Eventi del mese

Indirizzi utili

 
       

Relazioni interpersonali  e modalità comunicative
a cura di Mary Nicotra


1 Novembre 2001

 

UN ALTRO MODO DI AMARE di Martina Cannetta

 


"Il loto affonda le sue radici nel fango, 
nelle acque torbide e putride esso cresce,
attirato irresistibilmente 
da quella luce che esso ignora, 
ma di cui ha il presentimento 
e che lo tira e lo attira, 
lo solleva e lo costringe a salire 
e che, all'improvviso, incontra 
quando, arrivato alla superficie, la raggiunge. 
Allora, glorioso, si apre, si espande 
e, accecato, abbaglia ognuno
col suo indicibile splendore."


ignoto indiano

 

 

 

Una bidonville indiana: sembra che tutto lo squallore del mondo si sia dato appuntamento qui. Persino il nome "bidonville", che evoca baracche di lamiera ondulata, risulta inadeguato; il metallo è già un materiale troppo prezioso, qui le “abitazioni” che sorgono dalla polvere sono fatte di null’altro che stracci sovrapposti, un patchwork dalle infinite gradazioni del color sporco. Intorno, fra odori intensi di umanità ammassata, fogne a cielo aperto, spezie, fumo di fornelli alimentati da sterco di vacca e bambini mocciosi, coperti di mosche e coi capelli cotti dal sole, girano cani spelacchiati alla ricerca di improbabili avanzi. 
Seduta nella polvere una donna giovanissima, poco più una bambina, le gambe allungate, sembra, non avere coscienza del caldo insopportabile, degli odori, del rumore, delle altre presenze. Gli occhi fissi sul piccolissimo essere che ha steso sulle gambe, muove ritmicamente le mani sul corpicino scuro e lucido del bambino, incurante di tutto quello che li circonda. Le mani della madre, intelligenti e sensibili e, ad un tempo, tenere e forti, sembrano animate da un ritmo antico mentre intrecciano una danza con il corpo del bambino, tanto è perfetta l’armonia e giusto il ritmo. La forza e il movimento della madre incontrano l'abbandono e la distensione del bambino; è arte pura, un rituale grave avvolto di una straordinaria dignità. Si percepisce una trasmissione di energia vitale, come se le mani della madre dessero vita alle membra del piccolo plasmandolo dalla creta. Un linguaggio a noi sconosciuto passa fra i due, un linguaggio senza parole, una comunicazione profonda, un legame molto più concreto di mille parole. Lo spettacolo è di indicibile bellezza. La sordida via, i tuguri, tutto sparisce; in mezzo a tanto orrore, è un miracolo di amore materno che lascia lo spettatore confuso per la profondità della lezione e imbarazzato per avere sorpreso tale scambio. E' la meraviglia quotidiana dell’India, basta sapere guardare al di là di ciò che colpisce i nostri occhi occidentali, per trovare sempre, dietro povertà, sporcizia e squallore, continui spettacoli di bellezza, il sole che fa brillare di gioia gli occhi di un bambino, un sahri dai colori sfavillanti drappeggiato su sinuose forme femminili, o rughe sagge e ammiccanti sotto un turbante color zafferano.

l massaggio ai neonati, originario del Kerala, uno Stato dell’India del sud, è un'arte antica e profonda, semplice ma difficile. Sembra dettato dall’istinto, ma segue regole precise, che le donne si tramandano di madre in figlia, in una sorta di eredità gestuale, 

una sublime lezione di maternità. 

Non si tratta di regole difficili da apprendere, quello che è più difficile per noi è entrare in una dimensione diversa, superare la nostra concezione del corpo, dimenticare per mezz'ora nelle nostre giornate fretta, tensioni, stress e trovare un nuovo ritmo rispetto a quello frenetico che comanda la nostra vita. Oltre ad essere benefico per il bambino, può essere, al pari di altre arti che vengono dall'oriente - yoga, taiqiquan o alcune arti marziali - una grande lezione anche per gli adulti. 
Non deve esser iniziato prima delle 4-6 settimane di vita e può durare fino ai 4-6 mesi. Insomma viene praticato per tutto il periodo di immobilità del bambino, quello in cui il neonato giace nella culla, per cessare all’inizio della fase attiva, quando inizia a gattonare ed esplorare, ma può durare anche molto più a lungo, e comunque condiziona e modifica per sempre i rapporti madre-figlio, stabilendo una diversa forma di comunicazione che dura tutta la vita. Il bambino deve essere nudo, ma non deve sentire freddo. Il massaggio deve venire praticato prima del pasto, mai a stomaco pieno, con un olio vegetale intiepidito (l'olio di cocco ad esempio) e, a suo completamento ideale, deve essere seguito da un bagno. Fondamentale è il contatto col corpo materno. La madre deve essere seduta per terra, la schiena diritta e le spalle rilassate, con le gambe allungate, totalmente concentrata sul bambino che tiene appoggiato su di esse. Deve imparare a stabilire e mantenere una comunicazione costante col bambino, ma una comunicazione silenziosa; deve parlare al piccolo con gli occhi e con le mani, pensare solo a quello che sta facendo, lasciando da parte ogni altra tensione. Man mano che il massaggio procede, fa gradualmente sparire la tensione muscolare dal corpo del bambino, che alla fine giace appagato e rilassato.
Un bambino non ha alcuna conoscenza dei limiti del suo corpo e si vive come un tutt’uno indistinto con il seno ed il corpo materno, che provvedono a tutti i suoi bisogni. Il corpo della madre che, durante la gravidanza, contiene il bambino e che continua a contenerlo anche dopo la nascita con il suo abbraccio e le sue cure, è vissuto come un prolungamento del proprio corpo. Lentamente e con gradualità il bambino comincerà ad avere coscienza che esiste un qualcosa di esterno che provvede a lui, che gli è fondamentale. Il piccolo si guarda le manine, inizia a distinguerle dallo sfondo sempre mutevole, si tocca i piedini e li identifica come suoi. Il bambino individuerà i limiti del proprio corpo e si identificherà come un individuo distinto dalla madre e dal mondo che lo circonda. Il massaggio può esser di grande aiuto in questo processo e può diventare un fondamentale strumento per passare al bambino quelle informazioni di cui necessita in questo momento di delimitazione del proprio corpo e differenziazione dal mondo esterno. Il toccare la superficie del suo corpo con movimenti ripetuti, serve a fargli sentire la sua pelle, il limite tra la sua pelle e quella della madre, ed aiutarlo così a stabilire quale è il confine tra il proprio mondo interno e la realtà esterna.
Qui sta l'infinita saggezza del massaggio, che insegna i contorni del corpo e risveglia le sensazioni. Una madre indiana, tenendo il bambino in braccio, disteso sulle sue gambe, gli dà tutto il contenimento, il calore e l’accoglienza di cui necessita. Il massaggio, con i suoi movimenti ritmici, morbidi e avvolgenti, aiuta il bambino a riconoscersi distinto dalla madre, ma accettato da essa. L’abitudine a parlare alla pelle del bambino passa un messaggio di accettazione profonda, che insegna a vivere bene nel proprio corpo, bello o brutto che sia. In Oriente, già dalla tenera età, tutto il corpo, non nascosto e mortificato come nella cultura cattolica, ma valorizzato nella sua nudità e anche grazie al massaggio, diventa una fonte di piacere, non associato all'idea del peccato. E questa sensazione coltivata, o comunque non repressa con l'età, porta gli indiani a vivere con gioia il loro corpo. Ne sono dimostrazione la stupenda naturalezza della loro gestualità, una nudità non esibita, ma vissuta con estrema spontaneità. Coperti di broccati di seta o di un semplice straccio, i loro corpi occhieggiano tra i lembi di tessuto con infinita naturalezza. E sono persone che vivono il loro corpo in modo più globale e non si identificano esclusivamente nei propri organi sessuali per definire la propria virilità o femminilità come è per un certo modello da noi.
Chiunque vada in India non può non notare come i corpi degli orientali conservino movenze e sinuosità ferine, non può non essere colpito dall'incedere delle donne, che sembrano regine anche quando sono coperte di stracci, e non può mancare di confrontare il nostro abbigliamento, che per definizione si qualifica per il suo “taglio”, rispetto al “non abbigliamento” tradizionale indiano, solo lembi di tessuto drappeggiati sul corpo che da questo sono animati e prendono forma. 
Nel caso di adozione di bambini provenienti da paesi con una diversa cultura del corpo, si possono verificare, a fianco degli ovvi vantaggi, stridori e vissuti di non facile comprensione, in una società come la nostra. Una società che dà tanta importanza alla bellezza, che pone il corpo come un valore estetico ideale, ma che non ci insegna a vivere bene nella nostra pelle; società anzi dove l'insoddisfazione per il proprio corpo è piuttosto generalizzata. I bambini indiani vengono da un paese dove è importante ciò che si “è” e non ciò che si “ha”, dove si parla una lingua, l’hindi, che non annovera neanche il verbo “avere” nel suo vocabolario. Arrivano in un paese che li accetta sì formalmente, anagraficamente, economicamente e che li fa sentire importanti attraverso gli oggetti, ma che forse non sa farli sentire appieno accettati nella loro fisicità.
Gli scambi verbali rappresentano, per lo meno nel mondo occidentale, il canale principale della comunicazione nelle nostre relazioni con gli altri, e sono anche la modalità privilegiata nel rapporto madre-bambino, un rapporto fatto di grandi aspettative, preparato da letture, da tanti discorsi, un rapporto fatto di tempo, giochi, e parole. Con un neonato che non ragiona e non parla - ma questo può valere anche per un bambino più grandicello, che parla una lingua diversa dalla nostra - bisogna sapersi mettere in relazione su un altro piano. E il contatto fisico è, nella sua abbagliante semplicità, l’unico vero ponte che un adulto possa gettare per comunicare con un bambino, il logico prolungamento del contatto carnale della gravidanza. Quale maggiore saggezza hanno gli animali che massaggiano i loro piccoli con vigorose leccate! Il cucciolo di mammifero può morire se gli manca la stimolazione di questo massaggio materno, e il cucciolo di uomo, il bambino, deve invece subito imparare il freddo della separazione e fare i conti con la solitudine. Bisogna imparare a parlare alla sua pelle. Nei paesi che hanno conservato il significato profondo delle cose, le donne sanno ancora tutto questo, lo hanno imparato dalle loro madri, che, anche se non sapevano leggere e scrivere, erano portatrici della grande millenaria saggezza della maternità. Ogni donna porta questa saggezza dentro di sé e può riuscire a ritrovarla.

 

Martina Cannetta

 

 



Il massaggio infantile viene insegnato anche in Italia. Informazioni ed indirizzi su centri specializzati sono disponibili presso il CIAI. Per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento si consiglia la lettura di Shantala di Fréderick Leboyer, edizioni Bompiani.

 

 
 

Eventi del mese

Indirizzi utili

 

www.donneinviaggio.com
Sito ottimizzato per una visualizzazione a 800x600 con Internet Explorer 4.x e successivi
Copyright © - DonneInViaggio® - 2000
Realizzazione