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LA STAZIONE FERROVIARIA

Stazione di Seui

  Il sistema viario principale attuale è costituito dalla ferrovia Cagliari-Arbatax.   La linea parte da Mandas seguendo parallelamente per un certo tratto quella per Sorgono e divergendo poi con direzione est diretta a Orroli. Il tracciato e molto tormentato con numerosissimi curvilinei attraverso un territorio geologicamente molto complesso, con arenarie e conglomerati cenozoici intervallati da scisti e calcari del Paleozoico.
   La linea dopo quattro viadotti, fra i quali uno a cinque luci (una centrale di 8 m e due estreme di 5 m ciascuna) sul rio Mulargia, giunge a Orroli e a Nurri in zona di effusioni basaltiche, per dirigere poi verso la profonda valle del Flumendosa.
  Dopo Nurri la ferrovia compie un’acuta ansa verso ovest presentando due piccoli viadotti a tre luci di 4 m ciascuna, la galleria di Isili lunga 104 m, un ponte obliquo di 6 m, altri due viadotti a tre luci di 4 m ciascuna. Dopo la stazione di Villanovatulo, superata una galleria di 168 m e alcune tortuosità la linea, scendendo su puddinghe, arriva alla stretta valle del Fflumendosa che in altri tempi superava il KM 107 con una delle piu’ interessanti opere d’arte dell’intero percorso: un ponte in curva in muratura alto 30 m a sei luci di cui quella centrale a travata metallica di 30 m, le altre a tutto sesto con corda di 10 metri.
  La travata metallica è stata smontata e asportata. Oggi la linea passa sul nuovo ponte promiscuo costruito appositamente a causa dell’invaso creato dalla diga. Inaugurato il 3 dicembre 1960 questo ponte consta di un grande arco in cemento armato con luce di m 108,54 e freccia di m 17,64. Ha una larghezza di m 15,70 destinata alla strada e alla sede ferroviaria. E uno dei pochi ponti ad uso promiscuo strada/ferrovia esistenti in Italia.
  La ferrovia comincia a risalire aggirando lo sperone del Tacco Luxedu con una lunga ansa, una galleria di 120 m e numerosissime opere d’arte fra cui profonde trincee e altri muri di sostegno, giungendo nella regione Pala Rana. Qui, dopo aver superato tre gallerie rispettivamente di 36 m, 42 m e 174 m, s’immerge in dense foreste e dopo poco nella galleria Comidisioni di 217m e in quella del Curatori di 196 m, giungendo in fine dopo un’ansa elicoidale alla stazione di Esterzili, alla quota di m 698.
  Entrati nella Barbagia di Seulo coperta da folte Sugherete, in un panorama superbo costellato dai tacchi calcarei, si giunge su un nudo altopiano dolomitico denominato Pranu de Muredegu e alla stazione di Sadali. Da qui la linea torna a salire raggiungendo una delle massime quote a 868 M, percorrendo una galleria artificiale di m 55, alte trincee e importanti muri di sostegno, entra superando speroni di scisto nella galleria Genna’ e Mandera di 117 m, in quella in curva di Nurzula di 288 m, la seconda per lunghezza dell’intero percorso, e si dirige dopo il viadotto di curva Bau’ e Deglia di quattro arcate 10 m l’una, verso il bellissimo vallone di San Sebastiano, denso di foreste e di sorgenti, sede di giacimenti di antracite ormai non piu’ sfruttati.
  Dopo averlo attraversato con un enorme viadotto in curva alto 16 m di tre arcate di 10 m ciascuna , si giunge a Sevi, principale stazione d’incrocio della linea Mandas-Arbatax. La lunga trata di San Sebastiano sino a Ussasai e Taquisara si può ben considerare tra le più belle e più spettacolari di questa ferrovie che fra l’altro e la più lunga a scartamento ridoto d’Europa. Il paesaggio, denso di foreste, costellato dagli isoloti altopiani calcarei (”tacchi “O”TONERI”) e permeato di una silenziosa solitudine, richiama alla mente la suggestione di alcuni parchi nazionali nordamericani, contribuendo a suscitare nello spettatore un sentimento di meravigliato e felice stupore.
  Lasciato Seui, la ferrovia affronta la parte piu’impegnativa di tutto il tracciato percorrendo gli alti e bassi contrafforti calcarei a sud del bacino del Flumendosa, attraversando uno dopo l’altro i profondi valloni e aggirando gli speroni delle montagne. Il vallone S.Sebastiano 2°, al KM 143, è superato a quota 720 m con un viadotto in curva alto 32 m, con cinque luci di 10m l’una e una travata metallica di 30 m di lunghezza, forse l’opera d’arte più elegante di tutta la linea. La ferrovia torna a salire con molte tortuosità superando, dopo una galleria di 52 m.
  Il vallone di S.Cristoforo alla quota di 773 m mediante un viadotto alto 35 m con cinque luci di 10 m ciascuna e una travata metallica di 30 metri. Dopo aver superato il monte “Arcueri’”con la galleria piu’lunga della linea (509 metri, di cui un rettilineo centrale di 400m e il resto in curva) si giunge cosi’ alla lunga e stretta valle di Funtana Dorada, superata, dopo una galleria di104m, alla quota di858m col viadotto Ponte e Lischerzu a tre luci (2 di 10 m, una di 5 m). Dopo 2 Km si giunge alla fermata di Anulu’, punto dominante con un stupendo e vastissimo panorama denso di boschi e ricco d’acqua. La linea comincia a scendere verso Ussassai in territorio molto accidentato e dopo aver superato il Rio Anulu’ con un piccolo viadotto a tre luci (una centrale di 10m e due laterali di 5m).

  Il Rio Ula con una travata metallica di 15 m, la galleria omonima di 156m in curva , raggiungendo l’importante vallone di San Gerolamo che viene valicato al Km 156 con l’opera piu’importante e ardita dell’intero percorso. Questo viadotto posto a quota 747 m, alto 29 m, ha quattro archi a tutto sesto di 10 m di corda ciascuno e una travata metallica centrale della lunghezza di 50 metri.
   La ferrovia giunge alla stazione di Ussassai ritrovando e affiancando la S.S. N° 198, e superando con una traviata metallica.
  Da questo si giunge alla stazione di Gairo-Scalo punto di diramazione del dimesso tronco per Jerzu. Ora si prosegue in direzione nord aggirando con una grande ansa il monte Armidda portandosi a quota 869 m, e dopo due gallerie si giunge alla stazione di Villagrande.
  E a mano a mano si giunge alla vallata di Tortoli’, per poi finire nel bel porto di Arbatax.

Ponte San Gerolamo


Punto più alto della ferrovia
Ponte in travata in ferro

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