cfr. Esodo 19 20; Deuteronomio 5
La grande teofania del Sinai
cfr. Esodo 32; Deuteronomio 9 10
IL vitello d'oro: Mosè mediatore del perdono
Ma in un momento come questo in cui Dio sta per manifestarsi come potenza che spacca le montagne, è interessante che Lui ricorda ciò che ha fatto all'Egitto. Dio sta per presentarsi come uno che se qualcuno gli si avvicina muore fa tremare la terra. E ricorda di essere colui che ha già fatto questo ! Solo che per l'Egitto era per la morte e ora, per Israele, è per la vita. Il ricordo di Dio è un ricordo di un Dio potente, che è capace con la sua potenza di distruggere ogni potenza umana. Dio è dunque capacità di morte, ma per la salvezza dei suoi. Ma è capacità di morte solo contro coloro che usano della propria potenza per rifiutare la forza di Dio.
Dio ricordando al popolo quello che lui ha fatto all'Egitto in qualche modo ricorda il suo essersi schierato e compromesso radicalmente con il suo popolo. Dio ricorda di aver fatto qualche cosa che in qualche modo lo ha condizionato per sempre, perché Dio si è messo contro l'Egitto, per aiutare il suo popolo. Dio adesso ha un nemico potente perché si è schierato dalla parte di un amico debole che non può fare nulla. Per salvare questo piccolo popolo di Israele, un popolo di miserabili, un popolo che non ha nessun valore agli occhi del mondo: Dio invece si è definitivamente messo contro ciò che ha valore agli occhi del mondo.
Il modo con cui Dio stipula l'alleanza con il suo popolo, lo rivela per quello che è come partner. E' un partner che è stato capace di prendere le difese del debole, in qualche modo chiudendosi quindi per sempre ogni porta di rapporto con il potente. Israele è stato la causa di rottura tra Dio e le potenze del mondo. Questo è ciò che Dio ricorda a Israele. Per questa piccolezza del popolo. E tutto parte da una scelta assolutamente disinteressata e totalmente gratuita. Dio non aveva nessun interesse a liberare Israele. Forse avrebbe potuto avere qualche interesse a tenersi buono l'Egitto. Immaginiamo che l'Egitto avesse riconosciuto Dio come il suo Signore ! Dio, il Signore di Israele, sarebbe diventato Dio praticamente di tutto il mondo allora conosciuto. Se noi vogliamo che la fede in cui crediamo diventi la fede di un popolo bisogna farci amico il re. Perché se il re si converte e crede che quello è il vero Dio, poi tutto il popolo lo segue. Se vogliamo diffondere lo Jahvismo: la cosa più intelligente da fare sarebbe che Dio si facesse riconoscere dall'Egitto. Ma Dio usa altre strade: il disinteresse totale, di per sé essere riconosciuto da Israele apparentemente non è un gran che; essere riconosciuto da una manciata di nomadi; eppure, quello è il modo del cammino della salvezza perché Dio venga riconosciuto come salvezza per tutti. Dunque, all'inizio, c'è una scelta gratuita e apparentemente incomprensibile, quanto meno contro tutte le regole che regolano normalmente i giochi umani.
|