cfr. Esodo 19 20; Deuteronomio 5
La grande teofania del Sinai
cfr. Esodo 32; Deuteronomio 9 10
IL vitello d'oro: Mosè mediatore del perdono
vv.7 8: il popolo rispose a Mosè:
“Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!”
C'è la mediazione di Mosè nei due sensi: Mosè va e dice la parola di Dio; allora, il popolo dice: noi lo faremo; e allora, Mosè va da Dio e dice la parola del popolo. E' impossibile un rapporto diretto tra il popolo e Dio. Il mediatore è colui che rende possibile questo rapporto mentre rivela l'impossibilità; perché, il fatto che c'è il mediatore vuole dire che il rapporto tra i due non è possibile. D'altra parte, il fatto che il mediatore esista, rende possibile questo rapporto.
Che tipo di esperienza di Dio si rivela in questo discorso della mediazione ? per poi passare all'episodio del peccato. Il nostro testo insiste molto sul fatto che non c'è relazione diretta possibile tra l'uomo e Dio. Per esempio: nel v. 9 si dice che Dio è nella nube e il popolo sente che lui non sta parlando con il popolo, sta parlando con Mosè. Dio non parla direttamente con il popolo, e per di più è nella nube che lo rende invisibile. Al v. 12: non solo il popolo non si può avvicinare a Dio, ma non può neppure toccare il monte. Vediamo a che punto viene esplicitato l'impossibilità di avvicinarsi a Dio. Al v. 16: l'uomo non può avvicinarsi a Dio e quando Dio si manifesta all'uomo, l'uomo reagisce con la paura.
Ai vv.21 22: il popolo non si può avvicinare, mentre i sacerdoti possono avvicinarsi ma devono essere in stato di purità (anche il v. 10: ... purificalo ...: tutto il popolo deve essere purificato e al v. 14: Mosè fa purificare il popolo; e al v. 15: “Siate pronti in questi tre giorni: non unitevi a donna”).
Il rapporto con il sacro chiede che questo venga riconosciuto come tale. Attraverso la mediazione, attraverso la lontananza, attraverso la purificazione: modi che rendono possibile un rapporto con Dio. E' un modo per dire che ci si sta avvicinando a colui che è santo, che solo può essere avvicinato da ciò che è santo. Sotto a tutto questo c'è un senso che forse andrebbe riscoperto un po' ripensato: avvicinarsi al Signore vuole dire avvicinarsi a colui che è l'origine della vita. Per cui: bisogna tenersi lontano, per non morire. Però, non ci si può allontanare perché è lui che dà la vita. Tutto il rapporto con Dio gioca su questo riconoscimento di Dio come la vera origine della vita. Il nostro testo di Esodo insiste molto sul fatto della purificazione, come qualche cosa che diventa un elemento simbolico estremamente significativo per dire
che la vita viene solo da Dio. Potrebbe essere una radicalizzazione del senso che ha la circoncisione. La circoncisione può essere capita come il segno del riconoscimento dalla parte del popolo del fatto che la vita viene dal Signore.
Il luogo della potenza procreatrice dell'uomo che lo fa simile a Dio viene ferito dalla circoncisione perché sia possibile il generare senza tenersi il principio della generazione. E' l'uomo che genera nella misura in cui riconosce che però la vita viene da Dio e che non è lui il principio della vita. Rinunciando all'attività sessuale, implicitamente, si rinuncia ad una paternità maternità ad una generazione fisiologica della vita per dire che l'origine della vita è altrove. |