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RACCONTI, LEGGENDE, FILASTROCCHE SEUESI

SANTU CRISTOLU


INTRODUZIONE: La leggenda narra in chiave popolare le vicende legate alla vita di S.Cristoforo.
  La chiesetta rurale si trova nella zona del Tonneri, o "Taccu de Seui", dove troneggiano significative masse rocciose stratificate. Il culto del Santo è molto diffuso a Seui, come protettore degli automobilisti e come colui che favorisce la pioggia. Viene festeggiato la 1° domenica di Giugno.

LEGGENDA
  Si racconta che la mamma di S.Cristoforo, prima che nascesse suo figlio, fece un brutto sogno: il bambino, una volta divenuto grande, l'avrebbe uccisa assieme al marito. La donna era sempre molto triste.
Il bambino, divenuto grandicello, venne a conoscenza del sogno e decise di andar via.
  Passarono gli anni e i genitori preoccupati, andarono in cerca del loro figlio. Il viaggio fu molto lungo.
  Videro una donna, vicino ad un ovile che si presentò come la moglie di Cristoforo che però era momentaneamente assente. Lì fece accomodare e rifocillare e poi andò alla fonte.
  Il padre e la madre, stanchi, si misero a riposare nel letto del figlio.
Quando Cristoforo rientrò, trovò i due estranei nel suo letto: pensò che la moglie lo avesse tradito e li uccise.
  Accortosi dello sbaglio decise di espiare la sua pena nel fiume: "Erriu de Santu Cristolu", dove traghettava da una sponda all'altra chiunque lo volesse attraversare.
  Trascorsero molti anni e in una notte di pioggia Cristoforo sentì le lamentele di un bambino nella riva opposta. Caricò il bambino sulle spalle ma arrivato al centro del fiume, non riuscì ad andare avanti per l'eccessivo peso. Accortosi di ciò questi esclamò: "Podera, podera Cristolu ca portasa su mundu a pala".
  Dopo queste parole il bastone del Santo fiorì e allora capì che aveva espiato la sua pena. Il bambino che aveva portato non era altro che Gesù Bambino.

IL FURTO DELLA STATUA

Si racconta che alcuni Aritzesi si recarono nella chiesetta campestre di Seui, per rubare la statua di S.Cristoforo e portarla così nel loro paese, per favorire la pioggia. Arrivarono a notte inoltrata, penetrarono nella chiesa, presero la statua e si incamminarono.
Camminarono per tutta la notte.
  Fattosi giorno, si accorsero che avevano fatto pochi passi: infatti si ritrovavano vicino alla chiesa. Stanchi e molto spaventati rinunciarono all'impresa. Lasciarono la statua e se la diedero a gambe.

LO SPIRITO

  Un pastore di Seui viveva sempre isolato; raramente veniva in paese, se non per le grandi occasioni.
  Ogni mattina si alzava presto e conduceva il gregge al pascolo. Un giorno però accade un fatto strano.
  Mentre saliva in cima alla montagna vide un muflone. Imbracciò il fucile per ucciderlo, ma l'animale gli disse: "No mi occiasa, ca soi nonnu Congera"! Il pastore terrorizzato scappò e ritornò alla sua baracca, che però stava bruciando. Dentro vi erano tutte le sue cose, insieme al formaggio. Grazie al muflone la baracca fu salva. Lo spirito del nonno lo mise in guardia.

PERDA LIANA

  Anticamente, si diceva che la porta dell'inferno fosse a "Perda Liana", presso il confine Gairo-Seui, e che lì, si trovassero i demoni e le streghe che al chiar di luna, facessero le loro tregende.
  Per diventare ricchi, bisognava andare a "Perda Liana" e vendere l'anima al diavolo, in cambio avrebbe ricevuto qualunque ricchezza.
La gente, quando si accorgeva che una persona diventava ricca velocemente si diceva che era andato a "Perda Liana".
  Un giorno un giovane, decise di vendere l'anima al diavolo, pur di diventare ricco.
  Dopo aver camminato per molte ore giunse alla meta. Il Tonneri era bellissimo. Al tramonto il Tacco calcareo emanava colori suggestivi, che avevano alcunchè di sinistro. Il giovane si sedette e aspettò.
  A mezzanotte, vide apparire una frotta di diavoli che si misero a danzare in cima al Tonneri.
  L'uomo si rivolse a un demone e gli domandò qual era il capo; gli indicarono il diavolo più grosso che tirava un somaro che aveva una bisaccia carica di monete d'oro, che mandavano un gran tintinnio. Quando vide il diavolo nel volto esclamò:

"Gesù, Maria e Giuseppe!
Eita esti custa camarada!
Santa Giuglia avocada,
boghimindi de mesu!"
A quelle parole i demoni scomparvero ed il ragazzo tornò a casa più povero di prima.

LA VENDITRICE DI UOVA

  C'era una volta una donna, chiamata Angiulina Piras, che si recava spesso a Sadali per vendere uova, insieme alla figla Maria.
  Un giorno, mentre giungevano a "Su sacru coru de Genne mandara", videro un signore abbastanza alto che scendeva dalla montagna.
  Zia Angiulina, preoccupata si rivolse alla figlia e le disse: "Mari', custu inoi no sindi leada tottu"
  Il signore intanto si avvicinava sempre di più alle due donne; chiese loro dove andavano. Risposero che erano molto povere e che andavano a Sadali a vendere uova.
  L'uomo, a quelle parole soggiunse: "Sentada, bona femmina, olidi diventai errica?" Bandidi a Arcuerì.
  "No, no, signori miu a Arcuerì andu po pregai sa Madonna", rispose la donna.
A quelle parole l'uomo se ne andò.
  Le povere donne lo seguirono con lo sguardo e notarono che al posto dei piedi aveva due zampe di gallina.
  Così capirono che era il diavolo. Tornarono a casa molto spaventate.

SU SCUSORGIU

  A un uomo in sogno gli fu riferito il luogo dove si trovava "unu scusorgiu". Il mattino seguente si recò a casa del suo amico, gli raccontò tutto e insieme decisero di andare a cercarlo.
  Armati di pala e piccone partirono. Arrivati al luogo comminciarono a scavare. Finalmente, dopo lunghe ore trovarono una cassa piena di monete d'oro.
Grande fu la loro gioia di essere ormai diventati ricchi. Il signore che aveva fatto il sogno, per impadronirsi del tesoro, uccise l'amico e ritornò a casa tranquillamente, come se nulla fosse successo.
  Si recò poi a casa dell'amico per comunicare alla moglie la brutta notizia, raccontò che il marito era partito per un lontano paese e che il bambino che doveva nascere doveva essere chiamato: "Deusu e giustu e bonu pagadori".
  Dopo anni fu ritrovato il suo corpo. I carabinieri capirono che ad ucciderlo era stato l'amico e lo misero in carcere per molti anni.
Da ciò le parole : "Deusu e giustu e bonu pagadori", cioè: Dio è giusto e al momento opportuno sa punirti.

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