Si scavava in un sito soltanto fino a quando dava risultati reinterrandolo e passando ad altro qualora i rinvenimenti non fossero ritenuti degni di essere esposti al museo. Addirittura si "rumavano" i pavimenti se non ornati e le pitture, se non gradite, al fine di dare unicità a quanto recuperato per il re. Ciò nonostante il lavoro, seguito da ingegneri, fu ben documentato: furono redatte 19 tavole di disegni e grafici di sorprendente precisione, che ancora oggi sono la base di partenza per la conoscenza della Stabiae antica. Si scovarono e si documentarono sei ville sul ciglio della collina di Varano, l'impianto urbano per un'estensione di 45.000 mq. e dieci ville nell'entroterra.

Oggi delle sei ville ne sono state riconosciute quattro mentre restano ancora non localizzate le dieci ville dell'ager  resta ancora interrato l'impianto urbano. Dopo gli scavi borbonici, il territorio stabiano fu
interessato solo da una serie di rinvenimenti sporadici:

nel 1 813 e nel 1 831 si eseguirono dei saggi esplorativi sostenuti dal ministro plenipotenziario d'Austria, il conte di Lebezelstein; nel 1 834 si rinvennero due tombe ed una statua sulla strada per Nocera, nel
1 835 al Ponte S. Marco si rinvenne una sepoltura, nel 1838 a Varano si rinvenne nel fondo Girace un "recinto di colonne", quindi tra il 1881 ed il 1 892 si rinvennero strutture connesse alle ville rustiche nella zona di Carmiano. Infine nel 1931, a causa di un forte temporale a Varano, nel fondo De Martino, cominciarono ad emergere strutture antiche relative
alla Villa di Arianna e nella vicina proprietà Dello loio, a seguito di lavorazioni agricole, cominciarono ad emergere alcune colonne del peristilio superiore di villa S. Marco.

         Una ripresa sistematica dello scavo avvenne solo vent'anni dopo, grazie alla tenacia ed allo spirito pionieristico del preside L, D' Orsi. Questi, sfidando le autorità costituite, i proprietari e le difficoltà materiali legate ad un'impresa di scavo, nel gennaio 1950 con
pochi operai iniziò lo scavo di Villa di Arianna, quindi riportò in luce parte di Villa San Marco dimostrando allo scetticismo generale la grandezza dei tesori nascosti nelle campagne stabiesi. Lo scavo
proseguì in maniera quasi sistematica fino al 1962, quando fu interrotto definitivamente.

Lo scavo di D' Orsi comportò il distacco degli affreschi e delle decorazioni più importanti che furono raccolti presso i locali interrati dello scuola media Stabiae, dove nel 1957 fu inaugurato l'Antiquarium
Stabiano, sede provvisoria ed inadeguata che si spera a breve sia trasferita.

Storia degli scavi II


E-mail:    giuseppe.cesino@tiscali.it

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Villa San Marco.
Arco praticato dagli
scavatori borbonici
tra la cucina e il peristilio.

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