COME AGISCONO I PUNTI RIFLESSI
Dopo i cenni di anatomia ecco
qualche accenno di fisiologia dello sconosciuto e complicato
meccanismo di azione dei riflessi.
I neuroni sono cento miliardi di
centraline microscopiche del pensiero (diametro tra cinque e cento
millesimi di millimetro), contenute in questa scatola di modeste
dimensioni che è il nostro cranio. Hanno il compito di elaborare i
messaggi e trasferirli lungo le vie nervose. Ogni neurone è
attrezzato per ricevere informazioni nervose dai suoi pari mediante
i dendriti, sottili filamenti ramificati che lo fanno somigliare a
una piovra e per trasmettere a sua volta i propri messaggi mediante
un altro prolungamento tubulare detto assone o cilindrasse. Il punto
di connessione tra l’assone di una cellula e il dendrite
dell’altra si chiama sinapsi, ed è la chiave di volta di tutto il
sistema di comunicazione neuronale. Ai cento miliardi di neuroni di
cui dispone normalmente ogni cervello corrispondono almeno centomila
miliardi di connessioni: una rete di ramificazioni la cui complessità
non ha confronto in tutte le cose note dell’universo.
Durante la vita fetale il ritmo di
moltiplicazione neuronale è di circa duecentocinquantamila cellule
al minuto, ma dalla nascita in poi questa crescita cessa quasi del
tutto, dando luogo al processo inverso di perdita secca, di morte
non sostituita. Si è scoperto che le cellule nervose possono in
modi non ancora ben conosciuti autoripararsi in caso di eventuale
danneggiamento emettendo nuovi terminali di assoni, instaurando
altre sinapsi, riformando le connessioni perdute. La prima
dimostrazione in questo senso è valsao il Nobel a Rita Levi
Montalcini, dopo che nel 1954 era riuscita a isolare il Nerve Growth
Factor (NGF), cioè il fattore naturale capace di stimolare,
appunto, la crescita dei neuroni.
Tutti i segnali nervosi in entrata
e in uscita sono di natura elettrica. È vero che ci sono anche
segnali chimici, ma questi servono per interagire con quelli
elettrici o fra di loro. Esiste una differenza di potenziale
elettrico fra l’interno e l’esterno, dovuta alla differente
concentrazione di ioni-sodio e ioni-potassio sulle due facce della
membrana. All’interno del neurone, rispetto all’esterno, ci sono
un certo numero di ioni-sodio (pochi) e un altro ben determinato
numero di ioni-potassio (molti). Tale combinazione crea nella
cellula un campo elettrico negativo particolare, detto potenziale di
riposo, in cui la membrana è polarizzata, cioè con carica positiva
all’esterno e negativa all’interno.
La situazione di equilibrio del
campo elettrico si modifica quando si sviluppa un impulso nervoso.
In concomitanza con questa evenienza, infatti, le porte si aprono,
in modo da far entrare nella cellula altri ioni-sodio e far uscire
invece molti ioni-potassio, dopo di che cambia il sistema di
trasmissione che da elettrico diventa chimico. Ora si tratta infatti
di far saltare al messaggio lo spazio sinaptico (circa dieci
millimicron), se si vuole arrivare al dendrite e allora entrano in
campo appunto i mediatori chimici, i neurotrasmettitori.
All’interno di apposite
vescicole i neurotrasmettitori, attraverso le sinapsi, raggiungono i
canali di passaggio predisposti e li fanno aprire dando così la
possibilità al segnale elettrico, ospite dei portatori chimici, di
attraversare lo spazio sinaptico e di trasferirsi dal neurone
attraverso i recettori che si trovano sulla superficie del dendrite.
La maggior parte dei segnali
chimici che agiscono nelle sterminate congiunzioni sinaptiche non è
nota, quelli del sistema nervoso autonomo si conoscono meglio e di
più perché noti da più tempo. I più noti neurotrasmettitori sono
l’adrenalina e l’acetilcolina, che agiscono con possibilità di
stimolo e inibizione sui visceri toracici e addominali, sul sistema
vascolare e sull’apparato ghiandolare. Mentre l’adrenalina è
prodotta dalla ghiandola surrenale, i neuroni del cervello e del
sistema simpatico producono noradrenalina, che è quasi la stessa
cosa e agisce a livello centrale, attivando la veglia,
l’attenzione e regolando l’umore e le emozioni.
L’acetilcolina viene
sintetizzata solo dai neuroni sia centrali sia gangliari, a partire
dalla colina e dall’acetilcoenzima. È il neurotrasmettitore che
fa muovere i muscoli, facendo progredire il segnale elettrico dalla
corteccia alla placca motrice neuromuscolare. I segnali vengono
trasformati in chimici ed elettrici; una volta raggiunta la sede
occipitale si provvede alla loro decodificazione. I segnali
olfattivi e la maggior parte di quelli gustativi, che sono segnali
chimici, non vengono percepiti per la loro composizione chimica, ma
in base alla forma delle molecole.
Sono state intraprese numerose
ricerche per capire come un segnale fisico (per esempio, i raggi
luminosi che giungono all’occhio o le onde sonore percepite
dall’orecchio), oppure chimico (come quello che stimola
l’olfatto o il gusto), possa divenire concetto e memoria, ma non
abbiamo ancora la risposta scientifica del perché e del come
funzionano queste informazioni e quindi i nostri massaggi: sappiamo
che funzionano. Con un massaggio veloce e leggero generiamo delle
onde corte, quindi di alta frequenza, veloci, penetranti: queste,
raggiungendo un organo bersaglio, generano una reazione chimica
acida che genera a sua volta un rilassamento dei tessuti o degli
organi più contratti e irrigiditi.
Un organo ingrossato, indurito per
problematiche acute o croniche, bersagliato velocemente verrà
sollecitato con un tipo di attività simile a quella di uno
scalpello contro una roccia: non pochi grossi colpi, ma tanti
piccoli colpi. Situazione opposta, un massaggio lento, profondo,
pesante, per la nota legge fisica: "la pressione genera
calore", avrà una trasmissione per mezzo di onde lunghe,
basse, lente. Questo impulso raggiungendo l’organo bersaglio
genererà una reazione basica che determinerà a sua volta una
tonificazione dei tessuti per effetto degli zuccheri che verranno a
sintetizzarsi, per cui se un organo è stanco, prolassato, un
massaggio lento e profondo risulterà tonificante, energizzante. Per
esempio, una cistifellea o uno stomaco che hanno perso la loro
fisiologica capacità peristaltica la recupereranno.
Il massaggio che esercitiamo è
un’azione meccanica che nel nostro organismo si trasforma in una
reazione chimico-elettrica. Il nostro corpo reagisce a due
sollecitazioni fondamentali: contrazione e rilassamento, che
possiamo tradurre in sollecitazioni caldo-freddo, una carezza o un
pizzicotto, taglio e punta, tirare e rilasciare, dolce e acido e così
via all’infinito. Le leggi universali del Dao yin/yang restano
immutabili.
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