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Resnik,
S. et al. (a cura di Monica Ferri), "L'ascolto dei
sensi e dei luoghi nella relazione terapeutica"
Writings by:A.
Ambrosini, A. Bimbi, M. Ferri, G.
Gabbriellini, A. Luperini, S. Resnik,
S. Rodighiero, R. Tancredi, A. Taquini Resnik,
G. Trippi
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana: Confini della Psicoanalisi
Anno/Year: 2013
Pagine/Pages: 156
ISBN:978-88-97479-04-8
Prezzo/Price: € 37,00
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Silvio
G. Cusin, "Sessualità e conoscenza"
A cura di/Edited by: A. Cusin & G. Leo
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana/Collection: Biografie dell'Inconscio
Anno/Year: 2013
Pagine/Pages: 476
ISBN: 978-88-97479-03-1
Prezzo/Price: €
39,00
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AA.VV.,
"Psicoanalisi e luoghi della riabilitazione", a cura
di G. Leo e G. Riefolo (Editors)
A cura di/Edited by: G. Leo & G. Riefolo
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana/Collection: Id-entità mediterranee
Anno/Year: 2013
Pagine/Pages: 426
ISBN: 978-88-903710-9-7
Prezzo/Price: €
39,00
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AA.VV.,
"Scrittura e memoria", a cura di R. Bolletti (Editor)
Writings by: J.
Altounian, S. Amati Sas, A. Arslan, R. Bolletti, P. De
Silvestris, M. Morello, A. Sabatini Scalmati.
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana: Cordoglio e pregiudizio
Anno/Year: 2012
Pagine/Pages: 136
ISBN: 978-88-903710-7-3
Prezzo/Price: € 23,00
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AA.VV., "Lo
spazio velato. Femminile e discorso
psicoanalitico"
a cura di G. Leo e L. Montani (Editors)
Writings by: A.
Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B.
Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S.
Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L.
Tarantini, A. Zurolo.
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana: Confini della psicoanalisi
Anno/Year: 2012
Pagine/Pages: 382
ISBN: 978-88-903710-6-6
Prezzo/Price: € 39,00
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AA.VV., Psychoanalysis
and its Borders, a cura di
G. Leo (Editor)
Writings by: J. Altounian, P.
Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P.
Jimenez, O.F. Kernberg, S. Resnik.
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana/Collection: Borders of Psychoanalysis
Anno/Year: 2012
Pagine/Pages: 348
ISBN: 978-88-974790-2-4
Prezzo/Price: € 19,00
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AA.VV.,
"Psicoanalisi e luoghi della negazione", a cura di A.
Cusin e G. Leo
Writings by:J.
Altounian, S. Amati Sas, M. e M. Avakian, W. A.
Cusin, N. Janigro, G. Leo, B. E. Litowitz, S. Resnik, A.
Sabatini Scalmati, G. Schneider, M. Šebek,
F. Sironi, L. Tarantini.
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana/Collection: Id-entità mediterranee
Anno/Year: 2011
Pagine/Pages: 400
ISBN: 978-88-903710-4-2
Prezzo/Price: € 38,00
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"The Voyage Out" by Virginia
Woolf
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
ISBN: 978-88-97479-01-7
Anno/Year: 2011
Pages: 672
Prezzo/Price: € 25,00
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"Psicologia
dell'antisemitismo" di Imre Hermann
Author:Imre Hermann
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
ISBN: 978-88-903710-3-5
Anno/Year: 2011
Pages: 158
Prezzo/Price: € 18,00
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"Id-entità mediterranee.
Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo
(editor)
Writings by: J.
Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A.
Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y.
Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M.
Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
ISBN: 978-88-903710-2-8
Anno/Year: 2010
Pages: 520
Prezzo/Price: € 41,00
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"Vite soffiate. I vinti della
psicoanalisi" di Giuseppe Leo
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Edizione: 2a
ISBN: 978-88-903710-5-9
Anno/Year: 2011
Prezzo/Price: € 34,00
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"La Psicoanalisi e i suoi
confini" edited by Giuseppe Leo
Writings by: J.
Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D.
Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik
Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini
ISBN: 978-88-340155-7-5
Anno/Year: 2009
Pages: 224
Prezzo/Price: € 20,00
"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi
Confini"
Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.
Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas,
Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.
Publisher: Schena Editore
ISBN 88-8229-567-2
Price: € 15,00
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Il
campo dell'analisi è illimitato perché è da tutto il territorio
dell'inconscio, dei suoi meccanismi, delle sue manifestazioni, delle
sue produzioni, del suo modo di organizzazione che l'analista ha, se
non libero accesso, almeno qualche apertura. A partire dal postulato
dell'inconscio, non ci sono infatti distinzioni di tempo, di spazio o
di etnia.
L’altro
che è dentro di noi, lo straniero che è sempre tale: noi
psicoanalisti, se tali siamo, abbiamo duramente imparato ad
accoglierlo, con la nostra formazione: un incessante lavoro su noi
stessi.
In
questo senso non
coincidiamo mai interamente con le istituzioni di cui facciamo parte e,
se ci apriamo al dolore che
oggi ascoltiamo dalle lettere delle colleghe turche, ciò avviene
perché esse riaprono la parola, ridanno un senso vivo e pulsante
soprattutto ad una che da sempre ci ha incantato: libertà.
Questo
incantamento nasce dal fondo traumatico
che per ciascuno di noi rappresenta l'essere vivo e incarnato, in
una particolare e sua specifica soggettività di cui fa parte
ineliminabile la grande Storia. Quando ci troviamo di fronte a testi
come quelli di Janine Alounian (di cui in questo numero pubblichiamo
l'articolo "Ritornare
agli avi per ritrovare giovinezza e spirito di lotta") ,
dove la survivance
diventa non solo
drammatica testimonianza del genocidio di un intero popolo,
l’Armeno, ma anche metafora, grande metafora della sopravvivenza di
ciò che all’autrice (curatrice dell’opera di Freud in Francia)
sta più a cuore, la survivance della psicoanalisi, non possiamo non sentirci convocati,
oggi che nell’università di Istanbul la polizia picchia e
sgombra dall’aula un gruppo di lavoro psicoanalitico su L'omosessualità,
a schierarci in difesa non solo dei diritti civili calpestati, ma
della psicoanalisi. Lo facciamo in questo spazio come possiamo,
vista anche l’urgenza di condividere, nell’immediato, il trauma
che insieme alle colleghe che lo patiscono direttamente subiamo
indirettamente, ma non meno fortemente per le ragioni esposte in
apertura. Di tutto questo ci dà testimonianza la "Lettera
da Istanbul" di Bella Habip, psicoanalista dell'Associazione
Psicoanalitica di Istanbul
per la Formazione, la Ricerca e lo Sviluppo (Psike Istanbul).
Il
male senza perché, la sua banalità,
evocati da Hannah
Arendt dopo avere assistito al processo Eichmann, mentre ci si
ripropongono nella loro agghiacciante quotidianità, continuano a
stupire quanti, tra
di noi, nonostante le dure esperienze a contatto con la
Storia, a questo male non si rassegnano.
"Non
si può essere umani senza essere liberi" è la frase con
cui si conclude il comunicato delle colleghe e dei colleghi
dell'Associazione Psicoanalitica di Istanbul. Lo si può leggere sul
sito della Società Psicoanalitica Italiana.
Ci
siamo interrogate su questa frase. Cosa vogliono dirci con essa le
colleghe e i colleghi turchi?
Verrebbe
da dire che è una frase sbagliata: l'umanità non si perde perdendo
la libertà - tanta solidarietà descritta nei campi di concentramento
tra i deportati lo testimonia - , ma ben sappiamo però che la mancanza
di libertà mette a dura prova il mantenimento della nostra umanità. In situazioni
di prigionia le persone, per sopravvivere, sono disposte, a
volte, a lasciarsi risucchiare e contagiare dalla mostruosità
del sistema che li segrega. Pensiamo però anche all'esistenza di personaggi
come Aung San Suu Kyi che, nonostante i tanti anni trascorsi nella
mancanza di libertà, è riuscita a restare profondamente umana,
oppure a Nelson Mandela, recentemente scomparso, che non ha perso
l'umanità e che, una volta uscito di prigione, ha dato avvio ai
processi di Verità e Riconciliazione per evitare che le
violenze, perpetrate nel tempo dell'apartheid,
continuassero attraverso vendette e rivendicazioni sommarie.
Eppure
se le nostre colleghe e i nostri colleghi hanno fatto questa
affermazione ci deve essere un motivo che vogliamo cercare
brevemente di esplorare invitando chi ci legge a fare
altrettanto pensando ulteriormente la questione.
Se
i colleghi turchi ci dicono che non si può essere umani senza essere liberi,
significa forse che sentono inconsciamente emergere al fondo di
loro stessi - e per professione ed esperienza sono ben capaci di
intuire e sentire dei vissuti profondi - una de-umanizzazione
strisciante come conseguenza delle violenze subite, ingiustamente, dal
popolo al quale appartengono ed esercitate da chi dovrebbe invece tutelare,
proteggere e garantire un futuro democratico.
Se
i nostri colleghi turchi percepiscono lo sviluppo di una de-umanizzazione
profonda, crediamo che questo sia un segno che non possiamo
sottovalutare.
La
de-umanizzazione inizia in maniera subdola, latente, mina le relazioni
umane, le attacca sotterraneamente, impedisce l'intimità avvolgendola
in una inquietante persecutorietà e ambiguità: inizia a mancare la
fiducia nel vicino, nel simile e tutto si struttura sulla malafede,
sull'imbroglio, il fasullo.
La
nostra umanità, ci dicono i colleghi turchi - e crediamo che parlino
proprio di loro stessi, non di qualcun altro ! - ha bisogno di libertà
per essere alimentata, per esprimersi e svilupparsi. Sembrano volerci
mettere l'inquietudine del dubbio e del sospetto di cui intuiscono
il rischio e la facilità di un progressivo, lento precipitare.
Il
loro è un grido di aiuto, non è solo una denuncia!
Se
la mente dei nostri colleghi turchi è in pericolo, perchè se si vive
nella persecutorietà non si riesce a fare, come si dovrebbe e
vorrebbe, il nostro lavoro di psicoanalisti, a noi viene chiesto,
in maniera mascherata forse, di dare una risposta.
Crediamo
che dovremmo prenderci il tempo per pensarla....
Un
prezioso lavoro di cui vogliamo dar conto in questo numero di Frenis
Zero dedicato alle analiste alle prese con i diritti civili in contesti mediterranei è quello di
Lidia Tarantini che dal 2002 al 2007 ha condotto in Tunisia dei gruppi
terapeutici, in particolare con pazienti di sesso femminile,
esperienza interrotta con la "Rivoluzione dei gelsomini" del
2010. Lidia Tarantini nel novembre 2013 è tornata in Tunisia a
intervistare le sue pazienti, e nel suo articolo "L'autunno
tunisino tra delusione e speranza" ce ne dà un resoconto.
Infine,
una di noi, Ambra Cusin, insieme a Franca Amione, ha scritto
l'articolo "Bion
e il mito" che proponiamo anche nella versione inglese nel
sito "Thalassa.
Portolano of Psychoanalysis". Questo lavoro è stato
originariamente presentato al Convegno "Bion 2008: Second
Thoughts. Funzione Alfa e Cambiamento Catastrofico", tenutosi a
Roma dal 31 gennaio al 3 febbraio 2008.
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