Quale vita di Pitigrilli?



 
 


Sonzogno Milano 1949
Cenni biografici, o, meglio, furti biografici sparsi e senza dolo, il dolo al massimo risiede nella contraddittorietà delle fonti a nostra disposizione: una miscellanea di informazioni.
Siamo pronti a creare qualche sospeso, qualche assurdo, i pettegolezzi, insomma, delle sue portinaie stanche. 
Virgolettato rimane il testo, poco, del Canone Sonzogno, tracce sparse dai testi e riferimenti autobiografici di Pitigrilli stesso.

Pitigrilli, al secolo Dino Segre, nasce a Torino, il 9 maggio 1893.
"Avrei voluto nascere a Torino al principio del secolo scorso [...] invece vi nacqui cent'anni dopo [...] Mia madre discende da una famiglia di farmacisti piemontesi, mio padre era ufficiale dell'esercito" (Pitigrilli parla di Pitigrilli).
Si laurea in Giurisprudenza durante la prima guerra mondiale. 
Si dedica al giornalismo e viene inviato in Turchia. 
Nel 1918 è corrispondente de "L'Epoca" a Fiume, riuscendo a farsi sfidare a duello da Gabriele D'Annunzio, Pitigrilli respinse l'invito. La disputa tra il vate dell'eroismo e il vate del paradosso, sembra sia nata dal fatto che Pitigrilli, forse insofferente della geografia politica, continuò a definire Fiume "città asiatica".
Esce Mammiferi di lusso (1920), il primo libro di Pitigrilli, nasce un genere, inizia l'ascesa, il successo e i soldi. 
Con i romanzi successivi si guadagnerà anche una serie di processi per oltraggio al pudore, il maggiore volano della crescita esponenziale delle edizioni, e riedizioni, e riedizioni ...
Nel 1924 fonda Le Grandi Firme, una rivista letteraria di grande successo e di pochi inciampi.
Tra il 1929 e il 1930 si rivelò brillante conferenziere nelle Università europee, dalla Sorbona a Napoli, disquisendo sulla decadenza del paradosso. 
Il 5 dicembre 1931 sposa a Parigi Deborah Sinigalia con rito civile, la moglie chiederà la separazione nel 1954 e otterrà il divorzio il 10 luglio 1973. Da questa unione avrà un figlio, Gianni. 
Le leggi razziali italiane del 1938 cominciano a pesare e pesano tuttora, Pitigrilli si impone un periodo di forzato silenzio. 
Sono gli anni dell'OVRA, e Pitigrilli e l'Ovra non riescono a trovare pace, troppe parole e troppi eroismi di chi non c'era e troppo silenzio di chi c'era, e viceversa.
'Il 10 giugno 1940 fui mandato al confino di polizia, in un paesino della riviera ligure [...] seppi da un frammento di conversazione che in una città, a un'ora e mezzo di treno, viveva una medium, e accondiscesi ad invitarla', i medium, punto fragile, lasciamo pertanto ad altri interrogare i tavolini
Dopo l'8 settembre 1943 fugge in Svizzera, a Bellinzona sposa in chiesa l'avvocato di Torino Lina Furlan. Anche da lei avrà un figlio, Pier Maria, che manterrà il cognome della madre. 
1948, Argentina, Pitigrilli è a Buenos Aires, collabora al giornale La Razon, Pitigrilli esporta con successo il proprio fenomeno. Sono gli anni del peronismo, e della stella di Evita, una stella che Pitigrilli sembra aver conosciuto da vicino, ma le biografie di Evita non lo dicono.
1948, con La piscina di Siloe, Pitigrilli afferma la sua conversione al cattolicesimo, altro punto fragile, e complesso, e denso di strascichi polemici. 
Segue la forma scritta della sua autobiografia Pitigrilli parla di Pitigrilli nata da un programma alla radio argentina. 
Dal 1957 rientra in Europa e si stabilisce a Parigi. 
Muore a Torino l'8 maggio 1975, nella casa di via Principe Amedeo, quella-colla-terrazza, su via Roma, nei grandi edifici progettati da Piacentini, lassù, in alto, su un immaginifico basamento di marmi littori, su cui egli stesso si è posto. 
Vogliamo farlo cadere dal suo monumento? Vogliamo, invece, arricchirlo di fregi? Vogliamo, altrimenti, lasciarlo così come è, aspettando che il tempo ne faccia rovina? 
Noi non ce lo domandiamo, rimaniamo al pianoterra, nel nostro gabbiotto, tra gli scopettoni, a sfogliare i suoi testi, a riderne e a sorriderne, alle volte a malignare, altre a difenderlo. Del resto è un buon inquilino e il panettone, a Natale, ce lo manda sempre.

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