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CAMBIARE
ALLENATORE:NUOVA MODA?
Non è più lecito perdere. Non che in passato fosse considerato episodio piacevole, ma ogni uomo di sport sa che la sconfitta fa parte del gioco. Oggi i signori presidenti delle squadre di calcio sembrano averlo dimenticato, e pretendono di risolvere ogni problema eliminando quella che a mio avviso è a tutti gli effeti una parte della rosa: l'allenatore. Non abbiamo quasi mai visto cacciar via un giocatore perchè la squadra perde. Il caso più attuale ed eclatante è quello di Edmundo, che ha notevolmente svantaggiato la squadra, oltre che turbato lo spogliatoio viola, perchè ha preteso di andare al carnevale di Rio, infischiandosene del gruppo. E la Fiorentina ha perso, proprio quella domenica in cui lui era in Brasile. Un allenatore viene silurato per molto meno. Invece Edmundo è ancora al suo posto, contro il parere dello spogliatoio, del mister e dei tifosi. Un professionista come Gigi Simoni (ex allenatore dell'Inter) invece, ammirato dalla curva e circondato dall'affetto dei giocatori, viene buttato fuori, per di più dopo una vittoria, "perchè l'Inter non ha gioco" (parole del presidente Moratti). Al suo posto Mircea Lucesco; sicuramente un grande professionista, ma cambiare in corsa è davvero la soluzione giusta? Quando un allenatore firma un contratto di lavoro con un team, ci si aspettano da lui risultati positivi, ma soprattutto professionalità e serietà. E dalla dirigenza almeno il rispetto per il suo lavoro. Visto che nello sport se si vince è meglio, ma si può anche perdere, un pò di comprensione nei confronti del mister non guasterebbe, considerando anche che in campo ci vanno i giocatori... E poi, dal lato tecnico, un allenatore nuovo, chiamato a mò di "tappa-buchi", che non conosce la squadra, che non conosce i problemi tattico-tecnici, ne quelli umani e di spogliatoio, cosa volete che risolva, se per di più sa già che andrà via a fine stagione? Nel caso dell'Inter, Lucescu ha esordito bene, conquistando le semifinali di Coppa Italia, ma in campionato la squadra è fuori dal giro scudetto, e del resto il 2-0 all'Old Trafford non lascia ben sperare per il cammino in Champions League. Diversamente, dobbiamo ammetterlo, è andata alla Juventus. La Signora, seppur reduce dalle dimmissioni di Marcello Lippi, ha azzeccato la scelta di Ancelotti, (già sotto contratto da giugno) e anche se non è la Juve a cui Lippi ci ha abituati, si da da fare per risalire la china. Solo a giugno sapremo se avrà avuto ragione la politica del "chi la dura la vince" o del "cambio in corsa". |