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Risvegliare il desiderio

Come ogni sottile alchimia, l’amore deve conciliare le voglie, i fantasmi e i desideri dei partner. Se con il tempo la magia scompare silenziosamente, che cosa si può fare? Piccoli segreti per ritrovare l’armonia a due.

Se ne parli a cuore aperto con gli amici, ti accorgerai che anche gli altri hanno già incontrato questo problema, perciò niente panico, spesso si tratta di una difficoltà transitoria che può scomparire così com’è arrivata. Datevi tempo e prendete un minimo di distanza dai fatti, non precipitatevi dal medico a meno che la situazione non evolva nel giro di qualche mese. Provate a chiedervi se le circostanze della vostra vita possono essere all’origine della mancanza di desiderio: stress e routine di solito sono i primi nemici da affrontare. Preoccupazioni? Problemi di salute, professionali o economici? State per affrontare o avete appena affrontato un grande cambiamento come un trasloco, avete appena cambiato lavoro, con il partner non tutto funziona a meraviglia e poi ci sono i bambini…? Fatto il punto della situazione, non resta che valutare come si affronta questa situazione, per esempio per molti uomini il calo di libido viene vissuto come una diminuzione della virilità, per altri significa automaticamente rimettere in questione la coppia. Sulla sessualità e sul desiderio sono state condotte migliaia di inchieste e di indagini, che concludono quasi unanimemente che le donne dichiarano di avere problemi di inibizione o di desiderio molto più spesso degli uomini, anche se se ne lamentano molto più raramente. Per la donna la sessualità può passare più facilmente in secondo piano, e i problemi connessi al desiderio possono anche non essere prioritari rispetto ad altri elementi, quali il piacere globale della relazione amorosa o il rapporto che hanno con i figli.

Con il passare del tempo il desiderio si può usurare, soprattutto nelle coppie organizzate in modo fusionale. Passata l’ipnosi dei primi tempi, che dura solo pochi anni, la sessualità si indebolisce. Quando si condivide tutto, ci si dice tutto e si fa tutto insieme, il desiderio erotico tende a consumarsi perché la sessualità fatica a sopravvivere alla possessività, alla perdita di libertà, alla dipendenza e al bisogno di esclusività. Nelle coppie mature, composte da due persone veramente autonome, vivere una sessualità piena di slanci per lungo tempo è più facile. Se si abbandonano le relazioni infantili per quelle adulte, il desiderio può essere più resistente.

Tuttavia, la volontà di mantenere il sesso al suo zenith non cambia molto il modo in cui evolve l’intimità sessuale. È importare cogliere come si articola il desiderio dell’altro, per esempio gli uomini sono più stimolati dai segnali visivi, le donne da quelli auditivi. Nel sesso è importante essere attenti e interamente presenti al partner; per far bene l’amore bisogna darsi tempo, soprattutto perché l’eccitazione femminile è più lunga a manifestarsi e a svilupparsi. Inoltre, per moltissimi uomini la libido non entra in competizione con le preoccupazioni quotidiane, l’uomo può concentrarsi sul suo desiderio e fare astrazione del resto perché la sua sessualità è più pulsionale. Nella donna vale il discorso contrario: le mentalizzazioni preoccupanti, i conflitti, le preoccupazioni personali, la tristezza e la rabbia entrano violentemente in competizione con il desiderio.

Non bisogna mai dimenticare che alcune attitudini uccidono il desiderio, come è il caso dell’egoismo, soprattutto oggi che le donne si sentono responsabili della propria sessualità e del proprio corpo e hanno voglia di partner attenti. Anche l’assenza di dialogo è un punto fortemente negativo, moltissimi uomini non hanno idea di cosa la loro donna voglia veramente, anche perché molte donne si rifiutano di chiederlo. La passività fa strage dell’erotismo perché uccide la curiosità reciproca, quella voglia di scoprire i territori intimi dell’altro che avviene attraverso iniziative reciproche. I blocchi psicologi sono quasi sempre grandi ostacoli all’alchimia dei corpi, perché l’immagine che ciascuno ha del proprio corpo influenza il modo in cui vive la sessualità; le donne che hanno dei complessi, che non si sentono a proprio agio con se stesse, che non amano il proprio corpo e fanno l’amore solo per non perdere il compagno non possono crescere sessualmente. La stima di sé è un fatto importante, a letto come fuori dal letto: la convinzione di non essere degni d’amore è un problema non da poco. Più che darsi a variazioni estreme sul tema, che troppo spesso sono più subite che desiderate soprattutto da parte delle donne, bisogna ricordare che la qualità della relazione sessuale dipende dalla qualità della relazione affettiva, tanto è vero che i sessuologi non suggeriscono trucchi tecnici, ma in genere forniscono alle coppie le strategie “giuste” per riattivare il clima amoroso. Ritrovare i momenti di intimità, di seduzione e di sensualità che esistevano agli inizi della relazione, uscire a cena, passare il fine settimana lontano da casa, farsi delle sorprese e dei regali, ritornare ad aver voglia di piacersi e di piacere, sono queste le cose che possono ricreare un clima favorevole all’eccitazione.

Gli alleati che contano: le carezze
Uno sguardo, un profumo, qualche carezza, ed ecco che l’atmosfera cambia… L’amore è qualcosa di ben diverso dall’incontro delle mucose genitali. Il nostro corpo dispone in media di 1800 cm² di pelle che contengono un milione e mezzo di recettori, vere e proprie capsule di voluttà che racchiudono tesori di sensazioni provocate dallo sfioramento e dalle carezze. I recettori immagazzinano il piacere e lo liberano quando sono “piene”. Carezzare significa rendere poetico un gesto che può essere meccanico, per questo si può iniziare esplorando con calma la geografia sensuale della pelle. Le carezze stabilizzano l’equilibrio nervoso, aiutano a rilasciare le tensioni e procurano benessere, anzi, euforia. Le ragioni sono squisitamente biologiche, dato che le carezze attivano i centri cerebrali del piacere che rilasciano diverse sostanze, tra le quali le famose endorfine. Sotto il profilo psicologico, inoltre, le carezze riattualizzano la beatitudine dell’infanzia, ricca di significati emotivi, risvegliano tutti i sensi e offrono una gamma di sensazioni molto ampia, diversa da quella ottenuta durante il coito. 

Idee per una relazione

Fermatevi un attimo a pensare alla vostra coppia: quali sono i primi pensieri che vi vengono in mente? quali sensazioni provate d’istinto? La vostra relazione potrebbe procurarvi grande gioia e completezza oppure, a causa delle aspettative disilluse e delle tensioni tra voi e il partner, ansia e frustrazione. O forse siete entrambi così occupati e travolti dal frenetico ritmo della quotidianità, che in realtà quando siete insieme siete troppo stanchi per ritrovarvi davvero…

Siete mai stati in disaccordo, o vi è stata un’incomprensione tra voi e il vostro partner? La risposta, con ogni probabilità, è "ovviamente sì". E’ impossibile andare sempre d’accordo, ed è inevitabile che di tanto in tanto si crei tra i partner qualche conflitto. Ciò non toglie che moltissime persone sono felici in coppia, a dispetto di più o meno occasionali litigi, e questo perché sono capaci di gestire i conflitti in modo efficace perché le discussioni portino a una possibile soluzione del problema, piuttosto che a una serie infinita di recriminazioni e di accuse reciproche.

Le aree di conflitto
Questo articolo propone una panoramica delle tipiche caratteristiche positive di un rapporto – quelle qualità, attitudini e comportamenti che aiutano la coppia a interagire in modo da aumentare l’intimità e la gioia – ed esplora le aree più comuni di conflitto, quali il denaro, i parenti, il sesso, i figli e le differenze nei modi di comunicare di uomini e donne, per cercare di capire come si possono gestire le divergenze tra i partner in modo costruttivo invece che distruttivo.

In Italia ogni anno hanno luogo quasi 900.000 divorzi e separazioni. E’ ovvio che "vivere per sempre felici e contenti" non è cosa facile; ciononostante, la maggior parte delle persone si sposerà almeno una volta nell’arco della vita. Molte persone iniziano una relazione di coppia con grandi speranze e sogni, e un desiderio profondo e sincero di impegnarsi per far crescere e durare il rapporto; ma la scoperta che il partner non è perfetto come si credeva, o la pressione della vita quotidiana possono condurre alcuni a sentirsi molto meno romantici con l’andare del tempo, e a lungo andare, a trovare sempre meno soddisfazione nella vita di coppia. Tutte le relazioni cambiano nel tempo, ma con impegno, una volontà precisa e una certa fatica, le coppie possono resistere all’usura dell’abitudine, e regalare ai partner intimità, sicurezza, pienezza.

Le caratteristiche positive

Come sono le coppie riuscite? Considerate gli aspetti positivi della vostra relazione: quali sono le cose che sembrano funzionare e rendervi felici? Se la vostra è una coppia ben assortita, probabilmente la vostra relazione è caratterizzata da livelli elevati di positività, comprensione, impegno, accettazione, amore e rispetto. Queste sono alcune delle caratteristiche più importanti per la riuscita di una coppia.

positività

Le relazioni di coppia che rendono felici sono caratterizzate da un alto grado di positività: i pensieri, le parole e le azioni, cioè le interazioni tra i partner, sono per la maggior parte positivi. Quando al contrario la negatività è elevata – critiche, richieste continue, insulti, indifferenza, noia – la relazione soffrirà. E’ bene ricordare che l’assenza di negatività all’interno della coppia è probabilmente il segnale che la rabbia e la frustrazione vengono represse anziché discusse, e questo può creare tensioni irrisolte che si accumulano pericolosamente in uno o in entrambi i partner. Dunque, quando si crea una tensione, il problema che la genera deve essere discusso, cercando di tenere a mente che si è in cerca di una soluzione a un problema comune, e che non si sta ingaggiando una lotta per la vita in cui si vince solo se l’altro soccombe. Un atteggiamento affettuoso, l’ascolto sincero e la gioia autentica per le scoperte e le conquiste del partner sono piccoli esempi di quello che intendiamo per "interazioni positive". Sono le piccole azioni come queste, in realtà riflesso di un attitudine amorevole verso l’altro, che giorno dopo giorno contribuiscono a rendere gioisa, profonda e gradevole la relazione tra due persone 

comprensione

Comprendere significa capire il punto di vista dell’altro, ed essere capaci di "mettersi nei suoi panni". Come tutti sappiamo, sentirsi incompresi è una sensazione bruttissima - ancora più avvilente quando chi non ci capisce è invece la persona dalla quale ci aspetteremmo maggiormente appoggio e comprensione. La mancanza di empatia porta l’altro, a lungo andare, a sentirsi deluso, abbandonato e profondamente solo; per questo, prima di scrollare le spalle con indifferenza oppure partire all’attacco con accuse, rimproveri e recriminazioni, è bene sforzarsi di capire il messaggio manifesto e sotterraneo che l’altro sta cercando di comunicarci, e dimostrare attenzione e interesse a quanto ci viene detto

impegno

Quando entrambi i partner di una coppia hanno l’intenzione di nutrirla e farla durare nel tempo, e vi si applicano con impegno, è più facile che la relazione resista agli inevitabili ostacoli dati dall’abitudine, dai cambiamenti personali di uno o di entrambi i componenti, e così via. Le nostre società premiano la realizzazione di sé, talvolta spingendo l’individuo a concentrarsi esclusivamente su se stesso e sui propri obiettivi. In una coppia, l’attenzione ai propri bisogni è importante quanto quella ai bisogni dell’altro: pensare solo a se stessi significa inevitabilmente trascurare l’altro, e chiudersi al rapporto 

accettazione

Accettare e sentirsi accettati è fondamentale per la riuscita di una coppia, dato che ognuno di noi desidera molto intensamente essere riconosciuto, valorizzato e rispettato. Sentirsi accettati genera una sensazione di fiducia e sicurezza che si riverbera positivamente sul rapporto di coppia. Quando si cerca di costringere una persona a cambiare, di solito si incontra una certa resistenza; a volte, un rinforzo positivo può aiutare l’altro a rendersi conto che un suo certo modo di fare o di parlare ci danno veramente fastidio e quindi vanno corretti: far sentire l’altro accettato è il primo passo per favorire l’auspicato cambiamento, e senz’altro darà risultati molto migliori che insistere a sottolineare sempre e solo i suoi punti negativi 

amore e rispetto

E’ inutile dirlo, ma se mancano questi elementi, semplicemente la coppia non esiste. Il tempo passa e la vita diventa sempre più complicata: la coppia soffre. E’ facile perdere il contatto con l’altro, e trascurare i sentimenti e il romanticismo che una volta avevano unito due persone. In realtà, al pari di ogni altra caratteristica che abbiamo segnalato, amore e rispetto sono anch’essi frutto di un esercizio costante, e vanno coltivati al pari di qualunque altro aspetto della relazione. Se è inutile e doloroso far sopravvivere la coppia a un sentimento che non esiste più, ci si può però impegnare a impedire, se possibile, o ad allontanare la fine dell’amore. Ricordiamo una volta di più le parole di Isabella Bossi Fedrigotti in un’intervista che ci ha concesso: come si fa durare un legame? Bisogna fare dei passi, perché da solo non dura…

la gestione del denaro

Indipendentemente dalla quantità di denaro posseduta, l’economia comune di una coppia è spessissimo una delle più importanti fonti di conflitto. Talvolta i partner hanno idee molto diverse riguardo alla gestione del denaro, sia perché provengono da famiglie ed esperienze diverse che hanno dato loro un particolare modo di "pensare" il denaro, sia perché possono avere obiettivi di vita diversi che comportano particolari maniere di gestire l’economia per raggiungere uno scopo. Le divergenze fondamentali riguardano sia la maniera in cui il denaro deve essere speso, sia quanto ne deve venire risparmiato, e infine riguardano chi deve pagare cosa nel comune bilancio economico della coppia. E’ importante chiarirsi reciprocamente la propria posizione riguardo al valore del denaro, così che ogni partner possa conoscere con chiarezza il rapporto che l’altro ha con i soldi e con il loro utilizzo. Spesso la costruzione di un budget comune e di una pianificazione economica richiede una certa negoziazione e il raggiungimento di una serie di compromessi, ma questo è un compito che non deve essere trascurato, poiché contribuisce a chiarirsi reciprocamente le priorità e gli obiettivi futuri 

i parenti

Questo problema insorge solitamente con una certa violenza durante i primi tempi della convivenza, quando uno dei partner può avvertire i genitori o i parenti dell’altro come critici o intrusivi. I componenti della coppia possono trovarsi in disaccordo circa la frequenza e la modalità di frequentazione dei rispettivi parenti, e può accadere che uno dei due ritenga il partner troppo legato e dipendente dalla famiglia di origine. Non resta che discutere apertamente i propri sentimenti riguardo alla relazione che si intende mantenere con la propria famiglia, ed è bene evitare toni accusatori o troppo critici riguardo alla famiglia del partner 

il sesso

La relazione sessuale è il più emotivo tipo di rapporto che si possa instaurare tra due persone, e molti temono di venire feriti o rifiutati dal partner proprio in questa area della vita di coppia. Spesso proprio questi timori spingono le persone a evitare di discutere le proprie sensazioni e aspettative riguardo al sesso, o a discuterne in modo indiretto e imbarazzato. Questo tipo di atteggiamento non può che aggravare i problemi della coppia, anche perché spesso le difficoltà sessuali derivano da conflitti non necessariamente collegati alla pura relazione fisica. Per risolvere le incomprensioni sessuali è necessario in primo luogo affrontare i problemi in modo diretto e specifico, informando l’altro dei propri bisogni e dei propri desideri. Molte persone si sentono particolarmente vulnerabili in conversazioni così intime, che vanno quindi affrontate con grande gentilezza e sensibilità  

i figli

Crescere i bambini è un compito faticoso e impegnativo che richiede una grande energia. Molti conflitti tra partner possono nascere a proposito dell’educazione da impartire ai figli, dato che ognuno ha in mente, per adesione o per opposizione, il modello educativo secondo cui è stato a sua volta creciuto. Talvolta è impossibile trovare un modello comune, e bisogna accordarsi su un compromesso accettabile a entrambe le parti, senza dimenticare che ai fini educativi la cosa più importante è che a dispetto di eventuali divergenze tra i partner, vi sia un fronte comune compatto rispetto ai bambini, che devono ricevere dai genitori un messaggio univoco. Se questo non avviene, i bambini tenderanno ad "allearsi" a un genitore o all’altro a seconda della convenienza, creando ulteriore disarmonia nella coppia 

i diversi modi di comunicare di uomini e donne

Grazie a una combinazione di fattori biologici e sociali, uomini e donne hanno stili diversi di comunicazione e di gestione dei conflitti. Le donne tendono a voler affrontare i problemi più spesso e più apertamente degli uomini, che tendono invece a evitare lo scontro e controllare le emozioni. Quando gli uomini si chiudono alla comunicazione, spesso le donne diventano ancora più insistenti, e se la comunicazione non ha luogo, ne provano una forte frustrazione. A sua volta questa spinge gli uomini a chiudersi ancora di più, e a ritirarsi definitivamente dal confronto. Benché non esista una ricetta definitiva, è comunque utile che le donne cerchino di proporre i problemi con gentilezza e con il visibile intento di trovare una soluzione; gli uomini dovrebbero invece impegnarsi a riconoscere il legittimo desiderio di comunicazione delle donne, e ad assumere un ruolo più attivo nella risoluzione dei problemi, invece di chiudersi e ritirarsi

L'amore bloccato

Lui è gelosissimo della moglie, ma in una maniera maniacale e possessiva che rasenta la malattia. Questa però è l’unica forma di “interesse” verso la compagna, perchè per il resto nessuna manifestazione di affetto né, tantomeno, di amore…

Lui non le dice mai “Ti amo” (E perché? Tanto mia moglie lo sa, sennò perché dopo tanti anni starei ancora con lei?) e non gli riesce neanche di darle un bacio, neppure nei momenti di massima intimità.
Non so neppure più da quanto tempo mio marito non mi bacia, neanche più un bacetto distratto quando torna a casa, né un apprezzamento sulla mia persona, su un taglio di capelli diverso o un vestito nuovo. E’ sempre così distratto, io credo che l’amore sia ormai svanito.

Loro sono una coppia di giovanissimi, vivono insieme da meno di un anno. Il ragazzo è un tipo magro, dolce e non ha occhi che per la compagna. Quando tenta di accarezzarla lei mostra chiari segni di fastidio. Lui lamenta una totale mancanza di affettuosità da parte di lei, che và sempre di corsa, che ha sempre mille cose da fare e che non si lascia mai andare ad effusioni. Lui dice di dover “faticare” molto prima di convincere la sua donna a lasciarsi andare completamente, così fare l’amore diventa ogni volta di più una fatica da parte di lui e un dovere da parte di lei. Quando ne parlano lei reagisce stizzita, dicendo che le sembra superfluo dire Ti amo , stare lì ad abbracciarsi e sbaciucchiarsi come due ragazzini, giacchè se vivono insieme è perché quella fase – quella delle tenerezze, del cercarsi e coccolarsi, per intenderci -  è già stata superata. Queste due coppie, e purtroppo tante e tante altre, hanno in comune una sorta di malattia che si chiama anaffettività, ossia l’incapacità di esprimere con gesti e parole affetti e sentimenti, sia verso il proprio partner, sia verso altri. Il che non significa necessariamente che nelle coppie prese ad esempio manchi l’amore, più probabilmente manca l’espressione dell’amore, almeno da una delle due parti.

L’amore si impara fin da piccoli dai genitori, una volta imparato ad amare è difficile, se non quasi impossibile, disimparare, ma se i genitori non insegnano l’amore, perché assenti, perché incapaci, perché a loro volta non sono stati amati e quindi non sanno amare ?

Angelo è un imprenditore romano, bell’uomo, apparentemente molto sicuro di sé, separato, una nota di arroganza nel tono di voce, racconta: Il rapporto con mio padre era un rapporto strano, mi faceva dei grandi regali nelle grandi occasioni, un castello coi guerrieri per il mio sesto compleanno, una bella macchina per i diciotto anni, un basso elettrico alla maturità. Lui però, per motivi di lavoro, non c’era mai, non mi ricordo di aver tirato calci al pallone insieme a lui, però mi ricordo che prendevamo il caffè insieme al mattino presto: avevo vent’anni e tornavo a casa che era l’alba, lui ne usciva per andare a lavorare. Non c’erano abbracci, né manifestazioni di affetto tra noi, era un rapporto “da uomini”. Quando è morto ero già grande, ma ho sempre rimpianto il fatto di non essere riuscito a dirgli, e forse a dimostrargli, quanto lo amavo. Ed è lo stesso rimpianto che ho verso la mia ex-moglie che mi ha sempre accusato di essere incapace di amare.

Quante volte Woody Allen ha affrontato il tema, fortemente autobiografico, della difficoltà, o addirittura dell’incapacità, di amare degli artisti ? Quante volte con estrema (auto)ironia ha fatto sì che il suo protagonista si barricasse dietro al proprio talento per non confrontarsi con la realtà e per non mettere in gioco le proprie emozioni. Ma non sono certo solo gli artisti a non sapere, o ad aver paura, di amare. Artisti? - Ride di rabbia Antonia V. – Mio marito fa il rappresentante di vini e la sera, quando torna a casa e non è fuori per lavoro, dice di essere talmente stanco che baci, carezze, abbracci, sono ormai ricordi sbiaditi che risalgono ai primissimi tempi del nostro fidanzamento. Tante volte io ci provo a stimolarlo, ad essere affettuosa con lui, ma da parte sua c’è un muro fatto di freddezza, così anche a me poi passa la voglia di dare e chiedere tenerezze.

E già, perchè l’anaffettività sembra essere contagiosa. Io ti amo, te lo dimostro, ho voglia di abbracciarti, di toccarti, dò e chiedo baci. Tu mi rifiuti, in modo più o meno evidente. Io mi sento frustrata come donna, come persona e la prossima volta che avrò voglia di affetto, avrò soggezione a chiedertelo e a dimostrartelo perché già conosco la tua risposta negativa.

L’incapacità umana a dimostrare amore, oltre a tante separazioni, ha dato luogo anche a tutta una serie di opere artistiche. Emmett Ray, l’uomo che non sapeva amare di “Accordi e disaccordi”, interpretato da uno strepitoso Sean Penn, diventa suo malgrado l’ultimo dei romantici. Ma l’emblema è Harry Haller, il “Lupo della Steppa” di Hermann Hesse (notare le medesime iniziali), che afferma di far convivere in lui due nature,  una umana e una lupina, una divina e una diabolica. Due nature che in lui si combattono sino a rendere la sua vita una sofferenza continua, causando in lui isolamento sociale, incapacità di ridere e di godersi la vita, sino a renderlo un soggetto pericolosamente incline al suicidio. Tutto ciò finchè non incontra Erminia, che gli insegna l’amore per la vita (Erminia, in tedesco Hermine, cioè Hermann al femminile). Il “Lupo della Steppa” è uno dei personaggi più vivi, umani, disperati della letteratura,  in cui chiunque, almeno una volta, si è riconosciuto. Quante solitudini dunque, quante non-scelte, non-vite, in questi autodivieti all’amore!

Ma cosa si intende scientificamente con il termine anaffettività ? Si tratta dell’incapacità di esprimere affetti, sentimenti ed emozioni che generalmente si accompagna ad una barriera corporea molto pesante: la persona anaffettiva è anche poco propensa ai contatti corporei, fino a provare disagio nell’essere abbracciata – risponde Marco Minelli, psicologo clinico –

Potrebbe trattarsi di  una vera e propria malattia?
In psicopatologia l’anaffettività è un sintomo e non una sindrome: è tuttavia un tratto che caratterizza alcuni disturbi della personalità, come ad esempio quello schizoide e quello ossessivo.

Perché si arriva all’incapacità di amare? E come si “guarisce” da questo?
Se “amare” in passato ci è risultato doloroso e frustrante, più o meno consapevolmente cominciamo a ritenerlo un comportamento da evitare. Sono di solito abbastanza casuali i fattori della remissione di questo sintomo: talora basta un Incontro importante e la personalità di un soggetto cambia notevolmente. Alcuni pazienti richiedono una psicoterapia presentando motivi abbastanza futili, oppure irrisolvibili, cruciali dilemmi religiosi o scientifici, e soltanto durante il percorso terapeutico scoprono di essere “affamati” di relazioni interpersonali.

Quali sono i principali sintomi di un soggetto anaffettivo? E’ facile riconoscere un soggetto anaffettivo anche soltanto osservando la sua postura: è quello che non ti tocca mai e se per caso ti sfiora, poi ti chiede scusa. Nei casi più eclatanti si manifesta una somatizzazione sulla pelle, la barriera che divide l’Io dal non-Io. Basti pensare alla correlazione tra il tentativo ostinato di alcuni adolescenti ad isolare gli affetti dal comportamento e l’acne.

Ne soffrono maggiormente gli uomini o le donne? L’anaffettività non ha sesso, e sebbene siano soprattutto le donne a lamentare questo tratto sintomatico nei loro compagni,  non credo che il sesso maschile sia più portatore di anaffettività rispetto al sesso femminile. Questo forse poteva essere vero nel secolo scorso. Oggi è un tratto di personalità ben spartito tra i sessi. Anzi, nei resoconti clinici, nella letteratura psichiatrica, e perfino nei racconti dei pazienti, l’aggettivo in questione appare la maggior parte delle volte associato alla parola madre.

Oscar Wilde diceva che c’è una terra dei vivi e una dei morti. Il ponte è l’amore, l’unica sopravvivenza e l’unico significato della vita. L’incapacità di amare è l’indifferenza per il bisogno dell’Altro – afferma Don Gianni, giovane parroco di una parrocchia romana, intervistato sull’argomento – L’incapacità di amare è preclusione alla reciprocità, alla tolleranza e alla generosità, è l’ impossibilità a riconoscere il valore dell’Altro per rinchiudersi nella noia, nell’indifferenza, nell’onnipotenza, nell’egocentrismo, è la paura di uscire da sé stessi e di donarsi.

E’ vero che le relazioni intime sono un rischio, ed è vero che pretendono moltissimo da noi, così come è vero che pretendono cambiamenti, che fanno affiorare i nostri sentimenti più profondi e a volte ci fanno sentire infelici. Ma le alternative all’intimità sono solitudine e disperazione. Vivere significa anche cadere e sbattere il muso, significa rischiare, significa farsi coinvolgere e mettere in gioco tutto di se stessi. E ricordiamoci anche che chi non sa amare è anche incapace di amarsi. Non si può amare a distanza, restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani, ma soprattutto non si può amare senza condividere, è il pensiero di Don Luigi di Liegro, direttore della Caritas Romana. In amore l’assenza di parole è spesso confusa con l’incapacità di amare, mentre a volte rappresenta il contrario – spiega Giannina Renardi, terapeuta di coppia – Può segnalare la capacità di misurarsi con il silenzio, il vuoto, la calma e talvolta fa parlare il corpo.  Il silenzio delle parole spesso è un modo di ascoltare l’altro senza interrompere, lasciando che la pena o la gioia che prova siano espresse senza l’obbligo della reciprocità e dello scambio. Il silenzio può essere sì motivo di scontro affettivo, ma può anche diventare offerta di uno spazio vuoto disponibile per far emergere ciò che ancora non siamo. Le facoltà accademiche di scienze della comunicazione sono un diretto derivato della difficoltà di amare dell’uomo moderno. E’ opinione prevalente che un sentimento così elementare e universale come quello dell’amore non abbia bisogno di essere argomentato e discusso, invece proprio su queste tematiche il nostro sapere si mostra oltremodo povero e confuso. Freud, già nel 1904 arriva a dire che nella nevrosi c’è l’incapacità di amare (“Psicopatologia”).

Oggi l’amore è diventato un argomento da salotto, di disquisizioni psico-letterarie, ma ai miei tempi era qualcosa di più intimo, segreto, tutt’al più domestico – è il pensiero di Pierina, una nonna di 92 anni di un’aristocratica famiglia partenopea,  che a suo tempo è stata molto innamorata, un amore unico, durato – e come poteva essere altrimenti – tutta una lunga vita – Se si è innamorati davvero non si può essere incapaci di amare. Magari gli uomini in pubblico possono essere più riservati nelle dimostrazioni di affetto, e credo che anche oggi sia così, ma nell’intimità, se si ama, non si può non accarezzare, toccare, abbracciare, baciare il proprio amore  e non si può non aver voglia di dirgli o di scrivergli tutte quelle parole che possano esprimere amore, desiderio, voglia di stare assieme. L’amore è un istinto semplice, è insito nell’essere umano, non complichiamo la questione, riducendo anche questo a una fredda materia di studio !

E se, tutto sommato, avesse ragione nonna Pierina ?

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