrui. Il proprio obiettivo deve essere, quindi, quello di ricostruire in senso positivo il senso di sé. Se invece siete voi ad aver tradito, rivelarlo significherebbe mostrare pentimento e sarebbe comunque preferibile a continuare a tenerlo nascosto: non peggiorate una situazione che già di per sé farà soffrire l’altra persona.

ri-innamorarsi

Parlare di “tradimento” ci rimanda a sentimenti e stati d’animo particolarmente intensi; e i toni si fanno più accesi quando si parla dell’essere traditi da un caro amico e ancor più dal proprio compagno…  E’ possibile superare un tradimento, e anzi, innamorarsi di nuovo del partner?

Cercando di immaginare il panorama emotivo di chi diviene consapevole di essere stato tradito, mi vengono in mente due estremi: la delusione, la sensazione che il mondo stia franando tutt’intorno a noi, l’improvviso sentimento di vuoto incolmabile e di solitudine senza soluzione … stati d’animo che si alternano o che si accompagnano alla rabbia e, perché no, al desiderio di vendetta. In seguito al black out generato dall’esplosione dei nostri sentimenti, non appena ci sembra di poter ricominciare a pensare, una domanda inizia a girarci per la testa senza sosta riguardo alla necessità di una soluzione sul piano pratico: cosa fare? Troncare o meno il rapporto col partner che ci ha traditi?

A questo punto si apre un mondo diverso per ognuno di noi. Studi e ricerche hanno stabilito che più le coppie stanno insieme da tempo, più è probabile che continuino a stare insieme;  e che più è alto il livello di coinvolgimento o di soddisfazione nella relazione, maggiori sono le probabilità che la relazione sia stabile in futuro.

Personalmente credo che sia più verosimile che un tradimento venga “perdonato” all’interno di una relazione che dura da molto tempo, perché essa è costituita da prospettive future, ma anche dalla condivisione di una storia che ha dato un identità unica a questo piccolo nucleo; ma è anche vero che proprio per gli stessi motivi la delusione e la rabbia, possibili conseguenze del tradimento, possono essere più intensi.

Il grado di soddisfazione della relazione prima del tradimento mi appare fondamentale: quanto siamo disposti a lottare per ciò che ci ha resi felici? Nella risposta a questa domanda rientrano anche le sfumature di personalità di ognuno di noi, che nella mia visione trovano le loro origini nelle prime relazioni di attaccamento da noi sperimentate. Quanto nel ri-innamorarci del traditore stiamo riproducendo un modello comportamentale che ci è sempre appartenuto? E perché?

Proviamo a pensare: come abbiamo reagito in passato quando le circostanze ci suggerivano che la nostra relazione di attaccamento con una persona era minacciata? Qual è il nostro grado di dipendenza dall’amore? Cercare di rispondere a questi quesiti può esserci di aiuto anche per capire quanto fa davvero parte di noi l’attrazione che ricominciamo a provare nonostante il tradimento subito; e quanto invece è legato direttamente alle caratteristiche del traditore.

Non c’è una risposta giusta o sbagliata in questi casi, ma credo sia importante imparare a leggere quale può essere la più giusta per noi.

la fedeltà è sempre un valore?

Sì e no: la fedeltà è spesso il contrario di una prova d’amore, ed è frutto della pigrizia, del conformismo, della paura del cambiamento. Secondo La Rochefoucauld, “la violenza che ci si fa per restare fedeli a ciò che si ama non vale più di un’infedeltà”. Come dire, la fedeltà non può essere imposta, e dal momento in cui diventa oggetto di un contratto o di un’imposizione perde tutto il suo senso. Insomma, la fedeltà non è una pretesa, ma un dono. E in tutti e due i sensi del termine: è qualcosa che si regala all’altro naturalmente, senza neppure pensarci, e qualcosa di cui si è dotati, talvolta. Secondo Francesco Alberoni, invece, “l’amore allo stato nascente è, e non può che essere, monogamico.” Fenomeno confermato dalle statistiche: l’intolleranza al tradimento è molto più elevata nelle coppie di recente costituzione. L’indulgenza, invece, aumenta proporzionalmente alla durata della vita di coppia. Così per il 34% degli uomini e per il 24% delle donne in coppia stabile da più di due anni, è tollerabile l’amore senza fedeltà. Percentuale che sale al 43% per gli uomini, e al 40% per le donne, dopo quindici anni di vita in comune.

E i risposati?
Le persone che iniziano una seconda vita di coppia sono più elastiche riguardo all’incompatibilità tra amore e infedeltà rispetto a quanto lo erano nella coppia precedente: per il 44% degli uomini e il 28% delle donne amore e infedeltà possono coabitar

 

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