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Fabio Rizza
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Rondò
op. 129
Data
di composizione: 1946
Dedica: Andrés Segovia
Editore: Schott, Mainz 1958
Organico: chitarra
Discografia:
- UMBERTO CAFAGNA, Lirismo e '900 chitarristico, Phoenix
Classics PH 97315
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GIUSEPPE
MARIA FICARA, Suona Mario Castelnuovo-Tedesco, Panarecord
CM PNL 059
- JORGE ORAISON, Mario Castelnuovo-Tedesco, Concertgebouw
Chamber Orchestra, Haarlem, Adam Gatehouse direttore, Etcetera ETC 1001
Il Rondò
op. 129 è una composizione di squisita fattura e di marcato stampo romantico
con la quale Castelnuovo-Tedesco riprese a comporre per chitarra sola
dopo il trauma dell'esilio; il tempo è di 6/8 e la struttura è quella
classica del rondò ovvero ABACA alla quale l'autore
aggiunge una coda riepilogativa che gli consente di riesporre brevemente
gli episodi C, A e B. Castelnuovo-Tedesco era particolarmente legato a
questa composizione tanto che dal punto di vista formale la considerava
il suo "Rondò modello". (1)
Il tema principale
del rondò, in mi minore, ha un sapore decisamente struggente ed è marcato
da un lirismo che diventa particolarmente evidente in occasione della
terza ripresa quando, trasposto un'ottava più bassa, assume un netto carattere
violoncellistico. Particolarmente ardue da eseguire sono le sezioni B
e C a causa di una serie di sestine di semicrome che impegnano notevolmente
la tecnica. Segovia, secondo quanto riferisce l'autore, eseguì questo
brano solo per un paio d'anni dopodiché decise di accantonalro;
forse perché nemmeno lui riuscì mai a risolvere in modo soddisfacente
i problemi di diteggiatura che esso comporta. Avendo ormai perso ogni
speranza di ricevere la revisione di Segovia, Castelnuovo-Tedesco prese
infine la decisione di far pubblicare il brano nella sua veste originale,
senza cioè alcun intervento di revisione o diteggiatura; il che
probabilmente è anche alla base della scarsa diffusione di questo splendido
Rondò, il cui valore musicale è però tale che c'è da augurarsi
che riceva quanto prima una meritata notorietà presso i chitarristi.
Giuseppe
Maria Ficara, che nel 1980 ne realizzò la prima incisione, così
descrive l'affetto che nutre nei confronti di questo brano:
... ricordo
con quanto entusiasmo ho deciso di dedicarmici e quanto impegno mi ha
richiesto. Ho fatto circolare le mie diteggiature del Rondò senza
curarmene troppo, anche perché Clara C.-T., mi disse che purtroppo non
era possibile ripubblicarlo in una nuova edizione per via dei diritti
della Schott.
Ho suonato ripetutamente in concerto il Rondò, a Bruxelles, a
Cape Town, in Italia, esecuzioni di cui conservo molte registrazioni
dal vivo di buona qualità.
L'ultima mia esecuzione del brano è stata a Bologna, sala Bossi, il
20 aprile del 1999. (2)
(1) Come
riferisce in una lettera del 18 giugno 1967 a Gilardino; vedi ANGELO GILARDINO,
"Un fiorentino a Beverly Hills", Seicorde
n. 53, settembre-ottobre 1995, p. 28.
(2) Da una corrispondenza privata con l'autore di questo sito (16 marzo
2001).
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