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Kung Fu - Articoli
cinque petali della Jingwah

Un piccolo ma ben affiatato gruppo di studenti dell'Accademia di Arti Marziali di Terni, ha salutato la seconda primavera del nuovo millennio con uno stage su una breve sequenza di Nam Kyuhn.
Regista dell'incontro il M° Francesco Palmieri, esperto di stili del Sud e in particolare dello Hung Ga (è allievo diretto del M° Lam Chun Sing che dirige il centro fondato dal padre Lam Jo, attuale caposcuola dello stile), ma anche del Mok Ga, del Luhng Yihng Paai e dello Hung Fat, tutti studiati con i più alti rappresentanti nei gymnasium Hongkonghesi.
La sequenza proposta è stata la Jingwah Kyuhn, di provenienza dalla HKCMAA (Hong Kong Chinese Martial Arts Association ). E' stata pensata per introdurre ai principi essenziali delle boxe meridionali i coach della stessa associazione. I movimenti si articolano attraverso l'alternanza di cinque stili tra i più famosi e praticati:
  1. Wing Chun
  2. Baak Hok Paai
  3. Tong Long
  4. Hung Ga
  5. Choy Li Fat
Nonostante la difficoltà nell'eseguire tecniche di stili non così coesi tra loro, otre all'insolita modalità di movimento per gli appassionati del Bak Siu Lam, la piccola Jingwah è stata letteralmente divorata e digerita dagli studenti dell'Accademia. Molte e pertinenti le domande, che hanno testimoniato l'interesse suscitato sia dalla novità del sistema di boxe che dalla comunicativa dell'insegnante.
Poi, come da consumata tradizione dell'"accademia ternana", il piatto forte del discorso è stato servito su una tavola ben altrimenti imbandita, ai piedi di una Sant'Anatolia eccezionalmente spolverata di neve.
E così, al ristorante "Le Tre Valli", tra una porzione e l'altra di buon cibo è stato possibile gustare anche un video con dimostrazioni di maestri e allievi cinesi girato a Hong Kong dallo stesso M° Palmieri (unico occidentale esibitosi) nel corso delle feste di alcune scuole.
Come valutazione finale il giudizio della giornata non può che essere positivo: la commistura tra il gaio spirito Hongkonghese e la scanzonata aria dei ragazzi del gruppo ternano ha formato un cocktail che ha tonificato spirito e corpo.

Un'esperienza da ripetere.


Gli stili della Jingwah

  1. Wing Chun:
    Boxe della M° Yan Wing Chun. E' caratterizzata dall'essere una sorta di riassunto delle principali tecniche da combattimento degli stili del Sud Cina. E' composta di tre brevi forme a mano nuda, una di coltelli farfalla, una di bastone lunghissimo, tutte eseguite stando pressochè fermi sul posto. Stile molto aggressivo in combattimento, usa l'avanzamento a cuneo con posizione frontale e attacchi pressanti sulla corta distanza.
  2. Baak Hok Paai:
    Lo stile fu fondato da Ng Siu Chung, che aveva studiato Lama Paai. Della stessa famiglia fa parte lo Hap Ga, fondato da Wong Yim Lum. Tutti i tre stili derivano dal Si Ji Haau (Ruggito del Leone), un'antica arte marziale tibetana. Il BHP si caratterizza per le tecniche a lunga distanza ispirate ai movimenti della gru.
  3. Tong Long:
    Stile della Mantide Religiosa del Sud. E' una boxe di imitazione. I movimenti sono quasi esclusivamente di braccia e tronco, lineari o semicircolari, a scatto; i passi sono brevi, rapidi con piccoli spostamenti laterali. E' veloce, mira a colpire le articolazioni e i punti vitali dell'avversario.
  4. Hung Ga:
    Boxe della Famiglia Hung. E' lo stile più rappresentativo tra quelli rimasti dopo la distruzione del tempio Siu Lam (Shao Lin) del sud avvenuta più di 400 anni fà. E' completo. Contiene in sé le tecniche della maggior parte degli stili meridionali, oltre alle armi dello shaolin del Nord. Notevolissimo lo studio sullo sviluppo dell'energia interna unito ai movimenti che ripercorrono le tappe principali del buddhismo tantrico dal quale proviene. L'esecuzione tecnica è potente, moderatamente veloce, con movimenti ampi a lungo e medio raggio.
  5. Choy Li Fat:
    Boxe del Buddha e dei M° Choy e Li. Si tratta di uno stile combinato, noto per essere probabilmente quello col più alto numero di forme e movimenti. La sua esecuzione è inconfondibile per l'ampiezza delle tecniche, i movimenti circolari, spesso frustati e senza interruzioni. La potenza quì non è espressione della contrazione muscolare ma della velocità e circolarità. L'atteggiamento è fiero, determinato, distaccato.

Gli altri del Nam Kyuhn

  1. Mok Ga:
    Boxe della Famiglia Mo (dal nome del monaco "fratello" di Hung dello Hung Ga). Stile sulla media e corta distanza, predilige l'avanzamento a cuneo o triangolo, in velocità , su più direzioni. I pugni corti e potenti sono spesso alternati a calci di disturbo e di controllo. Molto aggressivo in combattimento, è famoso per l'uso del forcone come arma.
  2. Luhng Yihng Paai:
    Boxe del Drago. Imita l'ondeggiare sinuoso del drago cinese, in spostamenti esplosivi e velocissimi. Alterna in rapida successione durezza e morbidezza, portando colpi con gli artin superiori , senza interruzione. I calci occupano un posto marginale, pur essendo potenti e veloci. Sviluppa una grande forza a carattere nervoso che è la vera caratteristica di questo stile.
  3. Hung Fat:
    Boxe del Buddha e del M° Hung. Combina la circolarità e la rilassatezza del Fat Ga con la potenza dello Hung Ga. Lo stile contiene anche forme eseguite sul lato "mancino" o con la sola mano sinistra. E' veloce e potente; alterna durezza e morbidezza in attacchi sulla lunga e media distanza, colpi a frusta ad attacchi diretti. Cura particolarmente lo sviluppo della forza a partire dai "cavalli" per arrivare ai "ponti". Sviluppa il senso del ritmo nei movimenti e il coraggio come atteggiamento mentale.
  4. Baak Hok Paai del Fu Kien:
    Sistema della Gru Bianca. Esistono numerosi stili e scuole, di cui le principali sono 5: la Gru Che Salta, la Gru Che Piange, la Gru Che Dorme, la Gru Che Mangia, la Gru Che Vola. Ciascuna di esse è caratterizzata da una diversa modalità di movimento, pur alternando fasi di durezza a fasi di morbidezza, scatti veloci a caricamenti lenti. Notevole l'enfasi posta sull'uso delle leve articolari e dell'energia esplosiva. Grande è il lavoro di condizionamento fisico e mentale, finalizzato all'incremento dell'enrgia interna per l'attività marziale.

M. Fabio Lattanzi
28 marzo 2002


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