cfr. Esodo 19 20; Deuteronomio 5
La grande teofania del Sinai

cfr. Esodo 32; Deuteronomio 9 10
IL vitello d'oro: Mosè mediatore del perdono

Questo è ciò che Dio ha fatto, e ciò dice il testo che Israele ha visto (cfr. La salvezza del Popolo "su ali d'aquila"):

“voi stessi avete visto” (v.4) tutto questo.

E' l'esperienza visiva, esperienza totale e concreta di Dio come salvatore, e questo è alla base del rapporto tra Dio e il popolo. Perché il popolo ha visto, allora dice il testo adesso può ascoltare (cfr. v.4 e v.5): voi stessi avete visto, ora, ascoltate! In ebraico, c'è un gioco che collega questo vedere e questo ascoltare, che dice che la capacità di obbedienza a Dio viene dall'esperienza di Dio come salvatore.
Ma se non c'è l'ascolto, anche l'esperienza di Dio non serve! Senza ascolto, aver visto la salvezza di Dio, non serve a niente. Aver visto la salvezza di Dio dall'altra parte fonda l'ascolto. E' impossibile l'obbedienza senza la scelta da parte di Dio l'iniziativa è sempre di Dio . Questo è il mistero incredibile del rapporto tra l'uomo e Dio. L'uomo non può rispondere se qualcuno non chiama, ma se non risponde quando viene chiamato e come se l'altro non avesse mai chiamato, e come se Dio non avesse mai parlato. La non obbedienza dal popolo, cancella la parola di Dio. E dall'altra parte, il popolo non può obbedire senza quella parola. Hanno visto il dono, ora devono viverlo. Ma, attenzione, viverlo come dono, cioè, continuando a sapere che l'iniziativa è di Dio e che quindi anche l'obbedienza la possibilità di obbedire a Dio è un dono che si riceve. Tutto questo per essere in comunione con lui, per rimanere in lui e nell'alleanza. Tutto il discorso che poi prosegue trova il suo compimento nel vangelo di Giovanni dove tutto il vedere dell'uomo e tutto il rivelarsi di Dio è perché 'si possa rimanere in Lui e Lui in noi.