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LA PURITÀ AJUB e SURA ànno continuato il loro cammino ancora per giorni e giorni. Ma la selva, pure coi suoi fiori e coi canti dei suoi uccelli, è infida ed à assalito con le sue armi invisibili la piccola e delicata Sura. Essa è affaticata e soffre, ma non lo confessa perché le tarda giungere alla casa materna ove potrà diventare la sposa di AJUB, benedetta da Dio. I due fidanzati arrivano in una zona triste della foresta che le magnolie non profumano e gli asfodeli non decorano, piena d'ombre, malgrado sia giorno, e d'umidità malsana. Il suolo in alcuni tratti vapora miasmi; larghe e viscose ragnatele si tendono fra i rami. SURA si trascina faticosamente appoggiata ad Ajub: sono entrambi ancora più laceri, seminudi, i piedi sanguinanti.
AJUB Tu soffri, Sura. Voglio portarti sulle braccia. SURA
Sei tu pure (Egli la cinge con un braccio e la porta ancora). AJUB Soffron troppo i tuoi piedini sanguinanti.… la pelle ti brucia.... (La prende sulle braccia e procede più speditamente). SURA Ancora un po' più innanzi.... Giungeremo alla mia casa e tu (Ajub l'adagia sotto la pianta indicata, a piè della quale infatti si apre qualche gramo fiore. Guardandosi attorno scorge un ruscello limpido e garrulo. Va ad attingervi acqua nel cavo delle mani e l'appressa alle labbra di Sura, che la beve a sorsi avidi). AJUB Ti ristora? SURA
Sì, ò tanta sete.... non di sola acqua, ma d'un tuo AJUB
Non giungeremo alla tua casa? Non ci unirà Dio, l'una SURA
L'ò detto, amato; ma ò paura AJUB Ti porterò in ispalla come agnelletta, sempre, sino all'ultimo.... SURA Oh, mio pastore!... Ma qualche cosa di me sento ch'é giunta AJUB Dobbiamo insieme giungervi. SURA Sì, insieme.... Tu non sai quanta fatica per restare, più AJUB (conficcandosi le unghie nel petto per dominare lo strazio e la disperazione che lo assalgono) Ti darò il mio respiro. SURA (sussultando)
Sulla mia bocca? Le tue labbra sulle (porta alle labbra le mani di Ajub e le copre di piccoli e stentati baci). AJUB
No, il viaggio sarà presto compiuto, SURA (penosamente)
L'amore ch'era tutto? AJUB Oh Sura, Sura, amata, sola adorata, mia piccola luce (Sura lo à ascoltato con gli occhi socchiusi, ma sorridendo beata; e con questo sorriso sulle labbra si estingue. Ajub si china su di lei singhiozzando e per la prima e ultima volta la bacia sulla bocca semiaperta, da cui l'anima pura s'è involata. — Poi, sempre singhiozzando, scava una fossa, vi depone la morta, la ricopre di terra e di fiori raccolti qua e là, e si rovescia sulla piccola tomba esclamando): Solo, ora, solo! Chi mi
guiderà nella foresta cupa (Trasalisce a un tratto, sentendo un alito caldo sulle mani e una lingua che lo lambisce. Alza il capo e si trova di fronte un piccolo cane bianco, che lo guarda fissamente, immobile, appena scodinzolando. Egli lo carezza amorevolmente. Il cane si stacca da lui, muove qualche passo, poi si rivolge come aspettandolo. Ajub trasalisce ancora e gli parla). Tu sai la strada? Va. Conducimi. |
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