Desiderio |
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Risvegliare il desiderioCome ogni sottile alchimia, l’amore deve conciliare le voglie, i fantasmi e i desideri dei partner. Se con il tempo la magia scompare silenziosamente, che cosa si può fare? Piccoli segreti per ritrovare l’armonia a due. Se
ne parli a cuore aperto con gli amici, ti accorgerai che anche gli altri hanno
già incontrato questo problema, perciò niente panico, spesso
si tratta di una difficoltà transitoria
che può scomparire così com’è arrivata.
Datevi tempo e prendete un minimo di distanza dai fatti, non precipitatevi dal
medico a meno che la situazione non evolva nel giro di qualche mese. Provate a
chiedervi se le circostanze della vostra vita possono essere all’origine della
mancanza di desiderio: stress e routine
di solito sono i primi nemici da affrontare. Preoccupazioni? Problemi di salute,
professionali o economici? State per affrontare o avete appena affrontato un
grande cambiamento come un trasloco, avete appena cambiato lavoro, con il
partner non tutto funziona a meraviglia e poi ci sono i bambini…? Fatto il
punto della situazione, non resta che valutare
come si affronta questa situazione, per esempio per molti uomini il calo di
libido viene vissuto come una diminuzione della virilità, per altri significa
automaticamente rimettere in questione la coppia. Sulla sessualità e sul
desiderio sono state condotte migliaia di inchieste e di indagini, che
concludono quasi unanimemente che le donne dichiarano di avere problemi di
inibizione o di desiderio molto più spesso degli uomini, anche se se ne
lamentano molto più raramente. Per la donna la sessualità può passare più
facilmente in secondo piano, e i problemi connessi al desiderio possono anche
non essere prioritari rispetto ad altri elementi, quali il piacere globale della
relazione amorosa o il rapporto che hanno con i figli. Con
il passare del tempo il desiderio si può usurare, soprattutto nelle coppie
organizzate in modo fusionale. Passata l’ipnosi dei primi tempi, che dura solo
pochi anni, la sessualità si indebolisce. Quando si condivide tutto, ci si dice
tutto e si fa tutto insieme, il desiderio erotico tende a consumarsi perché
la sessualità fatica a sopravvivere alla possessività, alla perdita di
libertà, alla dipendenza e al bisogno di esclusività. Nelle coppie mature,
composte da due persone veramente autonome, vivere una sessualità piena di
slanci per lungo tempo è più facile. Se si abbandonano le relazioni infantili
per quelle adulte, il desiderio può essere più resistente. Uno sguardo, un profumo, qualche carezza, ed ecco che l’atmosfera cambia… L’amore è qualcosa di ben diverso dall’incontro delle mucose genitali. Il nostro corpo dispone in media di 1800 cm² di pelle che contengono un milione e mezzo di recettori, vere e proprie capsule di voluttà che racchiudono tesori di sensazioni provocate dallo sfioramento e dalle carezze. I recettori immagazzinano il piacere e lo liberano quando sono “piene”. Carezzare significa rendere poetico un gesto che può essere meccanico, per questo si può iniziare esplorando con calma la geografia sensuale della pelle. Le carezze stabilizzano l’equilibrio nervoso, aiutano a rilasciare le tensioni e procurano benessere, anzi, euforia. Le ragioni sono squisitamente biologiche, dato che le carezze attivano i centri cerebrali del piacere che rilasciano diverse sostanze, tra le quali le famose endorfine. Sotto il profilo psicologico, inoltre, le carezze riattualizzano la beatitudine dell’infanzia, ricca di significati emotivi, risvegliano tutti i sensi e offrono una gamma di sensazioni molto ampia, diversa da quella ottenuta durante il coito. Idee per una relazioneFermatevi
un attimo a pensare alla vostra coppia: quali sono i primi pensieri che vi
vengono in mente? quali sensazioni provate d’istinto? La vostra relazione
potrebbe procurarvi grande gioia e
completezza oppure, a causa delle aspettative disilluse e delle tensioni tra
voi e il partner, ansia e frustrazione.
O forse siete entrambi così occupati e travolti dal frenetico ritmo della
quotidianità, che in realtà quando siete insieme siete troppo stanchi per
ritrovarvi davvero… Siete mai stati in disaccordo, o vi è stata un’incomprensione tra voi e il vostro partner? La risposta, con ogni probabilità, è "ovviamente sì". E’ impossibile andare sempre d’accordo, ed è inevitabile che di tanto in tanto si crei tra i partner qualche conflitto. Ciò non toglie che moltissime persone sono felici in coppia, a dispetto di più o meno occasionali litigi, e questo perché sono capaci di gestire i conflitti in modo efficace perché le discussioni portino a una possibile soluzione del problema, piuttosto che a una serie infinita di recriminazioni e di accuse reciproche. Le
aree di conflitto In Italia ogni anno hanno luogo quasi 900.000 divorzi e separazioni. E’ ovvio che "vivere per sempre felici e contenti" non è cosa facile; ciononostante, la maggior parte delle persone si sposerà almeno una volta nell’arco della vita. Molte persone iniziano una relazione di coppia con grandi speranze e sogni, e un desiderio profondo e sincero di impegnarsi per far crescere e durare il rapporto; ma la scoperta che il partner non è perfetto come si credeva, o la pressione della vita quotidiana possono condurre alcuni a sentirsi molto meno romantici con l’andare del tempo, e a lungo andare, a trovare sempre meno soddisfazione nella vita di coppia. Tutte le relazioni cambiano nel tempo, ma con impegno, una volontà precisa e una certa fatica, le coppie possono resistere all’usura dell’abitudine, e regalare ai partner intimità, sicurezza, pienezza.Le caratteristiche positive Come
sono le coppie riuscite? Considerate gli aspetti positivi della vostra
relazione: quali sono le cose che
sembrano funzionare e rendervi felici? Se la vostra è una coppia ben
assortita, probabilmente la vostra relazione è caratterizzata da livelli
elevati di positività, comprensione,
impegno, accettazione,
amore e rispetto.
Queste sono alcune delle caratteristiche più importanti per la riuscita di una
coppia.
Le
relazioni di coppia che rendono felici sono caratterizzate da un alto grado di
positività: i pensieri, le parole e le azioni, cioè le
interazioni tra i partner, sono per la maggior parte positivi. Quando al
contrario la negatività è elevata – critiche, richieste continue, insulti,
indifferenza, noia – la relazione soffrirà. E’ bene ricordare che
l’assenza di negatività all’interno della coppia è probabilmente il
segnale che la rabbia e la frustrazione vengono represse anziché discusse, e
questo può creare tensioni irrisolte che si accumulano pericolosamente in uno o
in entrambi i partner. Dunque, quando si crea una tensione, il problema che la
genera deve essere discusso, cercando di tenere a mente che si è in cerca di
una soluzione a un problema comune, e che non si sta ingaggiando una lotta per
la vita in cui si vince solo se l’altro soccombe. Un
atteggiamento affettuoso, l’ascolto sincero e la gioia autentica per le
scoperte e le conquiste del partner sono piccoli esempi di quello che
intendiamo per "interazioni positive". Sono le piccole azioni come
queste, in realtà riflesso di un attitudine amorevole verso l’altro, che
giorno dopo giorno contribuiscono a rendere gioisa, profonda e gradevole la
relazione tra due persone
Comprendere
significa capire il punto di vista dell’altro, ed essere
capaci di "mettersi nei suoi panni". Come tutti sappiamo, sentirsi
incompresi è una sensazione bruttissima - ancora più avvilente quando chi non
ci capisce è invece la persona dalla quale ci aspetteremmo maggiormente
appoggio e comprensione. La mancanza di empatia porta l’altro, a lungo andare,
a sentirsi deluso, abbandonato e profondamente solo; per questo, prima di
scrollare le spalle con indifferenza oppure partire all’attacco con accuse,
rimproveri e recriminazioni, è bene sforzarsi
di capire il messaggio manifesto e sotterraneo che l’altro sta cercando di
comunicarci, e dimostrare attenzione
e interesse a quanto ci viene detto
Quando
entrambi i partner di una coppia hanno l’intenzione di nutrirla e farla durare
nel tempo, e vi si applicano con impegno, è più facile che la relazione
resista agli inevitabili ostacoli dati dall’abitudine, dai cambiamenti
personali di uno o di entrambi i componenti, e così via. Le nostre società
premiano la realizzazione di sé, talvolta spingendo l’individuo a
concentrarsi esclusivamente su se stesso e sui propri obiettivi. In una coppia,
l’attenzione ai propri bisogni è importante quanto quella ai bisogni
dell’altro: pensare solo a se stessi significa inevitabilmente trascurare
l’altro, e chiudersi al rapporto
Accettare
e sentirsi accettati è fondamentale per la riuscita di una coppia, dato che ognuno
di noi desidera molto intensamente essere riconosciuto, valorizzato e rispettato.
Sentirsi accettati genera una sensazione di fiducia
e sicurezza che si riverbera positivamente sul rapporto di coppia. Quando si
cerca di costringere una persona a cambiare, di solito si incontra una certa
resistenza; a volte, un rinforzo positivo può aiutare l’altro a rendersi
conto che un suo certo modo di fare o di parlare ci danno veramente fastidio e
quindi vanno corretti: far sentire l’altro accettato è il primo passo per
favorire l’auspicato cambiamento, e senz’altro darà risultati molto
migliori che insistere a sottolineare sempre e solo i suoi punti negativi
E’
inutile dirlo, ma se mancano questi elementi, semplicemente la coppia non
esiste. Il tempo passa e la vita diventa sempre più complicata: la coppia
soffre. E’ facile perdere il contatto con l’altro, e trascurare i sentimenti
e il romanticismo che una volta avevano unito due persone. In realtà, al pari
di ogni altra caratteristica che abbiamo segnalato, amore
e rispetto sono anch’essi frutto di un esercizio costante, e vanno
coltivati al pari di qualunque altro aspetto della relazione. Se è inutile
e doloroso far sopravvivere la coppia a un sentimento che non esiste più, ci si
può però impegnare a impedire, se possibile, o ad allontanare la fine
dell’amore. Ricordiamo una volta di più le parole di Isabella Bossi
Fedrigotti in un’intervista che ci ha concesso: come
si fa durare un legame? Bisogna fare dei
passi, perché da solo non dura…
Indipendentemente
dalla quantità di denaro posseduta, l’economia comune di una coppia è
spessissimo una delle più importanti fonti di conflitto. Talvolta i partner
hanno idee molto diverse riguardo alla gestione del denaro, sia perché
provengono da famiglie ed esperienze diverse che hanno dato loro un particolare
modo di "pensare" il denaro, sia perché possono avere obiettivi di
vita diversi che comportano particolari maniere di gestire l’economia per
raggiungere uno scopo. Le divergenze fondamentali riguardano sia la maniera in
cui il denaro deve essere speso, sia quanto ne deve venire risparmiato, e infine
riguardano chi deve pagare cosa nel comune bilancio economico della coppia. E’
importante chiarirsi reciprocamente la propria posizione riguardo al valore del
denaro, così che ogni partner possa conoscere con chiarezza il rapporto che
l’altro ha con i soldi e con il loro utilizzo. Spesso la
costruzione di un budget comune e di una pianificazione economica richiede una
certa negoziazione e il raggiungimento di una serie di compromessi, ma
questo è un compito che non deve essere trascurato, poiché
contribuisce a chiarirsi reciprocamente le priorità e gli obiettivi futuri
Questo
problema insorge solitamente con una certa violenza durante i primi tempi della
convivenza, quando uno dei partner può avvertire i genitori o i parenti
dell’altro come critici o intrusivi. I componenti della coppia possono
trovarsi in disaccordo circa la
frequenza e la modalità di frequentazione dei rispettivi parenti, e può
accadere che uno dei due ritenga il partner troppo legato e dipendente dalla
famiglia di origine. Non resta che discutere apertamente i propri sentimenti
riguardo alla relazione che si intende mantenere con la propria famiglia, ed è
bene evitare toni accusatori o troppo critici riguardo alla famiglia del partner
La
relazione sessuale è il più emotivo tipo di rapporto che si possa instaurare
tra due persone, e molti temono di venire feriti o rifiutati dal partner proprio
in questa area della vita di coppia. Spesso proprio questi timori spingono le
persone a evitare di discutere le proprie sensazioni e aspettative riguardo al
sesso, o a discuterne in modo indiretto e imbarazzato. Questo tipo di
atteggiamento non può che aggravare i problemi della coppia, anche perché spesso
le difficoltà sessuali derivano da conflitti non necessariamente collegati alla
pura relazione fisica. Per risolvere le incomprensioni sessuali è
necessario in primo luogo affrontare i
problemi in modo diretto e specifico, informando l’altro dei propri bisogni e
dei propri desideri. Molte persone si sentono particolarmente vulnerabili in
conversazioni così intime, che vanno quindi affrontate con grande gentilezza e
sensibilità
Crescere
i bambini è un compito faticoso e impegnativo che richiede una grande energia.
Molti conflitti tra partner possono nascere a proposito dell’educazione da
impartire ai figli, dato che ognuno ha in mente, per adesione o per opposizione,
il modello educativo secondo cui è stato a sua volta creciuto. Talvolta è
impossibile trovare un modello comune, e bisogna accordarsi su un compromesso
accettabile a entrambe le parti, senza dimenticare che ai fini educativi la cosa
più importante è che a dispetto di eventuali divergenze tra i partner, vi sia
un fronte comune compatto rispetto ai bambini, che devono
ricevere dai genitori un messaggio univoco. Se questo non avviene, i
bambini tenderanno ad "allearsi" a un genitore o all’altro a seconda
della convenienza, creando ulteriore disarmonia nella coppia
Grazie
a una combinazione di fattori biologici e sociali, uomini e donne hanno stili
diversi di comunicazione e di gestione dei conflitti. Le
donne tendono a voler affrontare i problemi più spesso e più apertamente degli
uomini, che tendono invece a evitare lo scontro e controllare le emozioni.
Quando gli uomini si chiudono alla
comunicazione, spesso le donne diventano ancora più insistenti, e se la
comunicazione non ha luogo, ne provano una forte frustrazione. A sua volta
questa spinge gli uomini a chiudersi ancora di più, e a ritirarsi
definitivamente dal confronto. Benché non esista una ricetta definitiva, è
comunque utile che le donne cerchino di proporre i problemi con gentilezza e con
il visibile intento di trovare una soluzione; gli uomini dovrebbero invece
impegnarsi a riconoscere il legittimo desiderio di comunicazione delle donne, e
ad assumere un ruolo più attivo nella risoluzione dei problemi, invece di
chiudersi e ritirarsi L'amore bloccatoLui
è gelosissimo della moglie, ma in una maniera maniacale e possessiva che
rasenta la malattia. Questa però è l’unica forma di “interesse” verso la
compagna, perchè per il resto nessuna manifestazione di affetto né, tantomeno,
di amore… Loro
sono una coppia di giovanissimi, vivono insieme da meno di un anno. Il ragazzo
è un tipo magro, dolce e non ha occhi che per la compagna. Quando tenta di
accarezzarla lei mostra chiari segni di fastidio. Lui lamenta una totale
mancanza di affettuosità da parte di lei, che và sempre di corsa, che ha
sempre mille cose da fare e che non si lascia mai andare ad effusioni. Lui dice
di dover “faticare” molto prima di convincere la sua donna a lasciarsi
andare completamente, così fare l’amore diventa ogni volta di più una fatica
da parte di lui e un dovere da parte di lei. Quando ne parlano lei reagisce
stizzita, dicendo che le sembra superfluo dire Ti
amo , stare lì ad abbracciarsi e sbaciucchiarsi come due ragazzini, giacchè
se vivono insieme è perché quella fase – quella delle tenerezze, del
cercarsi e coccolarsi, per intenderci -
è già stata superata. Queste
due coppie, e purtroppo tante e tante altre, hanno in comune una sorta di
malattia che si chiama anaffettività,
ossia l’incapacità di esprimere con gesti e parole affetti e sentimenti, sia
verso il proprio partner, sia verso altri. Il che non significa necessariamente
che nelle coppie prese ad esempio manchi l’amore, più probabilmente manca
l’espressione dell’amore, almeno da una delle due parti. L’amore
si impara fin da piccoli dai genitori, una
volta imparato ad amare è difficile,
se non quasi impossibile, disimparare,
ma se i genitori non insegnano l’amore, perché assenti, perché incapaci,
perché a loro volta non sono stati amati e quindi non sanno amare ? Angelo
è un imprenditore romano, bell’uomo, apparentemente molto sicuro di sé,
separato, una nota di arroganza nel tono di voce, racconta: Il
rapporto con mio padre era un rapporto strano, mi faceva dei grandi regali nelle
grandi occasioni, un castello coi guerrieri per il mio sesto compleanno, una
bella macchina per i diciotto anni, un basso elettrico alla maturità. Lui però,
per motivi di lavoro, non c’era mai, non mi ricordo di aver tirato calci al
pallone insieme a lui, però mi ricordo che prendevamo il caffè insieme al
mattino presto: avevo vent’anni e tornavo a casa che era l’alba, lui ne
usciva per andare a lavorare. Non c’erano abbracci, né manifestazioni di
affetto tra noi, era un rapporto “da uomini”. Quando è morto ero già
grande, ma ho
sempre rimpianto il fatto di non essere riuscito a
dirgli,
e forse a dimostrargli, quanto
lo amavo.
Ed è lo stesso rimpianto che ho verso la mia ex-moglie che mi ha sempre
accusato di essere incapace di amare. Quante
volte Woody Allen ha affrontato il tema, fortemente autobiografico, della
difficoltà, o addirittura dell’incapacità, di amare degli artisti ? Quante
volte con estrema (auto)ironia ha fatto sì che il suo protagonista si
barricasse dietro al proprio talento per non confrontarsi con la realtà e per
non mettere in gioco le proprie emozioni. Ma non sono certo solo gli artisti a
non sapere, o ad aver paura, di amare. Artisti?
- Ride di rabbia Antonia V. – Mio
marito fa il rappresentante di vini e la sera, quando torna a casa e non è
fuori per lavoro, dice di essere talmente stanco che baci, carezze, abbracci,
sono ormai ricordi sbiaditi che risalgono ai primissimi tempi del nostro
fidanzamento. Tante volte io ci provo a stimolarlo, ad essere affettuosa con
lui, ma da parte sua c’è un muro fatto di freddezza, così anche a me poi
passa la voglia di dare e chiedere tenerezze. E
già, perchè l’anaffettività
sembra essere contagiosa.
Io ti amo, te lo dimostro, ho voglia di abbracciarti, di toccarti, dò e chiedo
baci. Tu mi rifiuti, in modo più o meno evidente. Io mi sento frustrata come
donna, come persona e la prossima volta che avrò voglia di affetto, avrò
soggezione a chiedertelo e a dimostrartelo perché già conosco la tua risposta
negativa. L’incapacità
umana a dimostrare amore, oltre a tante separazioni, ha dato luogo anche a tutta
una serie di opere artistiche. Emmett Ray, l’uomo che non sapeva amare di
“Accordi e disaccordi”, interpretato da uno strepitoso Sean Penn, diventa
suo malgrado l’ultimo dei romantici. Ma l’emblema è Harry Haller, il
“Lupo della Steppa” di Hermann Hesse (notare le medesime iniziali), che
afferma di far convivere in lui due nature,
una umana e una lupina, una divina e una diabolica. Due nature che in lui
si combattono sino a rendere la sua vita una sofferenza continua, causando in
lui isolamento sociale, incapacità di ridere e di godersi la vita, sino a
renderlo un soggetto pericolosamente incline al suicidio. Tutto ciò finchè non
incontra Erminia, che gli insegna l’amore per la vita (Erminia, in tedesco
Hermine, cioè Hermann al femminile). Il “Lupo della Steppa” è uno dei
personaggi più vivi, umani, disperati della letteratura,
in cui chiunque, almeno una volta, si è riconosciuto. Quante
solitudini dunque, quante non-scelte, non-vite, in questi autodivieti
all’amore! Ma
cosa si intende scientificamente con il termine anaffettività
? Quali
sono i principali sintomi di un soggetto anaffettivo? Ne
soffrono maggiormente gli uomini o le donne? Oscar
Wilde diceva che c’è una terra dei vivi e una dei morti. Il ponte è
l’amore, l’unica sopravvivenza e l’unico significato della vita. E’
vero che le relazioni intime sono un rischio, ed è vero che pretendono
moltissimo da noi, così come è vero che pretendono cambiamenti, che fanno
affiorare i nostri sentimenti più profondi e a volte ci fanno sentire infelici.
Ma le alternative all’intimità sono solitudine e disperazione. Vivere
significa anche cadere e sbattere il muso,
significa rischiare,
significa farsi coinvolgere e mettere in gioco tutto di se stessi. E
ricordiamoci anche che chi non sa amare è anche incapace di amarsi. Oggi
l’amore è diventato un argomento da salotto, di disquisizioni
psico-letterarie, ma ai miei tempi era qualcosa di più intimo, segreto,
tutt’al più domestico –
è il pensiero di Pierina, una nonna di 92 anni di un’aristocratica famiglia
partenopea,
che a suo tempo è stata molto innamorata, un amore unico, durato – e
come poteva essere altrimenti – tutta una lunga vita – Se
si è innamorati davvero non si può essere incapaci di amare.
Magari gli uomini in pubblico possono essere più riservati nelle dimostrazioni
di affetto, e credo che anche oggi sia così, ma nell’intimità, se si ama,
non si può non accarezzare, toccare, abbracciare, baciare il proprio amore
e non si può non aver voglia di dirgli o di scrivergli tutte quelle
parole che possano esprimere amore, desiderio, voglia di stare assieme.
L’amore è un istinto semplice, è insito nell’essere umano, non
complichiamo la questione, riducendo anche questo a una fredda materia di studio
! E se, tutto sommato, avesse ragione nonna Pierina ? |
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