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 JUNIO  VALERIO  BORGHESE    

di Giuseppe Rossi

 
"Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà; e allora l'evento storico non incide che materialmente, seppure per decenni. La resa e il tradimento hanno invece incidenze incalcolabili che possono gravare per secoli sul prestigio di un popolo, per il disprezzo degli alleati traditi e per l'eguale disprezzo dei vincitori con cui sicerca vilmente di accordarsi. Non mi sembra che tali ideali e convincimenti abbiano un'impronta fascista. Appartengono al patrimonio morale di chiunque."

Junio Valerio Borghese

 

Decima Flottiglia Mas
Prefazione
Dalle origini al 7 settembre 1943
L'armistizio dell'8 settembre
Dal 9 settembre '43 al 26 aprile '45
Il processo

 
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Dalle origini al 7 settembre 1943

Il Principe Junio Valerio Borghese nacque a Roma il 06.06.1906, da nobile famiglia romana di lontane origini senesi (ultimo ramo Borghese – Torlonia) che, sin dal XIII secolo, aveva annoverato nelle sue file condottieri, uomini d'arme e di diplomazia, esperti di giure e dell'amministrazione pubblica, assieme a beati cardinali e persino un papa.
L'infanzia e i primi studi li trascorse all'estero nelle varie destinazioni del padre diplomatico (Cina, Egitto, Spagna, Francia, Inghilterra). Il giovane rampollo fu avviato nel 1922, come da tradizione familiare, alla carriera militare presso la Reale Accademia Navale, e divenne nel 1928 ufficiale con il grado di guardiamarina.
La sua carriera si sviluppò in maniera brillante; nel '29 si imbarcò sull'incrociatore "Trento" su cui effettuò delle crociere in Spagna e Sud America; nel '30 fu promosso sottotenente di vascello e fu imbarcato sulle torpedinieri della Divisione Speciale in Adriatico; nel '33, sulla nave scuola "Colombo" effettuò una crociera a vela in Nord America e fu promosso tenente di vascello; nel '34, a bordo del "Titano" superò brillantemente un corso di specializzazione per palombaro normale e a grande profondità, raggiungendo i 150 metri; nel '35 venne inviato, sul sommergibile "Tricheco", a Massaua per la campagna di Abissinia.
Nel 1937 ebbe il suo primo comando: il sommergibile "Iride", e lo tenne per oltre un anno e mezzo, durante movimentati episodi della guerra di Spagna, che gli valsero, tra l'altro, la medaglia di bronzo al Valor Militare.
Alla fine della guerra, e per oltre due anni, i mezzi d'assalto restarono chiusi nei magazzini: solo a fine luglio del '39, lo Stato Maggiore della Marina, prendendo atto di una minaccia di guerra ventilatasi in Europa, dispose che la Prima Flottiglia Mas, al comando del capitano di fregata Paolo Aloisi, provvedesse ad eseguire l'addestramento di un nucleo di persone designato all'impiego di alcuni mezzi speciali.
Così nei primi del '40, gli uomini che avevano fatto le prime esperienze su i nuovi strumenti bellici, ritornarono nella caserma di La Spezia.
"Fu ai primi del 1940 che ebbi l'occasione di fare la personale conoscenza con il gruppo dei piloti della nuova arma. Comandavo allora il sommergibile "Ametista" che fu prescelto per la prima esercitazione completa dei siluri umani."Il 10 giugno del '40 l'Italia entrò in guerra contro l'Inghilterra e la Francia a fianco della Germania.
L'allora tenente di vascello fu sorpreso al comando del sommergibile "Vettor Pisani" destinato alla flottiglia di Augusta. Al suo comando, e prima di essere classificato non idoneo a missioni di guerra, effettuò alcune missioni in mediterraneo, tra cui la Battaglia di Punta Stilo che gli valse la promozione a capitano di corvetta.
Nell'agosto del '40 fu inviato a frequentare un corso speciale per la guerra contro i convogli atlantici presso la Scuola sommergibilisti tedesca situata a Memel sul Mar Baltico. Al suo rientro, nel settembre dello stesso anno, entrò a pieno titolo negli organici della Flottiglia e gli fu offerto di assumere il comando del sommergibile "&Scirè", a disposizione del Reparto mezzi d'assalto della Marina.
"Accettai con entusiasmo".
Nel corso dei tre anni che passò al comando del piccolo ma modernissimo sommergibile mediterraneo da 620 tonn., fu decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare per l'azione contro Gibilterra del 30 ottobre '40; fu promosso capitano di fregata per merito di guerra per ulteriori forzamenti di Gibilterra; gli fu conferita motu proprio dal Re la decorazione dell'ordine militare di Savoia per il forzamento del porto di Alessandria d'Egitto, che portò all'affondamento delle corazzate inglesi "Valiant" e "Queen Elizabeth".
Al rientro dalla missione di Alessandria gli fu dato l'ordine di lasciare il comando dello "Scirè", per dedicare ogni sua attenzione alla Decima Flottiglia Mas (Motoscafi Anti Sommergibili), che era stata creata il 15 marzo del 1941 (il nome convenzionale di Decima fu dato in riferimento alla famosa Decima Legio di Giulio Cesare, unità militare romana di sicuro affidamento) su iniziativa del Capitano di fregata Vittorio Moccagatta e che venne suddivisa in due reparti: reparto mezzi subacquei (siluri pilotati, sommergibili d'avvicinamento, gruppo sabotatori e scuola sommozzatori di Livorno) al comandante Borghese, e reparto mezzi di superficie al comando del capitano di corvetta Giorgio Giobbe.
Questo corpo aveva l'incarico dello studio, preparazione, addestramento e impiego bellico dei mezzi d'assalto, detti anche mezzi speciali o insidiosi, come i siluri guidati da uomini, con cui, nel segreto più assoluto, portare l'offesa nei porti nemici allo scopo di distruggere le loro navi, sfruttando al limite della resistenza umana le capacità di nuotatori, palombari, sommozzatori e motonauti. La storia operativa della Decima Flottiglia Mas fino al 7 settembre del 1943 si riassume brillantemente nel suo medagliere: ventisei medaglie d'oro (di cui dieci alla memoria), una medaglia d'oro allo stendardo della Flottiglia e un'altra allo stendardo del sommergibile "Scirè", fanno della Decima il reparto militare italiano più decorato, insieme al Terzo Regimento Bersaglieri.
Sul finire del '42 e fino al fatale 8 settembre del '43 l'azione della Decima si sposta prima sul fronte africano e poi sulle coste italiane, quando la minaccia di sbarco alleato iniziava a farsi sempre più consistente. La flotta, che all'inizio della guerra aveva base operativa a Taranto, si era venuta via via ritirando verso nord e si trovava in parte a La Spezia e in parte a Genova.
Il I° maggio del '43, il Principe assunse il comando della Decima Flottiglia Mas. La Flottiglia era divenuta nel frattempo una grande unità, nella quale si erano venute a concentrare tutte le attività offensive della Marina. Le sorti della guerra erano ormai apertamente avverse su tutti i fronti, in tutti i settori. Le attività offensive erano le uniche possibili in una situazione in cui la supremazia alleata era ormai definitiva, e si poteva solo, con rapide puntate, ritardare l'inevitabile sbarco che sarebbe avvenuto il 10 luglio del 1943 in Sicilia e il 9 settembre a Salerno.
A differenza delle forze armate che, costrette alla difensiva, si sgretolavano sotto i colpi demolitori dei nemici esterni e per l'azione subdola e corrosiva di coloro che all'interno tramavano contro la Patria, la Decima Flottiglia Mas manteneva con inesausta ed accresciuta lena il suo potenziale combattivo, moltiplicando ed estendendo la sua attività operativa in settori più vasti e lontani. Nel periodo maggio – settembre '43, gli attacchi sferrati dai volontari della Decima si susseguirono ininterrottamente, dall'uno all'altro estremo del Mediterraneo.
Il brillante sommergibilista, non ancora trentasettenne, era già conosciuto e stimato in patria e all'estero. Forte personalità, entusiasta, era amatissimo dai suoi uomini, con quel vincolo tutto speciale che si forma tra la gente di bordo, ancora più accentuato in un microcosmo qual è un sommergibile; questo tipo di rapporto si trasferirà su tutto il personale della Decima, facendo sì che il reparto si identifichi sempre più con il Comandante.
Borghese è allo studio di una nuova azione a Gibilterra e di un'incursione con sommergibili oceanici contro gli Stati Uniti, quando arriva la data fatale dell'8 settembre'43. L'armistizio viene appreso per caso, accendendo la radio in caserma...
 

 

gladio
il principe Junio Valerio Borghese
Decima MAS