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Vittorio Benvenuti
Questa breve monografia di Guido Sgaravatti vuole essere
una pura dimostrazione di fiducia verso l'artista e di stima
verso i critici, gli amici, i conoscenti e frequentatori della
mia Galleria, che di Lui si sono occupati e hanno saputo giudicare,
in occasione delle sue mostre e partecipazioni ai vari concorsi
di pittura.
Fino a qualche anno fa di Sgaravatti non conoscevo neppure
il nome. E stato un incontro occasionale, uno dei soliti,
uno dei molti incontri tra pittore e gallerista, nel quale
il suo modo di dipingere, prima, e il suo modo pensare e di
agire e di interpretare la vita, poi, mi hanno rivelato, oltre
alle sue possibilità, la sua fede nell'essenzialità
del reale e del vero e nel valore degli elementi figurativi
della pittura, che in Lui non premono e non elidono nella
necessità d'un rinnovamento dei valori umani e dei
canoni estetici, troppo di moda, oggi, tra i fautori della
libertà nell'arte. Pittura e disegno gli sono congeniali,
e non disgiunti, perché li conosce e li considera veicoli
indispensabili al suo discorso (pittorico) e alla sua indole,
usandoli, come le sculture in terracotta e gli originali sbalzi
in argento, per affrontare tutti gli aspetti dell'umana realtà,
senza mai invischiarsi in comode forzature d'avanguardia o
in qual lirismo, tanto invocato e lodato quanto inutile, o
cadere nella banalità figurale.
L'esperienza gli offre un linguaggio proprio, che i mezzi
espressivi razionalmente impegnano, secondo una sensibilità
che si libera e si rende più efficace ed operativa,
quanto e meglio l'artista è riuscito ad assimilarne
la conoscenza. In tale particolare prerogativa Sgaravatti
si inserisce e si muove agilmente, sia quando fa della cronaca,
sia quando la trasforma nella concretezza dell'immagine, nel
momento stesso in cui si compie. In quel preciso istante la
trasforma in suggestione, poi in emozione, per acquistare
un determinato ed insostituibile valore.
" Il raro equilibrio e la considerazione motivante, che,
nel motivo stesso, mai diventa di per sè motivo raziocinante..."
(come ha recentemente scritto G. Gasparotti recensendo la
personale del nostro, tenuta nella mia Galleria), competano
il contenuto delle sue opere, riportate o inserite in una
temperata luminosità, che nel perfetto collegamento
al flusso figurale, si fanno nuove nella ricerca di una più
legittima dimensione.
Lascio ai critici gli altri aspetti meno appariscenti della
sua pittura, nonché gli apprezzamenti ed i giudizi
tecnici e con il presente lavoro, che ho il piacere di pubblicare,
desidero aprire agli amatori d'arte e ai fedeli della mia
Galleria la storia "prima" di un pittore ancora
giovane, che alla passione unisce la fatica dell'azione, l'intelligenza
ai tratti del talento artistico, la modestia al successo.
Sgaravatti. Galleria Benvenuti, Venezia 1972
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