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Albero d'inverno -
Kjara
Riporto qui la sequenza di lavoro che ho seguito per
realizzare il quadretto intitolato "Albero d'inverno"
- Preparazione del Supporto::
stucco sintetico scarteggiato e poi varie mani di vernice
scarteggiata.
su questa base ho poi steso una mano di bianco di Titanio acrilico
della Maimeri.
Colori ad olio:
Lefranc e Maimeri
Dimensioni del supporto:
22x15
Per le velature: Pennello a lingua di
gatto:
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Preparazione del colore di fondo
e prime velature
Il fondo del soggetto è composto
da una valle innevata e dal cielo azzurro.
Pertanto ho scelto come colore di base un azzurro chiaro quasi
grigio: Bianco di TItanio, azzurro ed una punta di nero (colori
acrilici Maimeri e Lefranc), come abbiamo imparato nel capitolo del
"Proplasma".
Su questa base acrilica, una volta asciutta, inizio a fare le
velature di blu cobalto sul cielo: più scuro in alto e più chiaro in
basso dove il cielo tocca le montagne. Uso addirittura un po' di
giallo sull'orizzonte, perchè rende più luminoso il bianco
Invece per la neve scelgo il blu oltremare, per velare. |
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Velature sul cielo
Proseguo con le velature sul
cielo, per rendere il colore più intenso: sono necessarie più
velature successive aspettando che il colore asciughi tra una
velatura e l'altra.
Per questo genere di lavoro ho utilizzato il pennello a lingua di
gatto, sfumando il colore puro, direttamente sulla tavola.
Dipende un po' dalla consistenza della pasta del colore, se dovesse
essere un po' troppo corposa ammorbiditela un po' con il medium, ma
senza esagerare, perchè se lavorate sull'asciutto con il colore
troppo liquido non aderisce bene. |
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Il villaggio
Con il blu oltremare faccio le
ombre sulle montagne innevate, i crepacci e con il bianco puro
faccio i punti in cui la neve è illuminata dal sole. La base delle
montagne è sporcata con un po' di marrone, perchè lì inizia la
vegetazione.
Ai piedi delle montagne faccio il villaggio di case con i tetti
innevati.
In primo piano c'è un cumulo di neve che ho lasciato indefinito,
perchè lì metterò un albero.
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Anatomia dell'albero
In natura ci sono ovviamente molte
varietà di alberi e, pur nella stessa specie, non ci sono mai due
alberi uguali. Tuttavia dallo studio dell'anatomia degli alberi
possiamo trovare alcune caratteristiche comuni, che si ripetono in
tutti gli esemplari e che saranno le nostre regole di costruzione.
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Innazitutto la
Ramificazione: i rami principali si dipartono dal tronco,
dividendosi per due o per tre, mai esattamente uno di fronte
all'altro. Il tronco diventa più sottile nel dividersi nelle varie
ramificazioni, fino alla cima dove resta solanto l'ultima spaccatura
tra gli ultimi due rami. I rami si dipartono sempre con la stessa
legge di divisione, ma in modo irregolare, mai direttamente opposti
gli uni agli altri.
L'Angolazione dei rami è molto importante: bisogna
cercare di far variare l'angolo di divisione fra due rami in modo
che la struttura ramificata invada lo spazio in modo equilibrato.
Se conoscete la
geometria dei Frattali, possiamo dire che
un albero è un frattale nel senso che ogni singolo piccolo
ramoscello è la copia in miniatura della sua specie, perchè rispetta
sempre la stessa legge di ramificazione. Non serve scrivere una
nuova regola in ogni iterazione successiva della costruzione; per
aggiungere complicazione all'ennesima iterazione basta copiare la
precedente in una scala più piccola.
Se ne deduce che ogni piaccola parte ha la stessa forma del tutto.
Diciamo che questa struttura, le cui parti piccole e grosse hanno la
stessa struttura, ma con scale differenti, sono scalanti
ovvero in linguaggio matematico a Omotetia interna.
Guardando da vicino un ramo di un albero si riconosce in alcuni
dettagli ciò che prima si vedeva nell'intero, il grado di
complicazione è dato dal fatto che nei particolari si ritrova il
tutto, ma vengono scoperte anche strutture nuove e diverse: ad
esempio le foglie.
In questa prima fase
mi sono preoccupata soltanto della struttura di crescita ed ho
utilizzato un pennello più grosso per il tronco e via via più
sottile per i rami. È importante non farsi vincere dalla pigrizia
usando soltanto un pennello grosso o soltanto uno sottile per tutto
l'albero. Perchè, nel primo caso non riuscireste ad ottenere rami
così aggraziati e sottili sulle punte, e nel secondo caso perdereste
l'effetto volume che un pennello grosso può dare sul tronco.
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Volume
Quando un singolo albero è il
punto focale del dipinto è necessario lavorare con luci ed ombre per
poter rendere la pienezza e la solidità del tronco e dei rami.
Per dare volume all'albero ho utilizzato la neve: il bianco per la
luce e vari toni di azzurro per le ombre, sporcando in questo modo
il marrone del tronco. Così l'albero acquista tridimensionalità e
non è più piatto come un ventaglio.
Alla base del tronco ho fatto emergere dalla neve alcune radici, che
ho sfumato con il bianco direttamente sul marrone ancora bagnato
(sempre con il pennello a lingua di gatto. |
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