Mimmo Franzinelli
(I tentacoli dell’Ovra, Bollati Boringhieri, Torino, 1999, p. 103) afferma
l’impossibilità di stabilire l’esatta origine del termine OVRA.
Egli riporta come documento più attendibile la testimonianza di
Carmine Senise, capo della polizia di Milano (cfr. Franzinelli, op. cit.,
p.103, n.38: Carmine Senise, Quando ero capo della polizia, Ruffolo, Roma,
1946, p.84) che predispose il comunicato da dare alla stampa della retata
di Milano del 29 e 30 ottobre 1930 contro il gruppo antifascista di Giustizia
e Libertà. Tutto avviene nel momento in cui il comunicato viene
sottoposto alla attenzione dello stesso Mussolini, questi, di suo pugno
e con atto di imperio indiscusso, sostituisce alla parola “polizia” la
parola OVRA. Il comunicato verrà diffuso dalla Agenzia Stefani.
Continua Senise (cfr. Martinelli, op. cit., p. 241)“se con questa trovata
egli volle impressionare il paese, non poteva meglio riuscirvi: per giorni
e giorni, infatti, alla direzione generale fummo bersagliati da telefonate
a getto continuo di amici e personalità di ogni genere e rango;
e quelli che apparivano maggiormente allarmati erano proprio coloro che
si trovavano più in alto nella scala sociale. Tutti volevano conoscere
che cosa significassero quelle quattro lettere che avevano turbato la loro
serenità, e noi non sapevamo che cosa rispondere, perché,
in fondo, il loro arcano significato non l’abbiamo saputo neppure noi”.
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Sicuramente l’OVRA, nel mondo pitigrilliano
di cui questo sito tenta di diventare una sorta di bussola, non poteva
non trovare un suo spazio. Spazio che non intende fare né giustizia
né sanatorie.
Colpevolisti e innocentisti si diano battaglia, ma non pensino certo di riabilitare o demolire le opere letterarie di Pitigrilli semplicemente risolvendo, a modo loro, la questione OVRA. Se Pitigrilli ha collaborato con l’OVRA, se l’OVRA ha reclutato Pitigrilli, se delle centinaia di fiduciari dell’OVRA, uno era Pitigrilli, allora perché non parlarne, perché non ascoltare e riascoltare le voci di quanti finora hanno avuto modo, in forme diverse, di affrontare la materia. La vita dello scrittore sembra direttamente collegata al lasciapassare del suo casellario giudiziario e del suo casellario morale per poi poter accedere, se risulterà assolto, alla lettura delle sue opere. Sarebbe bello soprassedere su tali questioni e dedicarci esclusivamente alle invenzioni letterarie di Pitigrilli, ma i recenti articoli sui principali giornali e riviste italiane, il rigurgito polemico a base di spie, l’attenzione catalizzata sulla strana vita di Pitigrilli, porta a una svolta, siamo al primo passaggio di verifica dopo la sua morte. Il tribunale sembra riunirsi, tribuni accusatori, testimoni alla difesa, “tricoteuses” a fondo sala, ma le sue portinaie rimangono fuori, si accontenteranno di raccogliere le voci, di sfogliare i rotocalchi, di trovare qualcuno a cui chiedere come sia andata la faccenda. Non cedete alle lusinghe dell’indice, comunque lo intendiate, cedete invece alle lusinghe delle parole lette in Pitigrilli e continuate a sorridere, non sarete né più fascisti, né più morali, né più belli solo per questo. Ma allora che cosa devo pensare?
Ma Pitigrilli…?
La pista di cenere l'orma. La pista di cenere viene tracciata
attraverso il tempo trascorso tra il 1943 e oggi.
R. Creghel
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