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LA VOLONTÀ AJUB e SURA camminano per valli ed alture, traversano campagne e zone deserte, al sole o alle intemperie, riposandosi in caverne, o sotto alberi, o sotto le stelle quando il cielo è clemente. Ma anche nella solitudine essi non si baciano mai. Così andando, dopo mesi e mesi, stanchi emaciati e laceri, giungono al fine in vista di una foresta immensa, che ammanta i pendii di montagne di cui, da lontano, sfumate appena come nuvole nell'azzurro, si scorgono le cime nevose e inaccessibili. Proseguono il cammino, pigliando l'erta che mena alla foresta. Ivi s'incontrano in UN PELLEGRINO dalla rada barba grigia, l'aspetto misero, ma placido e sorridente. Esso fa girare più volte la banderuola delle preghiere dei lama, che à in mano, con l'aria di farlo per loro.
IL PELLEGRINO Pace a voi! AJUB Pace a te! IL PELLEGRINO Sei stanco? ancora lungo il tuo cammino. AJUB Che sai del mio cammino, viandante? IL PELLEGRINO
Chi va per questa via SURA Noi andiamo a Srinagar. IL PELLEGRINO (sorridendo)
Si, forse è la tua mèta, bambina. SURA (sgomenta)
Che cosa voglion dire AJUB
Forse, per lei si delicata IL PELLEGRINO
Mai, chi à fede, è puro e vuole, sarà vinto AJUB
Credi che ella abbia da temere dei pericoli IL PELLEGRINO
Spesso le belve ed i serpenti che s'annidano AJUB (ansioso)
Attendi ancora: puoi dirmi dove giungeremo, usciti IL PELLEGRINO
La sua via AJUB (un po' stordito) Addio. (Il Pellegrino si avvia verso la valle; egli e Sura riprendono a salire verso la foresta. Camminano piano e in silenzio. Giungono fra gli alben quando fa quasi sera, e gli ultimi raggi del sole li guidano; finchè, sotto un gruppo di querce un tappeto di musco li invita al riposo). AJUB Sei stanca, Sura? SURA
Un poco. Ma sento che sarò felice. AJUB E la casa di tua madre? SURA
Vi giungeremo, se il destino AJUB (grave, quasi solenne) Sì, Sura. (Si guarda attorno e vede alberi carichi di fiori e frutti).
Guarda, ci accoglie infatti, essa, propizia (Coglie varia frutta dagli alberi e la porta a Sura; mangiano insieme in silenzio, il poco a poco al semibuio del crepuscolo succede la luce tenera della luna, che filtra attraverso il fogliame). SURA Come dolce è quest'aria! AJUB
Si, mai l'ò sentita SURA
E mai come stasera fummo sì soli e vicini. AJUB
Pace, si. SURA (appressandosi) Oh, Ajub, le tue parole mi abbagliano e mi fan
rabbrividire: AJUB
Anch'io sento in me questo martirio, SURA (atterrandosi, quasi con spavento) Invochiamo il Sublime, perché senza peccato egli ci unisca! AJUB (calmandosi, ansimante) Senza peccato per te, Sura, che sei intatta
come un giglio. (À eseguito tutto quello che à detto. Si distende anche lui e s'addormenta accanto a Sura. Una siepe meravigliosa di asfodeli sorge fra i loro due corpi irraggiati dalla luna fatta più luminosa. Un coro di uccelli si leva melodioso tra le fronde). |
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