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L'identità e il genere
 a cura di Mary Nicotra


 

Archeologies and  Archetypes of desire  between women in India - An interview to  Giti Thadani -  english version


15 Gennaio 2002

 

Archeologia e Archetipi del  desiderio fra donne in India - Un'intervista a Giti Thadani   di Mary Nicotra

 

Giti Thadani è una ricercatrice indipendente che dedica la sua vita   a ricostruire un mosaico che riguarda il femminile, la sua genealogia e i legami sessuali ed erotici tra donne   (sakhiyani) 

nell' antica tradizione indiana.

La incontro il 1° Gennaio 2002 a Nuova Delhi 

Mi riceve nel suo appartamento, un attico situato nel palazzo di famiglia.

L'appartamento ha una splendida vista sulla città e gode di una autorevole terrazza dove Giti si occupa, con grande cura, del suo giardino.

Gli  spazi, interno ed esterno, sono netti, molto diversi tra loro, separati eppure molto collegati, quasi fossero due vasi comunicanti, nettamente identificati ma che si uniscono in modo armonico creando una nuova figura.

Questi sono gli spazi dove Giti trascorre la maggior parte del suo tempo quando è in India. Spazi dove lei si muove,  in modo lucido e consapevole, in  un continuum dentro/fuori.

Div: Giti, alcuni anni fa in Italia ho  avuto modo  di essere presente ad una tua conferenza e sono rimasta affascinata dalla tematica. Molte domande affollano la mia mente.
Quando hai iniziato questa ricerca, come, e che significato ha per te?



Giti: Ho iniziato questa ricerca circa 20 anni fa. Per prima cosa ho iniziato a studiare il Sanscrito, dopo di ché ho intrapreso regolari  viaggi per il paese.

Nei mie viaggi, ho cominciato a  scoprire tradizioni di impronta femminile: iconografie,templi, reperti archeologici e manufatti.

Questa parte della storia non è mai stata documentata o insegnata nelle scuole e nelle università, neanche nelle facoltà di storia antica.

Ho iniziato questa ricerca principalmente   per comprendere e andare oltre gli effetti sociali del colonialismo. Mi rendevo conto che conoscevo l'Europa meglio dell'india e il mio primo impulso fu quello di ricercare le radici e le tracce della civiltà qui, in India.

Ma quando iniziai   a portare alla luce questi reperti storici, mi resi conto di quanto fossero 'proibiti'  all'inconscio collettivo e questo mi spinse a continuare.



Div: dunque, esattamente, cosa hai scoperto?



Giti: La tradizione storica ufficiale documenta che la donna è stata sempre subordinata all'uomo.

Ciò che io invece ho trovato testimonia una forte autonomia femminile in ambito  filosofico attraverso reperti archeologici e  iconografie. Moltissimi i testi che non sono stati mai tradotti

Per esempio, parliamo di iconografie.

Nelle religioni monoteiste c'è una limitata  rappresentazione iconografica del femminile. Nel Giudaismo tutte le rappresentazioni figurative sono  negate.

L'Islam ha cercato di distruggere tutti i reperti dei templi che fossero testimonianza di dee in Arabia.

L' Asia occidentale, centrale e meridionale  così come il Cristianesimo hanno solo Maria , e alla sua periferia la Maria nera.

Le iconografie che io ho trovato sono molto diversificate tra loro.

Molte le rappresentazioni del corpo femminile, visi, famiglie di donne, immagini lesbiche e lesbo-erotiche, combinazioni di donne/animali/uccelli. Queste rappresentazioni fanno parte di complessi archetipi, cosmologie e filosofie.

 

Div: ci puoi dire qualcosa di più circa i complessi archetipi e le loro filosofie? 

Giti:

Prendiamo l'esempio del doppio femminile/lesbo-erotico dell'immagine seguente. Il concetto non è di completa fusione ma di un movimento generato dall'attrazione che si incontra all'altezza dell'ombelico. 

 

Due corpi sopra, e uno sotto. Tuttavia la figura si completa da sola  e l'incontro è la cornice di uno spazio libero di tipo triadico.

Una specie di unione, sia di uguaglianza che di differenza

Ciò che io ho anche cercato di fare nella sua versione virtuale è di mostrare la filosofia del rispecchiamento e dei riflessi d'ombra. In contrapposizione al  mito di Narciso della mitologia occidentale, dove l'auto-erotismo è interpretato come una prigione del sé, incapace di possedere il suo riflesso, qui non c'è l'idea di possesso del sé ma del suo riverbero, gioco coreografico dell'uguaglianza e della differenza  nell'infinito, in un rispecchiamento senza fine.

Il mito di Narciso può dunque essere interpretato come una proibizione dell'omo-erotismo.

Qui l'autoerotismo si intensifica nelle figure duali del lesbo-erotismo, e produce come risultato una complessa numerologia. Il  due è anche due autonome. E' anche un momento di sincronicità, quando entrambe sono 'una'.

 

Nell'immagine successiva questa filosofia della triade è raffigurata in altro modo. Non c'è dualismo tra parte anteriore e posteriore, ci sono invece tre lati. Non c'è prospettiva fissa del centro ma una prospettiva roteante che cambia continuamente a seconda dell'angolo di percezione.

Qui di nuovo, troviamo un'architettura dei templi basata sul triangolo.


Div. E' molto interessante, Giti. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi hai detto prima che hai fatto qui a Nuova Delhi una mostra su questa tematica. Hai intenzione di renderla itinerante  e di portarla in Europa?

Giti. Ho appena finito di scrivere un manoscritto che sto cercando di pubblicare. Si tratta di un viaggio  itinerante nella dimensione interiore  ed esteriore. Ho anche iniziato a scrivere un nuovo libro, che parla delle percezioni frammentate di differenti archetipi  geografici, europei e asiatici . Prospettive che si incontrano in un labirinto.

Sto anche lavorando sulla contemporanea rappresentazione del femminile  in differenti arti figurative, dedicandomi particolarmente a quei lavori  in cui  è insita una sincronicità 'occidente- oriente'

Una delle pittrici è una donna, Amrita Sher-Gil che ha una provenienza ebraica-ungherese e indiana. L'altra è una pittrice contemporanea Iraniana. La maggior parte delle sue opere d'arte fu distrutta dai fondamentalisti in Iran. Lei ha ridipinto alcune di queste tele, attingendo alla sua memoria, trent'anni più tardi.

Per quanto riguarda la mostra da me realizzata recentemente, sì, vorrei portarla in Europa, se trovo le risorse.

 

Continuiamo a chiaccherare, parlando di  India e omofobia.

Giti mi mostra moltissime fotografie dei luoghi e dei templi da lei visitati.

Alcune di queste foto lasciano senza fiato, per la loro intensità.

Parliamo anche della dea Kalì e della sua energia. Alcune foto di Kalì sono impressionanti. Volto senza 'maschere'

Ma su questo tema , spero che avremo modo di invitare Giti in Italia per condividere con lei la ricchezza della sua ricerca.

 

Mary Nicotra


Bibliography

Sakhiyani, Cassell
@Giti Thadani 1996

email: giti@vsnl.com



 

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