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Il
tradimento: lui, lei l'altra
"Non si finirà mai di tradire"
Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, questa frase sembra proprio
vera; il fenomeno del tradimento non è infatti relativo agli ultimi anni, pare
infatti che già negli anni '40 Kinsey nel suo famoso "Rapporto sul
comportamento sessuale degli americani" avesse evidenziato che almeno un
marito su due aveva cominciato una relazione extraconiugale prima dei 40 anni e
che il 26% delle donne facesse lo stesso.
In
effetti, pur essendo allora, come lo è ancor oggi, un comportamento
riprovevole, veniva e viene ugualmente condotto. A nulla sono servite le
numerose rivoluzioni sessuali, rispetto all'esclusività dell'affetto nelle
coppie stabili di qualsiasi tipologia esse siano, il tradimento si digerisce
molto difficilmente.
Chi
lo subisce viene investito da un tempesta di emozioni, dalla rabbia alla
tristezza, passando per la vergogna e l'impotenza.
Anche se, come sostiene la psicologa Bettsy Stone non esistono
"vittime innocenti" e "vili traditori", ma il tradimento
avviene tra due persone che partecipano entrambe alla costruzione della
situazione extraconiugale, l'esistenza della relazione adulterina è indice
un equilibrio emozionale squilibrato nella coppia.
Uomini e donne
Sembrano
esserci poi delle differenze tra uomini e donne nella conduzione della relazione
extraconiugale, le donne, sembra quasi banale dirlo, ma è così, associano la
relazione furtiva ad un coinvolgimento emotivo e amoroso, la collegano ad
un'insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverla
clandestinamente, gli uomini al contrario, l'associano più al piacere sessuale
e non cominciano una relazione adulterina per motivi di insoddisfazione rispetto
la coniuge, non hanno grandi difficoltà a viverla clandestinamente, anzi ciò
aumenta il piacere della relazione.
Il
tradimento segue un percorso di sviluppo, passa da una fase in cui ci sono nella
coppia problemi non discussi o non risolti e i coniugi si sentono in rotta, a
quella in cui si sviluppa il vero tradimento, la situazione in cui il coniuge
insoddisfatto scivola nella relazione extraconiugale. In questo stadio
l'infedele nega e l'altro cerca di ignorare i segni della relazione.
Altro passo importante è la rivelazione, questo è il punto più
sconvolgente, perché il quadro della coppia e del matrimonio non è più lo
stesso.
La rivelazione porta alla crisi del matrimonio, il coniuge è ossessionato
dal problema, a questo punto critico è presa la decisione della rottura o di
fare la pace.
Di
solito quando si costruisce un tradimento, i sentimenti dei protagonisti sono
caratterizzati da eccitazione, compulsioni, emozione, …sono consapevoli che ci
saranno conseguenze, ma per ora si divertono. Gli amanti chiaccherano
appassionatamente, tentando di riempire anni in un breve tempo. Il
tradimento è un rapporto protetto: non ha le preoccupazioni quotidiane del
matrimonio né le pressioni di vivere sempre con un'altra persona, anche se
l'infedele è pressato dalle richieste del coniuge e dell'amante
nell'organizzare il suo tempo libero.
La
maggior parte dei tradimenti durano da pochi mesi ad un anno o due. Oltre questo
tempo o il matrimonio finisce o la relazione si pone in parallelo al matrimonio.
A volte l'infedele confessa, talvolta gli amici lo dicono al coniuge, più
spesso il coniuge trova un indizio, come una nota d'albergo o un incarico
lontano.
Un tradimento può riparare o rompere un matrimonio dipende dal messaggio
trasmesso.
I "messaggi" nei tradimenti
La
Brown (1991) ha identificato alcuni dei messaggi più comuni nei tradimenti:
Relazione che evita il conflitto
Questa
relazione si caratterizza per il fatto che il coniuge lamenta una mancanta
attenzione da parte del partner. Le coppie di questo tipo che non riescono a comunicare si servono di una
relazione extraconiugale per uscire da una cappa di controllata amabilità. L'infedele, marito o moglie che sia, è il più insoddisfatto e fa in modo di
essere scoperto per far saltare il coperchio delle problematiche del matrimonio.
Queste sono coppie che investono molto nel matrimonio, tentano di piacere,
sacrificarsi e perfezionarsi. La comunicazione è limitata per evitare
conflitti. Si tratta di persone educate sin da bambini a pensare che la collera è
negativa, o punite se in disaccordo. Queste coppie limitate nella comunicazione finiscono per lanciarsi in una
relazione extraconiugale, che viene di solito subito scoperta, è di rado seria
e ha lo scopo di ottenere l'attenzione del coniuge. Poiché il significato del tradimento per queste coppie è nel messaggio, il
perdono immediato non serve a nulla. Il risultato, al contrario, è la
costruzione di altri tradimenti. Anche la soluzione della fine del matrimonio dà pochi effetti, i coniugi non
imparano comunque a negoziare i conflitti. Vi è una ottima prognosi per il
matrimonio quando la relazione serve ad affrontare i problemi e imparare a
risolvere le diversità.
Relazione che evita l'intimità
Problemi di intimità sono presenti in ogni relazione, ma nel
caso specifico si cerca di proteggersi dalle ferite e dai disaccordi. I coniugi hanno paura di abbassare le barriere e diventare vulnerabili. La
relazione che evita l'intimità avviene dopo diversi anni di matrimonio quando i
partner si conoscono bene e il potenziale di sviluppo di intimità mostra
paurose chiusure. Le coppie sembrano essere come quelle del tipo "evitare il conflitto"
e si preoccupano a vicenda. E' come se i partner fossero cresciuti con una
famiglia caotica, con alcolizzati o abusi, o dove vi era una facciata di
apparente calma. Il maggior segnale di questo tipo di relazione è che entrambi i coniugi sono
coinvolti. Ci sono più parti nel conflitto fissando interazioni triangolari
note ai terapeuti. La coppia coinvolge l'altro nella lotta nel modo in cui
questo può essere coinvolto. Chi evita l'intimità è molto capace di lottare. Le battaglie possono essere
calde o fredde, ma solo così i partner si incontrano. La relazione sessuale
extraconiugale è parte del conflitto e i loro discorsi sono pieni di sarcasmo,
critica e offese. Non ci si incolpa. Sotto la facciata vi è grande pena e
paura. Ognuno vorrebbe dire all'altro "Desidero stare con te", invece
reagiscono e se la prendono con qualcuno o qualcosa. Questa spirale di collera è il centro della relazione che evita l'intimità. Il
coniuge è dipinto come incurante, in contrasto all'amante, che prende il ruolo
di cavaliere sul cavallo bianco, poiché non ha il peso della routine
quotidiana. Queste relazioni extraconiugali sono paradossali: incamerano fantasie romantiche
ed evitano l'intimità. Rivelare una tale relazione può portare a nuove guerre e spesso la lotta induce
la coppia a cercare aiuto, entrambi i coniugi hanno molta energia per lottare e
il terapeuta può utilizzarla dirigendola verso un cambiamento. La prospettiva per il matrimonio è favorevole, aiuta i partner a vedere i loro
sentimenti. Solo così s'incontrano i loro reciproci bisogni. Se non vi sono
conseguenze, la relazione porta ad una nuova vita.
Fissazione sessuale
Questo
tipo di tradimento è condotto da chi lotta con i bisogni emotivi per vincere
battaglie e per conquistare e ricevere amore. Privi di emozioni, schiacciati o
abusati da bambini, non sono cresciuti. Cercano il riconoscimento in pubblico, nella politica, in privato, nelle
conquiste sessuali. La persona può avere più relazioni nel tempo e non riempie
mai il vuoto. Avviene ad ogni età e anno di matrimonio, capita più al marito
che alla moglie, perché ha forse più potere. Vi è sfida e incuranza, quando la relazione finisce, l'infedele si arrabbia e
se il terzo era conosciuto è notizia da prima pagina. Da una parte sono
affascinati dal conquistare, dall'altra hanno paura del tradimento e nel qual
caso invocano anche risarcimenti. Il coniuge dell'infedele ci passerà sopra,
specie in un matrimonio di lunga data. Il classico caso è quello della moglie
del politico con una relazione extraconiugale. Rapporti come questi possono
indurre a coinvolgere il figlio come fosse un adulto. In questa tipologia l'infedele è un dipendente, entrambi i coniugi sono
narcisisti. Non molti chiedono aiuto anche se ciò potrebbe stabilizzarli. Un maschio del
genere si riconosce facilmente, va da solo in terapia, si vanta di molte
relazioni, e usa termini sessuali. E' seduttivo, riluttante a finire la seduta e
chiede favori. Le donne si identificano meno bene perché non accettano questa
relazione, si vergognano e tendono a nasconderla. Questi matrimoni durano anni,
il coniuge non tiene in conto la relazione e continua a soddisfare i bisogni
dell'altro senza cambiamenti. Se l'infedele esce dal ruolo, il matrimonio
precipita. Per cambiare, entrambi i coniugi devono esaminare le reciproche
conseguenze e intraprendere la strada giusta per il cambiamento.
Relazione nido vuoto
In
questo caso i partecipanti sono uomini di mezza età sposati da più di 20 anni
considerati uomini di casa, con nessuna grossa emozione con le mogli e sposatisi
per sicurezza. Ammettono di non aver amato il coniuge e dubitato più volte del
matrimonio, ma sono comunque disposti a farlo funzionare. Spesso focalizzano le
risorse sui figli. La famiglia di origine aveva un modello negativo ed essi
vogliono essere l'opposto di quello. Un padre furioso produce una persona dolce,
una madre invischiata una persona distanziata, ma la famiglia non è una formula
e quando s'accorgono che la formula non funziona, questi uomini diventano
frustrati. Non più attratti dalle mogli cercano altre soddisfazioni. Il
tradimento offre loro quello che hanno perduto nel matrimonio. Non dividono più
la camera da letto e la comunicazione si limita al quotidiano. Non ostentano la
relazione come i sessuali, sono preoccupati dall'incapacità di agire bene sia
nel matrimonio che nella relazione extraconiugale, che diventa una cosa seria
che può durare 5 o 10 anni o più. Fino a oggi le donne sembrano non farne parte, ma stanno iniziando. Vi sono due
varianti della relazione extraconiugale, quella in cui il significato è di una
bravata ed è come la relazione chiamata ultima chance. E' la crisi dell'uomo di
mezz'età sebbene la cosa sia più complessa. E si ha con una donna molto più
giovane, il matrimonio non è morto, ma malato. Solo i figli li legano, ma se
hanno lasciato casa non hanno più questa funzione. La relazione extraconiugale
rinvigorisce, eccita, fa sentire giovani e fa fare cose che si pensava non si
potessero più fare.L'altra tipologia è quella in cui i mariti, con un
matrimonio durato anni, desiderano lasciare la moglie, ma sembra loro difficile
e passano meno tempo possibile a casa e inventano scuse per assenze notturne. La
relazione extra matrimoniale è lunga, la moglie brontola, ma convive con la
situazione. L'uomo infedele in questa versione è sempre depresso anche se le sue energie
sono tutte incanalate nella sua carriera lavorativa. Se va dal terapeuta chiede
di separarsi. Sebbene i motivi della relazione extraconiugale siano gli stessi, i modelli per
la donna infedele sono diversi in questo caso. È di solito più giovane del
marito, e i bambini sono ancora a casa. Cerca un uomo della stessa età sposato
o no. La relazione comincia come un'amicizia, forse sul lavoro. Una volta
coinvolta, vuole tenere segreta la relazione. La società è dura con la donna
che ha un amante ed essa ha paura di perdere i bambini, la sicurezza economica e
gli amici, se viene scoperta. La donna crede che se vi è un problema nel
matrimonio è dovuto a qualcosa che lei ha fatto. La situazione tipica è che
lei vuole una famiglia come ha sempre desiderato e se il marito non condivide lo
sforzo, essa cerca di trovare compensazione alla sua assenza. Dopo il
matrimonio, il marito può aver avuto una relazione extraconiugale, ma anche se
scoperta, lei la trascura per il bene della famiglia, sebbene gli faccia sapere
che è molto ferita. Depressa alterna sentimenti di colpa, non rigetta il marito
e si sente distrutta. In questi casi è possibile che si creino rapporti non
soddisfacenti tra i coniugi, si resta insieme ma si continua a pensare
all'altro. Le donne di solito scelgono di mantenere il matrimonio e la relazione
extraconiugale può continuare fino alla morte.
Relazione con uscita di casa
"Aiutami
ad andarmene" è la relazione con uscita di casa. È come se si dicesse:
Sono ancora desiderabile, posso fare quello che mi pare. La motivazione di fondo
è duplice, da una parte, una ricerca di convalida di sé, dall'altra, evitare
di parlare di responsabilità per la fine del matrimonio, cioè la relazione
extraconiugale distrae dalle difficoltà e pene dell'ormai inevitabile fine del
matrimonio. Il terzo, l'amico, è qualcuno con cui parlare delle insoddisfazioni dei
sentimenti e delle speranze per il futuro. Poiché questi tradimenti accadono
prima della separazione sembrano esserne la causa, ma non è così. Sebbene molti dicano che non vogliono essere scoperti, tuttavia lavorano in tal
senso. La passione e la ricerca del coniuge di un motivo di separazione rendono
il segreto impossibile. Sebbene si tenda ad evitare conflitti, le relazioni hanno sempre segni di
curiosità, difficilmente l'infedele dice "non volevo ferirti", alla
fine si concentra su chi è il "tipo cattivo". Per molti l'idea
dell'amante come il cattivo è protettiva. La relazione è un penoso tradimento.
L'infedele può legalizzare la situazione sposando l'amante per evitare altre
conseguenze. Se accade vi è alta probabilità che il nuovo matrimonio finisca
come è finito il primo. Spesso finisce subito dopo raggiunto lo scopo.
Nella
vita di una coppia l’infedeltà è come un tornado che può demolire le idee
che davamo per acquisite e rassicuranti: abbiamo
una relazione esclusiva, ti conosco bene, con me sei leale, insieme abbiamo un
futuro, ecc. Annientata dalle menzogne e dai segreti, la
fiducia lascia il posto all’inquietudine. Anche l’autostima accusa il
colpo, perché si teme che il rivale sia più bello, più intelligente, più
sensuale di noi, e fatalmente ci rimettiamo in discussione. La rabbia si
accompagna a rimpianti e sensi di colpa: se
solo non fossi ingrassato/a, come ho potuto non accorgermene, quanto sono
stato/a stupido/a a fidarmi, e io che gli/le avevo dato tutto… L’animo
del tradito viene invaso da idee nere e da immagini
ripetitive, e molti finiscono per torturarsi senza pietà: sarà
tra le sue braccia, chissà cosa starà provando, chissà cosa starà facendo.
Uomini
e donne infedeli, è proprio la stessa cosa? Pare di no. Un famoso sessuologo
sostiene di ricevere due tipi di infedeli – i monogami infedeli, e si tratta
soprattutto di donne, e gli infedeli sessuali, e parliamo soprattutto di uomini.
I monogami infedeli si distinguono per la loro incapacità di investire in
due relazioni nello stesso momento: si distaccano dal compagno ufficiale sia sul
piano sentimentale, sia su quello sessuale, per potersi avvicinare all’amante.
Alcuni confessano addirittura di sentirsi di tradirlo quando, per dovere o per
calmare le acque, accettano un rapporto con il partner abituale o con il
coniuge. Rosi dai sensi di colpa, alcuni sono profondamente tormentati dai dubbi
e dall’indecisione: con chi stare, chi sacrificare? – e si tormentano perché
in realtà non sono disposti a rinunciare a nulla.
Gli
infedeli sessuali invece
dissociano il sesso dai sentimenti. Il cinquanta per cento almeno degli uomini
infedeli si dice soddisfatto della propria coppia e non ha intenzione di
lasciare la partner qualunque siano le speranze della loro amante. Per molti
l’infedeltà è l’unico modo per sopravvivere (e far sopravvivere) alla
coppia stabile, e le scappatelle avrebbero come beneficio secondario quello di
far apprezzare maggiormente la moglie. Anzi, per mettersi a posto con la
coscienza, alcuni diventano molto più gentili e generosi proprio con la
consorte.
perché
siamo infedeli?
E’
colpa della routine,
pare, tra lavoro, casa e figli – è lei ad aver ragione della fedeltà di
molti. Stanchi e nervosi, i partner finiscono per litigare in continuazione o
per non vedersi proprio più: addio cene romantiche, piccole attenzioni,
tenerezze e sorprese. Il terreno è più che propizio per una caduta a corpo
libero nelle tentazioni, alla ricerca di una
persona che ci tratti con attenzione e valorizzi
le nostre idee, le nostre opinioni e i nostri sogni. Per altri l’istinto
di caccia si scatena in funzione dell’orologio biologico, e allo scoccare
della maturità hanno improvvisamente bisogno di sapere che sono ancora
seducenti. Gli avidi di passioni e di esaltazione e quelli che solo la continua
novità può placare, sono molto predisposti all’infedeltà, così come gli
assetati di adulazione e quelli dall’autostima fragile, che dipendono dallo
sguardo degli altri. E non dimentichiamo quelli che sono in astinenza sessuale,
ovviamente non per loro scelta. Anche l’ambiente, le amicizie e le tentazioni
che la vita dissemina sul nostro cammino hanno un effetto potente sulla nostra
virtù, tanto più se siamo attraenti e quindi più facilmente ricercati.
Infine, alcuni infedeli sostengono che solo una doppia vita permette di rompere
la monotonia del quotidiano o di liberarsi temporaneamente del fardello di
avvenimenti impegnativi.
voglio
sapere tutto!
In
genere i traditi provano tutti lo stesso bisogno di base: parlare
dell’infedeltà subita. La maggior parte di loro è convinta di “sapere
tutta la verità”, sia per determinare la gravità della situazione e predire
il futuro del rapporto, sia per assicurarsi che il partner può essere ancora
degno di fiducia. La maggior parte dei traditi cerca di capire perché il
partner si è spinto così in là, ma malgrado questo bisogno ossessivo, spesso
ottengono pochissime risposte: difficilmente
l’infedele si rivela. Alcuni
pensano di proteggere il partner proprio nascondendogli l’infedeltà, altri
temono di distruggere quello che hanno costruito, ma in linea di massima più si
aspetta conseguenze pesanti e reazioni violente, meno l’infedele sarà sincero
e trasparente.
salvare
la coppia: il traditore
Attraversare
la prova dell’infedeltà è una grande sfida, e molte coppie non ci
riescono. Cosa dovrebbe fare
l’infedele che vuole salvare la sua coppia? Prima di tutto, terminare il
legame “colpevole”. Poi è necessario che riconquisti la fiducia del
partner rispondendo con sincerità a tutte le due domande: meno sarà limpido,
più susciterà sospetti. Dite a voi stessi che è meglio confessare che
essere scoperti. E accettate che il partner possa dubitare di quello che gli
dite. Talvolta dovrete fornire delle prove, o ripetere le stesse spiegazioni
in più passaggi. C’è altro? No, ma aspettatevi che la verità faccia male,
sia frustrante e tormentosa e umili profondamente il vostro partner.
Sforzatevi di capire che cosa prova, e alla lunga questo gli darà sollievo.
Convincetevi (e convincete la controparte) che non succederà più, o almeno
che confesserete le tentazioni prima di caderci, dimostrando così che la
vostra preferenza per la fedeltà è una scelta d’amore, e non di abitudine
o di convenienza. Un ultimo, piccolo consiglio: non rendete il partner
responsabile del vostro comportamento (se tu non
ti fossi lasciato/a andare…), non c’è (quasi) niente di più
devastante
salvare
la coppia: il tradito
Come
comportarsi? In linea di massima più malmenate, insultate e perseguitate il
partner, meno otterrete quello che desiderate – verità e comprensione. Se
aspirate a ricostruire la vostra coppia, dominate
la collera: evitate gli
insulti, la freddezza e il melodramma, la ripetizione all’infinito delle
stesse domande… se l’emotività impedisce il dialogo, scrivetegli,
scrivetegli anche le vostre domande, e chiedete una risposta scritta.
Esprimete i vostri sentimenti, le paure, i bisogni, e dite al partner di fare
lo stesso. Siate aperti alla verità,
anche quella peggiore: sono stato
con lei mentre eri incinta, era ambizioso ma io credevo di amarlo…
Confidatevi con qualcuno di cui vi fidate, che sia capace di capirvi senza
giudicare le vostre scelte. In alcuni casi l’infedeltà può favorire l’apertura
e lo scambio necessari a ridefinire la relazione e a migliorarla. L’infedeltà
rivelata, sospettata o scoperta potrà sempre disturbare o rovinare una
relazione: tra le più frequenti cause di divorzio, spesso si trascina dietro
la depressione e talvolta perfino la violenza fisica
tipologie
dei traditori
Cosa
dicono le statistiche?
infedeli
ma attaccati
Più della metà degli
infedeli non è innamorata della nuova conquista. Ma se questa relazione non
è necessariamente sessuale, lo è quasi sempre (92% dei casi). Solo il 6% di
chi ama al di fuori della coppia regolare “non tocca nemmeno”. Ma se non
si è innamorati dell’altro/a, perché proseguire la relazione? I motivi
più ricorrenti sono tre: il bisogno
di novità, un effetto secondario dell’abitudine;
il desiderio di piacere, forse perché siamo tutti un po’ narcisisti o
perché non si finisce mai di mettere alla prova il proprio fascino. Ma può
trattarsi anche di carenze affettive serie, perché si viene trascurati dal
partner. Oppure si è nella quarantina avanzata, e il desiderio di trattenere
la giovinezza diventa più impellente. Infine, per insoddisfazione
sessuale. Gli uomini possono lamentarsi della rarità dei rapporti, le
donne della mancanza di competenza o di immaginazione degli uomini. Oppure la routine
sta soffocando la coppia. Negli studi americani più del 50% degli uomini e il
30% delle donne infedeli si dicono però soddisfatti della propria coppia
regolare. In altre parole: anche se ci
si impegna a soddisfare il partner,
non si può mai stare tranquilli. Vendicare un tradimento con un
tradimento è affare di pochi: 7%
né
colpevoli, né responsabili
la maggioranza (75%) degli
infedeli non si sente affatto in colpa verso il partner, anzi la metà circa
sostiene di sentirsi perfettamente a
proprio agio nella situazione. Niente colpa, quindi niente peccato.
Allora, se non c’è niente di reprensibile, perché non ricominciare? E’
proprio quello che fanno. Anche il senso di responsabilità è diventato
debole: circa il 50% degli infedeli trascura di proteggersi durante i rapporti
sessuali. Gioiosi gaudenti, irresponsabili o amorali. Insomma, essere infedeli
non sembra grave… soprattutto fin quando non si viene scoperti
tanto
non lo saprà mai
due terzi delle persone viene tradito a sua insaputa, e quindi è errato
pretendere che la verità alla fine trionfa sempre. Nei fatti, solo
il 13% dei traditi sa di esserlo, e quasi una volta su due perché il
fedifrago non ha retto e ha confessato tutto, mentre il 60% non sa ed è roso
dal dubbio. Come si reagisce, quando si è in dubbio? Ci si fanno molte
domande, si diventa una sorta di detective
alla ricerca di indizi e si finisce per presentare al partner tutte le prove
raccolte. E quando invece si sa? Un terzo dei traditi confessa di essere stato
ossessionato dall’infedeltà del partner, soprattutto perché quasi
una persona su due conosce l’amante del partner, che è spesso un/una
collega di lavoro o un/a amico/a della coppia. L’infedeltà crea un trauma:
perdita di fiducia in se stessi, rovesciamento della visione dell’amore e
della vita, dolore di essere stati ingannati e traditi, umiliazione,
insicurezza. Pochi traditi però si sentono responsabili dell’infedeltà del
partner: dolore e delusione sembrano occupare più spazio nel loro cuore che
la collera e il desiderio di vendetta
la
coppia è più forte
una
volta ammessa l’infedeltà, che cosa succede? Nel 40% dei casi il/la
fedifrago/a fa di tutto per rincollare
i pezzi. Un classico, perché di solito non si tradisce il partner con lo
scopo di sostituirlo, ma per l’eccitazione e la novità. Il 20% degli
infedeli scoperti rimane in una situazione ambigua, e continua a vedere
clandestinamente l’amante. Il 3% consulta un terapeuta. L’infedeltà non
comporta necessariamente la rottura, anzi: la
coppia resiste nel 76% dei casi. Si perdona e si va avanti, forse perché
si pensa che la separazione avrebbe conseguenze più gravi dell’infedeltà
tradimento
Per
capire cosa sia il tradimento
occorre distinguerlo
dal concetto di infedeltà: un
conto infatti è avere un rapporto sessuale con un partner diverso da quello
abituale, un conto è tradire la sua fiducia, la sua dignità, i suoi
sentimenti…
A volte infedeltà e tradimento si
sovrappongono, nel senso che effettivamente l’infedeltà rappresenta un
tradimento (della fiducia, dei patti); altre volte si mantengono distinte
(perché magari si è stabilito di essere una coppia ‘aperta’, stile
anni ’70, oppure perché il partner abituale è a conoscenza della cosa ed
ha deciso di sopportarla per un po’, eccetera).
Prendendo
il discorso al contrario possiamo osservare come tradire
non significa essere necessariamente infedeli: si può dedicare un’intera
vita sessuale a un unico partner, ma tradirlo in altro modo, ad esempio
raccontando a tutti i suoi difetti, ridicolizzandolo, cercando di rovinargli
la carriera, spendendo tutti i suoi soldi, facendolo litigare con gli amici
e così via.
Nella
nostra lingua tuttavia i due termini hanno un’accezione
comune e, sotto l’aspetto pratico, significano:
‘avere una relazione con un’altra persona, oltre al partner abituale’.
Il tradimento così inteso è cosa abbastanza frequente nella nostra
società ed è equamente distribuita in tutte le classi sociali, cosicché
ricchi e poveri, almeno in questo, possono sentirsi simili.
E’
opinione diffusa che gli uomini siano più infedeli delle donne. Infatti, è
vero! Numerosi studi,
basati su testimonianze più o meno sincere degli intervistati, sembrano
confermare questa credenza popolare. La spiegazione scientifica di tale
fenomeno è che l’uomo decodifica
gli stimoli sessuali immediatamente come erotici, la donna li trasforma in
sentimenti, emozioni, innamoramenti, tanto che ‘tradisce’ ugualmente, ma
spesso lo fa solo col pensiero.
Restare
o andarsene?
“Così come abbiamo sviluppato
strategie sessuali per scegliere, attirare e conservare i buoni partner, ne
abbiamo acquisite altrettante per sbarazzarci di quelli che non ci
convengono. Si divorzia in tutte le
culture. Le nostre strategie di separazione fanno intervenire diversi
meccanismi psicologici. Noi mettiamo in conto i “costi” inflitti dal
partner, e i “benefici” che ci apporta. Valutiamo altri partner
potenziali e determiniamo se possono o meno offrirci di più di quello che
abbiamo al momento. Stimiamo la probabilità di attirare altri partner
adeguati. Calcoliamo i disagi che subiranno i nostri figli, la nostra
famiglia e noi stessi se la relazione si scioglie. Tutte queste informazioni
contribuiscono a una decisione: restare
o andarsene. Coloro che conservano lo stesso compagno malgrado le sue
difficoltà economiche, le sue infedeltà o la sua crudeltà sono di una
lealtà che merita ammirazione, ma nessuno trasmette i propri geni con
successo in queste condizioni. Noi
discendiamo da coloro che hanno saputo separarsi.”
David BUSS, L'evoluzione del
desiderio. Comportamenti sessuali e strategie di
coppia – Laterza, 1995
In
realtà la fedeltà è imposta
più dalla cultura che dalla natura: uno studio di etnologia (la scienza
che si interessa delle diverse culture presenti nel mondo) ha appurato con
chiarezza che le società umane hanno in prevalenza un’organizzazione
sociale poligamica, ovvero di uomini
che hanno diverse mogli o che possono intraprendere relazioni sessuali
stabili con più partners, senza incorrere in sanzioni di tipo sociale.
Esiste anche la situazione opposta, di una donna che possa sposare più
mariti, ma è davvero rarissima: la più conosciuta sembra si trovi in una
valle terminale, a fondo cieco, della catena
dell’ Himalaya. Questa organizzazione di donne
con tanti mariti è detta poliandria,
ma più che nella specie umana è presente in alcune specie animali, in
particolare quando la femmina è più grande del maschio.
Un
altro modo per definire il tradimento è ‘adulterio’,
che significa violazione all’obbligo
della fedeltà coniugale. Il sistema giuridico italiano oggi vede la fedeltà
non più come sinonimo di esclusività sessuale, ma lo intende in modo simile
al concetto di lealtà, come un impegno globale di devozione,
estensibile a tutti gli aspetti della vita familiare.
E’
una delle tante conquiste sociali datate 1968,
quando si è finalmente superato il codice Rocco, del 1930,
per il quale gli adultéri erano puniti con una pena fino ad un anno
di carcere e fino a due anni in caso di relazione abituale. Tutti ricordano,
o hanno saputo dopo, con immancabile stupore, la vicenda del campione Fausto
Coppi e della sua ‘Dama bianca’, che per questo tipo di vicenda privata
hanno dovuto subire una serie di umiliazioni pubbliche, fra cui, appunto, il
carcere. C’è da osservare che, comunque, queste misure così drastiche
non impedivano, di fatto, la ricorrenza degli adultèri, che erano
ugualmente frequentissimi.
Ma
cosa spinge una persona a essere infedele,
quale è la molla che allenta i suoi freni inibitori e le consente di
tuffarsi fra le braccia di un nuovo partner ? In genere, più che la
ricerca
di un’evasione sessuale, si tratta
di una risposta ad un generico senso di insoddisfazione nel rapporto di
coppia, soprattutto coniugale. L’infedeltà può dare luogo a due
tipi di sentimenti diversi: delusione
e rimorso verso il partner abituale, oppure senso
di soddisfazione, psicologico e sessuale, tanto è vero che in molti
casi l’esperienza occasionale riesce perfino ad influenzare positivamente
l’esperienza abituale…
Un’altra
domanda che ci si pone spesso riguardo al tema del tradimento è:
‘meglio raccontarsi tutto o
tacere?’. La risposta è,
senza dubbio: ‘tacere’! Infatti la
sincerità in sé non deve essere considerato un valore assoluto: può
ferire, deludere, schiacciare il partner. Una sincerità totale può
essere anche una forma mascherata di aggressività ed il bisogno di
raccontare ogni minimo particolare deve far nascere qualche sospetto di
disinnamoramento. In questo campo vale
forse la vecchia regola che è
meglio non dire sempre tutto ciò che si pensa, ma pensare tutto ciò che si
dice; in senso più generale, possiamo invece ispirarci ad Erich
Fromm, il quale consigliava
di essere fedeli a se stessi, per poterlo
essere anche con gli altri…
altri
tradimenti
“Tradimento” è una parola che la nostra
esperienza associa a sentimenti
di colpa, di sofferenza e di infelicità,
ma anche di rabbia e
di rancore…
Il
tradimento è nell’immaginario comune un evento che di solito accade
all’improvviso, o comunque senza la consapevolezza di uno dei partner
della coppia; che proprio per questo investe in tutto e per tutto la vita
emotiva ed affettiva della persona che lo ha subito, provocando in lei una
serie di emozioni iniziali che tuttavia ruotano attorno a un evento centrale,
a un colpo inferto alla propria identità, alla propria persona. Nella
realtà, il tradimento ha luogo in diversi contesti sociali, ovvero in diversi
contesti relazionali e comunque in tutti quelli in cui intrecciamo rapporti
interpersonali basati su sinceri sentimenti.
L’amore
tra un uomo e una donna, l’amicizia, l’amore fraterno, piuttosto che
quello tra genitore e figlio sono tutti dimensioni diverse della nostra
affettività. La coppia è solo uno di questi mondi interpersonali che
ciononostante si distingue dagli altri per un elemento importante. Ciò
che caratterizza ogni relazione amorosa è l’intimità, definita dagli
psicologi una sorta “di autorivelazione al partner di aspetti variegati e
multiformi della propria personalità”. Questa, intesa sia sul piano dell’attrazione
fisica, sia su quello della compatibilità e reciprocità di bisogni,
aspettative e interessi, conduce a uno
stato di condivisione
che scandisce il tempo dello stare insieme.
Tradire
in amore significa quindi rompere
un equilibrio che è stato accordato, che è stato voluto, che è stato
costruito dall’azione congiunta di due persone. I dati di alcune ricerche ci
dicono che uno dei motivi di rottura/cambiamento all’interno di una coppia
è rappresentato dai cosiddetti eventi
precipitanti. Tra questi tipi di eventi i maggiori sono proprio costituiti
dalle interazioni reciproche (per esempio i conflitti) e dall’interazione
con un terzo vissuto da uno dei partner come competitivo a livello affettivo.
Intensità affettiva e fiducia, in ogni caso, sia che si tratti di amore o no,
sono gli elementi basilari di una relazione che permettono di parlare di
tradimento.
Un
padre che infrange le aspettative del figlio, che non mantiene le promesse
fatte, che adotta un comportamento incongruo con i principi insegnati, che si
mostra per quel che vuol sembrare, è un padre che in un certo senso tradisce
il proprio figlio, poiché di fatto si esclude da quel rapporto di reciproca e
tacita fiducia. La persona che inganna, che dà la sua fiducia e la sua
disponibilità ma non la mantiene, che indossa una maschera a seconda di chi
le sta accanto, tradisce
le attese che ha contribuito a creare negli altri.
Le
forme del tradimento possono essere varie: tenere nascoste informazioni che
possono nuocere a una persona a noi cara ma che a noi procurano un vantaggio;
mentire sui nostri sentimenti dando adito a false interpretazioni; voler
intenzionalmente fare del male ad un’altra persona. Se le tipologie del
tradimento e i contesti entro cui esso può verificarsi sono molteplici, c’è
peraltro un comune denominatore che può essere identificato nell’inganno,
ovvero nell’azione deliberata di non svelarsi, di non mostrarsi per
soddisfare essenzialmente un bisogno egoistico, sia questo di tipo amoroso,
sia di un tornaconto materiale per noi più soddisfacente. L’inganno
va quindi
inteso come un’azione volontaria, decisa, studiata, fatta con la
consapevolezza di “fare in modo che la persona ingannata non lo venga mai a
sapere”. Si potrebbe considerare l’inganno come una
fase successiva
al tradimento poiché esso comprende tutto quello che noi facciamo o non
facciamo per di nascondere l’atto traditore specifico.
Il
tradimento, di per sé, può essere stato progettato o può essere stato
determinato dalla nostra frivolezza e superficialità, ma quel che ci
etichetta come “traditori” è il fatto di non svelarsi all’altro poiché
questo comporterebbe l’ammissione della nostra colpa, comporterebbe
isolamento, svalutazione, e rottura dei rapporti. Come
difendersi allora da ciò che ci può portare a una sofferenza che a
volte raggiunge anche livelli molto intensi?
Le
emozioni legate all’essere traditi riguardano l’altro (rabbia e
desiderio di vendetta) e
noi stessi (delusione e senso di colpa). La volontà di rivalsa pura e
semplice dovrebbe essere trasformata nel desiderio concomitante di far
rivalere la propria persona, di riporre all’attenzione dell’altro la
propria presenza. Ciò preclude la comunicazione, il segnalare e il
sottolineare gli aspetti negativi del tradimento che ci è stato inflitto.
Subire semplicemente, riflettere in solitudine sul significato di ciò che è
accaduto senza cercare un contatto con l’altra persona contribuirebbe a
indebolire ulteriormente l’idea già provata della nostra identità.
Se
scoprite di essere stati traditi, quindi, è inutile aspettare una
confessione poiché chi lo ha fatto ha già preso precisa posizione nei
vostri confronti, e poi sarebbe difficile stabilire un tempo massimo di attesa
oltre il quale sarete voi a rivelare la vostra scoperta: meglio affrontare
subito il problema e discuterne. Dall’altro lato, del senso di colpa,
che può scaturire dal non essersi accorti o dall’essersi fidati ciecamente,
bisognerebbe sbarazzarsi e valutare piuttosto non tanto le proprie colpe, ma
quelle altrui. Il proprio obiettivo deve essere, quindi, quello di ricostruire
in senso positivo il senso di sé. Se invece siete voi ad aver tradito,
rivelarlo significherebbe mostrare pentimento e sarebbe comunque preferibile a
continuare a tenerlo nascosto: non peggiorate una situazione che già di per
sé farà soffrire l’altra persona.
ri-innamorarsi
Parlare
di “tradimento” ci rimanda a sentimenti e stati d’animo particolarmente
intensi; e i toni si fanno più accesi quando si parla dell’essere traditi
da un caro amico e ancor più dal proprio compagno…
E’
possibile superare un tradimento, e anzi, innamorarsi di nuovo del partner?
Cercando
di immaginare il panorama emotivo di chi diviene consapevole di essere stato
tradito, mi vengono in mente due estremi: la delusione, la sensazione che il
mondo stia franando tutt’intorno a noi, l’improvviso sentimento di vuoto
incolmabile e di solitudine senza soluzione … stati d’animo che si
alternano o che si accompagnano alla rabbia e, perché no, al desiderio di
vendetta. In seguito al black out
generato dall’esplosione dei nostri sentimenti, non appena ci sembra di
poter ricominciare a pensare, una domanda inizia a girarci per la testa senza
sosta riguardo alla necessità di una soluzione sul piano pratico: cosa
fare? Troncare
o meno il rapporto col partner che ci ha traditi?
A
questo punto si apre un mondo diverso per ognuno di noi. Studi e ricerche
hanno stabilito che più
le coppie stanno insieme da tempo, più è probabile che continuino a stare
insieme;
e che più
è alto il livello di coinvolgimento o di soddisfazione nella relazione, maggiori
sono le probabilità che la relazione sia stabile in futuro.
Personalmente credo che sia più
verosimile che un tradimento venga “perdonato” all’interno di una
relazione che dura da molto tempo, perché essa è costituita da prospettive
future, ma anche dalla condivisione
di una storia che ha dato un identità unica a questo piccolo nucleo; ma
è anche vero che proprio per gli stessi motivi la delusione e la rabbia,
possibili conseguenze del tradimento, possono essere più intensi.
Il
grado di soddisfazione della relazione prima del tradimento mi appare
fondamentale: quanto
siamo disposti a lottare per ciò che ci ha resi felici? Nella risposta a
questa domanda rientrano anche le sfumature di personalità di ognuno di noi,
che nella mia visione trovano le loro origini nelle prime relazioni di
attaccamento da noi sperimentate. Quanto nel ri-innamorarci del traditore
stiamo riproducendo un modello comportamentale che ci è sempre appartenuto? E
perché?
Proviamo
a pensare: come abbiamo reagito in passato quando le circostanze ci
suggerivano che la nostra relazione di attaccamento con una persona era
minacciata? Qual
è il nostro grado di dipendenza dall’amore? Cercare di rispondere a
questi quesiti può esserci di aiuto anche per capire quanto fa davvero parte
di noi l’attrazione
che ricominciamo a provare nonostante il
tradimento subito; e quanto
invece è legato direttamente alle
caratteristiche del
traditore.
Non
c’è una risposta giusta o sbagliata in questi casi, ma credo sia importante
imparare a leggere quale può essere la più giusta per noi.
la
fedeltà è sempre un valore?
Sì
e no: la fedeltà è spesso il contrario di una prova d’amore, ed è
frutto della pigrizia, del conformismo, della paura del cambiamento. Secondo
La Rochefoucauld, “la violenza che ci si fa per restare fedeli a ciò che
si ama non vale più di un’infedeltà”. Come dire, la
fedeltà non può essere imposta, e dal momento in cui diventa oggetto
di un contratto o di un’imposizione perde tutto il suo senso. Insomma, la
fedeltà non è una pretesa, ma un dono. E in tutti e due i sensi del
termine: è qualcosa che si regala all’altro naturalmente, senza neppure
pensarci, e qualcosa di cui si è dotati, talvolta. Secondo Francesco
Alberoni, invece, “l’amore
allo stato nascente è, e non può che essere, monogamico.” Fenomeno
confermato dalle statistiche: l’intolleranza al tradimento è molto più
elevata nelle coppie di recente costituzione. L’indulgenza, invece,
aumenta proporzionalmente alla durata della vita di coppia. Così per il 34%
degli uomini e per il 24%
delle donne in coppia stabile da più di due anni, è tollerabile l’amore
senza fedeltà. Percentuale che sale al 43%
per gli uomini, e al 40%
per le donne, dopo quindici anni di vita in comune.
E i risposati?
Le
persone che iniziano una seconda vita di coppia sono più elastiche riguardo
all’incompatibilità tra amore e infedeltà rispetto a quanto lo erano nella
coppia precedente: per il 44%
degli uomini e il 28%
delle donne amore
e infedeltà possono coabitar
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