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"Forse
col tempo conoscendoci peggio" aveva già allietato lo scorso
anno, nel nome usurpato di Flaiano, le serate digestive del pubblico
di merda romano (vale a dire: italiano). Una operazione tutto
sommato torbidasquallidimmondaridicola. "coi piedi fortemente
poggiati sulle nuvole" viceversa è uno spettacolo che è
anche divertente ma soprattutto si sforza di rendere, di
Flaiano, entrambe le corde: la spiritosa e la serissima. Il LABORATORIO
TEATRO IPOTESI dimostra una adesione collettiva a questo assunto
che è la qualità più evidente dello opera.
I colori base sono il bianco e il nero; la scena è ricoperta
di pagine bianche buttate alla rinfusa, spaginato archivio della
mente di Flaiano finalmente strappata al dimenticatoio e ai cassetti,
"ipotesi" di letteratura in attesa di qualcuno che un giorno impari
a leggerla; l'impostazione è fondamentalmente quella laboratoriale,
collettiva, con tutti gli attori sempre in scena vestiti di bianco
come gli angioletti, o meglio come pazzi al sanatorio, meglio
ancora come tanti marziani-Flaiano in tuta spaziale a passeggio
per Roma. Per tre quarti dello spettacolo nessun "personaggio"
appartiene a uno specifico attore ma a tutti, quando uno o più
attori fanno qualcosa c'è sempre "il gruppo" che fa qualcosa'altro
a vista, in un riuscitissimo collage fisico e testuale accatastato
per frammenti. L'unica critica è al percorso che palesemente
guida lo spettacolo: tutto appare come una lenta progressione
dal frammento al senso, dall'orgia anarchica di stimoli
iniziale al testo completo finale, alla farsa "la donna nell'armadio"
che chiude lo spettacolo. Un ritorno all'ordine che sa
di concessione al pubblico, quasi un regalo (non richiesto per
quel che mi riguarda) allo spettatore, un ricondurre l'irriducibilità,
il magma di contrasti, il tormento e l'incorente coerenza di un
autore fuori dal comune entro i limiti angusti di una storia,
di un racconto, di una "farsa", sia pure autobiografica. Riserve
queste, impressioni relative; perché lo spettacolo nel
suo complesso, nello spirito, nella forma e nella resa, risulta
divertente, affettuoso, stimolante e - soprattutto - bello.
Daniele Timpano
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