storia, tipi ed usi della Gommalacca |
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La Gommalacca
Le molte varietà di gommalacca
Molti di noi, vuoi perché abbastanza fortunati da imbattersi in
un centro per il fai da te onesto, o perché residenti in una città dove
sopravvive quell'ultima mesticheria, si sono imbattuti in sacchetti di
gommalacca in scaglie.
Si ottiene fondendo la gommalacca grezza e poi facendola
solidificare in sottili strati su mattoni o su cilindri di maiolica.
Le varietà più costose sono le Kusmi e Bysacki, che sono
raffinate chimicamente per estrarre le frazioni inquinanti presenti nella
gommalacca grezza, come pece e cera; il risultato sono scaglie di colore oro
pallido, che talvolta sono immesse in commercio con nomi quali Kusmi Superior o
Bysacki Golden. Praticamente non hanno residui cerosi, comunque inferiori al 1%.
Quando sciolte in etanolo, queste scaglie producono una vernice molto
trasparente, con una leggera tonalità giallo-oro. Altre varietà, che si possono considerare intermedie, le cosiddette Lemon o Lemon-Orange, producono un colore giallo carico; queste ultime sono raffinate, ma ancora contengono cera naturale, al 3-5%. Così come le Buttonlac o Seedlac, gommalacche non raffinate che devono essere filtrate prima dell'uso per eliminarne i molti corpi estranei.
La varietà Seedlac può essere ulteriormente raffinata attraverso
candeggio e rimozione della frazione cerosa per produrre la gommalacca bianca,
venduta sia in soluzione che ridotta in scaglie. Quest'ultima è normalmente
usata laddove la naturale colorazione arancio sarebbe indesiderabile;
l'industria cappelliera ne è un esempio, ma anche quando usata su essenze dal
colore particolare che non si vuole alterare (ad esempio, l'amaranto, un legno
viola del centro e sud America, nome scientifico Peltogyne spp). Se le scaglie di gommalacca che vi procurate hanno ancora un alto tenore di cera (questo è il caso, ad esempio, del Seedlac), un semplice procedimento domestico la può eliminare.
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Ultimo Aggiornamento: 04/06/08.